Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: Aurora Barone    21/08/2009    1 recensioni
Naoki:Un'assassina su commissione, uccide solo per delle "buone ragioni", come gli strupratori, di donne che non sanno come altro fare, per non venire più perseguitate, dato che le denunce si rivelano spesso inutili.
Ma un giorno riceve una particolare commissione, uccidere un commercialista, che non ha l'aria di essere affatto un uomo tanto cattivo, anzi ha l'aria di un uomo tonto e indifeso, sembra quasi una femminuccia.
Lo ucciderà? Oppure lo terrà sottosequestro o sfocerà in lui una profonda sindrome di stoccolma?
Si innamoreranno? Oppure no? E perchè le è stato commissionato di ucciderlo, cosa ha fatto quest'uomo di tanto crudele? E come mai Naoki ha deciso di fare l'assassina? Non è un lavoro comune e semplice no?
Se volete scoprirlo leggete!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

13 marzo 2009


Mi risvegliai con lo sguardo penetrante di Naoki, aveva le occhiaie, come chi non era riuscito a dormire la notte scorsa.
Infatti non doveva aver dormito, vedendola in quello stato, finì per sentirmi in colpa per aver gettato via i suoi sonniferi e per aver detto quella frase “Non è di certo colpa mia se tuo padre ti violentava da piccola!” e poi quell' altra ancora più meschina e ancor più cattiva “ Non ho alcuna intenzione di scusarmi dato che è la verità!”.
Guardai la sua testa fasciata, doveva ancora farle male pensai impietosito, così mi alzai dal letto pronto a farle le mie scuse, ma sembrò averlo intuito.
“Non serve che ti scusi...tanto oggi stesso te ne vai!” disse evitando di incrociare il mio sguardo.
Alla porta bussò qualcuno, Naoki andò ad aprire:
Era Iketsu con la ragazzina dell' altra volta.
Naoki le porse tra le mani il telefonino per farle vedere la foto dell' uomo morto, come prova che il lavoro era stato fatto.
Ero distante dal telefonino di Naoki quindi non riuscivo a delineare perfettamente quell' immagine, riuscivo solo a scrutare vagamente quel cadavere privo di vita e imbrattato di sangue.
La ragazzina guardò la foto non provando neppure per un istante sgomentò. Sembrò soddisfatta dal lavoro di Naoki e sorrise.
Quel sorriso, mi fece impallidire,come poteva non provare neppure un po' di rimorso per quell'uomo? Era soltanto una ragazzina ed era già carica di quell' odio che non ha rimorsi e di quella freddezza che avevo visto solo a Naoki, così spostai il mio sguardo da qualche altra parte per non vedere tanta crudeltà in una ragazzina.
Gurdai Iketsu, osservava Naoki con aria perplessa e subito dopo il suo sguardo si posò su di me, con aria sempre più incerta.
Nel frattempo la ragazzina uscì il portafogli dalle grandi tasche della sua salopette nera,inutile dire che aveva pochi spiccioli.
Naoki rise dicendo “ Me lo immaginavo!”.
La ragazzina preoccupata disse “ che glie li avrebbe dati la prossima volta...che avrebbe trovato il modo di retribuirla,ma Naoki la guardò storto,così la ragazzina si agitò spaventata.
“Lascia perdere, non voglio niente!” disse Naoki divertita dal suo sguardo preoccupato.
La ragazzina fu sollevata dalla gentilezza di Naoki, la ringraziò ben 10 volte di seguito, inutile dire che a Naoki stavano per saltarle i nervi, lo si vedeva dal suo sguardo e dal fatto che cercasse di congedarla, ma prima di cacciare via la ragazzina da casa sua, aveva un conto in sospeso con Iketsu anzi lui ne aveva uno con lei.
“Tu non mi devi niente?”chiese Naoki incrociando il suo sguardo.
Iketsu fingeva di non capire di cosa stesse parlando e fischiettava come se niente fosse.
“Ma cosa hai fatto alla testa?” chiese cambiando discorso.
“Tu non hai idea di quello che sta succedendo per quei fottutissimi soldi...è tutta colpa tua...”gli urlò contro.
“Anche la tua testa è così per colpa mia?” chiese sembrando dispiaciuto.
“Si e per poco non ci rimettevo le penne...ma sai di quello mi importa poco...ma morire con la coscienza sporca...di averci trascinato pure questo povero disgraziato...questo no!” disse indicandomi con il dito.
La ragazzina osservava Naoki e Iketsu discutere incuriosita e confusa,poi il suo sguardo si spostò verso di me dopo che Naoki mi aveva indicato, io ero il disgraziato, così la ragazzina non avendo idea di chi fossi, mi avrebbe riconosciuto come tale.
“Ah lascia stare... “disse subito dopo.
Ci fu un attimo di silenzio e poi Iketsu la guardò scioccato “Come sarebbe a dire lascia stare?”chiese guardandola, cercando di capire perché prima facesse il finimondo per quei soldi e poi dicesse di non volerli più.
“Tanto... oggi questo povero disgraziato se ne va...quindi qual'è il problema?! Morirò con la coscienza pulita no?!”
Iketsu la guardò infastidito “Devi piantarla con questa storia di morire...Accidenti! Entro il 21 ti farò avere quei soldi!”
Poi la guardò perplesso “Io davvero non capisco che cosa ti prende per ora...capisco che tuo fratello è morto però...cerca di guardare avanti...”
“Già come no!” disse storcendo le labbra.
“E con i debiti come va?”
Naoki lo guardò come se avesse detto una bestemmia, poi disse beffardamente “Oh sai ho soltanto 55.000.000 yen da dare...”
“Cazzo una bella somma...tuo padre prima di morire...ti ha proprio messo nella merda!”
Naoki annuì angosciata con lo sguardo fermo, come se stesse rimettendo a fuoco l' immagine di suo padre tra i ricordi.
“Perchè non te ne scappi...dal Giappone...te ne vai all' estero o in qualche paese desolato dove non ti possono trovare?”
Naoki sorrise amaramente “Dovrei avere i soldi per potermene scappare...”
Dopo un po' disse “E poi perché lui non sarà più qui?” chiese scrutandomi.
“Perchè lo libero” affermò seccata di dover dare delle spiegazioni.
“Ma...e...se ti denuncia?” chiese confuso.
“Ti sembra il tipo da denunciarmi...e poi se lo facesse tanto meglio...mi sbatterebbero in galera e almeno sarei salva dagli strozzini...”
Incominciavo a chiedermi perché temesse gli strozzini, cosa potevano farle di così terribile se non ucciderla,ma lei stessa aveva detto che non temeva la morte quindi sembrava un vero e proprio contro senso.
“Perchè temi gli strozzini se non temi la morte?” chiesi senza rifletterci, non riuscendo a placare la mia curiosità.
Sguardi di sorpresa erano puntati verso di me, nessuno si aspettava che avrei chiesto qualcosa, che avessi avuto le palle per pronunciare una sola parola, sopratutto quella domanda, che suonò provocatoria,ma l' avevo pronunciata con ingenuità, lei però avrebbe compreso o si sarebbe infuriata come al solito?
Iketsu rise guardando Naoki e poi si affrettò a dire“Sembra che qui l' ostaggio...sia abbastanza provocatore!”
“E' talmente ingenuo da lanciare delle provocazioni senza accorgersene” affermò seccata.
Poi rispose alla mia domanda dicendo che una cosa era morire e un'altra cosa era aver a che fare con gli strozzini, che prima di ucciderti ti tagliano le dita e Dio sa solo cosa erano in grado di fare per i soldi non restituiti
Iketsu sembrò sorpreso quando sentì la risposta di Naoki ed esclamo “Non pensavo che gli avresti risposto..dopotutto è un ostaggio... perchè dargli spiegazioni?”
Naoki sbuffò scocciata, non volendo rispondere alla domanda di Iketsu che sembrava averla messa in difficoltà.
Iketsu la guardò con aria divertita, stava per dire qualcosa, ma Naoki lo interruppe ancor prima che iniziasse ad aprir bocca “Non dire stupidaggini!”.
“Ma sarà una mia impressione... ma se fosse vero...dopotutto non sarebbe una cattiva cosa...forse gioverebbe a questo tuo periodo buio...”
“Ma piantala per carità!” esclamò sdegnata.
Non avevo idea di cosa stessero parlando quei due, parlavano in modo enigmatico e le cose non dette venivano intese tra sguardi.
Comunicavamo così per non far capire agli esterni i loro discorsi, ovvero io e la ragazzina , ma chissà perché sembravo l' unico stolto a non aver compreso il loro discorso, dato che la ragazzina non sembrò neppure per un istante confusa da quel interloquire di sguardi.
Iketsu salutò docilmente Naoki dandole un bacio sulla guancia, non l' avevo mai visto perdersi in certe effusioni, tanto che ebbi l' impressione che fra quei due ci fosse qualche legame particolare.
Provai un certo fastidio nel pensare che fra quei due ci potesse essere qualcosa, dopotutto chiunque avrebbe potuto pensare che fossero amanti, c'era quella complicità di sguardi per la quale non occorressero parole per intendersi.
Dopo un po' rimasero in silenzio, prima di salutarsi per un'ultima volta.
Perchè un altro saluto? Pensai mordendomi nervosamente le labbra, non potendo far altro per dar sfogo alla mia gelosia.
“Ti voglio bene...” le sussurrò piano, ma rimasi con le orecchie talmente tese che riuscì ad udire quelle parole provenire dalle labbra di Iketsu.
“Si, come no!” affermò scettica Naoki.
“Dunque niente palpatine?” domandò maliziosamente.
“Fai schifo!” gli invei contro.
Iketsu rise molto, ma rimase comunque deluso della non palpata, inutile dire che aveva fatto incavolare pure me con quella sua richiesta, inoltre dire un ti voglio bene solo per ottenere certe cose in cambio mi sembrava piuttosto meschino.
“Che ci posso fare se ho certe voglie!” esclamò cercando di mettere le mani sul corpo di Naoki,ma lei lo bloccò.
“Non so chi è più viscido tra te e il venditore in nero...fate a gara!”
“Ah, che crudeltà!Io almeno sono un uomo pulito, bello e con un bel fisico...”
“Sei anche molto modesto!” esclamò ironica.
“Prima stravedevi per me!”
“Già dovevo essere matta! Ma per tua sfortuna sono guarita!”.
“Andiamo stavo scherzando!” disse beffardo.
“E' stato davvero divertente!” gli rispose acida simulando una risatina stridula quasi isterica.
Finalmente Iketsu e la ragazzina si avvicinarono alla porta di casa per andarsene, ma lo fermò dicendo “Non ti scopare la ragazzina!”.
La ragazzina non comprese quell' espressione, cercò spiegazioni cercando di capire come avrebbe potuto scopare con lei, d'altronde si scopava con le scope!
Per un istante invidiai quella sua ingenuità, ricordandomi quanto era bello essere piccolo e non comprendere molte cose.
Dopotutto da piccolo non avevo compreso quanto mio padre non mi amasse, quanto mi odiasse e non sopportasse la mia presenza. Ma ora che ero cresciuto, ricordando i momenti con lui, lo comprendevo perfettamente lui mi detestava per un motivo che ancora non mi spiegavo.
Provai una certa collera chiedendomi come potesse odiare il suo stesso figlio, il suo stesso sangue e non riuscì a trovare alcuna risposta a quel pensiero.
Naoki sventolò la sua mano vicino ai miei occhi dicendo “Sveglia!”.
Allucinato, mi destai dai miei pensieri e chiesi “Iketsu e la ragazzina?”
“Se ne sono andati 10 minuti fa...mentre eri in catalessi!”
Posò il suo sguardo curioso verso di me, chiedendomi “A che pensavi?”
Mi stupì quella domanda, era strano che si interessasse ai miei pensieri.
“Ah, niente...” affermai non volendo più richiamare nella mia mente quei brutti pensieri.
Naoki si pentì della sua domanda dicendo “Tanto neppure mi interessava!”
Ci fu silenzio, ma non era quello imbarazzante, era un silenzio armonico che accompagnava il nostro intrecciarsi di sguardi.
Naoki tossì per schiarirsi la voce, mosse subito dopo le labbra, ma non produssero alcun suono, subito dopo lo rifece abbassando lo sguardo per non incrociare il mio.
Si stavo comportando in un modo strano, non era da lei abbassare lo sguardo,dopotutto indicava segno di inferiorità e lei si comportava spesso in modo arrogante sentendosi superiore alla mia persona.
“Andiamo...ti riporto a casa”
La sua voce strascicata produsse un suono malinconico, ma doveva essere soltanto una mia impressione.
Prendemmo l' autobus dopo averle detto dove abitavo, nonostante non volessi tornare a casa,glie lo dissi rassegnato, perché sapevo che ero un incosciente a voler rimanere in compagnia di un'assassina e che era più saggio tornarmene a casa per dimenticarmela una volta e per tutte.
Tuttavia non riuscivo a dimenticare la mia prima volta insieme a lei, le sue mani carezzevoli sul mio corpo imperfetto,poi i suoi baci pieni di una dirompente passione.
“No! No!” continuavo a dirmi cercando di fermare i miei pensieri, ma sembrava un impresa piuttosto impossibile, poi l' avevo lì di fronte a me su quell' autobus che si teneva su un sostegno.
Stava osservando le varie strade dai vetri dell' autobus,non si voltò neppure per un momento verso di me. Ma mi guardava con la coda dell' occhio sentendo il peso del mio sguardo su di sé.
Così guardai anch'io la strada per distrarmi da lei , ma non appena vidi la grande e suprema torre di Tokyo, mi soffermai su quel particolare era così rossa, di un rosso così acceso, come il colore dei suoi capelli rossi quando risplendevano al sole,emanavano una luce splendente e così viva.
Possibile che persino la torre di Tokyo non potesse scacciarla dalla mia mente?
Incominciai quasi a pensare che potesse essere una strega, che avesse lanciato qualche sortilegio su di me.
Non poteva esserci un'altra spiegazione per l' incontrollabile innamoramento nei suoi confronti. Ma per quanto cercassi di dimostrare una tale teoria, non trovavo alcuna prova che la confutasse .
Come al solito, sospingevo via tali pensieri, pensando che dovessi soltanto lasciarmi trasportare da quel sentimento meraviglioso, che del resto il fatto che fosse un'assassina era una piccola sfumatura.
Non era come Jack lo squartatore, c'era una certa morale, un forte senso di giustizia nei suoi assassini che prima non avrei mai visto, la giustificavo, anche se una parte di me non voleva farlo, ma alla fine, l' altra perdutamente innamorata vinceva sempre.
Poi Jack lo squartatore non aveva certe curve, c'era una bella differenza, che non avrei potuto far a meno di notare.
E quel maledetto sorriso angelico da ragazzina, ma al contempo così diabolico non riuscivo a cancellarlo dalla mia mente.
Ripensai al morso che mi aveva dato alle labbra, toccai quella ferita con un dito, pensai che quella era l' unica cosa che mi sarebbe rimasta di lei, dopo che sarei tornato a casa mia.
Così la toccai come qualcosa di prezioso, sperando che quel segno non sparisse mai più dalle mie labbra e che tutte le volte che mi fossi toccato le labbra lo avrei sentito,ricordandomi di lei.
Mi diedi ripetutamente del pazzo,pensando queste cose,mentre Naoki notando che mi massaggiavo il labbro con le dita chiese “Ti fa male?”
Se ora incominciava pure a preoccuparsi della ferita, finiva per far divampare ancora di più il mio amore.
E poi...chi la capiva prima mi mordeva e poi si dispiaceva della ferita provocatami? Era pazza , oppure lo faceva di proposito, sapeva quanto quell' interesse potesse rafforzare il mio innamoramento, così da trarre divertimento dal mio sconvolgimento emotivo.
Mentre le risposi con un no, non riuscivo a far a meno di ammirarla.
Lei non sembrò accorgersi della mia concentrata contemplazione, oppure finse bene di non notarla conducendo lo sguardo verso la strada.
“Siamo arrivati” disse dopo un pò con tono smorto.
Era vero, eravamo arrivati, riconoscevo perfettamente quella strada che avevo percorso ogni santo giorno della mia vita.
Quant' era odiosa l' abitudine! Naoki era stata proprio colei che mi aveva portato via da quella maledetta cosa chiamata con quel nome e adesso mi ci stava riportando.
Guardavo quella periferia tranquilla, quei cespugli verdeggianti oltre le sbarre di quei condomini, tra i quali vi era quello dove abitavo io.
Udì la voce fastidiosa della vicina, che aveva spesso il vizio di urlare nel giardino condominiale, di sicuro era tra le cose che non mi erano mancate.
“Qual'è casa tua?” chiese non lasciando intravedere un grande interesse.
Indicai il condominio dove abitavo,poi subito dopo il mio balcone, era uguale a come lo avevo lasciato.
Guardai i suoi occhi, il viso,il profilo,i suoi capelli e il suo corpo, consapevole che quella sarebbe stata l' ultima volta che l' avrei vista.
Osservandola attentamente, tra un espressione fredda e l' altra, dopo un po' se ne intravedeva un'altra, come se fosse stanca di fingersi impassibile e si concedesse una pausa, quando pensava di non avere i miei occhi addosso.
Quella era un espressione triste, sembrava volesse supplicarmi di non andare, ma era come se ci fosse qualcosa a trattenerla dal farlo.
“Addio” disse voltandosi per andarsene, cercando di sembrare impassibile.
Osservai angosciato le sue gambe in movimento e la sua schiena,poi mi voltai verso casa mia, ripugnato dall' idea di doverci mettere piede.
Avevo una bella casa, non come quella di Naoki che era piuttosto spaventosa, eppure l' idea di farvi ritorno mi ripugnava fortemente.
Così fui subito pronto a voltarmi sperando che Naoki fosse ancora lì, ma ero certo che ormai se ne fosse andata e che non l' avrei più rivista.
Così ostentavo a voltarmi per lo spiacevole pensiero che non fosse più lì, così rimasi per molto tempo fermo davanti al cancello di casa mia.
Che stupido! Adesso non lo avrei mai saputo, se in quel momento lei si trovasse ancora lì, perché adesso non poteva esservi più, era passato troppo tempo perché lei potesse esserci ancora.
Mi maledivo da solo per la mia stupidità, così mi voltai pur sapendo che ormai non c'era più, ma come si dice spesso “la speranza è dura a morire”.
Poi pensai “Dopotutto meglio così...”poi anche se fosse stata ancora lì...cosa avrei potuto fare se non osservarla tristemente andarsene via?
Ma non appena mi voltai, quei pensieri svanirono, non appena la vidi ferma con lo sguardo perso verso la mia direzione
Naoki aveva l' espressione di chi è stato colto in fragrante, ma con disinvoltura si voltò prontamente per andarsene.
“Aspetta”dissi avvicinandomi a lei correndo per paura che mi seminasse.
Naoki si voltò guardandomi “Che vuoi?” chiese fingendo indifferenza.
“Ah,ecco io...” balbettai non sapendo chiaramente cosa dire.
“Visto che non hai niente da dirmi...vado!” si affrettò a dire.
“No, ti prego!” dissi stringendole il polso per fermarla prima che potesse fare qualunque movimento.
Avevamo molte cose in comune nonostante non ce ne rendessimo conto, tutti e due eravamo così soli, in cerca di qualcuno che colmasse la nostra solitudine, che colmasse le mancanze e i soprusi di un padre e tutti e due sapevamo cosa significava crescere senza la propria madre accanto.
Era forse questo a legarmi a lei, ad aver fatto scattare quest' amore insensato nei suoi confronti? O era questo distacco dalla realtà che mi eccitava, quest'idea filmica dell' assassina,di Yakuza e cose fuori dal mio mondo.
Ma non mi ero mai eccitato per tali cose, di solito odiavo i film d' azione perché odiavo la violenza. Quindi era strano ritenere che il mio innamoramento fosse stato dettato da ciò, ma di sicuro odiavo risvegliarmi sempre in quella maledetta casa e svolgere quella maledetta vita di merda priva di gioie.
Ogni giorno, equivaleva allo stesso,lavoro-casa,lavoro-casa e mai nulla di nuovo si prospettava dinanzi a me.
Solo brutte notizie, un uomo che mi minacciava con un coltello affinché gli dessi dei soldi, l' invito al matrimonio di Izuko che feci a pezzi in un momento di follia e mio padre che avrebbe detto qualcosa di spiacevole su di me riducendo a niente la mia minuscola autostima. Se questa la si poteva chiamare vita!
“Forse ha ragione Iketsu” esclamò come se parlasse tra sé.
“Riguardo a cosa?”
A Naoki scappò una risata “Tu sei davvero tonto, lo deve aver capito persino la ragazzina!” poi aggiunse “Scommetto che... non hai capito neppure quando ho detto non scoparti la ragazzina!”
si burlava malignamente di me, ma non ci diedi peso.
Ero più interessato a scoprire a cosa si riferissero quegli sguardi e quelle parole”
“Ma forse...è per questo che c'è questa sorta di cosa strana...” disse facendo la vaga.
“Eh?” chiesi non avendo idea di cosa diamine parlasse.
“Ah, che diamine” sbuffò. Poi aggiunse “Non trovi strano che sia rimasta qui con lo sguardo fisso verso la tua direzione per circa mezzora?”
“Si,parecchio...ma non capisco lo stesso!”
Naoki si mise le mani nei capelli, scocciata dandomi del tardo a capire cose semplici che si rifiutava di volermi dire chiaramente per qualche motivo che non comprendevo.
“Ci stavi forse ripensando...a lasciarmi andare... per paura che ti denunci?” chiesi pensando che fosse quella la soluzione all' enigma.
“Si, più o meno...” rispose scocciata.
“Mi sono forse sbagliato?” le chiesi cercando di capire.
“Lascia perdere!” disse trascinandomi via.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: Aurora Barone