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Autore: Jenny80_big    19/11/2020    0 recensioni
Charlie e Don vogliono recuperare un vero rapporto fraterno tra loro. Per farlo ripercorreranno il loro passato, imparando dagli errori fatti, per essere, finalmente, una famiglia.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Eppes, Don Eppes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2

Don sentì il lieve bussare alla porta e si aspettava un ritorno di Charlie, magari per cercare di fargli cambiare idea sulla serata, ma fu sorpreso di vedere Megan.

Gli sembrava turbata, così le chiese cosa poteva fare per lei e, contrariamente alle sue aspettative, lei iniziò a parlare di Charlie: “Ma tuo fratello non si riposa mai? Gli ho chiesto di unirsi a noi per festeggiare il caso che abbiamo chiuso grazie al suo aiuto, ma ha declinato l’invito dicendo che ha del lavoro da fare, ma mi è sembrato molto turbato. Ne sai qualcosa?”

Don, alla menzione dell’invito rivolto a Charlie, sbiancò. Capì subito il motivo del disagio di suo fratello. Rassicurò Megan dicendole che suo fratello era in effetti sempre molto impegnato e di non preoccuparsi.

Appena la sua collega lasciò il suo ufficio iniziò a pensare a suo fratello. Gli era venuto spontaneo declinare il suo invito, non ci aveva pensato nemmeno un secondo. Il loro rapporto, da parte sua, era caratterizzato da una sorta di odio e amore. Voleva davvero bene al suo fratellino, ma si rendeva conto di incolparlo per le mancanze che aveva dovuto subire nella sua infanzia. Razionalmente, soprattutto nell’età adulta, sapeva che Charlie non aveva colpa delle sue sofferenze, ma era dura sopprimere quel senso di inadeguatezza che sempre avvertiva in presenza del genio matematico.

Questo malessere raggiunse il suo apice quando fu costretto a frequentare lo stesso liceo del fratellino. Era consapevole che Charlie cercava il suo appoggio ma era più forte di lui: doveva mantenere le distanze, almeno nell’unico luogo che sentiva suo. Nei momenti difficili, però, c’era. Quando i bulli gli davano il tormento interveniva per difenderlo e aveva messo ben in chiaro che chiunque avesse importunato suo fratello avrebbe dovuto fare i conti con lui. In questo aveva anche l’aiuto dei suoi tre grandi amici che difendevano suo fratello quando lui era impegnato.

Si era reso conto che l’entusiasmo iniziale del fratello rapidamente sfumò e divenne più taciturno e malinconico. Non si era mai soffermato a pensare al motivo di tale cambiamento, probabilmente era dovuto al fatto che le sue speranze di trovarsi insieme a suoi pari erano sfumate, lasciandolo solamente in compagnia di adolescenti che seguivano più i loro ormoni che quello che veniva spiegato in classe. Lui era semplicemente felice di non essere più bersagliato di domande da parte del matematico.

L’iscrizione all’università aveva finalmente portato la distanza di cui Don aveva un disperato bisogno, ma aveva anche aumentato il suo risentimento in quanto aveva comportato anche l’allontanamento della madre.

In quegli anni Charlie aveva cercato spesso di contattarlo ma lui si era negato il più delle volte  e quando si ritrovavano entrambi a casa lo evitava il più possibile. Quando parlavano assieme si sentiva uno stupido, non riuscendo a capire metà delle cose che diceva suo fratello, quindi preferiva limitare i contatti.

Nel periodo della malattia della loro madre il risentimento raggiunse livelli mai raggiunto prima a causa dell'isolamento autoimposto del fratello. Nonostante Margaret, che effettivamente era l'unica che riusciva a capire Charlie, cercasse di spiegargli perché suo fratello si comportasse in quel modo, lui preferiva non ascoltare, indirizzando la sua rabbia per tutta la situazione che stavano vivendo verso il capro espiatorio più semplice.

Dopo la morte della madre, il dolore enorme che vide negli occhi del fratello, lo fece rinsavire e riavvicinarsi un po' a lui ma non riuscì mai a colmare la distanza che si era creata. Era perfettamente consapevole degli sforzi che il fratello faceva per riavvicinarsi ma non riusciva ad accettarlo completamente nella sua vita.

Anche ora, che lo aiutava nel lavoro e gli aveva fatto raggiungere un livello di risoluzione dei casi invidiabile, non riusciva a non sentirsi minacciato. Aveva l'impressione che suo fratello lo stesso mettendo in ombra, sebbene era chiaro che Charlie non cercasse di fare nulla di tutto questo, cercava solamente un punto di contatto.

Erano questi sentimenti che avevano spinto a rifiutare l'invito di suo fratello e non proporgli di unirsi alla squadra per festeggiare un risultato che senza di lui non avrebbero raggiunto in così breve tempo aiutandoli a salvare vite.

Mentre prendeva la giacca per unirsi agli altri si rese conto che la voglia di festeggiare aveva lasciato il posto al senso di colpa per il comportamento tenuto con suo fratello. Gli passò per la mente di chiamarlo ma decise che sarebbe stato meglio vedersi faccia a faccia l'indomani. Poteva passare a casa la sera oppure, ancora meglio, avrebbe potuto offrirgli il il pranzo come gesto di scusa.

   
 
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