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Autore: L_White_S    18/11/2020    0 recensioni
" Non sempre gli angeli nascono con le ali "
Quando i nazisti portano gli ebrei nel campo di concentramento di Auschwitz, il loro scopo non è solo quello di ucciderli…
Quando il re inglese attacca la Francia per riprendersi il trono, la guerra “dei cent’anni” diverrà il pretesto per celare le vere motivazioni del conflitto. Ma cosa hanno in comune questi avvenimenti storici?
Ice – il protagonista – è un ragazzo che si sveglia in un laboratorio ultratecnologico senza memoria. Gli esperimenti condotti lo hanno privato dei ricordi e solo dopo un accurato incidente, studiato – se vogliamo – inizia finalmente a trovare nel buio della sua mente quei flashback che faranno riaffiorare la verità, oltre che la luce.
La saga inizia con la ricerca delle origini di uno “dei dieci”, con un debutto fenomenale.
Si introdurranno domande che sorgeranno spontanee al lettore, quali la nascita del conflitto delle parti, sia di esseri
sovrannaturali che non, e di quanto possa un amore condizionare la vita…
Ice, durante il viaggio dettato dai ricordi, scoprirà una visione demoniaca che lo perseguiterà per tutto il tempo, manovrandolo come un burattino. Ma perché accade questo?
L’amore potrà riportarlo sulla retta via, perché la strada del male, è solo un bivio…
Genere: Fantasy, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO  2.0
 
 
 
 
 
ORE  06.00
 
 
 
 
   Samia era esperta nel far perdere le proprie tracce. Anche quando era inseguita da polizia, pompieri e ambulanza. Oramai salvare il culo ad Hasan una notte si ed una no l’aveva resa una degna erede di Eva Kent, aveva imparato ogni trucco della fuga: al pari di Diabolik.
   Avere un fidanzato dolce, romantico e speciale l’aveva resa la ragazza più felice della terra, questo fino a pochi mesi prima.
   La scomparsa dell’intera famiglia Hussein in un incidente stradale aveva sconvolto la psiche di quel ragazzo che, disoccupato, viveva ogni giorno della sua vita rinchiuso in camera attendendo la notte per poter “festeggiare” nel suo locale preferito, dove era schiavo dell’alcol e della droga.
   Quella era la sua vita, Samia era solo una scocciatura, una fidanzata che rompeva e frignava, questo pensava di lei oramai; ignorando che senza il suo amore, sarebbe stato solo uno dei tanti barboni del Cairo.
   Ciò che pesava sulla coscienza della ragazza era aver fallito, non esser riuscita a far sbocciare nuovamente il ragazzo che le aveva rubato il cuore, forse per questo aveva aiutato quello sconosciuto poco prima.
   Quel gesto l’aveva per un attimo liberata dal peso perenne di Hasan. Si era riscattata; peccato però che sulla strada di casa aveva avuto modo di ripensare alle sue azioni e sinceramente, cosa diavolo le era preso?
   Aveva aiutato un fuggitivo?
   Non che lei non lo fosse ma un ragazzo con dei poteri? Una cavia da laboratorio magari…
   Wow come aveva fatto volare quel portellone con la sola forza del pensiero; era stupefacente!
   Finalmente erano arrivati nella tana e non appena la ragazza fermò l’auto, il fuggitivo scese sulle sue gambe abbandonando il bagagliaio mentre Hasan, come tutte le sere, era portato a fatica da Samia.
   La loro casa si trovava in una zona dismessa del porto, tra milioni di container abbandonati.
   I due avevano costruito una vera e propria dimora; avvicinando i grossi ammassi di ferro erano state create stanze, bagni e un salone, certo non vivevano in un hotel a cinque stelle ma per loro andava più che bene. C’erano letti, mobili, quadri, carta da parati, un forno, un lavandino e i sanitari, tutti ordinati come fosse un vero appartamento; persino la tv e la playstation erano presenti.  
   Frammenti della loro vecchia vita forse.
   « E così vivete qui? », disse Ice tornando velocemente alla realtà.
   « Non è il Grand Hotel ma ci si fa l’abitudine », rispose la bionda.
   « Affatto, è piccolo ed accogliente, sicuramente migliore del posto da cui provengo; o almeno di quel che mi ricordo… ».
   Samia aveva appena lasciato Hasan sul divano sgualcito di pelle bianca e si era opportunamente allontanata dal bellissimo moro che gironzolava in salotto.
   « Come ti chiami? ».
   « Ice ».
   « Da dove vieni? ».
   « Dal deserto ».
   « Come hai fatto a guarire così rapidamente? E chi erano i piloti morti del tuo elicottero? Fai parte di una qualche associazione segreta? ».
   « Io… io…».
   Nel momento stesso che il ragazzo provò a formulare una risposta degna di questo nome, cercando di racchiudere i suoi tre giorni di vita in una frase logica, l’ennesima visione lo distolse dalla realtà.  
   Stavolta però molto più profonda…
   Era sempre lo stesso sguardo: regnava il buio e due occhi, azzurrissimi, lo guardavano scavandolo nell’anima.
   In attesa di una sua mossa.
   Immobile nella stanza sembrava fosse un cieco e Samia, che continuava a domandare, non si rese conto che il giovane era entrato in un ambiguo stato di trans…
   « Non hai bisogno di raccontarle il tuo passato ».
   Quegli occhi, per la prima volta in assoluto, parlarono; come nel sogno, esplodendo in una voce dolcissima, tanto da spaventare.
   « Chi sei? Sai chi sono? ».
   « Rivivi il tuo passato », dissero.
   A quelle parole il giovane ragazzo, stordito da una qualche forza invisibile, cadde in terra ai piedi del divano dove Hasan dormiva beatamente.
   Solo la bella Samia restò sveglia fissando i due dormiglioni.
   « Pfui… Li trovo tutti io, certo però un uomo nel momento del bisogno non guasterebbe! ».
   
 
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