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Autore: Angel TR    17/11/2020    1 recensioni
[The Scum Villain Self Saving System]
But no can, no bb...
Raccolta non seria incentrata su Shen Qingqiu e Luo Binghe in situazioni improbabili.
Partecipa alle seguenti Challenge:
Portatrici di Fandom Nascosti indetta da Marika Ciarrocchi/Angel Cruelty su efp
Things You Said indetta da Juriaka su efp
Just stop for a minute and smile indetta da Soul_Shine su efp
"Challenge delle Parole Quasi Intraducibili" organizzata da Soly Dea sul forum di EFP
Genere: Comico, Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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50. "Ehi, non mettermi fretta!"
10. "Poteva andare peggio..."
17. "Adesso ti metterai comodo e mi racconterai tutto!"
2- Things you said after you kissed me / Le cose che hai detto dopo che mi hai baciato

Avvertimento: Lemon? Lime??


6. Chiamami col mio nome (beh, come altro vorresti chiamarmi, scusa?)


«Shizun» chiamò Luo Binghe; la voce rotta dagli ansiti solleticò la pelle morbida dell'orecchio di Shen Qingqiu. «Shizun» ripeté.
Shen Qingqiu avrebbe voluto tanto chiudere gli occhi, godersi il momento – beh, per quanto la goffaggine di Binghe lo permettesse – e lasciarsi andare ma, nonostante fosse sballottolato dai colpi quasi furiosi dei fianchi di Binghe, non poté non coprirsi il volto con le mani per la vergogna.
Santo Buddha, perché doveva chiamarlo proprio Shizun durante quei momenti!? Insomma, lo faceva sentire un vecchio depravato che carpiva la virtù del giovane allievo e n-o-n era così, ok? Shen Qingqiu era giovane… non quanto il ragazzo che lo stava martoriando in quel momento, ok, ma era giovane – o, almeno, non era un vecchio decrepito.
Sbattendo i denti sotto quelle spinte incessanti, riuscì a dire quasi rabbioso: «Non chiamarmi Shizun
Il ciuffo scuro di Binghe gli solleticò la guancia quando alzò appena la testa per scoccargli uno sguardo confuso. «Come dovrei chiamarti, allora, Shizun
Shen Qingqiu non avrebbe saputo dire quale divinità lo trattenne dal roteare gli occhi. Non so, Binghe, ormai siamo sposati, guarda cosa stiamo facendo su questo letto sgangherato; potresti chiamarmi forse, ma dico solo forse, con il mio nome?, avrebbe voluto sbottare, eppure quelle tre ultime paroline finali lo bloccarono.
Il mio nome.
Una volta, Shen Qingqiu aveva avuto un nome. Riflettendo su quella vita che ormai pareva non appartenergli più, il suo sguardo si perse nel vuoto e, ovviamente, Luo Binghe si impanicò.
«Shizun! Questo discepolo è inutile! Come potrei chiamarti se non Shizun?» chiese, alzando il tono di un'ottava per l'ansia. Aveva finalmente smesso di spingere – grazie, dei! Pensavo di spaccarmi in due –, improvvisamente bloccato dall'orrore di aver ferito in qualche modo, qualunque modo, il suo amato maestro. «L'alternativa sarebbe Shen… Qingqiu» sussurrò quel nome come se fosse qualcosa di divino e sacro e lui fosse solo un indegno profano.
Dalle labbra di Shen Qingqiu sfuggì un sospiro intenerito e una mano si sollevò per posarsi sulla testa scura di Luo Binghe. È proprio un fiorellino, pensò, nonostante il "fiorellino" lo superasse in altezza e in ampiezza – guardate quelle spalle, signori! – e fosse impegnato giusto un attimino tra le sue gambe. Eppure, lo sguardo adorante che gli rivolse mentre riceveva la sua carezza poteva solo solidificare la sua opinione.
Fiorellino Luo Binghe non demorse. «Questo discepolo vorrebbe saperlo se questo rende felice Shi… » si fermò giusto in tempo e si morse il labbro inferiore – ah, che immagine spettacolare. Se solo Shen Qingqiu avesse potuto immortalare ogni suo gesto ed espressione…
Quel pensiero lo riportò proprio al punto della questione: il suo vecchio nome. Erano anni, ormai, che nessuno lo chiamava più così; quel suono si era trasformato in un ricordo sbiadito che vagava in un angolino della sua memoria. A volte si scopriva a mormorarlo tra sé e sé, quando Binghe era lontano e non poteva sentirlo. Solo Liu QingGe l'aveva beccato una volta e, fissandolo con quegli occhi da fenice che tutto vedevano e tutto sapevano, aveva chiesto: «Chi è Shen Yuan?»
Eh, bella domanda. Chi è Shen Yuan?
Shen Qingqiu azò lo sguardo per incontrare gli occhi già pieni di lacrime di Luo Binghe. Quel bambino aveva il magico potere di evocare lacrimoni grossi così che strozzavano il suo cuore, costringendolo a fare qualsiasi cosa pur di fermare la tragedia imminente. Le sue dita corsero ad asciugargliele e le sue labbra si schiusero in un sorriso rassicurante. Tenendogli il viso tra le mani come se fosse il diamante più prezioso al mondo – eh, beh – si fece coraggio e gli disse: «Te lo dirò, Binghe»
Avvicinò le labbra al suo orecchio, sorpreso di scoprire che egli stesso stava tremando. «Chiamami Shen Yuan» gli rivelò in un sussurro. Oh, che sensazione liberatoria! Un peso gli era scivolato dal cuore: finalmente Binghe sapeva!
Si scostò appena per poter osservare la sua reazione e i loro occhi si incontrarono.
«Shen Yuan?» mormorò confuso il ragazzo.
Oh, come suonava bene il suo nome sulle labbra di Luo Binghe! Shen Qingqiu – o, meglio, Shen Yuan – si lasciò finalmente cadere sul cuscino, i capelli neri si sparsero come una coltre di seta. Si sentiva in pace ma così in pace con il mondo che si sporse per posare un bacio sulla bocca del ragazzo.
Sorpreso, Luo Binghe sbatté le palpebre e gli rivolse un'occhiata confusa. «Chi è Shen Yuan, Shizun?» domandò.
Shen Qingqiu corrugò la fronte. Aveva soddisfatto la sua curiosità, ora perché non riprendeva dove si era fermato e smetteva di fare tutte quelle domande!? Per distrarlo, strinse le gambe attorno ai suoi fianchi e lo trasse a sé. Un violento rossore si diffuse sulle guance di Luo Binghe eppure il suo corpo imponente restò immobile.
«Non ho mai sentito nessuno chiamarti così» notò. Aveva le vene del collo tese per lo sforzo di non spingersi dentro di lui.
Così non andava. Binghe era troppo acuto, ricordava ogni singolo dettaglio della vita del suo Shizun: le sue orecchie da cucciolo fedele si drizzavano appena captavano un'informazione. Shen Qingqiu doveva assolutamente distogliere la sua attenzione! Con un colpo di reni – ah, la sua povera schiena! –, ribaltò la posizione e si costrinse a rivolgere un sorriso seducente allo sbalordito ragazzo sotto di sé, prima di ricadere sui suoi fianchi con un sonoro pa! Gli vennero le lacrime agli occhi dal dolore: era così che i nemici del conte Dracula si sentivano quando venivano impalati? Se ora Binghe non smetteva di fargli domande…
E, invece, due mani forti gli strinsero la vita, impedendogli ogni movimento. «Aspetta, Shizun, per favore. Adesso mettiti comodo e raccontami tutto su questo nome» disse e, per un attimo, il suo tono di voce gli ricordò che, dietro l'apparenza da fiorellino, si nascondeva un uomo fatto e finito.
«Non mettere fretta al tuo maestro, Binghe» tentò di frenarlo Shen Qingqiu, modulando il suo tono di voce per risultare minaccioso.
Ma Luo Binghe non era più un ragazzino; inoltre, lo stato e la posizione in cui Shen Qingqiu si trovava in quel momento non lo aiutavano proprio a sembrare rispettoso. Con i capelli scuri sparsi sulle spalle bianche e nude, le guance rosse a causa dello sforzo, gli occhi scintillanti, il suo aspetto era tutto tranne che rispettoso; anzi, richiedeva tutta l'attenzione di Luo Binghe. Eppure, nonostante fosse evidente quale effetto avesse su di lui, Binghe non spostò gli occhi dal suo viso, alla ricerca di una risposta – il che era ammirevole, davvero, e rese Shen Qingqiu ancora più sicuro del suo piano.
Dignità mia, ci si rivede nella prossima vita, salutò con la manina, immaginando la sua dignità svignarsela.
«È il mio nome, Binghe. Sei l'unico a saperlo» tagliò corto.
Una mezza verità è sempre meglio di una totale bugia, no?, si complimentò da solo, prima di chinarsi sul ragazzo che aveva corrugato la fronte: si potevano quasi vedere le rotelle del suo cervello mettersi velocemente in moto.
E, infatti, la sua bella bocca si aprì per dare voce ai suoi dubbi. «Davvero? Ma se…»
Shen Qingqiu soffocò ogni protesta con un bacio. «Potrei mai mentire a mio marito?» mormorò a fior di labbra. Poté quasi avvertire sulla sua pelle il brivido che scosse Luo Binghe a quelle parole. Ti prego, Buddha, ti prego, assistimi in questa santa missione! Prestami le doti seduttive di Marilyn Monroe per una notte, una soltanto!, supplicò nella sua mente. Deglutì prima di supplicarlo nella sua migliore imitazione di una seducente diva anni Venti: «Fammi tuo».
A quel punto, signori e signore, gli occhi di Binghe stavano letteralmente sprizzando scintille. Con un braccio, gli circondò la vita e lo trascinò sotto di sé.
Grazie, Buddha, domani accenderò mille candeline per te!

In realtà, di candeline avrebbe dovuto accenderne la metà per lo stato dolorante in cui si ritrovò una mezz'ora dopo ma, puntellandosi su un gomito per scrutare il viso rilassato di Binghe nel profondo del sonno, non poté trattenere un sorriso. «Beh, poteva andare peggio» concluse.
Ripensò al modo in cui il ragazzo aveva sussurrato il suo nome – il suo vero nome – quando aveva seppellito il viso tra i suoi capelli per smorzare un gemito…
Dignità mia, credo che nemmeno nella prossima vita ci rivedremo, constatò Shen Qingqiu, mordendosi un labbro prima di allungare la mano verso Luo Binghe.

  
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