La cura con cui evita ogni scontro diretto è maniacale. Spera sempre che la sua morte avvenga per mani d’altri o tra le lamiere di un’astronave devastata. Preferirebbe per lei una morte stupida, anche accidentale, lontanissima dai suoi occhi, dalla sua responsabilità (dalla sua storia). La via che ha scelto lo ha fatto diventare un uomo possessivo, ma metterebbe da parte la sua gelosia se qualcuno reclamasse la sua vita e gli risparmiasse una decisione che non vuole. Un buon compromesso per chiudere questa parentesi di fuoco e continuare con una vita già decisa.

Per certo ha provato a schiacciarla da una consolle luminosa (senza vederla e senza sentirla) e ha tentato di mandarle contro un esercito (ma sempre percepirla): in entrambi i casi la furia con cui ha proceduto verso di lui lo ha costretto a rivedere tutto. A ogni passo una possibilità (un’uscita dalla storia) veniva scartata e gettata nei rifiuti del tempo, e lei diventa sempre più ingombrante e persistente.

Kylo Ren ha visto per ogni scelta l’infinita progressione delle conseguenze – tutto quello che la presenza di lei avrebbe permesso o negato. E in tutte le sue visioni lei vive sempre e lui mai. Non sembra esserci neanche un universo in cui le loro esistenze coincidono (ma a volte sogna una visione verde e azzurra), lei lo riflette sempre (in questa storia) e se c’è lei non c’è lui (vede un bianco palazzo sullo sfondo).

Si chiede spesso se lei percepisca la sua stanchezza, la battaglia costante con cui cerca di sottrarsi alla sua gravità. Come una stella lei lo attrae con una forza che non può essere sconfitta, e lo pone sempre di fronte a una decisione. Noi o tutto il resto. Noi contro tutto l’universo.