Fumetti/Cartoni americani > She-Ra e le principesse guerriere
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Autore: laur_elin    17/11/2020    1 recensioni
Quando un piccolo gesto distratto riporta a galla celate paure, soltanto l'Amore e la verità possono ridonare quiete in una sontuosa stanza del palazzo reale di Etheria.
Ambientato alla fine della quinta stagione
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shoujo-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Catra sentì Adora scivolare silenziosamente nel letto, facendo il più possibile attenzione a non svegliarla, ma la ragazza era perfettamente vigile, o almeno quanto lo può essere una persona alle due e mezza di notte.
-Hey Adora- le mormorò assonnata, girando leggermente la testa verso la compagna, con gli occhi leggermente socchiusi.
-Mi dispiace, non volevo svegliarti- rispose lei, con un sorriso dolce, che venne illuminato dai raggi candidi della luna. 
-Ti stavo aspettando. Volevo essere sicura...insomma...che tornassi da me-
Adora ridacchiò debolmente, mentre la ragazza, imbarazzatissima per quello che aveva detto, abbassò gli occhi, arrossendo. 
-Sono qui- disse e appoggiò le labbra sulla spalla nuda di Catra, dandole un bacio fugace, poi respirò a fondo per sentirne l'odore. Aveva deciso che quello era il suo profumo preferito: la pelle della compagna sapeva di sabbia, di sole, di calore. Appoggiò la testa sul cuscino ed allungò il braccio verso Catra, facendole appoggiare la schiena sul suo petto e stringendola delicatamente a sè, senza farle sembrare di essere trattenuta o costretta a stare lì. Aveva sempre dato importanza a quelle piccolezze: cercava nel suo piccolo di farla sentire a casa, protetta ma libera. Quella volta, però, invece di appoggiare la mano sulla sua pancia, le afferrò inavvertitamente il seno. Catra sobbalzò, sorpresa, mentre Adora, rendendosene conto subito, ritirò la mano, come scottata.
-Scusami, non volevo, è stato un incidente. Non volevo, io...- ripeteva come uno stereo rotto, gesticolando con gli occhi sbarrati e le guance in fiamme. 
-Adora- la chiamò Catra, girandosi verso di lei e prendendole il polso per fermarla -è tutto okay. Sono giorni che sono qui e, a parte dormire insieme, alla luce del sole tu mi eviti. Distogli lo sguardo, non mi tocchi, non mi...baci...- la guardò dritta nei suoi occhi, nonostante le guance avessero ancora una leggera sfumatura rossastra -Ti sei pentita di quello che mi hai detto. Non mi vuoi più, giusto?-
Adora si sentí terribilmente in colpa. Aveva cercato di essere più fredda, era vero, ma lo aveva fatto perchè pensava che a Catra avrebbe dato fastidio la sua costante presenza; in tutti quegli anni passati nell'Orda, si era sempre comportata da ragazza intraprendente, menefreghista, sicura di sè ed aveva concesso solo ad Adora poche briciole del suo lato dolce e vulnerabile. L'eroina di Etheria non aveva capito una cosa essenziale: Catra era cambiata, o meglio, ci stava provando, ed aveva bisogno di lei per uscire dal suo guscio. Aveva bisogno che Adora le mostrasse come fare. 
-Ma cosa dici? Certo che ti voglio. Io ti amo Catra. Io...non voglio infastidirti o spaventarti e farti scappare, ecco- disse, accarezzandole la guancia e spostandole le ciocche di capelli scuri dagli occhi. -Non potrei sopportare di vederti andare via una seconda volta-
Azzurro ed Ambra brillarono nel buio.
-Non vado da nessuna parte, Adora- la rassicurò lei. Poi le prese la mano ed incrociò le loro dita. Si guardarono per un lungo attimo, in silenzio, per far parlare le loro anime. 
-E tu mi ami, Catra? Ami me, la vera me e non She-ra, l'eroina di Etheria?- 
-Sì, Adora, ti amo. Ti ricordo che sono stata io la prima a dirlo-
-Vero, però stavi delirando perchè pensavi che fossi morta, quindi...-
Catra alzò gli occhi al cielo, ridacchiando. Poi si avvicinò al viso della compagna, guardandola fissa negli occhi, i nasi che si sfioravano, e sorrise. Non era il ghigno sofferto che si era costretta a fare quando aveva combattuto contro di lei o quando aveva dovuto fingere prima con Hordak e poi Horde Prime di odiare quella ragazza bionda, che in fondo era la sua unica famiglia. Era un sorriso sincero, rilassato, dolce, segno inequivocabile della felicità che provava di trovarsi in quel momento abbracciata alla sua Adora nel loro letto. 
La compagna si sporse e la baciò teneramente, una, due, tre volte, senza approfondire niente. Voleva farla sentire speciale. Catra fece le fusa.
-Adesso è ora di dormire, altrimenti non so come riuscirò ad affrontare un'altra interminabile, noiosissima riunione con Glimmer e Bow. Ne abbiamo già fatte sedici, non sono abbastanza?-
-Diciassette- precisò Catra.
-Ecco, appunto- si lamentò Adora.
-Ma non eri tu la fissata con strategie perchè "bisogna essere sempre preparati e prudenti"?- la scimmiottò Catra, per poi mettersi a ridere.
Adora la guardò male, ma il suo cuore si sciolse, vedendo la compagna così serena. Poi ci pensò un attimo e parlò con voce sognante. -è che non vedo l'ora di poter rimediare alla crudeltà del mio popolo, riportare la magia negli altri altri mondi e donare la pace a tutti. Sono a pensarci mi si riempie il cuore di gioia-
-Sai, nonostante ti abbia detto che non devi sempre sobbarcarti dei problemi degli altri, sono fiera di te e di quello che stai facendo-
-Di quello che STIAMO facendo. Senza di te, non sarei neanche qui, oggi-
Catra le diede un altro lungo bacio sulle labbra. Poi afferrò la mano di Adora e si girò dall'altra parte e, con una tranquillità ed una sicurezza che mai le erano appartenute prima di allora, fece scivolare quella mano sul suo seno.
   
 
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