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Autore: rubytusday    19/11/2020    2 recensioni
Sono una raccolta di miei vari pensieri, dubbi, sogni speranze e amori. Tutto quello che ho dentro è in queste frasi scritte di notte, quando nessuno poteva vedermi. Io ingabbiata in questa sensazione di non saper vivere in questo mondo ipercinetico, tante domande e nessuna risposta. Io ormai pece in questo mondo di mosche cieche
Genere: Introspettivo, Malinconico, Poesia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lo so, è finita
le tue parole mi sarebbero ripiombate nel cranio
Se mia tuo avessi mai parlato.
Lo so, è finita
Eri tu ad aver bisogno di me, 
anche se non mi amavi
Non posso dire nemmeno sia finita 
non essendo mai iniziata.
Una cosa per ricominciare deve anche finire
la fine non è mai arrivata
ti sei allontanato come spaventato.
I tuoi occhi glaciali non ricercavano più i miei
e tu correvi lontano, de me, andavi da lei.
Per quanto mi sono sentita sbagliata
per quanto il fuoco in me si è spento
ho evitato ogni godimento
Per superare la mia ossessione 
che mi ha incatenata in prigione
ho dovuto scrivere di te
Imbrigliarti, incatenarti, trasformarti
Trasformare la nostra non storia
cambiare ogni parola che ci siamo detti
a denti stretti, ancora odio ammettere di aver fatto passare troppo tempo.
Troppo vento su di me si è abbattuto
io restavo, aspettavo un tuo segno muto.
Poi sei riapparso, fallito, suppllicante e sorridente
hai parlato con me come se non fosse successo niente
come se nessuna luna fosse girata
attorno alla nostra ultima giornata.
Poi nel nulla sei tronato, 
e lì ho capito quanto tempo ho sprecato.
Più che te rincorrevo un sogno,
un amore tossico, proibito
cercavo in te Heatcliff perchè
pensavo che solo un vento distruttivo potesse essere amore vero
Non eri sincero, non lo ero io.
Ed ora che lo non mi stringo a te, e a quel sogno
vado avanti giorno dopo giorno.
Ho paura costante che tu ti ferisca, che un lungo coltello
incida la tua bella belle,
che il tuo profumo diventi cenere
che i tuoi occhi si chiudano sciogliendosi.
Che il tuo profondo star male ti faccia affogare.
Ma questo condizione non può essere una giustificazione
del tuo aspro annaspare
del tuo continuo sabotare
del tuo continuo uccidermi.
Come un narciso ti guardi riflesso
e ma ti presenti bene ma vedi solo veleno nelle tue vene.





P.S.
Piccola postilla questa è la "poesia" finale di un'altra mia storia che si chiama "Carte da decifrare" che tratta anche in maniere romanzata la storia del mio primo amore, dove ho pubblicato pensieri che ho scritto dai 14 ai 19 anni. Quest'ultima poesia invece l'ho scritta due giorni fa, razionalizzando e analizzando quella storia particolare.
Sono passati anni dalle vicende che mi fecero tanto star male, proprio per questo l'ho inserita anche qua dove parlo del mio modo di vivere in generale, e quindi mi sembrava un pezzo importante da inserire.
Io pubblico più per elaborare le mie emozioni, perchè altrimenti tenderei a farmi vincere da esse.
Per me la scrittura è catartica, riesce a liberarmi e farmi sfogare, e di conseguenza mi aiuta a vivere meglio, poi se qualcuno trova gradevole ciò che ho scritto o si rivede nelle mie parole non posso che essere contenta.

   
 
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