Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: Sherry    21/08/2009    8 recensioni
"Neve, tanta. Troppa.
Sembrava non finire più.
“Siamo stati anche troppo fortunati” la riprese il compagno, mentre muoveva un pezzo di legna e sistemava il fuoco.
“Se non fossimo riusciti a trovare questo posto come avremmo fatto?”"

Eccomi qui con una nuova fic, naturalmente ZoNami. Leggete e fatemi sapere! Un bacio
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nami, Roronoa Zoro | Coppie: Nami/Zoro
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti

Ciao a tutti!
Devo dire di essere molto molto molto contenta per il successo riscosso da questa fic, non l’avrei mai detto!
Vi lascio subito alla lettura!
A dopo, per i ringraziamenti!

 

2° Giorno
Contatti

 

 

Nami si svegliò aprendo gli occhi lentamente, come per inseguire gli ultimi barlumi dello splendido sogno che stava vivendo.

Che cosa aveva sognato, era un mistero. Non lo ricordava già più, ma qualsiasi cosa fosse stata doveva essere splendida. In quel momento la navigatrice provava un senso di pace indescrivibile, si sentiva completa, rilassata e riposata come non mai.

Con piccoli movimenti impercettibili, Nami svegliò i muscoli del suo corpo.

Mosse le mani ad accarezzare qualcosa di estremamente piacevole, un piede si strusciò contro quella che, a dirla tutta, sembrava una gamba…

Nami spalancò gli occhi e si alzò di scatto, emettendo un gridolino.

Che diavolo succedeva? Perché era abbracciata a qualcuno? A un uomo?

“Cretina mi hai spaventato… Ti sembra questo il modo di svegliarsi?”

Una voce, la sua voce, la destò completamente, e come una doccia fredda il ricordo del giorno precedente riaffiorò alla sua mente.

Nami sbattè le ciglia un paio di volte.

Poi capì che il compagno aspettava una risposta, così si affrettò a trattarlo male. In fondo era questo quello che lui si aspettava.

“Idiota, io urlo quanto mi pare e piace!” gli gridò per tutta risposta.

Zoro si aprì in un enorme sbadiglio, rincuorato di ritrovare la sua Nami lì, con il caratterino feroce di sempre.

“Credo che sia ancora presto” parlò lui “dormiamo ancora un po’” concluse con la voce impastata dal sonno. Sembrava un bambino che non si voleva alzare e faceva i capricci.

Lo vide girarsi di spalle e sbadigliare nuovamente, così anche lei si sdraiò di nuovo sul comodo letto.

Un dubbio l’assalì, e scostò piano le coperte per constatare se fosse fondato o meno.

Effettivamente, aveva bevuto parecchio la sera prima. E non ricordava minimamente di essersi addormentata, né di aver raggiunto il letto con il compagno.

Quando, naturalmente, si accorse che sotto le lenzuola andava tutto bene, la sua voce, di nuovo, la riscosse.

“Non ho abusato di te” le disse beffardo “se è quello che ti stai chiedendo”.

Nami spalancò gli occhi, sconvolta.

“Ci mancherebbe altro! Un buzzurro come te, un ominide, uno squattrinato!”

“Maledetta strega” si infervorò lui, voltandosi verso la ragazza. “Stai forse dicendo che non ti sarebbe piaciuto?” la guardò con un ghigno sul volto, e senza sapere come si ritrovò disteso su di lei.

Le teneva i polsi in alto, per trattenerla, e per qualche istante si perse nei suoi occhi da cerbiatto.

Nami lo guardò, smarrita, mentre pensava a come poter uscire da quella situazione imbarazzante ed estremamente eccitante allo stesso momento.

“Piaciuto?” alzò un sopracciglio lei, birichina. “Vuoi scherzare?”

Zoro liberò un polso della navigatrice, scendendo ad accarezzarle piano una guancia e il collo. Si avvicinò al suo viso, e vicino all’orecchio le soffiò “Vuoi scommettere?”

Lo spadaccino la vide strabuzzare gli occhi ed arrossire, e scoppiò in una fragorosa risata.

Era così divertente stuzzicare quella mocciosa…

Si alzò rapidamente da lei, lasciandola libera, e si rigirò a darle la schiena di nuovo.

“Imbecille” la sentì bisbigliare, e ancora sorrise per la piccola vittoria ottenuta.

 Passarono alcuni istanti, ognuno immerso nei propri pensieri, quando Zoro, con un sussurro, le disse “Sul serio Nami… non ti farei mai del male”.

La rossa, rimase qualche secondo ad assimilare la frase detta dal compagno.

“Lo so” concluse infine “non ne saresti capace” chiudendo il discorso con un ghigno stampato sul viso.

“E’ una questione di principi morali, sai?” la rimbeccò lui, leggermente adirato. Quella maledetta si permetteva anche di farsi gioco di lui.

Sìsì” si affrettò lei, con una vena ironica nella voce “adesso la chiamano così, l’impotenza…” e scoppiò in una grossa risata di scherno.

 

 

Passò un’ora, nel più assoluto silenzio della baita.

“Ma dimmi te” borbottò Nami tra sé “quello stupido si è offeso”.

Aveva pensato bene di farsi perdonare, così si era messa – controvoglia – a cucinare qualcosa per colazione. Sapeva di non essere brava come Sanji, ma se l’era sempre cavata discretamente.

Fortunatamente avevano pensato bene di portarsi dietro scorte di cibo per una settimana, nell’eventualità che quel pazzo del loro capitano avesse avuto la malaugurata idea di seguirli. Anche perché, a dirla tutta, in quella casa il cibo scarseggiava. C’era una gran quantità di alcolici di ogni specie, cibo in scatola o salumi secchi, ma nient’altro.

Nami finì di abbrustolire qualche fetta di pane su una padella, poi sorridendo chiamò a gran voce lo spadaccino. “Sì” si disse “riuscirò a farmi perdonare. Dopotutto chissà per quanto altro tempo dovremo rimanere segregati qui”.

Lo spadaccino, nel frattempo, si era dedicato a una bella doccia ghiacciata.

Aveva avuto la conferma che in quella casa non c’era l’acqua calda, ma per un uomo di sana tempra come lui una doccia fredda non era nulla di che. L’aveva anche aiutato, se possibile.

Eh sì, perché quando il nostro caro spadaccino si era svegliato, e aveva fatto quella stupida improvvisata alla navigatrice, anche qualcosa nelle sue mutande si era naturalmente svegliato.

E lui, per non fare una figuraccia, si era finto arrabbiato e si era rintanato sotto la doccia fredda.

Impotente, l’aveva chiamato.

Se solo Nami avesse visto in che condizioni versava qualche istante dopo non avrebbe avuto il coraggio di dire nulla.

Zoro si sistemò un asciugamano per coprirsi il necessario, e finalmente si decise ad uscire dal bagno e dirigersi verso la cucina, dove una voce acuta lo stava chiamando a squarciagola.

Ma…” si sentì dire immediatamente “ti sembra questo il modo di girare per casa?”

Prima di potersi rendere conto del fatto che effettivamente indossava solo un asciugamano, formulò una domanda, come se un colpo di genio l’avesse colpito all’improvviso.

E tu dove diavolo hai trovato quella roba?” chiese alla rossa, indicandola esageratamente disgustato.

“Nell’armadio vicino al letto no?” gli rispose Nami, mettendo i pugni stretti sui fianchi. La bella navigatrice si auto-impose di non scendere con lo sguardo su quei muscoli, di rimanere concentrata, per quanto possibile, sullo splendido viso dello spadaccino. Se solo avesse dato una sbirciatina, si sarebbe fregata con le sue mani.

“E comunque” continuò Nami, rilassandosi un po’ “non sono così brutti… ”

La ragazza fece una piroetta, per confermare la sua tesi, e aspettò una risposta del compagno.

Ma il sopracciglio inarcato e la faccia disgustata erano una risposta più che sufficiente.

“Senti…avevo freddo, ok?” Riprovò Nami, ma già Zoro si era andato a sedere a tavola, decretando la fine della discussione.

 

Alla fine, “fare pace” con lui si era rivelato molto più semplice del previsto.

Semplicemente, si era già scordato tutto, quello scemo.

Zoro sedeva scomposto sul divano, lucidando con cura le sue katane.

E Nami si annoiava, tremendamente.

All’inizio aveva provato a fare qualche schizzo di una delle sue cartine, poi aveva ingannato il tempo cercando di prevedere – senza esserci realmente riuscita – la fine della tempesta.

Addirittura, si era anche persa per qualche istante a guardare lo spadaccino nella sua meticolosa opera di cura delle lame, ma alla fine si era riscossa ed era tornata a guardare il cielo grigio-rosato fuori dalla finestra.

Aveva perso la cognizione del tempo, ma a vedere dalla luce doveva essere pieno pomeriggio.

Sospirò, sconsolata, e si alzò dal divano eccessivamente scomodo.

Che succede?” le chiese Zoro, staccando per un momento gli occhi dalla sua fedele katana dall’impugnatura bianco latte. Nami scosse le spalle, e si avvicinò al suo zaino.

“Mi annoio a morte” rispose, qualche secondo più tardi. Cominciò a frugare velocemente tra la biancheria, le boccette di inchiostro e il cibo pronto di Sanji, e quando stava per perdere le speranze lo trovò. Il lumacofono da viaggio.

Aveva visto prima su una mensola della sala un lumacofono-radio e da lì l’idea: provare a contattare i compagni.

Certo, con la tempesta che imperversava fuori difficilmente sarebbe riuscita a sentirli, ma decise di provarci comunque.

Lei e Nico Robin avevano un lumacofono in cabina, e Sanji qualche mese addietro ne aveva comprato uno, che prendeva la polvere su una mensola in cucina.

Nami sentì i passi dello spadaccino alle sue spalle, e si voltò trionfante verso di lui.

“Dovremmo cercare di metterci in contatto con gli altri” disse Nami, alzandosi da terra e guardandolo negli occhi. Zoro non fiatò, ma rispose con un cenno del capo.

“Saranno preoccupati” concluse lei, cominciando ad armeggiare coi pulsanti sul guscio della lumaca.

Nami si appoggiò a un tavolo, e Zoro la seguì, silenzioso come il vento. Si dispose alle spalle della ragazza e la guardò a lungo armeggiare con pulsanti e numeri senza risultato.

Il profumo dolce della ragazza era sempre stato un toccasana per lui, ed ora averne così tanto intorno a sé… lo faceva impazzire. Moriva dalla voglia di toccarla, accarezzarla, morderla…

La guardò, mentre le ciocche di capelli le oscuravano la vista dandole fastidio, la ascoltò sbuffare infastidita per l’ennesimo tentativo fallito, e la sentì tremare appena, quando il ragazzo per sbaglio si era avvicinato troppo a lei e l’aveva inavvertitamente sfiorata sul collo.

Tuttavia il contatto durò solo un istante, ed entrambi pensarono, errando, di essersi immaginati tutto.

All’ennesimo sbuffo contrariato, più rumoroso dei precedenti, della rossa navigatrice, Zoro decise di darle una mano, incoraggiandola a modo suo. Mosse le mani ruvide ad accarezzarle piano le braccia, in un timido e suggestivo contatto. Arrivò alle mani di lei, come seta, che trafficavano indaffarate, e le fermò con le sue. Avvicinò il capo al collo di Nami, e le soffiò sensuale all’orecchio un deciso “Calmati”.

Ripercorse lentamente con i polpastrelli delle dita la pelle vellutata delle braccia, fino a raggiungere le spalle leggermente ricurve.

Nami si rilassò al contatto con lo spadaccino.

Mai, mai in tutta la sua vita lui si era dimostrato tanto dolce e premuroso con lei come in quelle ultime ventiquattro ore. E, naturalmente, la mente annebbiata della ragazza fantasticava già.

Così Nami non si ritrasse né da quelle dolci carezze, né da lui, quando con un gesto deciso la abbracciò per la vita e la appoggiò contro il suo petto muscoloso.

Muscoloso e nudo, per giunta.

Restarono abbracciati per qualche tempo, finchè Zoro non sentì il respiro della ragazza tornare normale.

“Va meglio?” Le chiese, scostandosi un poco da lei. La guardò negli occhi, profondamente, fino a perdervisi inevitabilmente.

“Sì” rispose lei, titubante “grazie”.

Zoro prese in mano il lumacofono.

Lo guardò, perplesso.

Passarono alcuni interminabili secondi.

“Come diavolo dovrebbe funzionare questo coso?” sbottò, all’improvviso.

Nami scrollò le spalle, divertita. “In teoria” cominciò a spiegare “dovrebbe bastare digitare il numero del lumacofono con il quale si vuole parlare” continuò con un sospiro.

“Tuttavia la tempesta che ci circonda ha una magnitudine abbastanza forte da creare disturbi elettromagnetici”

Nami alzò lo sguardo su Zoro e lo trovò completamente immerso nei suoi pensieri.

Che vuol dire?” le chiese lui dopo un attimo, con un sopracciglio inarcato.

Che siamo isolati” sospirò lei, frustrata. “Se almeno Franky fosse qui…”

 

Restarono entrambi talmente concentrati a trovare una soluzione che non si accorsero che era da molto calata la sera.

La sola luce disponibile era quella timida e arrossata del camino,che li costringeva a stare molto più vicini di quello che sarebbero altrimenti stati.

Le congetture si erano fatte via via più assurde e inutilizzabili – come l’idea di Zoro di attaccare un aquilone al lumacofono e legarlo fuori casa, o quella di Nami di colpire l’aggeggio infernale con la sua arma, fino a ridurlo in poltiglia – fino a raggiungere l’idea ultima: bisognava solo provare e riprovare, prima o poi avrebbero preso la linea.

E in effetti, dopo qualche ora di tentativi andati a vuoto, erano riusciti a chiamare il lumacofono presente nella stanza delle ragazze, peccato però che nessuno avesse risposto.

Così i due sventurati pirati avevano provato a chiamare il lumacofono di Sanji e quest’ultimo, incredibilmente, dopo soli due tentativi, aveva risposto loro.

Dopo una buona mezzora di “Mellorine Mellorine *” da parte di Sanji, Zoro era riuscito a spiegare al cuoco che dovevano muoversi a parlare, perché la linea poteva cadere da un momento all’altro.

Sanji” aveva cominciato a parlare con voce grave la navigatrice “siamo rimasti bloccati in una baita a causa di una tempesta di neve”.

“Nami- swaaaan il tuo Mr. Prince verrà a salvarti immediatamente!!” rispose rapidamente Sanji, ignaro dell’occhiataccia che Zoro stava lanciando al lumacofono.

“Idiota! Non voglio che nessuno di voi venga qui, è troppo pericoloso” rispose lei, con la voce leggermente isterica. Perché doveva essere sempre tutto così difficile?

“Navigatrice” la chiamò una voce conosciuta. Nico Robin, doveva aver sentito i vaneggiamenti di Sanji ed era accorsa a parlare con lei.

Per fortuna, ora avrebbe potuto parlare con qualcuno di sensato, si disse Nami.

“Ciao Robin” la salutò.

“Quanto durerà la tormenta?” chiese, ed entrambi rimasero zitti per un po’. Vedendo che Nami non rispondeva, Zoro si affrettò a farlo per lei.

“Non ne abbiamo idea” disse sbrigativo lo spadaccino “ma supponiamo per un altro paio di giorni”

L’urlo straziato di Sanji arrivò tremendo alle orecchie dei presenti.

“La mia povera sirena rinchiusa in una baita con un mostro come quello” ripeteva, all’infinito.

“A dire la verità” irruppe Nami “ho paura che durerà ben di più. Spero di riuscire a mettermi in contatto con voi anche i prossimi giorni”

“D’accordo” rispose Robin, tranquilla. Stava per riattaccare la cornetta, quando l’archeologa si ricordò improvvisamente una cosa.

“Ah navigatrice” disse, sorridendo “tu e lo spadaccino vedete di sfruttare al meglio il tempo che avete a disposizione” e con una risata fresca e allegra, riattaccò.

Nami guardò Zoro, come a volergli chiedere a che cosa si riferisse, ma quello scrollò le spalle, rispondendole subito “Non chiedermi niente, chi la capisce quella è bravo”.

 

Si coricarono, stanchi, dopo neanche un’ora.

Giusto il tempo di cenare e sistemare le ultime cose.

Inizialmente, l’imbarazzo del dover condividere un letto unico assieme fu grande, ma dopo poco si ricordarono che era già successo, la notte prima, e che non era stato tanto male.

Così si addormentarono, illuminati debolmente dalla luce della luna, cullati dal profumo dell’altro.

Non si toccavano, non si sfioravano.

Tranne un unico, piccolo, dettaglio.

Le loro mani erano leggermente intrecciate tra loro.

E lo rimasero per tutta la notte.

 

 

NOTE:

*) “Mellorine” è il vezzeggiativo col quale Sanji chiama Nami nell’anime in giapponese. In Italia non è stato tradotto, quindi non ho la più pallida idea di che cosa voglia dire. :P

 

 

SPAZIO DELL’AUTRICE

Eccoci qui!

Anche la seconda giornata è finita, e stiamo per entrare nel vivo della relazione!

Ci tengo tantissimo a ringraziarvi tutti, uno per uno, perché mi date tanta forza e coraggio!

E’ merito vostro se proseguo nella pubblicazione!

Quindi GRAZIE a:

dubhe93 , mangafun1 per aver messo la storia tra le seguite e

Jemanuele8891 ,  kyo250 , nuvia , ny152 , xmirax per aver messo la fic tra le preferite!!

 

Inoltre volevo ringraziare e rispondere singolarmente a ogni recensione che ho ricevuto:

- xmirax: Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Fammi sapere, mi raccomando!

- Jemanuele8891: Eheheh! La fic diventerà rossa presto, prestissimo! Direi quasi sicuramente intorno al quarto capitolo! Intanto fammi sapere se anche questa seconda giornata ti è piaciuta!

- RoloChan: il movimento arriverà presto, stai tranquilla… Sai come sono fatta, Zoro per me è troppo attraente… prima o poi deve trombare! Prometto che aggiornerò presto anche gli altri giorni, ora che le mie vacanze sono finite! Un baciooo

- Lucy94: Che carina! Grazie per la recensione, sei stata dolcissima! Presto la tua curiosità verrà saziata! Zoro e Nami, soli soletti isolati dal mondo… beh ne combineranno delle belle!

Mi raccomando anche tu, come gli altri, fammi sapere cosa ne pensi di questo capitolo! 1bacio

- Kyo: Eccomi tornata! Eheheeh mi dispiace di avervi fatto aspettare tanto! Spero di essere riuscita a farmi perdonare con questo capitolo!

 

Grazie a tutti!

Al prossimo capitolo!! :)

 

 

  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: Sherry