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Autore: lmpaoli94    20/11/2020    0 recensioni
In un tempo dove i cavalieri si conquistavano l’onore cavalcando per il popolo, le varie suddivisioni di 17 contrade si sfidavano per la supremazia del Regno di Numarsa.
Il primo giorno d’estate era il momento in cui gli uomini dimostravano il loro valore combattendo in duelli controversi.
Le battaglie duravano un tempo illimitato e la contrada vincitrice festeggiava in giro per il Regno dopo aver conquistato tutto il potere.
Ma i giochi sporchi di tali organizzazione andavano a macchiarsi di sangue e di tradimenti che il momento più importante del Regno veniva oscurato da una guerra improvvisa.
Ma cosa sarebbe successo se la pace avesse avuto le sembianze di una… donna?
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Mentre i giorni passavano nelle piccole Contrade di Numarsa, il Conte Varello dei Vassalli ospitava incontri con importanti delegazioni per decisioni che avrebbero potuto cambiare il corso della sua storia.
Ginevra, per quanto fosse l’unica erede diretta di tale prestigio, non veniva mai accolta a simili riunioni, preferendo di gran lunga continuare ad allenarsi per attendere il fatidico giorno dell’inizio dei giochi.
Quando a mostrarsi ai co0nsiglieri e al pubblico dei consiglieri della Contrada del Leocorno non fu altro che Equestre Orvalo dei Rigamonti, un velo di sorpresa si dipinse sul volto di Sir Rumildo.
< Sognore, ma cosa ci fa’ un vostro nemico nella vostra sala? >
< L’ho invitato di mia spontanea volontà. Dobbiamo prendere accordi per il futuro della nostre Contrade. Ma stavolta parleremo in privato. Voi, essendo un mio consigliere, avvertite tutti che la riunione è sospesa fino a data da destinarsi. >
< Ma Signore, manca poco all’inizio dei giochi… >
< E con questo? Avete paura di fare un annuncio? >
< Io veramente… Non vedete la sorpresa negli occhi di questa gente? Equestre non è ben voluto nella vostra Contrada. >
< Si dovranno ricredere. Alla svelta. >
Mentre Sir Rumildo era ancora sconcertato per i presunti “colpi di testa” del suo padrone, il Conte Varello dei Vassalli fece cenno al Capo della Contrada della Civetta di seguirlo.
I due uomoni, accompagnati da un individuo molto basso e dal volto coperto, si ritrovarono in una sala nascosta dove la luce delle candele illuminava il loro cammino.
< Era necessario venire fin quaggiù, Conte Vassalli? >
< Intanto accomodoatevi pure, Equestre. Fate come se foste a casa vostra. >
< Come mai tanto diniego e tanta segretezza? Le facce dei vostri consiglieri mi hanno divertito e insospettito allo stesso tempo. Non erano forse stati avvertiti? >
< Vedete, i miei consiglieri devono capire che sono ancora io il padrone della mia Contrada. Fino alla mia morte… Loro possono decidere del mio futuro, ma l’ultima parola spetta sempre a me. Ma adesso veniamo al nostro incontro: chi mi avete portato? >
< Siete pronto a sorprendervi ancor di più? >
< Sarà molto difficile che voi facciate questo, ma sono molto curioso. >
Facendo segno al suo compare di mostrare il volto al vecchio Conte, l’uomo non poteva credere che davanzti ai suoi occhi si potesse ritrovare il volto di una donna molto misteriosa quanto potente. >
< Credo che voi non abbiate mai sentito parlare della Signora Lucilla Dei Vespri, Capo della Contrada della Quercia. >
< Certo che ne ho sentito parlare > replicò immediatamente il Conte < E’ solo che credevo che il vostro nome fosse associato ad una leggenda. Non si hanno notizia della Contrada della Quercia da moltissimo tempo. >
< Perché noi non esistiamo più > spiegò la donna< O meglio, alcune Contrade ci hanno tradito e soffocato il nostro onore in modo che sparissimo per sempre dalle loro facce. Ma presto capiranno che la forza della Quercia è paragonabile allo scudo d’acciaio che noi adoperiamo contro i nemici, sbattendoli a terra con tale veemenza e violenza. >
Sorpreso dalle parole della donna, il Conte Varello dei Vassalli fu molto colpito da tali parole.
< Spero che voi lasciate da parte i vostri pregiudizi che avete sulle donne, Conte. Leucilla, essendo l’ultima del suo nome, ha l’importanza che potreste avere voi. >
< Peccato che lei non goda di tale fame visto che non esiste. >
< Non esiste rò fino al giorno della mia rinascita che accadrà molto presto, Conte. >
< Voi tutti aspettate i giochi di Numarsa per far capire chi davvero è il più forte. Ma sappiate bene che non funziona così. Ci sono molte Contrade più agguerrite che faranno di tutto per vincere. Anche giocando sporco. >
< Questo fa’ parte anche di voi, vero Conte? >
< Mia cara, nel corso della mia vita sono sempre riuscito a riconquistarmi l’onore con astuzia e veemenza, schiacciando i miei avversari e uccidendo molti cavalieri. La voglia di rivalsa di uomini più giovani di me mescolata alla loro sete di potere, non mi fa’ affatto paura. >
< Dite così perché parlate ad una donna. Ma tutti si ricordano la brutta figura che avete fatto contro la Contrada della Chiocciola prima e contro la Contrada della Pantera poi. Avete rischiato di morire. Oppure non ve lo ricordate? >
< Non dimentico mai il mio passato, s’eppur doloroso. Ma i giudici dei giochi hanno pensato bene di squalificarli per motivi di cui ignoro, portando dritto la mia Contrada verso la vittoria. >
< Magari corrompendo i giudici > replicò la donna cercando di fare innervosire in tutti i modi il vecchio Cinte < Ma per quest’anno non sarà così. >
< Ho vinto con maestria e giustizia. Non ho mai preso in giro nessuno. >
< Lo vedremo quando saremo sul campo di battaglia, Conte Varello. Ma intanto se oggi sono qui con Equestre, è per farvi un’offerta. >
< Sentiamo. >
< Essendo Equestre un mio amico di vecchia data, abbiamo concordato di stringere un accordo in cui a beneficiarsi saremo proprio noi tre. Ma abbiamo bisogno del vostro benestare per stipulare un’alleanza che potrebbe durare nei secoli avvenire. Che cosa decidete al riguardo? >
Equestre, che era rimasto quasi per tutto il tempo silenzioso durante loa conversazione tra Lucilla e il Conte, prese la parola cercando di insistere meglio che poteva.
< Ed io che cosa avrei in cambio di tale benefici oltre che la vostra alleanza? >
< Il nostro rispetto. S’intende. >
< Mi sono guadagnato il rispetto di tutte le altre Contrade che popolano questo Regno con la forza e l’onore. Perché dovrei allearmi con una Contrada che non esiste e che non viene riconosciuta? >
< Vi ho già detto che durante i giochi del Regno… >
< Non ho bisogno di aspettare tale giorno > rispose l’uomo con tono duro < Io e il mio popolo siamo orgogliosi di quello che abbiamo fatto e di quello che continueremo a fare. Ma sicuramente non ci accorderemo mai con coloro che hanno provato a ribellarsi alle regole e alle leggi di questo Regno. Soprattutto vedendo che ad essere capitanati è una donna che ha scordato l’onore della spada. >
< Ma come diavolo osate… >
< Vedete di lasciare subito il mio palazzo, Signora Lucilla. La mia pazienza ha un limiti e superarlo diventerebbe molto pericoloso. >
La donna, ferita nell’orgoglio dal vecchio Conte, non aveva nessuna intenzione di ricevere un non come risposta.
< Ascoltatemi attentamente, Conte Vassalli: voi non sapete contro chi vi state mettendo contro. Siete ancora in tempo per cambiare idea e vi consiglio di farlo prima che… >
< Ne ho abbastanza delle vostre parole insulse e prive di fondamento. Volete parlare chiaro? Andatevene via di qui e non fatevi più vedere. Per il vostro bene. >
Per mancanza di rispetto, la Signora Lucilla sguainò la sua spada cercando di colpire a morte il vecchio Conte.
Ma a causa dei pronti riflessi dell’uomo, Varello riuscì a disarmarla e a colpirla a morte tranciandogli la carotide.
< Nessuno prova a mettersi contro il Conte Varello. Soprattutto quando si tratta di una donna inutile come voi. >
Mentre il corpo giaceva ai piedi dell’uomo completamente dissanguato, il capo della Contrada della Civetta rimase allibito da tale spettacolo.
< Equestre, mica ti faccio così paura. >
< Conte, non avreste dovuto… >
< Ed io che credevo che avevate più spina dorsale. Che cosa vi prende? Siete così spaventato? Io non vi ho chiesto di portarmi degli alleati, ma bensì di stringere un alleanza che potrebbe unire le nostre famiglie… Voi conoscete già mia nipote Ginevra, vero? >
< Sì, Conte Varello. Un bellissimo fiore che ogni giorno diventa sempre più bello. >
< Bravo, amico mio. Vedo che ve ne intendete di donne… Ebbene, dovreste però farmi un favore al riguardo: dovrete cercare di convincere mia nipote a sottrarsi ai giochi di Numarda. Vedete, purtroppo si è messa in testa che vuole combattere a tutti i costi, ma deve anche capire che non è un mondo che gli appartiene. Lei deve solo fare la moglie e ubbidire a suo marito, che con vostra fortuna, potreste essere voi… Allora, credete davvero di poter esaudire un umile desiderio di un vecchio? Guardate bene la riconoscenza che potrei farvi. Entrereste di diritto nelle mie grazie. >
Equestre, che non aveva nessuna intenzione di dirgli di no per non rischiare la sua stessa vita, sapeva anche che combattere l’irascibilità di sua nipote era tanto difficile quanto impossibile.
< Non abbiate paura. Lei non verrà mai a sapere del nostro colloquio. >
< Lo so bene, ma sapete quanto me quanto possa essere ostinata. >
< Ostinata o no, lei è una donna. Non siete in grado di sottometterla al vostro volere? >
< Non saprei proprio come fare, Conte. >
< Almeno provateci. Avete paura di fallire? Non vi preoccupate dio questo. A quel punto ci sarebbero due strade: o la vostra uccisione, o la morte di mia nipote. Perché dovete sapere che mi continua ad annoiare i suoi colpi di testa da ribelle quale si vuole mascherare. Io voglio passare gli ultimi anni della mia vita in pace e divertendomi. Non posso pensare anche alle lamentele di mia nipote. Non siete d’accordo con me? >
< Conte, io farei di tutto… >
< Ebbene, sapevo che vi avrei convinto > lo interruppe l’uomo dandogli una sonora pacca sulla spalla < Avete il diritto di maltrattarla, se volete. Prima provate a parlarci con le parole, e se ciò non dovesse bastare… usate le maniere forti. Sareste in grado? >
< Io… ci proverò. >
< Bravo, così mi piacete… E mi dispiace per la vostra amica Lucilla. Chissà come, ma non mi è mai stata simpatica dall’inizio. Troopo prima donna… Invece noi potremmo portare le nostre Conrade all’onore che gli spetta. Però ho bisogno del vostro aiuto. Solo del vostro. Mi capite, vero? >
< Sì, Conte. Perfettamente. >
< Ne ero certo… Adesso è meglio lasciare questa sala nascosta e polverosa. I miei consiglieri mi daranno per disperso. Venite con me. >
Una volta risalito il palazzo per giungere alla sala principale, Equestre Orvalo dei Rigamonti si sentiva molto a disagio circondato dai suoi nemici.
< Consiglieri miei, da oggi possiamo godere di una nuova alleanza che porterà all’unione di due Contrade molto importanti che hanno fatto la fortuna di questo Regno: salutate Equestre Orvalo dei Rigamonti, Capo indiscusso della Contrada della Civetta. >
Mentre un boato si levava nella sala, il giovane uomo capiva di essersi buttato in un vortice di potere che il Conte Varello avrebbe potuto controllare a suo piacimento, trasformando egli stesso in una marionetta impotente di controllare i suoi istinti e i suoi più profondi desideri.
   
 
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