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Autore: _Selenophile_    18/11/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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La mia storia con Andrea poteva essere paragonata ad una favola moderna. C’era il principe,che era senza macchia ma con tante,troppe paure;e c’era la principessa,bellissima e fragile,che non voleva essere salvata da nessuno. E,infine,c’erano i personaggi che coadiuvavano i protagonisti,e devo dire che i nostri erano molto,molto particolari ed eccentrici.
A differenza delle favole classiche,però,non era il principe a battersi per il cuore della principessa,ma esattamente il contrario. Era la principessa che difendeva il suo amato dai draghi e dai mostri.
Era lei che lottava per il suo lieto fine.Un lieto fine che non sarebbe mai arrivato.
 
La DDMN Recordings si stagliava imponente verso il cielo di Ancona.Per essere un’etichetta minore della Sony,il palazzo della sua sede era molto grande.
Varcai le porte scorrevoli e mi diressi verso la reception.«Buongiorno!Dovrei vedere il signor Morrovalle.»
La signorina con due codini alla Harley Quinn mi studiò da sotto le ciglia scure.«Lei è..?!»
«Serena Monteforti.Il signor Morrovalle è il mio manager.»
Ormai dovevo abituarmi all’idea,forse.
«Hmm..» la ragazza alzò la cornetta del telefono e chiamò qualcuno.
Ne approfittai per guardarmi intorno. File di corridoi si diradavano di fronte a me,con uffici interamente di vetro.Non c’era un brandello di anima in quell’edificio.
L’unica nota di colore,era data dalla capigliatura azzurra di una ragazza vestita con pantaloni in pelle di un rosa elettrico e un top giallo fluo. La ragazza incrociò il mio sguardo e mi fece un occhiolino,mentre formava un grande pallone con un chewingum.
Quella ragazza,che sarebbe diventata una vera e propria star con il nome d’arte di Juda, più avanti sarebbe morta di overdose,dopo aver scalato le classifiche internazionali con il suo album di debutto.
«Può andare,signorina..» Harley Quinn mi sorrise «..deve prendere le scale.»
 
Bussai alla porta di Morrovalle ed entrai.
Il suo ufficio era piccolo,con una scrivania in legno scuro e le poltroncine nere. Era ornata con qualche pianta sparsa,anch’essa senz’anima.
«Si accomodi!» mi indicò una delle poltrone «A cosa devo il piacere?»
Mi sedetti e aspettai che lui facesse altrettanto.«Voglio che mi dica perché sono stata coinvolta in questa storia.»
Il mio interlocutore si aprì in un sorriso,gettando la testa indietro.«Quale storia?»
«Sa benissimo quale storia!» strinsi gli occhi «Perché mi ha obbligato a firmare un contratto sotto minaccia?!»
«Minaccia?!» alzò le sopracciglia «Io non l’ho mai minacciata!»
«Dunque costringermi a firmare un contratto con la sua casa discografica,con il ricatto di portare in tribunale delle analisi false,non è da considerarsi una minaccia?!»
L’uomo mi guardò in silenzio,le mani davanti alla bocca e gli occhi socchiusi.Dopo qualche attimo,parlò.«Vede,signorina Monteforti…» arricciò le labbra arrogantemente «..a lei piace giocare con le parole.Quello che lei definisce minaccia,io lo definirei più scambio di favori
Sul mio viso comparve una smorfia interrogativa.«Non capisco cosa voglia dire,onestamente..»
Morrovalle sospirando si alzò e si diresse al tavolino degli alcolici.«Vede,è un periodo di magra,ultimamente. Non c’è più nessun talento interessante da scoprire..» si versò qualcosa che sembrava molto alcolico «..ma i miei superiori questo non lo capiscono, e mi hanno dato un tempo massimo di sei mesi per trovare un nuovo fenomeno,o sarei stato licenziato.»
 
A ripensarci adesso,a distanza di più di un anno da quel giorno,e con Milo che sonnecchia sulla mia pancia, e ripensando a Juda,che non avevo più rivisto,ma che avevo ascoltato più e più volte avendo comprato l’album,mi rendo conto che Morrovalle non si era  neanche minimamente disturbato a cercare qualche nuovo talento.
 
«Quindi sono solo un mezzo per pararsi il culo?!»
L’uomo scoppiò a ridere.«Ha una reputazione così bassa di se stessa?Lei ha una voce bellissima,una perla in questo mondo di carbone.» sorseggiò un po’di liquido «Io la rendo famosa,lei mi evita il licenziamento.Ci facciamo un favore a vicenda.»
Mi alzai e mi portai al suo fianco.«Comunque sono sempre stata minacciata.»
Morrovalle poggiò il bicchiere e sospirò esasperato.«Senta..» si strinse nelle spalle «..se vuole considerarla minaccia,faccia pure.Io voglio solo tenermi il lavoro e non importa cosa dovrò fare per riuscirci.»
Alzai il mento,fiera.«Vada all’inferno!»
 
Mi appoggiai al corrimano delle scale esterne e gettai fuoi l’aria.Mi sentivo come se avessi perso dieci chili.
«Serena?!Come stai?»
Incrociai gli occhi preoccupati di Diafa.«Bene.Sto molto bene.»
Lei indicò con il mento la mano dentro il mio giubbotto di pelle.«Ci sei riuscita?»
Mi aprii in un sorriso luminoso.La mia coinquilina mi abbracciò forte,partecipando alla mia gioia.
«Notizie da Camilla?» chiesi slacciandomi dalle sue braccia.
«È riuscita ad avere gli orari.Abbiamo tempo fino alle sei di pomeriggio.»
«Perfetto.Elisa e Sofia?»
«Mi hanno mandato la registrazione.Povero Daniele!»
Immaginavo già lo sguardo verde del mio amico alla notizia di essere stato usato,ma era per una buona causa.Sentii l’adrenalina scorrermi nelle vene,stava andando tutto secondo i piani.
Indicai il bar all’altro lato della strada.«Aperitivo,Falco 3?»
La mia coinquilina mi diede il cinque.«Alla nostra,Aquila 1!»
Ridendo come bambine entrammo nel bar e ordinammo due Spritz,brindando gaie alla nostra vittoria.
Io sicuramente non avrei avuto il mio lieto fine,ma le persone che mi avevano portato a quella situazione sarebbero state distrutte.
 
«Avanti!»
Entrai nell’ufficio di Melissa e chiusi la porta. Lei fu sorpresa di vedermi,non se l’aspettava.
«Serena?!Cosa ci fai qui?»
Mi sedetti di fronte a lei e presi un sospiro profondo.«Ascolta,Melissa,penso che ormai dobbiamo mettere fine a questa situazione.»
Lei si appoggiò con la schiena alla poltrona di cuoio del suo ufficio ma non rispose.
«Ho avuto un incidente quasi mortale.Onestamente,sono stanca di tutto questa situazione..» il labbro inferiore tremò «Ricatti,bugie…basta.Voglio solo un po’di pace.»
La bionda sorrise leggermente.«E questo con me cosa c’entra?»
Tirai fuori il telefono dalla tasca e avviai la registrazione.
Non siamo fatti per stare insieme.Io sono troppo orgoglioso e lei è troppo fragile. La opprimo e la spavento,che tipo di amore potrebbe mai essere?!
Le parole di Andrea mi causarono un dolore al cuore inimmaginabile. È vero,anche io gli avevo rivolto parole simili nel cortile dell’ospedale,ma un conto è dire qualcosa in preda alla rabbia,un altro,molto diverso,è dirlo a mente lucida.
Io sapevo che lui avesse ragione,pienamente ragione,ma io stavo bene solo con lui,con nessun altro.
Sapevo che fosse lui l’altra mia metà della mela,e il fatto che probabilmente non saremmo tornati insieme,mi creava un vuoto incolmabile.
Melissa sorrise debolmente.«Questo cosa significa?»
«È Andrea. In quel momento si stava sfogando con Daniele,Camilla passava di lì per puro caso e ha registrato tutto..» sospirai,rimettendo il telefono al suo posto «..te lo lascio!È tutto tuo. Come hai sentito,noi non avremmo mai avuto futuro.»
La gioia della ragazza fu incontenibile,e anche fuori luogo.
«Lo sapevo.Sapevo che prima o poi sarebbe finito tutto. Eri solo la novità,e si sa che le novità incuriosiscano sempre..»
La guardai con gli occhi lucidi.«Non tirare troppo la corda,Melissa.»
L’altra si bloccò immediatamente.Mi lanciò uno sguardo e poi cominciò a mordicchiarsi le labbra colorate di rosso.«Senti..» si lisciò il vestito bianco con le mani «Lo so che lo ami.Andrea è una persona che si fa amare,è impossibile non farlo..» si strinse nelle spalle «..però te l’ho già detto,non è per tutti.»mi lanciò uno sguardo di commiserazione «Sono sicura che troverai qualcuno alla tua altezza.»
Ingoiai il groviglio di sentimenti che mi provocarono quelle parole sprezzanti e la guardai.«Tuttavia,prima di lasciarmi alle spalle questa storia,voglio che tu mi dica la verità.»
«Quale verità?»
«Quella sulle analisi.»
Strabuzzò gli occhi verdi.«Scordatelo.Non mi metto in pericolo.»
«Pericolo di cosa?!A chi mai potrei dirlo?!Andrea non mi ha creduto quando gli ho detto che avevo firmato per salvarlo dal carcere,figurati se crede a un falso stupro.Perchè lo stupro è falso,vero?!»
La fissai per svariati attimi,ostentando una sicurezza che non avevo. Il mio sguardo non si mosse da lei e dal suo viso da bambola,al contrario del suo che si muoveva in tutte le direzioni.
«Ok.Va bene.» sbottò dopo poco «Non sono mai stata stuprata. Ho pagato un ginecologo per  falsificare tutto.»
Tremai di rabbia a quell’ammissione,strinsi le mani in due pugni e la guardai imperiosa.«Vaffanculo!»
Mi fiondai da Camilla e Diafa,in lacrime e sconvolta.
«Io ti avevo detto che questo ti avrebbe fatto stare più male.» il dolce profumo di Camilla mi accolse.
«Ce l’ho..prendete il mio telefono..» ripetei tra i singhiozzi.
«Lascia perdere il telefono..» Diafa mi asciugò le lacrime «Vieni qua.»
Mi aggrappai alle sue spalle,piangendo lacrime che pensavo di non avere più,mentre Camilla mi accarezzava le spalle per infondermi un po’di calore.
Le principesse hanno mai sofferto così tanto?!
 
Percorrevo il corridoio della caserma dei carabinieri ammirando i vari stemmi e le foto dei vari superiori in alta uniforme. Ero un po’impaurita da quegli uomini in divisa che prendevano il caffè,chiacchieravano tra loro o fumavano una sigaretta.
Sbirciai un ufficio in cui una giovane coppia musulmana,a giudicare dallo hijab colorato di lei e la tunica nera di lui,stava parlando animatamente con un carabiniere che annuiva scrivendo qualcosa su un foglio.
Sperai non fosse successo nulla di male.
«Aspetti qui.» l’unica carabiniere donna di quella caserma mi indicò un paio di sedie azzurre. Bussò alla porta di quello che doveva essere il suo principale ed entrò,uscendone qualche secondo dopo.
«Prego.Può accomodarsi.»
Entrai nel piccolo ufficio e due occhi grigi mi soppesarono.«Sono il sottotenente Franco Sagratini.» si alzò e
mi tese la mano «In cosa posso esserle utile?»
«Io sono Serena Monteforti..» gli strinsi la mano «..e vorrei sporgere denuncia.»
 
Stavamo consumando il parquet del mio soggiorno a furia di camminare.
«Oh!E se non chiama?!» Camilla sbottò preoccupata.
«Se non chiama abbiamo fatto tutto questo casino per nulla.» Sofia fissava il mio telefono come se stesse per evocare qualcuno.
«Però comunque Morrovalle e Melissa sono fuori gioco.» concluse Elisa «Almeno quella perfida minaccia non esiste più.»
«Ma perché ci mette tanto?!»
Un telefono squillò facendoci sobbalzare, ma era Joan che telefonava a Diafa.«Tra tanti momenti,giusto ora doveva chiamare!»
«Ma la domanda è..» Sofia era perplessa «…perché il mio ragazzo chiama te?»
«Devo aiutarlo con Diritto Pubblico…»
«Già non riesce a concludere nulla con Geologia..» Elisa scosse la testa «…come può pretendere di studiare Giurisprudenza?!»
«È Joan..» commentai «..certi comportamenti non avranno mai una spiegazione logica.»
Il mio telefono si illuminò,annunciando l’arrivo di un messaggio da parte dell’unica persona che volevo sentire in quel momento.
Lo aprii e lo lessi tutto d’un fiato.«Ci siamo.» guardai le mie amiche «Ha abboccato.»
 
Il sole primaverile illuminava i giardini della Rocca,la grande fontana zampillava vivace e grandi pesci colorati nuotavano contenti,godendosi anche loro quel tiepido calore.
Seduti alle panchine o appoggiati alle balaustre in ferro che proteggevano dallo strapiombo,gruppi di adolescenti vestiti con chiodi di pelle e occhiali da sole chiacchieravano animatamente organizzando il Sabato sera.
«Andiamo a mangiare il sushi!» una ragazza bassina con le Converse bianche e nere arricciò le labbra «Non ci andiamo mai!»
«Bleah!»le fece eco un suo amico dalla pelle color cioccolato e i folti capelli ricci.
«Ma che ne capisci tu,che mangi cavallette!» borbottò al suo fianco un ragazzo palleggiando con una palla da basket.
Un gridolino portò il gruppo a girarsi,la ragazza con le Converse saltò dal muretto su cui era seduta e corse incontro al ragazzo che stava arrivando in quel momento. Lui l’abbracciò e la baciò con passione,mentre lei avvinghiava le gambe al suo bacino,incitata dagli amici.
Anche io ed Andrea facevamo così,riusciva a tenermi solo con una mano.
Il picchiettare ritmico di una mano al finestrino evitò a due lacrime di scendere. Mi girai e lo sguardo azzurro di Tatiana mi trapassò.
Feci cenno di togliersi e senza farmi notare avviai la videocamera del telefono e lo posizionai sul cruscotto.
Sospirai vistosamente e scesi dalla macchina.Chiusi con la chiave magnetica e la misi nella tasca posteriore dei jeans,posizionandomi esattamente di fronte al mio telefono.
Tatiana era molto bella con il suo maglioncino leggero ricamato sul petto e i capelli rossi che brillavano con la luce solare.Ma era anche molto perfida.
Incrociò le braccia e mi guardò astiosa.«Che vuol dire il messaggio?»
Feci appello a tutta la mia forza per cercare di sembrare tranquilla.«Quello che c’è scritto.Ho denunciato Melissa e Morrovalle alla polizia.»
Qualcosa passò nei suo occhi,ma poi la sua bocca sottile si aprì in un sorriso maligno.«Stai bluffando.» la voce era un sibilo «Non l’avresti mai fatto.»
Finsi noncuranza.«Libera di pensare quello che vuoi.Ma domani la notizia sarà su tutti i giornali.» continuai arrogante «Il reato di minaccia è punibile con una multa di oltre mille euro.In più..» ringraziai mentalmente chiunque avesse messo Diafa sulla mia strada «..il vostro reato è aggravato dal fatto che mi avete minacciata in gruppo.Oltre a questo…» snocciolavo tutte le nozioni che la mia coinquilina mi aveva esposto «… anche solo la probabilità che una minaccia possa compiersi in futuro è sufficiente per provocarmi tensione fisica e stress mentale..»
«Smettila..»
«…quindi..» non l’ascoltai «..verrete puniti per aver annientato la mia libertà personale,facendomi vivere giorni di inferno,facendomi perdere il mio unico amore e tutti i miei amici. E portandomi sull’orlo della morte.» alzai il mento,gelida «Rischiate,oltre alla multa, la reclusione,con tutto quello che ne consegue..»
«È la tua parola contro la nostra,non ci sono prove che tu sia stata costretta a firmare.»
«Oh,sì,invece…» mi sentivo euforica,l’adrenalina mi scorreva a fiotti nel corpo «…il Clemy’s è pieno di telecamere.E ci sono le ammissioni registrate di Morrovalle e Melissa.» mi sentivo potente «Bastano come prove,secondo te?!»
La rossa si avventò su di me,urlando di rabbia,mi strattonò il braccio e mi colpii una guancia con uno schiaffo. Il gruppo di ragazzi si voltò nella nostra direzione,richiamato dalle sue urla.
«Sei una stronza!» mi colpì con un calcio in piena pancia,portai il peso indietro ma non reagii «Tu mi hai rovinato la vita!» mi spinse a terra e caddi in ginocchio davanti a lei.
Lanciai uno sguardo al gruppo di ragazzi che stava correndo nella nostra direzione. Stavo facendo la figura dell’idiota.Lanciai uno sguardo anche al mio telefono sul cruscotto,ormai era chiaro chi avesse cominciato ad alzare le mani.
Mi aggrappai al suo maglioncino e la tirai a terra,finendo entrambe sul pavimento.La rossa sbattè contro una pietra,trasalendo dal dolore.
Qualcosa si ruppe dentro di me e l’odio per tutto quello che mi aveva fatto in quegli anni mi travolse come l’alta marea travolge un pesciolino. Veloce ed inarrestabile.
Le assestai un calcio in pieno stomaco,lei cacciò un fiotto di saliva ma non si rialzò,non ne ebbe tempo perché cominciai a colpirla come una forsennata con pugni,calci,schiaffi. Arrotolai la sua folta chioma rossa e la trascinai urlando.
Lei provò per l’ennesima volta ad alzarsi ma io presi un pezzo di legno in preda alla furia più cieca e la colpii alla spalla,causandole un rantolo di dolore.
I ragazzi cercarono di placcarmi ma nella foga non vedevo più nulla,calciando alla cieca,finchè due mani forti mi presero per le spalle e mi sollevarono dal corpo della ragazza che stava sotto di me.
Mi ritrovai a colpire il vuoto,mentre Andrea mi issava sulla spalla e mi portava via,lasciando Tatiana piangere e lamentarsi dal dolore.L’avevo conciata abbastanza male.
«Lasciami andare!Andrea,lasciami andare!» cominciai a tempestargli di pugni la schiena,mentre lui cercava di tenere ferme le mie gambe.
Mi lasciò andare e provai a colpirlo,ma lui mi bloccò in una morsa d’acciaio. Era alle mie spalle e mi stringeva al punto da non permettermi nessun movimento.«Calma,bimba,calma.»
«Lasciami.» sibilai a denti stretti. Non faticava neanche un po’a tenermi ferma,lui ci riusciva come se nulla fosse.
«Io ti lascio,però tu mi prometti  che non scappi.» la sua voce così vicino al mio orecchio mi causò brividi in tutto il corpo già in preda all’eccitazione dovuta allo scontro «Prometti.»
«Te lo prometto.» mugolai.
Lentamente si slacciò da me,provai a passarli sotto un braccio per sfuggirgli ma mi afferrò per la collottola come se fossi un gatto.Mi fece sedere su un muretto che costituiva le mura di cinta del grande parco.
«Ti odio!» rantolai spingendolo.Ovviamente non si mosse di un passo.
«Ma dai!Picchiamo il mondo intero!» bloccò le mie mani che nelle sue sembravano così minute «Guarda che con me devi faticare parecchio,bimba.»
Bimba.Quando eravamo fidanzati mi chiamava sempre così.
Sgranai gli occhi e gli argini del cuore esplosero.Cominciai a piangere,lacrime convulse si mescolarono ai miei singhiozzi sconnessi.Lui mi fissò,non sapendo come comportarsi,poi mi abbracciò e mi tenne stretta.
«Calmati.Dai,calmati.»
Mi aggrappai alla sua maglietta nera,bagnandola con le mie lacrime.
 
Dopo un’eternità mi staccai.Lui mi prese il viso tra le mani e mi asciugò le ultime lacrime.«Che è successo?!»
Tirai su con il naso e cominciai a raccontargli il mio piano di vendetta. Lui mi ascoltava con gli occhi spalancati e la bocca semiaperta.Era scioccato,per usare un eufemismo.
Al termine del mio racconto,si passò una mano sul viso.«Io lo sapevo..» cominciò «..lo vedi che ho ragione quando dico che sei incosciente?!»
Le lacrime ritornarono di nuovo.«Non mi sgridare..» mugolai.
«Pure!» si strofinò la mano sulla fronte «Si può sapere perché ti infili sempre in queste situazioni complicate?!»
«Quali situazioni,scusa?!»
«E se qualcosa fosse andato storto?!» poggiò le mani ai lati delle mie gambe « Ti rendi conto di quello che fai?!Ti sei comportata da stupida!»
Deviai lo sguardo dal suo.Avere le sue labbra a un millimetro dalle mie era sconvolgente,molto destabilizzante.
«Serena!»
«Hai finito di rimproverarmi?!»
«Perché non mi hai detto niente?!» cercò il mio sguardo con il suo «Mi guardi,almeno?!»
Incrociai i suoi occhi.«Perché non ti riguarda!»
«E invece sì che mi riguarda!»
Saltai dal muretto.«E invece no.Mi hai lasciata,ricordi?!»
Lui provò a dire qualcosa ma più volte aprì e chiuse la bocca.«Non è questo..» farfugliò poco convinto «..e poi quelle stupide delle tue amiche che ti hanno addirittura appoggiata.» scosse la testa «Incoscienti e stupide pure loro!»
«Ehi!» cercai di fare la voce grave per rimproverarlo,ma uscì un guaito strano «Vacci piano con le parole quando parli di loro!»
Portò le mani sui fianchi ed alzò un sopracciglio,cambiando umore.«Altrimenti che fai?!» strinse gli occhi in due mezzelune,mentre un sorriso sghembo affiorava sulle sue labbra cesellate «Picchi pure me?!»
Gonfiai le guance, indispettita.«Certo!Non mi sfidare.Sono forte,io!»
Lui rise e mi afferrò per il gomito,chiudendomi in un abbraccio,dandomi un bacio sulla testa.«L’hai massacrata,poverina!»
Mi strinsi a lui,sprofondando tra le sue braccia.«Poverina un corno!Mi ha fatto passare due anni di inferno!»
«Calma!Calma!» mi strinse ancora di più «Non ti arrabbiare.»
Accarezzai la sua schiena definita,avvertendo i muscoli ben allenati.Fu come rientrare nella propria abitazione dopo una giornata pesante a lavoro.Fu come stendersi in un caldo e morbido letto di piume dopo aver corso per chilometri.Fu come tornare a casa.
«Ma tu come ti sei trovato lì?!» mormorai guardandolo.
Continuava a tenermi tra le sue braccia.«Ero in zona rossa.Ho sentito delle urla e sono corso..» mi pizzicò il naso «..e ho trovato questa furia umana.»
Lo spinsi di nuovo ma rimase fermo al suo posto. «Prima o poi riuscirò a spostarti.»
Mi baciò la fronte ridendo.«Prima andiamo a cena,però!»
Sgranai gli occhi.«A cena?!»
«Sì,è ora di cena.Andiamo a mangiare un boccone.»
Solo in quel momento mi resi conto che ormai il sole fosse tramontato.
Dopo tanto tempo sarei andata a cena con Andrea.Avremmo passato di nuovo del tempo insieme.
Fremetti come una bambina tra le sue braccia.«Mi compri anche le crepês?»
«Basta che non mi picchi!»
«E smettila!» gli diedi un pugno,e finalmente riuscii a smuoverlo.
 
 _____________________________

Eccoci quì!

Finalmente il cerchio si chiude. Se`rena ha avuto la sua vendetta e ha messo al suo posto Tatiana,che finalmente ha avuto una bella lezione.

Ha incontrato Andrea,e tra i due sembra essere ritornato il sereno. So che magari il comportamento tra i due possa sembrare strano;ma in realtà non lo è e vi spiego il motivo:il loro sentimento è troppo forte,loro si amano ancora, lo dimostra anche il fatto che Andrea balbetti quando lei le dice che è stata lasciata.Ma loro provano un grande amore reciproco.Il problema è che Andrea è molto orgoglioso,e l'orgoglio in una relazione è una brutta bestia nera.

So che ultimamente vi sto mettendo la foto dell'attore che presta il volto ad Andrea;che devo fare,raga,mi fa morire!

Vi anticipo già che nel prossimo capitolo i nostri beniamini andranno ad una festa!Secondo voi cosa potrà mai succedere?! ;)

Spero che il capitolo vi piaccia!

E,come sempre,grazie per il vostro affetto!
S.



 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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