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Autore: _Selenophile_    20/11/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Quei giorni,a prescindere da tutto,adesso li ricordo con molta malinconia. Potevamo litigare come matti,ma alla fine noi eravamo sempre tutti insieme,inseparabili.
Stavo vivendo la vita che tutti desideravano,avevo gli amici che tutti desideravano;e avevo anche la storia d’amore che tutti desideravano,con un ragazzo che tutti desideravano.
È vero,il nostro rapporto era molto traballante in quelle settimane. Anche se ufficialmente non eravamo una coppia, sia io che lui ci consideravamo come tale. Era un qualcosa di inspiegabile,più profondo del classico filo rosso.
Io ero felice,senza sapere di esserlo.
 
«Quindi voi due..» Daniele indicò Sofia ed Elisa «..quando siete venute a casa nostra per parlare,era solo per seguire un piano?»
«Esatto.» annuì Sofia «Anche se Melissa sa che è stata Camilla a mandare l’audio.Sai..» si strinse nelle spalle «..per essere più credibile.»
Lo sguardo verde di Daniele era attonito, come quello degli altri.
«Siete delle arpie.» commentò Victor stringendo le labbra.
«È colpa mia.Le ho coinvolte io..» mi giustificai «..loro non c’entrano!»
«C’entrano eccome!» mi fece eco il mio amico biondo «Perché ultimamente vi fa tanto schifo parlarci di qualcosa?!»
Nessuna di noi osò rispondere alla sua frecciatina,sapevamo che avesse ragione.
«Ma almeno adesso è tutto risolto?» la voce di Mercorelli ruppe quel silenzio carico di sottintesi.
«Sì.» Andrea posò un giornale sul tavolino «Morrovalle è stato arrestato;penso che Tatiana e Melissa se la caveranno con una multa.» si appoggiò sul bracciolo della poltrona su cui ero seduta «Comunque la loro fedina penale ormai è andata.»
«Ma faranno un processo,no?» domandò Camilla.
«Probabile,a questo punto..» rispose Daniele.
«Comunque,dovevate dircelo!» ci rimproverò Joan.
«Aje che palle!» brontolai «Ormai non ha senso neanche parlarne più!Abbiamo avuto giustizia!»
«Ma sentitela..» Joan mi spinse «..la giustiziera della notte!»
Ricominciammo a battibeccare con i ragazzi. Ognuno di noi rimproverava l’altro per qualcosa,in una caciara sconclusionata. «La vogliamo smettere di fare i bambini?» Andrea riportò tutti all’ordine «Non serve a niente fare così.»
«Effettivamente…» lo spalleggiò Diafa. Questo era molto strano dal momento che da quando era successo tutto quel putiferio,mal sopportava la presenza del ragazzo.
«Sapete cosa ci serve?!» Mercorelli prese il telefono e lo girò verso di noi «Questo!»
Allungammo il collo per leggere lo schermo. Camelot Knight . Così recitava la locandina psichedelica dell’evento.
«Sarebbe..?!»
Diafa prese il telefono dalle mani del ragazzo e lesse l’evento.«Inauguriamo un nuovo format per la tanto amata Camerino.Una sola notte, una one shot per staccare la spina da esami insormontabili,pause caffè sempre troppo corte e lezioni pesanti. Regalatevi una sola notte per vivere.»
«Dobbiamo andare?» ci domandò Camilla,non era molto convinta.
Stava per arrivare la fine dell’anno accademico,e con lei le date delle scadenze e la tanto temuta sessione estiva.
«Certo che dobbiamo!» Mercorelli era il più festaiolo della combriccola «Solo una notte!Dai!Andiamo,ci divertiamo e torniamo!»
«..io avrei un articolo da pubblicare entro il mese prossimo..» cerco di placarlo Daniele.
«Fino al prossimo mese nominano un altro papa!» lo interruppe l’altro «Raga,davvero vogliamo chiuderci ad ammuffire in casa?!»
«Penso che Merco abbia ragione!» il ragazzo fu appoggiato da Joan «Ce la meritiamo una serata di svago dopo tutto quello che ci è successo!»
«A pensarci bene,ultimamente non abbiamo fatto altro che soffrire…» annuì Elisa.
«Voi comunque andate..» si intromise Andrea «..io preferisco rilassarmi a casa.»
Mi girai a guardarlo con una fitta di delusione a stringermi lo stomaco,non sarebbe stato lo stesso senza di lui.
«Scordatelo!» Victor gli cinse le spalle «Vieni anche tu!»
«Ma non mi va!Che ci faccio io in mezzo a quei scalmanati che ballano?!»
«Fai girare la testa a tutte con quel culo!»
Occhi verdi,blu e scuri si girarono verso Mercorelli,fulminandolo per quella frase.
«Oh..» lui si passò una mano tra i capelli neri imbarazzato «Scusa,Serena.»
Io incassai la testa nelle spalle,arrossendo.«No figurati..ormai io e lui..cioè..» ciancicai con le parole,senza terminare la frase.
Andrea strinse gli occhi.«Sapete cosa?!» mi trapassò con lo sguardo «Mi avete convinto!»
«Vai così!» Elisa gli diede una pacca sulla spalla «Quasi quasi mi ubriaco proprio.»
 
«Mamma che puzza!» Mercorelli mi raggiunse in balcone tossendo e sbuffando.
«Ma fammi capire..» gli lanciai un’occhiata «..sei partito dal soggiorno per venire a rompermi?!»
«No.In realtà..» si appoggiò con il fondoschiena alla ringhiera «..sono venuto a chiederti scusa.»
«Di nuovo?!» sgranai gli occhi «Sono due giorni che mi chiedi scusa. Direi anche basta,no?!»
«No,non è quello.Cioè..» il mio amico si passò una mano tra i capelli,scompigliandoli.Lo faceva sempre quando era agitato.
«Mercorè,che succede?»
L’altro sbuffò.«Non vorrei che tu non voglia tornare con noi perché non riesci a perdonarci.»
Un moto di tenerezza mi investì.Ormai il mio scoppio d’ira il giorno delle mie dimissioni era stato archiviato.I ragazzi mi avevano corteggiata nei giorni successivi affinchè tornassi nel gruppo.Si profusero in scuse e chiarimenti,senza sapere che erano già stati perdonati.
Era Mercorelli che più di ogni altro stava male per quella situazione:secondo il mio amico,era lui la causa del mio rifiuto.Tenero e dolce Mercorelli.
«Merco,ascolta…» gli misi una mano sulla spalla «Non c’è bisogno di ulteriori scuse e discussioni varie,vi ho perdonato da giorni,ormai..»
«Ma allora perché non ritorni?!» sgranò gli occhi cangianti che erano di un bellissimo acquamarina sotto la luce del primo pomeriggio  «Tra una settimana abbiamo la finale e con Carolina non ci siamo proprio!»
Abbassai le spalle sconfortata e risposi.«Te lo dico una volta per tutte..» mi sentivo come se stessi spiegando le operazioni  algebriche ad un bambino «Io vi ho perdonato.Tutto quello che voglio adesso,è lasciarmi questa situazione alle spalle,va bene?»
«Ti capisco,ma…»
«Non insistere,Merco. Purtroppo il vostro non lasciarmi neanche spiegare ed aggredirmi in quel modo mi ha aperto una ferita,che,purtroppo,ancora non riesco a chiudere.»
Lo sguardo azzurro del mio amico tremò.«Ma io ti vedevo,eri così entusiasta di questo progetto..»
«Lo so.» ammisi «Ma è passato troppo poco tempo,è ancora tutto troppo fresco.» lui abbassò lo sguardo ma non rispose,così gli misi due mani sulle guance,invitandolo a guardarmi «Il fatto che io non sia più nel gruppo,non vuol dire che non saremo più amici.»
«Ci mancherebbe.»
«Appunto.Smettila di torturarmi e di torturarti con questa storia.Per favore.» lo implorai «Per favore!»
Lui mi guardò e sciolse le mie mani dalle sue guance.«Scordatelo.» cominciò «Ho visto come ti muovi su un palco.Tu lo domini e lo incendi contemporaneamente.E ho visto come siamo noi con te al microfono..» strinse le mani a pugno «..noi siamo noi solo tutti insieme,non ti permetterò di buttarti,e buttarci via così..»
«Ma che dici?!» soffiai confusa.
«Non ti permetterò di fare lo stesso errore che stavamo per commettere noi cacciandoti dal gruppo.»
 
Distolsi la mente da quel ricordo e mi guardai di nuovo allo specchio.Ma chi diavolo era quella?!
Le ragazze volevano giocare a fare Cupido con me ed Andrea,e avevano passato tutto il pomeriggio ad impellettarmi.
Il risultato era a dir poco stupefacente.I capelli cadevano selvaggi sulle spalle,incorniciando il mio smokey eyes scuro che rendeva i miei occhi ambra più profondi;le labbra lucide profumavano di zucchero a velo.Il vestito bianco con disegnato un dobermann con una bandana al collo mi avvolgeva morbidamente le forme,le calze a rete sparivano nei tronchetti alla caviglia che mi rendevano più alta di almeno quindici centimetri.
«Come procede lì?!..cazzo,Sere!» Camilla lasciò la sua proverbiale educazione quando mi vide.
Lei era come sempre bellissima. La gonna corta era interamente tempestata di pailettes dorate,a cui aveva abbinato un semplice top nero,come le decollete nere. I capelli avevano un accattivante effetto bagnato,mentre gli  occhioni ghiaccio bordati di eyeliner nero e la bocca pastello le donavano un’aria ammaliante.Le orecchie erano ornate da un paio di grandi orecchini a bottone con il bordo dorato e l’interno in madreperla;all’indice sinistro splendeva l’anello di fidanzamento. Era uno schianto.
«Ma siete sicure di quello che fate?!» chiesi incerta,guardandomi di nuovo allo specchio.Era molto corto quel vestito.
«Non fare storie!» anche Diafa entrò in camera mia «Tu verrai così alla festa,e non accetto repliche!»
Nella prossima vita,sarei voluta rinascere lei. Indossava un top con la semplice scritta I’m a bitch,I’m a boss in bianco.Il pantaloncino era inguinale e le segnava chiaramente il fondoschiena. La nota di colore era data dal vestito di un viola metallico completamente trasparente che indossava sopra quel completo nero e le lasciava scoperta dalla coscia in giù.Gli stivali al ginocchio la rendevano slanciata come una pantera. Lei non aveva bisogno di truccarsi,il suo viso perfetto era stato lasciato acqua e sapone,circondato da una nuvola riccissimi di capelli neri.
«Wow..» sentii qualcosa di indefinito allo stomaco nel vedere la bellezza delle mie coinquiline insieme «Siete fantastiche.» quasi che mi sentissi attratta da loro.
Diafa agitò una mano piena di anelli.«Lascia stare noi adesso..» mi puntò un indice rosso «Devi sedurre Andrea stasera,ricordalo!»
«Voi proprio non capite..» mi sedetti sul letto «..Andrea è mosso dall’orgoglio,dal rispetto dei suoi princìpi e dei suoi valori morali molto alti.Cose che io ho intaccato con il mio comportamento.E in più..» sospirai «..gli ho mentito spudoratamente,e lo detesta.Non c’è niente da fare.»
La mia coinquilina bionda scosse la testa.«Lui ancora ti ama.Ti ama tanto. E facendo così sta andando solo contro il suo cuore,e non si può andare contro il cuore..» mi fece una carezza «..anche se lo si vuole più di ogni altra cosa.» sospirò «Ha messo su un muro di testardaggine e orgoglio che tu dovrai sfondare.»
«Esatto..» l’affiancò Diafa «..quindi togliti quello sguardo da gattina indifesa e metti tanti anelli e bracciali!»
 
Il luogo della festa era la Contram,ovvero il grande magazzino dove stazionavano i pullman. Dall’esterno della struttura di ferro e metallo si intravedevano i bagliori blu,violacei e rossastri delle luci stroboscopiche;la musica era talmente alta da sentirsi nitidamente dalla fila e le voci dei dj incitavano la folla a scatenarsi sul grande pavimento in cotto. A giudicare dalle urla e dal vociare,il livello di ubriachezza doveva essere già molto alto.
«Raga,sul serio..» biascicai mentre aspettavamo il nostro turno per entrare«..mi lasciate andare a cambiare?»
«Che vole?!» Sofia mi soppesò con lo sguardo pieno di mascara e fasciata in un pantalone di pelle nera.Sotto il soprabito rosso,un bustino con la scollatura a triangolo lasciava intravedere le numerose collane che dal collo si disperdevano sul seno e sul petto,fino ad allacciarsi alle lunghe catene legate alla cinta. Gli zigomi erano accentuati dal contouring ma il resto del viso,fatta eccezione per le labbra borgogna, era lasciato naturale,seguendo la nuova tendenza del less is more.Era molto provocante con la pony tail liscia e i tacchi scuri. Ho sempre pensato che si vestisse in maniera così prorompente per celare la sua grandissima fragilità.
«Ma mi vergogno!» cercai di protestare,ma senza successo.
«E fattela finita!» mi sgridò la mia amica.
Il buttafuori ci timbrò e ci lasciò passare.Mentre aspettavamo che entrassero anche le altre,Elisa mi redarguì.«Ricordati che non facendo nulla non risolvi nulla.»
I neon facevano risaltare il suo blazer argento stretto in vita da un cinturone,i capelli erano lisci e luminosi,come gli occhi miele truccati di nero e grigio,in contrasto con le labbra rosse.La bralette nera che sbucava dal blazer lasciava intravedere la forma del seno. Lei era l’unica senza tacchi,avendo preferito un paio di stivali bianchi a metà coscia con un accenno di plateu a quelle trappole infernali. Portava i suoi classici accessori argentati,su cui spiccava la fascetta Cartier che le aveva regalato Victor per il suo compleanno. Aveva il superpotere di essere perfetta con poco.
«Sei molto bella!»
Lei mi sorrise e mi cinse le spalle.«Forza!»

https://www.youtube.com/watch?v=ele2DMU49Jk

Attraversammo la porta che dava sul grande spazio adibito a pista. Alla nostra destra, un grande bancone era illuminato a festa,mentre due barman entrambi in papillon e bretelle mischiavano liquidi di ogni genere negli shacker.
Le luci vorticavano abbagliandoci,i bassi stordivano e il pavimento vibrava a furia di essere calpestato.
Camminavo accerchiata dalle mie amiche,la musica ritmata mi era  entrata nel profondo facendomi sentire leggera,le mie amiche, che si aprivano a ventaglio, mi facevano sentire potente e sicura di me stessa.
La pista era pienissima,ma quella mandria scalmanata si apriva ai nostri lati,lasciandoci lo spazio adeguato,non disdegnando di lanciarci qualche occhiata ammirata o semplicemente incuriosita.
Splendenti,giovani e bellissime,ci muovevamo in perfetta sincronìa,scambiandoci sorrisi sinceri e occhiate complici,lasciando il fuoco al nostro passaggio.
 
«Cioè,un’attimo…» Mercorelli sgranò gli occhi quando arrivammo al tavolo «..ma allora eravate voi quelle sventole?!»
«Ah ah ah..divertente!Cambiati quella camicia,piuttosto!» lo rimproverò Diafa.
Mercorelli portava un semplice jeans nero a cui era abbinata una camicia dello stesso colore con disegnati dei pellicani.Al collo spiccava l’immancabile medaglione dorato della nonna.
«Glielo stiamo dicendo anche noi da quando è arrivato,mala chica.» Joan si appoggiò a Diafa con il gomito. Indossava un pantalone con una fantasia floreale tono su tono,il pastrano in ecopelle lasciava intravedere la canottiera bianca e l’onnipresente anello con la pietra nera.
Victor,che fino a quel momento aveva mangiato di baci la fidanzata, prese parte al discorso. «Tutto molto bello,ma è palese chi abbia più stile qua in mezzo!»
Aprì le braccia e girò su stesso,per pavoneggiarsi:era vestito con un jeans skinny e strappato su un ginocchio,la semplice t-shirt era stretta e segnava i suoi addominali,la giacca blue navy dal taglio classico era dello stesso colore della maglietta e aveva una doppia fila di bottoni dorati.
Ero in procinto di rispondergli dicendo che effettivamente fosse il migliore lì in mezzo,ma la lingua si bloccò non appena il mio sguardo incrociò quello di Andrea.

Era seduto su una delle poltroncine nere e mi guardava fisso,senza muoversi.Da quanto mi stava fissando?
Continuò a guardarmi mentre si alzava e mi veniva incontro. Ne approfittai per osservarlo meglio:il jeans nero era aderente,così come la maglietta dello stesso colore,lo scollo profondo lasciava intravedere l’inizio della tartaruga e un ciuffo di peli. Le collane dondolavano mentre lui si avvicinava implacabile,la giacca color tortora sembrava essere molto morbida ed ondeggiava con la sua andatura,le maniche erano arrotolate,in modo da far vedere tutti i suoi bracciali e i suoi anelli sulla sua pelle ambrata.
Rimpicciolii sotto il suo sguardo così cupo,maledicendo le mie amiche e la loro testa dura per avermi costretta a conciare in quella maniera.
Mi avvolse con un braccio e si avvicinò al mio orecchio. Istintivamente mi aggrappai ai suoi bicipiti e chiusi gli occhi.
«Sappiamo entrambi la mia scarsa capacità di controllo..» la voce era roca «..non mettermi alla prova,bimba.» calcò volontariamente il nomignolo.
«Quindi ti piace?» soffiai accaldata.
Strisciò con il naso sul mio collo,provocandomi scariche elettriche in tutto il corpo. La sua vicinanza così inaspettata accese vecchie emozioni mai del tutto sopite;era una vita che non eravamo così vicini,ed essere praticamente spalmata sul suo corpo non aiutava per niente. Avrei piantato molto volentieri gli altri per andarmene con lui e passare la notte insieme,e il giorno. O notte e giorno insieme. Probabilmente stavo impazzendo.
Ebbi la conferma che il mio sentimento per lui fosse ancora forte. Lui che era figo da svenire e sexy oltre ogni limite.
Mi lasciò all’improvviso,ancora con il respiro accelerato e la confusione nello sguardo.«Vado a ordinare da bere.» mi diede un leggero bacio sulla guancia e si diresse al bancone.
Mi aggrappai al primo sostegno solido che trovai,ovvero il braccio di Daniele.«Stai bene?»
«Eh?!» farfugliai «..più o meno..»
Lui lanciò uno sguardo a me,poi ad Andrea e collegò i pezzi.«Vieni qui!» mi abbracciò come un fratello.
«E comunque..» mi lasciò sorridendo «Senza che fai lo splendido tu!» urlò in direzione del mio amico biondo «Lo stile migliore è il mio!» si lisciò il jeans bianco e si aggiustò il colletto della camicia nera lasciata aperta fino allo sterno. Per la prima volta in vita sua,aveva indossato il famoso chiodo da biker che Andrea gli aveva regalato per “renderlo più figo” come diceva sempre lui .Non aveva pettinato i capelli con il gel,lasciandoli disordinati e ribelli.Aveva trafugato anche una collana del cugino «Vero,Sere?»
Io mi accasciai sulla prima poltroncina che trovai.Che serata mi aspettava!

https://www.youtube.com/watch?v=ALZHF5UqnU4

Stavamo ballando in pista,scatenandoci sulle note di Marshmello,tutti abbastanza brilli da aver lasciato le nostre interdizioni al tavolo. Il trucco si era sciolto,i capelli erano in disordine, le giacche erano state buttate da qualche parte.
Non facevamo altro che abbracciarci e saltare,portando le mani al cielo urlando. I ragazzi avevano avuto ragione,ci serviva una serata di svago,senza pensare alle cose orribili che da un mese a questa parte non facevano che capitarci.
Ci sentivamo potenti,immortali,padroni del nostro destino.
Victor ed Elisa continuavano a ballare stretti,baciandosi ed abbracciandosi.Sofia e Diafa ancheggiavano sensuali spalla contro spalla.Joan prese Camilla per le mani e la fece girare talmente veloce che i capelli biondi di lei ruotavano vorticosamente come un mantello.
E lì,su una canzone scritta per sentirsi meno soli,per unire persone lontane attraverso il potere salvifico della musica,capii quello che in fin dei conti avevo sempre saputo.
Andrea saltava tra Daniele e Mercorelli,una mano al cielo e l’altra stretta intorno al mio amico,completamente senza inibizioni.Erano riusciti a trascinare anche lui.
Io non ero sola,non lo ero mai stata.
Al ritornello fummo immersi in una pioggia di coriandoli colorati,mentre le macchine del fumo ci facevano scomparire in mezzo al profumo di talco.Guardai in alto,verso quei piccoli rettangoli che svolazzavano,mentre sentii le lacrime pungermi gli occhi.
Victor si tuffò su Mercorelli, Andrea fece volteggiare Elisa.
Li osservavo uno ad uno divertirsi e godersi la rtirovata felicità.
Joan ballava con Sofia,mentre Camilla e Diafa si abbracciavano urlando.
È vero,avevano sbagliato alla grande con me,ma alla fine cosa importava?Anche io avevo la valigia piena di errori,a partire dalla mia fuga a Londra.
Daniele ballava ad occhi chiusi,la testa che seguiva il ritmo e le braccia alzate.
Lanciai uno sguardo a tutti loro,nel bene e nel male,loro erano stati sempre con me. Eravamo ancora una volta sempre noi.Non importava cosa passassimo;ognuno con i propri problemi,ognuno con i propri trascorsi felici o catastrofici,ma eravamo sempre l’uno al fianco dell’altro.Magari con qualche cicatrice in più,o con qualche ferita ancora aperta,ma avremmo messo la vita nelle nostre mani vicendevolmente.
Persino Andrea,dall’alto del suo proverbiale orgoglio,non perdeva occasione per starmi accanto e supportarmi sempre,mettendo da parte almeno momentaneamente la sua testardaggine.E notai come fosse diventato in poco tempo un grande punto di riferimento per tutti noi.
Nessuno può dividere ciò che nasce unito.
Non avevo una famiglia di sangue,ma avevo quella  costruita sul rispetto e l’affetto reciproco.Una famiglia che mi aveva sempre dimostrato di volermi bene,anche un po’a modo loro,e a cui io ero profondamente legata.
Mi avvicinai a Mercorelli,poggiandogli una mano sulla spalla.«A che ora provate domani?»
Lui aprì gli occhi,erano un po’annebbiati.«Alle quattro.Perchè?»
Gli sorrisi complice continuando a ballare,ma senza rispondere.
Quando capì sgranò gli occhioni «Ritorni?!» si fermò improvvisamente in mezzo alla pista,prendendosi una gomitata nelle costole da un tipo in tuta «Ritorni!» mi afferrò e mi fece volteggiare.
«Serena ritorna nel gruppo,ragazzi!» urlò Daniele per farsi sentire.I miei amici mi furono addosso,lanciandomi in aria,tra gli incitamenti di tutti gli altri studenti che avevano preso parte a quel gioco.Era imbarazzante.
 
All’improvviso mi ritrovai a terra,tra due braccia forti e muscolose,riconobbi immediatamente le braccia del mio professore. Si era tolto la giacca,mostrando i muscoli tonici sotto la canottiera aderente.
Per una strana coincidenza,le luci si abbassarono mentre le canzoni si susseguivano con ritmo martellante.

https://www.youtube.com/watch?v=f3XlIQ5pmdQ

«Prego,eh!»  lui ondeggiava,trascinandomi con lui.Si sapeva decisamente muovere.
Le luci,l’alcool e i suoi feromoni erano un cocktail letale.Risalii con le mani lungo le sue braccia senza dire una parola,continuando a ondeggiare vicino a lui,con i bacini che si sfioravano. Lui mi lasciava fare,mentre il suo sguardo diventava sempre più cupo.
Ci eravamo chiusi nella nostra forza gravitazionale,esistevamo solo noi e nessun’altro.
Ballare insieme dopo tanto tempo era un’esperienza quasi mistica.Andrea non amava particolarmente farlo;alle serate in discoteca,preferiva di gran lunga chilometriche passeggiate nella natura. E nonostante ciò,con me ballava per minuti interi,spesso cominciando spontaneamente a muoversi,portandomi con lui.
L’attrazione ormai era evidente a tutti,avvertivo chiaramente il desiderio ogni volta che mi accarezzava con le sue mani perfette.
Mi fece girare,facendo scontrare la mia schiena con il suo petto ampio,continuando a ondeggiare. Camilla,abbracciata a Daniele,mi fece il segno della vittoria.Diafa portò le braccia al cielo,accompagnata da Sofia.Elisa,tra le braccia del fidanzato, mi strizzò l’occhio.
Ritornai di fronte a lui.Negli occhi scuri leggevo solo tanto amore e una grande passione.Il suo amor proprio,la sua fierezza e il suo senso dell’onore così elevato erano relegati da qualche parte.
Mi strinse ancora di più a sé e mi diede un bacio sulla fronte.Le sue braccia mi avvolsero la vita stringendomi se possibile ancora di più,le vene si gonfiarono mentre si pressava su di me. Eravamo vicinissimi,al punto da sentire i nostri respiri mescolarsi.
Le luci si spensero completamente e una forza invincibile ci spinse l’uno verso l’altra,causando l’inevitabile:le nostre labbra si toccarono,facendo crollare tutte le nostre difese.
Il cervello per una volta tacque facendo urlare il cuore.
La pioggia di coriandoli ed il fumo ritornarono,garantendoci l’anonimato più assoluto.
Lui approfondì il bacio,che da un leggero toccarsi di labbra,divenne sempre più profondo.Mi avvinghiai al suo collo,contraccambiando la sua lingua.
Andrea portò una mano sulla mia coscia,mentre con l’altra mi spingeva contro di lui.Il suo tocco sulla mia pelle nuda fu devastante.
Ci stavamo divorando con un bisogno quasi animalesco,fermi in mezzo a quell’orda barbarica ubriaca,mentre la musica continuava a martellare.
Lui tracciò una scia di baci che dalle mie labbra percorsero la mascella fino al mio collo,dove indugiava con la sua bocca;la sua mano risalì lungo il mio corpo,fermandosi tra i miei capelli.Io chiusi gli occhi e mi arresi tra le sue braccia.
Da quanto tempo eravamo attaccati in quel modo?Probabilmente da sempre.
Probabilmente lo eravamo da quella serata di fine estate quando lui entrò nel bar.
 
_________________________ 
 
 Bentrovate,care mie!

Sì,la foto di Serena che vi ho messo qualche capitolo fa,altro non era che l'outfit della nostra protagonista per questa festa.

Vi confesso che questo capitolo è,se non il mio preferito in assoluto,uno di quelli che mi piacciono di più.Mi sono divertita tanto a scriverlo.

Spero che piaccia tanto anche a voi!

Onestamente non ho niente di rilevante da dire.Preferisco leggere le vostre opinioni.

Vi abbraccio forte!
S.
                                                                                                                                                                                                                           
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
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