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Autore: LadyHeather83    17/11/2020    2 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 12 – Buon Natale

*

Nell’aria si poteva respirare ormai, da quasi un mese, l’atmosfera natalizia.

La Tour Eiffel, era stata addobbata a festa, con luci kilometriche e piantine di aghifogli sparsi, ed ai suoi piedi, era stato posizionato un enorme pino con vicino la casetta di Babbo Natale, dove i bambini, nel dopo scuola, potevano portagli la letterina e farsi una foto con lui.

Era stata allestita anche una pista di pattinaggio all’aperto, dove Marinette e i suoi compagni, passavano pomeriggi spensierati, se il tempo e la temperatura fosse stata dalla sua parte, oppure non avessero le prove della recita annuale, natalizia.

Quest’anno, la classe della professoressa Bustier, aveva ideato una commedia, scritta da Marc, dove Nathaniel ne aveva curato l’aspetto scenografico e le ambientazioni, mentre Marinette, si era proposta come addetta ai costumi.

Il resto della classe, avrebbe invece recitato.

La storia, aveva come protagonista Chloè, ovvero la Principessa di Ghiaccio, viziata ed unica erede al trono, che voleva sempre tutto per se, e non dava mai agli altri.

Ma un giorno, ricevette la visita di Babbo Natale, che l’accompagnò, insieme ad un mago, in un viaggio verso il passato, il presente e il futuro, mostrandogli com’era la sua vita, come la stava vivendo e cosa sarebbe diventata, se presto, non avrebbe cambiato il suo atteggiamento.

Il racconto di Marc, era piaciuto talmente tanto alla signorina Bustier, che si era imbattuta per caso nella sua stesura, da proporre al ragazzo di adattarla per la recitazione.

Inutile dire, che Nathaniel si era proposto successivamente per creare le scene, e Marinette, per ideare i vestiti, recitare sarebbe stato fuori discussione, avrebbe sicuramente inciampato più e più volte, dimenticando anche le battute, meglio starsene in disparte, e lasciare sotto i riflettori chi era già abituato.

*

“Dov’è il mio vestito?” Chiese Chloè a Marinette con il solito tono imperativo.

La quale scorse velocemente i vestiti sull’ arella, e ne prese uno sfarzoso sui toni dell’azzurro.

“Tieni, il corpetto l’ho sistemato come volevi” Le disse porgendole delicatamente l’abito debitamente dentro la sacca trasparente.

“Mi passi il mio per favore, Marinette?” Le domandò gentilmente grattandosi il casco biondo.

C’era un qualcosa di strano nel suo tono di voce e atteggiamento, sembrava avesse paura ad avvicinarsi a lei, e a rivolgerle persino la parola.

La mora, aveva anche notato che Adrien, tendeva ad evitarla se capitava di ritrovarsi da soli, soprattutto dopo che lei e Chat Noir, avevano, per così dire, troncato il loro rapporto.

Il gatto non si era più presentato a casa sua, e non lo aveva nemmeno più visto in veste di Lady Bug.

Papillon non attaccava ormai da settimane.

“Eccolo! Ho tolto quella rifinitura che non ti donava, sembravi senza collo” Risero all’unisono.

“Grazie”.

“Aspetta” Lo fermò per un braccio.

“Dimmi” Le disse con tono serio.

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”

“Che vuoi dire?” Si era reso conto che, negli ultimi giorni, era stato abbastanza freddo con lei, ovviamente non poteva capire il perché.

Si sentiva uno stupido per non essere in grado di dichiararsi apertamente con lei, così facendo, stava rovinando anche quello che restava della loro bellissima amicizia.

“Ecco…vedi…perchè mi eviti?”

Marinette, il mio vestito, dove lo posso trovare?” Chiese Alix pentendosi subito di averla disturbata. “Scusate, non volevo interrompervi, torno dopo”.

“No, tranquilla, non hai interrotto niente” La mora congedò il biondo, che andò subito ad indossare l’abito.

Ad Alix porse il vestito da coniglio bianco e rosa “Scusami, non mi ero accorta che eri con lui, tutto bene?”

“Non stavamo facendo niente, gli ho dato solo il costume” La sua espressione però, faceva trasparire ben altro.

“Senti…forse adesso non è il momento più adatto, ma finita la recita andremo tutti quanti a festeggiare, so che viene anche lui, puoi approfittarne per parlargli, sempre se ti va”.

“Il problema è vedere se lui, vuole parlare con me”.

“Che vuoi dire?”

“Non so perché, ma mi sta evitando”.

“Allora, è meglio se gli parli, magari vi chiarirete, e scoprirai che in realtà non è così”.

“Forse…grazie Alix” Le due amiche si abbracciarono.

“E di che? Le amiche servono a questo” Ammiccò.

*

Uno dopo l’altro, gli studenti andarono a prendere il proprio costume.

E la mora, si preoccupò di controllare che tutto fosse in ordine, tra il pubblico, ad assistere alla rappresentazione, ci sarebbero stati sia Gabriel Agreste, nonché la nota critica ed esperta di moda, Audrey Bourgeois, non poteva permettersi figuracce.

“Vestito fantastico Marinette, mi sta alla perfezione” Si complimentò Adrien, che si presentò difronte a lei con quella creazione.

“Tu sei fantastico, cioè volevo dire grazie” Balbettò volgendo lo sguardo in basso dalla vergogna.

“Aspetta” Gli disse prima di voltarsi.

Prese del filo e un paio di forbici, una delle cuciture in basso e seminascosta dal mantello, aveva un filo volante.

“Non lo avrebbe notato nessuno”.

“Si, solo che tra il pubblico c’è tuo padre e la madre di Chloè”.

Adrien le sorrise “Andrà tutto bene, non siamo ad una sfilata, non sarai giudicata se gli abiti hanno qualche sbavatura sulla cucitura.”

“Sono pignola, mi piace che tutto sia in ordine”. Si giustificò.

“Senti Marinette…vieni anche tu alla festa dopo?” Le chiese.

“S-si”.

“Dovremo parlare”.

La corvina mancò un battito, avrebbe voluto parlare lì, subito, e al diavolo la recita, chi se ne importava, adesso sarebbe rimasta col dubbio di cosa, Adrien, le volesse dire, per almeno un’ora buona.

“Certo, va, va bene” Balbettò vedendolo sparire dietro il sipario.

*

E così la principessa sciolse il suo cuore di ghiaccio, regalando a tutti i sui sudditi momenti indimenticabili, rendendola la sovrana più amata di tutta la storia

La recita terminò con il monologo di Alya, abile voce narrante della rappresentazione, mentre i presenti, seduti comodamente sulle loro poltrone di velluto, applaudirono gli studenti con una standing ovation.

“Bravi” Urlarono i parenti, mentre gli studenti ad uno ad uno venivano rivelati dal sipario rosso, che lentamente si stava aprendo.

“Complimenti Gabriel, Adrien, se non fosse già un modello affermato, sarebbe un attore incredibilmente in gamba”.

“Cara Audrey, ha preso tutto da sua madre”.

“E quei vestiti…incredibili, assolutamente incredibili”.

“Sono d’accordo con te…Marinette è davvero brava” Disse sistemandosi gli occhiali sopra il naso.

“Se non avesse declinato il mio invito, adesso sarebbe la più giovane stella nascente della moda”.

I due critici, vennero interrotti da Alya, che prese il microfono e la parola, facendolo involontariamente stridere.

“Scusate, ehm…” Improvvisamente tutti in sala ripresero i loro posti e rimasero in silenzio, dando modo alla giovane di parlare.

“…penso di parlare a nome di tutta la classe adesso, col ringraziandovi di essere venuti oggi, ad assistere alla nostra rappresentazione del Natale.

La storia è stata scritta dal nostro amico Marc” Lo indicò facendogli segno di avvicinarsi a lei, mentre veniva acclamato dalla folla “…e le ambientazioni soni state curate, in ogni minimo dettaglio dal nostro artista Nathaniel” Anche il rosso raggiunse poi in prima fila “…ed infine, ma non per importanza, la nostra costumista, Marinette

“Oddio, lo sapevo” Si portò entrambe le mani a coprirsi il viso.

“Coraggio Marinette, non fare la timida, vieni qui” La invitò Alya.

“Vai a prenderti gli applausi” La spinse Kim, che ammiccò alla castana.

“Vuoi dire qualcosa?” Le passò il microfono.

“Ehm…no!”

“Ok, ok, basta che non fari così quando diventerai famosa, e dovrò intervistarti”.

I presenti risero.

“Grazie anche a tutta la nostra classe, per l’impegno nella recitazione, siete stati grandi! E ora, tutti all’hotel di Chloè a festeggiare…yhuuuuuuu”.

*

L’intera classe, dopo la rappresentazione, venne accolta nell’immensa sala per i ricevimenti, dell’hotel di Chloè, non che ne fosse entusiasta, questo era certo, ma non poteva dire di no al suo amico Adrien, era stata sua l’idea, di passare una giornata di festa, e poi suo padre avrebbe sicuramente acconsentito, se la celebrazione, si fosse fatta dai Bougeois.

Marinette, quando possiamo riportarti i vestiti?” Le chiesero i suoi amici.

“Cosa? No, teneteli. Considerateli un mio regalo di Natale”.

Tutti insieme l’abbracciarono, facendole sentire il loro calore.

Tutti tranne Chloè, che si limitò a ringraziarla, e che era il minimo, visto che stava occupando la stanza solo per loro.

Chloè” La rimproverò Adrien, alzando la voce “…non hai imparato niente dal tuo personaggio” Le sussurrò.

“Suvvia, andiamo Adrien caro, mandiamo via questa plebaglia, ed andiamo a divertirci con quelli del nostro rango”. Cinguettò sogghignando.

“Questa plebaglia, come la chiami tu, sono nostri amici e compagni di classe, e sono le persone più vere che conosca”. Disse in tono duro, irrigidendo i tratti del viso.

Chloè arricciò le labbra in segno di dissenso e dispiacere.

“Scusa…cercherò di comportarmi bene” Si segnò un’ aureola immaginaria sopra la testa.

“Così mi piaci” Le sorrise, volgendo poi lo sguardo verso il balcone, dove Marinette si era appollaiata sulla ringhiera “…scusami Chloè” Si congedò.

Mentre zigzagava tra i suoi amici, cercando di raggiungere Marinette, il biondo ripassava nella sua mente che cosa dirle, e nel frattempo, le immagini del loro ultimo incontro nella sua mansarda, diventavano sempre più nitide nella sua mente.

Deglutì fermandosi a qualche metro da lei, mentre era di spalle, osservava il cielo, e scrutava i tetti, che stesse cercando lui?

Scacciò via quel pensiero, era d’accordo col non presentarsi più da lei, nei panni di Chat Noir, ma solo come Adrien.

Ma era davvero sicuro di dirle la verità? Oppure si sarebbe solo dichiarato?

“Coraggio, non fare il timido” Gli disse il kwami sotto la sua camicia.

Shh…” Lo zittì continuando a camminare verso la sua musa.

“Tra poco nevicherà” Gli disse dopo che anche lui si appollaiò sulla ringhiera.

“Dici?”

Annuì con il capo, l’aria si stava facendo sempre più fredda, e le nuvole, invisibili a causa del buio, avevano oscurato sia le stelle che la luna piena.

Rimasero in silenzio per qualche secondo, aspettando che uno dei due dicesse qualcosa per primo.

“Grazie per il vestito, ci hai reso molto felici”.

“Ma ti pare, e poi che cosa ne avrei fatto di tutti quegli abiti fuori taglia?” Le sorrise.

“Mio padre ha detto di pregevole fattura, credo che abbia un po' il timore che diventi più brava di lui”.

Marinette arrossì nonostante la temperatura rigida “Wow, davvero gli sono piaciuti?”.

“Non solo a lui, ma anche ad Audrey. Non hanno fatto altro che parlare di questo in macchina”.

“Dici sul serio?” Lo abbracciò d’istinto, troppo contenta per contenere tutta quell’eccitazione “Oh! Scusa, non volevo”.

“Non ti preoccupare…anzi, devo ringraziarti, mi hai scaldato un po'” Le sorrise.

“Se hai freddo, rientriamo” Gli disse mentre i primi fiocchi di neve iniziavano a cadere sopra di loro, e Marinette cercò di prenderli con la mano, come faceva da bambina.

“No, e poi sta nevicando, non vorrai perderti uno spettacolo simile”.

“Ti piace la neve?”

“Mi piaci tu” Avrebbe voluto dirle, ma non capiva il perché, ma non era ancora arrivato il momento giusto per dirglielo, e di conseguenza avrebbe dovuto rivelargli di essere Chat Noir. “Si, mi ricorda le feste quando c’era ancora mia madre”.

“Immagino cosa sta passando, non è facile, ma sai che puoi contare su di me, ti sono amica.”

“Amica” Pronunciò a mezze labbra abbassando lo sguardo.

Marinette gli posò la sua mano guantata, sopra la sua e si guardarono negli occhi. “Puoi sempre contare su di me”.

Il biondo guardò le sue labbra muoversi mentre pronunciava quelle parole, avrebbe voluto tanto baciarle come era solito fare quando era trasformato in Chat Noir.

“Lo so, Marinette, e sai che anche tu puoi contare su di me”. Si limitò invece, a dirle.

Parlarono del più e del meno, mentre la neve scendeva ora più copiosa, era già riuscita a coprire interamente i tetti della città, facendo dimenticare a Marinette, o a far così credere ad Adrien, di aver scordato che le doveva parlare.

“A che pensi?” Le chiese notando il suo sguardo preoccupato.

“Non ridere però”

Adrien si disegnò una croce sul cuore immaginaria “…chissà cosa starà facendo Chat Noir adesso”.

Il biondo deglutì rumorosamente “Perché proprio lui?”

“Così…sai, mi è capitato di parlare qualche volta con quel ragazzo”.

“Davvero?” Si finse sorpreso “…avete solo parlato, oppure…”.

A Marinette si strinse il cuore “…sai come si dice…la curiosità…” Si avvicinò pericolosamente al suo volto, per poi spostarsi sull’orecchio “…uccise il gatto” Gli sussurrò andandosene, non prima di voltarsi e fargli l’occhiolino.

*

Marinette ritornò a casa, e qualcosa dentro il suo cuore, le aveva detto di salire sul terrazzo.

Aprì la botola, facendo ricadere lo strato di neve sottile all’indietro, notando un pacchettino rosso e una rosa dello stesso colore appoggiata sul tavolino.

Lo prese e lesse il bigliettino.

Buon Natale Principessa, Chat” Lo strinse al cuore ed annusò la rosa, quanto le mancavano quei pensierini.

Scartò il regalo e dentro la scatola di velluto nera, vi trovò un bracciale d’argento, con un pendente a forma di rosa, lo indossò senza pensarci due volte e sorrise.

Quando rientrò nella sua stanza, la figura nera longilinea, nascosta dietro il comignolo, poté ritornarsene a casa compiaciuto, trovando anch’esso un regalo sopra il suo letto ad aspettarlo.

*

continua

  
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