POV BELLATRIX

Fa freddo, la mia pelle è dura, ruvida al tatto, sporca. Mi sento terribilmente sporca e insopportabilmente debole. Dalla cella accanto alla mia sento provenire il tenue e continuo lamento di mio marito. Sono deboli gli uomini, pretendono di essere forti e alla fine cedono, cedono sempre. Chissà se ha abbandonato la speranza o se la sua lealtà verso il nostro Signore è ancora forte come lo è la mia. 

Quasi mi manca Rod... o forse mi manca solo il contatto umano. Sono anni ormai... chissà quanti anni... ho perso oramai il conto... sono anni che non vedo nessuno, che non parlo con nessuno... Rod è caduto in una sorta di depressione, o forse sta davvero male, odio non saperlo, odio che non mi risponda. Non posso gridare, altrimenti quegli odiosi esseri neri volanti mi sentirebbero. La loro è una tortura peggiore di qualsiasi maledizione cruciatus. Odio dover sempre essere da sola con i miei pensieri, odio stare qui. È come essere all’inferno. 

Ma lui, il più grande e potente mago di tutti i tempi, lui é grato a coloro che lo hanno servito fedelmente. Sta tornando, lo sento. Lo sento perchè a volte sento pulsare l’avambraccio sinistro.

All’improvviso lo sento bruciare fortissimo, arde proprio come quando il mio signore mi chiamava a se, ad una intensità tale da svegliarmi nel cuore della notte. Non puó essere solo l’immaginazione, non deve esserlo, stavolta è tutto vero... stavolta....

Uno scoppio fragoroso devasta il silenzio tombale della prigione. Qualcuno è riuscito ad entrare ad Azkaban... e non certo per rimanerci. Rido, rido con quella poca forza che mi rimane, animata da una passione accesa, da un qualcosa che si è risvegliato in me dopo tanto tempo. Io so che lui é qui. Il braccio brucia, dei passi si fanno vicini alla mia cella, la grossa porta blindata viene sonoramente scardinata e cade al suolo con un tonfo sordo. Trattengo il respiro, in attesa, e scende nuovamente il silenzio. 

                      POV VOLDEMORT

Eccola, finalmente, dopo tutti questi anni. Quella donna che un tempo al mio cospetto si sarebbe alzata fieramente in piedi, per poi inchinarsi con riverenza , adesso giace rannicchiata in un angolo. Non ha paura, come puó averne, quando sa che sono lì per lei? È stanca, il suo volto è scavato, ma gli occhi... pozzi neri sotto le palpebre pesanti mi guardano ancora con la malizia e la devozione di un tempo. È tempo di mostrarmi nella mia nuova forma. Sollevo il cappuccio. La sua reazione mi stupisce, mi stupisce ancora quella donna. Non c’é sorpresa nè orrore sul suo volto, anzi sorride. È un sorriso che esprime gratitudine, desiderio di vendetta, sete di sangue e di potere. 

Sorrido anche io.