Film > Star Wars
Segui la storia  |       
Autore: Nives_as_snow    20/11/2020    1 recensioni
Il professor Solo insegna Storia presso il blasonato Boston College.
Brillante ed acuto, viene tuttavia, descritto da alcuni colleghi e corsisti come un sadico, dispotico, egomaniaco.
La giovane insegnante di Psicologia Rey Palpatine è all'assegnazione della sua prima cattedra.
I consigli dei docenti sembrano interminabili e la vena polemica di Solo pare acuirsi, considerevolmente, nei confronti della nuova collega.
Tuttavia la giovane si dimostrerà all'altezza delle sfide che affronterà, dopo il trasferimento, da una tranquilla cittadina di provincia, alla metropoli più storica ed affascinante degli States.
Imperturbabile, all'apparenza, un'aura di compostezza la avvolge.
Suo malgrado, insieme al collega, porterà alla luce verità recondite.
I personaggi sono presi in prestito dall' universo Star Wars e le fan art presenti non sono di mia proprietà. Alcune aesthetics, sono state create da me.
La trama è completamente di mia invenzione e di mia proprietà. Ne è vietata la riproduzione, anche solo parziale, senza consenso della sottoscritta.
Genere: Avventura, Mistero, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ahsoka Tano, Ben Solo/Kylo Ren, Kylo Ren, Rey
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
68747470733a2f2f696d672e776174747061642e636f6d2f73746f72795f70617274732f3938333831363335352f696d6167

Rey era un po' tesa, non vedeva Solo dal loro ultimo incontro-scontro, di venerdì in biblioteca.

Il taxi si fermò davanti ad una delle curatissime villette a mattoncini rossi di Beacon Hill, quartiere residenziale della classe alto-borghese bostoniana.

Una vera perla che consisteva in un susseguirsi di abitazioni incorniciate da curatissime aiuole. 
Non faceva eccezione casa Solo.

Esitante, deglutì, sospirando più di una volta prima di decidersi a bussare.
La porta le si spalancò davanti "La aspettavo Miss. Palpatine, prego."
Si scostò lasciandola passare.

Quella mattina non lo aveva incrociato a lezione, probabilmente non aveva classi.

Reggeva, su un braccio, il cappotto, la borsa e il portatile, Solo allungò la mano nella sua direzione nel gesto di prendere le sue cose, lei gliele porse e, nel farlo, le loro mani si sfiorarono leggermente.

Quella di Rey era un pezzo di ghiaccio che beneficiò del tepore trovato dall'altra parte.

Si accomodarono alla grande scrivania del suo studio. 
Lavorarono a ritmo serrato per almeno due ore, il tempo volava, stavano analizzando la dinamica del delitto, e lo scenario che si andava prospettando era sempre più inquietante. 
Rey ricostruiva la psicologia dell'omicida. Al momento di dover consultare le foto dell' autopsia, le quali, mostravano il corpo della povera ragazza in avanzato stato di decomposizione, Rey accusò il colpo.

Solo notò quanto lei si sforzasse di mantenere i nervi saldi, ma le tremavano le mani, mentre le passava le immagini.

"Ha bisogno di una pausa Miss. Palpatine?"

Guardava in basso, era turbata e non voleva darlo a vedere, mai mostrarsi deboli. 
Inspirò profondamente. "Qualche momento...  riprendiamo subito."

"Preparo del caffè."

Mentre lui si dirigeva verso la cucina, Rey ne approfittò per sgranchirsi un po', si alzò dirigendisi verso le grandi vetrate che lasciavano filtrare la luce tiepida delle quattro del pomeriggio, tagliare di netto l'oscurità del mobilio.

Tutto estremamente impeccabile, per essere un single - o forse non lo era, chissà - effettivamente non sapeva un accidenti di lui, magari aveva una compagna.

Lei non era così attenta, al di fuori del lavoro.
Piuttosto disordinata.
Pensò comunque che, ricco com'era, si avvaleva certamente di aiuto, per occuparsi di una casa così grande .

La biblioteca era strabiliante, come se l'aspettava da uno con la cultura di Solo:
quattro pareti in ciliegio massello, interamente tappezzate, dal pavimento al soffitto, di libri, un piacere per gli occhi e per l'anima.

L'alta scala a pioli ancorata ad una delle mensole, ognuno degli ordinati ripiani, contornato lungo tutto il perimetro della stanza, da piccole balaustre a protezione dei libri.

Sul tavolino accanto al Chester a lavorazione capitonnè, sul quale era adagiato un pesante plaid in tweed, dalle tonalità del verde scuro, non poté non notare un'edizione pregiata, con copertina in pelle, de "Il Rosso e Il Nero" di Stendhal.
Era aperto, non resistette alla tentazione di accarezzarne le pagine.

Come fosse stato il viso di un amante, vi scorreva i polpastrelli per tastare la ruvidità della trama, sembrava una bambina in un negozio di caramelle e Solo la osservava già da qualche attimo, sulla soglia.

Riemerse da quel momento d'evasione al lieve tintinnio del vassoio poggiato sul tavolino, davanti al divano.

"Le piace Stendhal?"

"Se posso permettermi, mi piace tutto quello che contiene questa enorme libreria!" Pronunciò briosa con le mani giunte, mentre i vispi occhi raggiungevano ogni angolo di quel paradiso.

Il parquet chiaro dai toni color canapa, in contrasto con particolari in ciliegio, rendevano l'ambiente moderno, ma caldo e accogliente nello stesso tempo.

Solo si accomodò sul sofà, "Zucchero?" chiese alla sua ospite.

"Si due, di canna." lo ringraziò Rey, ponendosi a sedere anch' ella, ma a distanza di sicurezza.

La guardò un po' perplesso.

"La vita è già amara di suo, almeno il caffè dolce." osservò la ragazza, cercando di smorzare la tensione che avvertiva, non sapeva se per le foto della povera Jean, o per le contrastanti vibrazioni che le trasmetteva il suo collega.

Era come un mare dalla superficie calma, ma cupo, profondo, i cui abissi erano insondabili, difesi dal suo sguardo magnetico e impenetrabile.

Stava sciogliendo quello zucchero, nel caffè di lei,
con una lentezza talmente estenuante che tra poco avrebbe finito per dissolvervi
anche l'acciaio del cucchiaino.

Rey lo osservava con la coda dell'occhio: le ampie spalle leggermente chine, fasciate da una maglia beige a trama grezza, dei jeans stone-washed nella lunghezza superiore, lungo la coscia; aveva qualcosa di diverso, un abbigliamento più informale forse... o forse i capelli, sembravano più lunghi non accomodati, al solito, dietro le orecchie, ma liberi, tanto che le ciocche del ciuffo e laterali arrivavano sugli zigomi.

Solo sollevò lo sguardo verso di lei per porgerle la tazza, non portava gli occhiali, la luce che, lateralmente penetrava dalla vetrata dietro il divano, gli feriva le iridi; non erano scure come sembrava, ma molto più chiare dei capelli.

Le passò il caffè mentre continuava a guardarla, lei, dal canto suo, non riusciva a smettere di fissarlo.
Le striature d'ambra in quelle pupille le avevano provocato un pizzicore allo stomaco.
Ne osservava le labbra piene appena schiuse, i contorni un po' irregolari del viso, i numerosi nei disseminati sull' incarnato latteo.
Quegli occhi... erano un favo che stillava miele nel quale rimanere invischiati.

Allungò entrambe le esili mani fredde, per prendere la tazza, poggiandole appena su quella calda e grande di lui.

"Grazie Dr.Solo" pronunciò con un filo di voce.

Silenziosamente sorseggiavano il caffè. Rey tornò alla realtà, "Dr.Solo, che ne pensa della modalità dell'omicidio?"

"Una storia terribile Miss. Palpatine, terribile!"

"Circolavano strane teorie di segrete tresche tra alcuni alti prelati e giovani studentesse, cui, in cambio di determinate prestazioni, sarebbe stata garantita laurea con lode."

"Queste cose sono disgustose, ma ne sono tristemente a conoscenza anch'io." pronunciò tenendosi il mento tra l'indice e il pollice, pensieroso.

"Ah si?" Cambiò tono Rey, richiamando d'immediato, ancora, lo sguardo del collega su di lei "non mi pareva fosse così d'accordo ai consigli di classe, venerdì!"

"Ero un po' stanco." La liquidò.

"Ma non ero io quella...'esausta'?"

Solo risollevò nuovamente lo sguardo ad incontrare quello di lei: fuoco vivo le ardeva nelle pupille del colore delle nocciole, frementi erano le labbra rosse, come le guance, che bruciavano (forse per la rabbia?) accentuando le lentiggini di un tono appena più caldo, lo stesso del colore dei suoi capelli.

Era vestita con semplici jeans e un maglioncino bluette, cui aveva abbinato uno smalto pendant, che metteva ancor più in risalto il suo incarnato dorato.

68747470733a2f2f73332e616d617a6f6e6177732e636f6d2f776174747061642d6d656469612d736572766963652f53746f

Solo non riuscì a controbattere nulla, restò a guardarla, mentre sentiva la pressione sanguigna pulsare violentemente nelle vene insieme ai suoi battiti accelerati.

Sperava di non lasciar trasparire quanto la trovasse ancora più attraente, quando inarcava le sopracciglia, contrariata.

Miss. Palpatine, soddisfatta della sua piccata rivincita, tornò alle questioni prettamente lavorative, illustrando al collega la sua tesi, più complessa di quanto si potesse pensare: uno sporco affare ordito ai piani alti da alcuni professori e porporati, una vera e propria setta, all'interno della confraternita della quale Jean faceva parte. Tutto affinché si potessero immolare gli studenti come colpevoli.

Solo la guardava sempre più preso nel discorso, arguta, intelligente,
era totalmente affascinato da quanto nel profondo della psiche umana riuscisse ad arrivare.
Lo sguardo palpitante di idee sempre nuove.
Era rapito dal suo modo di collegare tutti i tasselli e incastrarli alla perfezione, come le tessere di un puzzle.

Alla fine erano rimasti a lavorare accomodati sul divano, dove stavano accanto al camino, con i notebook in grembo.

Analizzavano la modalità del rituale macabro che doveva aver portato al delitto, i particolari erano raccapriccianti, stando ai dati dell' autopsia, lo strangolamento, come mostravano i segni violacei intorno al collo, era stato solo la fine delle pene inflitte alla povera ragazza.

Rey ebbe un altro attimo di cedimento, portandosi una mano alla bocca mentre scorreva i referti medici. 
"Mio Dio!" Esclamò, occhi al cielo, per trattenere disperatamente le lacrime che però impietose le erano rotolate lungo le guance.

Solo chiuse il laptop di scatto e fece lo stesso con quello di Rey.

"Ne ho abbastanza, per oggi può bastare Miss. Palpatine."

Lo guardò, grata, sentendosi assolutamente patetica, mentre asciugava le guance.
Il pomeriggio tutto sommato era scorso tranquillo, niente sangue sul bel tappeto grigio ghiaccio sul quale Solo si era sistemato a gambe incrociate.

Rey tirò un sospirone, sperava che il suo collega volesse smettere, ma non perché la sua compagnia fosse sgradevole, anzi, era stato molto pacato, e lei lo apprezzava, ma era proprio il caso a cui lavoravano che le dava il voltastomaco.

Visibilmente scossa, rimase imbambolata sul sofà, Ben Solo, dal basso del tappeto la guardava.

"Miss. Palpatine non si sente bene? È molto pallida."

"Non si preoccupi, mi riprenderò presto."

L'uomo si alzò, ravvivò il fuoco nel caminetto e le porse la coperta che era sul bracciolo poco distante.

"Professor Solo, muoio di fame, le va se prendiamo del cinese come avremmo dovuto fare la settimana scorsa? Oh... mi scusi, non è mia intenzione autoinvitarmi, possiamo andare da me, le va?"

"Se... non ha fretta di rientrare... faccio arrivare l'ordinazione qui, non la aspetta nessuno da Lady Tano?"

"Nessuno." Rispose la ragazza.

"Bene, chiamo allora."

"Purtroppo stasera non possiamo effettuare consegne, però può venire lei a ritirare."

"Sarò lì in dieci minuti." disse alla cameriera.

"Miss. Palpatine, se vuole può restare qui mentre ritiro il cibo, quando è così terso fuori si gela." le parlava mentre armeggiava tra cappotto, chiavi di casa e della macchina, si voltò, non ricevendo risposta... si era addormentata, acciambellata nel tweed, pareva uno scricciolo.

Sorrise, istintivamente e richiuse piano la porta alle sue spalle per non svegliarla.

Poco dopo il trillo prolungato del telefono e un messaggio in segreteria la ridestarono.

"Ben, tesoro, siamo mamma e papà, buon compleanno! Ci dispiace di essere fuori città, appena torniamo organizziamo una bella cena. 
Riguardati tesoro, esci, non startene sempre rintanato, ti vogliamo bene, spero tu stia passando una buona giornata, proviamo a richiamare dopo, il tuo cellulare è irraggiungibile."

Il suo compleanno, pensò tra sé Rey, sentì un enorme senso di solitudine pervaderla.

Si alzò, reinfilò gli
scarponcini imbottiti di caldo pelo bianco
e si guardò intorno.

Nel giorno del suo compleanno quell'uomo era completamente solo e lei per puro caso sarebbe stata la sua unica compagnia.
Frugò un tantino negli stipi in cucina, apparecchiò meglio che poteva aggiungendo un tocco carino, dei fiori freschi in un piccolo vasetto come centro tavola, era riuscita a rimediare persino una candela smoccolata.

Solo rientrò in men che non si dica, Rey sentì stridere le ruote dell'auto sul selciato nel vialetto e il rumore metallico della chiave che girava nella toppa della porta di casa.

Un po' a disagio, infilando una ciocca di capelli dietro l'orecchio mormorò
"Professor Solo... mi sono presa la libertà di apparecchiare almeno, per ricambiare la gentilezza di essere morto di freddo per portarmi la cena."

Fosse stato per lei, avrebbe spento le luci, gonfiato i palloncini e urlato "Sorpresaaa!" organizzato qualcosa...
Ma lui non era nè Finn, né Poe, era solo il suo collega tremendamente serio e musone, però era pur sempre il suo compleanno e Rey voleva essere gentile.

"Oh... grazie mille Miss. Palpatine, non era necessario... ma... grazie davvero."

"Lavoriamo insieme da un mese, Rey va benissimo, io sono... Rey" gli sorrise sinceramente in segno di una tregua che sperava davvero duratura.

"O... ok... Rey... prego" le fece cenno di sedersi. Cenarono dandosi vicendevolmente pareri sul cibo, su quali erano i piatti meglio cucinati, scoprendo di avere gusti simili."

Tutto sommato Solo sapeva essere anche alla mano, non sembrava certo il tipo da cinese da asporto, invece lo era e mangiava pure come un disperato, voracemente con quella bocca enorme che aveva.

Anche Rey affamata, era aggraziata come uno scaricatore di porto.

Ad un tratto Solo aveva proprio esagerato, si rese conto di non essere per niente signorile, nella foga il ripieno degli involtini primavera era finito ovunque.

Rey iniziò a ridere perché aveva combinato un casino e i crauti gli erano finiti persino tra i capelli, nel vano tentativo di toglierli aveva peggiorato la situazione.

"Oh la prego, professor Solo, venga qui" fece per aiutarlo a rimuovere carotine e verze tra le folte ciocche nere.

Si rese conto che era a un passo dal suo viso, con la punta delle dita ritorte tra i suoi capelli mossi, ma incredibilmente morbidi e setosi.
Finirono occhi negli occhi, più di una volta, istanti infiniti, fuggenti, intensi, nei quali tentavano di distogliere invano lo sguardo per fuggire l'imbarazzo, ma la voglia di tornare a guardarsi era prepotente.

"Ecco quà, finito... e
io-io... si è fatto tardi professor Solo."

"La accompagno."

"Non è necessario, chiamo un taxi, come ho fatto all'andata."

"Sarei passato a prenderla anche all'andata se avessi saputo che veniva in taxi, credevo avesse un mezzo personale."

Prima che lei potesse protestare 
Infilò scarpe e cappotto e la aiutò ad indossare il suo.

Durante il percorso, al solito, sui sedili riscaldati, Rey si era addormentata. Aveva un'aria incredibilmente infantile, ne sbirciava, ogni tanto, l'espressione buffa, i tratti delicati del viso, illuminati dai lampioni durante il tragitto.

Giunti che furono la ragazza si svegliò stropicciando gli occhi, finendo per rovinare il mascara.

"Allora... buonanotte Miss. Palpatine."

"Rey!" Precisò, poi guardò l'orologio erano le 23.40; prese una decisione di cui forse si sarebbe pentita, ma volle agire d'istinto, fare ciò che riteneva giusto.

Mentre Solo la accompagnava fino alla porta, sorreggendole la borsa del laptop, che le passò appena sulla soglia, la ragazza si sporse in avanti, salendo in punta di piedi, gli infilò dolcemente le dita tra i capelli, dietro l'orecchio, traendolo a sé.

"Buon compleanno professor Solo." gli sussurrò, tremante - non sapeva se per il freddo - baciandolo su una guancia.

La guardò con occhi languenti, mentre fuggiva da lui, da quel contatto così intimo che era stata capace di creare, con sfrontatezza, ma anche grande tenerezza.

La afferrò delicatamente per un polso "Ben, va benissimo Ben... come lo sapevi?"

Rey rossa in viso, lo sguardo basso... "Mentre eri a prendere la cena è arrivata una telefonata, è scattata la segreteria, erano i tuoi, ti auguravano buon compleanno."

"Sei restata più a lungo perché, per caso, hai saputo che era il mio compleanno?"

Rey allora risollevò gli occhi - tristi - verso quelli di lui 
"Te lo avevo chiesto da prima di saperlo... e comunque... sono stata in ottima compagnia."

Fece per andarsene, ma il tono avvolgente della voce di lui la bloccò ancora una volta "Perdona, dico sempre la cosa sbagliata."

Rey si voltò di scatto, la guardava con gli occhi colpevoli di chi sa di non meritare che biasimo.

Fu un istinto ancora più impetuoso del primo, gli gettò le braccia al collo e lo strinse, intrecciandogli le mani dietro la nuca, tra i capelli.
Era così alto e possente che per un momento credette che le sue braccia non sarebbero riuscite a contenere la larghezza del suo torace.
Si strinse a lui poggiandogli la testa su una spalla, emanava un calore inverosimile e lei tremava come una foglia.

"Buon compleanno Ben... qualche volta prendi solo le cose belle, buon compleanno Ben, davvero."

Colto completamente alla sprovvista se ne rimase con le braccia inerti, come un grosso ciocco di legno inanimato, incapace di muovere un muscolo o pensare.
Poi, piano, gli ingranaggi arrugginiti mossero animati da qualcosa di non meglio definito.

Lentissime le braccia di Ben Solo si unirono fino a intrecciarsi dietro la schiena della ragazza, seppellendo il volto, arrossato dal freddo, nel soffice calore dei capelli di lei.
Gli occhi chiusi, persi in quel delicato profumo speziato che sapeva di cannella, di mela e di rose. 

"Grazie... Rey." mormorò, a fior di labbra, mentre la vedeva sparire dietro l'androne del portone di Lady Tano. 
 

Angolino dell' Autrice Monella:

Auguri, auguri e ancora auguri professor Solo/ Adam Driver.

Un po' di fluff (leggi tonnellate) ti era dovuto nel tuo giorno, ma non canterai ancora vittoria tanto presto.

Però ti vogliamo bene perché sei uno strarompi, noioso, musone, vecchio, burbero but very very inside sei bono come il pane caldo e non 'solo'. 😈

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Star Wars / Vai alla pagina dell'autore: Nives_as_snow