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Autore: ladypink88    20/11/2020    4 recensioni
Laura non è e una ragazza famosa, tanto meno un personaggio importante. Ma quello che si ritrova a vivere è l'incubo di una dipendenza da una droga legalizzata : per risolvere un problema, si ritrova poi a doverne affrontare un altro più grande. Ma questa è anche la storia di un cammino che la porterà verso una silenziosa, ma avvincente vittoria. Intrecci, storie, sentimenti. Un amicizia, un amore, un amante. Due vite che si uniscono in una promessa che sa di eterno.
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Ragazzi, la storia sta prendendo piede a 360 gradi o forse più.Ammetto che scrivere questo capitolo mi è costato parecchio e che a volte scrivere questa storia diventa allo stesso tempo soddisfacente e complicato. Devo dire che è davvero una bella sfida, ma al di là di tutto non posso non RINGRAZIARVI DI CUORE PER TUTTO IL SUPPORTO CHE STO RICEVENDO... QUELLO CHE POSSO DIRVI E CHE I COLPI DI SCENA NON MANCHERANNO!
Un bacione,
Lady

Serena diede un’occhiata allo specchio: per la prima volta si vide veramente “splendida”. Non per falsa modestia, ma sapeva perfettamente di essere una bella ragazza, d’altronde fino a poco tempo prima aveva sempre puntato tutto sull’estetica, ma quella sera era “diverso”.

Si era immaginata varie volte quella sera, e adorava immaginarsi sempre con outfit diversi a seconda dell’occasione, ma mai nella vita si era immaginata che per la sera del suo compleanno si sarebbe sentita così felice e così “piena”. Era una sensazione veramente appagante che non aveva mai sperimentato prima.
“Sere, devo dire che sei veramente una principessa luminosa!” esclamò frizzante Laura non appena vide il lavoro ultimato da Silvia, che oggettivamente si era dimostrata essere una grande professionista, oltre che una persona squisita e genuinamente affezionata a Serena.
“Lauretta sei davvero troppo gentile!” sussurrò la biondina, la quale effettivamente era davvero soddisfatta della pettinatura stile Elsa di Frozen che rendevano il suo look semplice ma sofisticato, ed il trucco effetto vedo- non vedo avevano reso la sua pelle quasi liscia come una pesca.
“Silvia ti ringrazio, sei davvero fantastica, non so come fai a capire sempre al volo quello che effettivamente desidero ogni volta che mi affido a te!”.
La donna era molto soddisfatta del suo lavoro, ma era ancora più colpita dall’espressione che aveva Serena quella sera: la sua amica aveva ragione nel definirla luminosa, ma Silvia aveva l’occhio lungo  e aveva percepito che c’era qualcosa di più.

E probabilmente, la “chiave” della faccenda stava proprio in quella nuova amicizia stretta dalla sua pupilla.

Silvia osservò un momento le due ragazze che si abbracciarono felici. La “bambolina” ( così aveva soprannominato Laura) era veramente un tipetto particolare : molto attenta alla sua amica, e allo stesso tempo sembrava assolutamente “un pesce fuor d’acqua” rispetto alle altre amiche di Serena, con le quali parlava solo di marche, moda, dell’ultima marca di profumo o di make up.
La “bambolina” era assolutamente stupita dalla bella casa di Serena,ma le sembrava più una specie di castello delle fiabe, e sembrava non interdersene minimamente di trucco e parrucco, ma proprio per questo era speciale, proprio perchè autentica.

Finalmente la sua pupilla aveva trovato un’amica degna di questo nome. E ora che aveva fatto il suo lavoro, si accorse che si era fatto tardi e che era ora di andare.
“ Principesse” disse in tono volutamente ironico “ ora che la vostra Fata Madrina ha fatto la sua magia, ritorna a casa a caricare le pile perché ne ha proprio bisogno!”.
Laura e Serena scoppiarono a ridere e quest’ultima la guardò con sguardo supplichevole :
“ Silvia ti sono grata per esserti presa cura di noi stasera! Vero che domani verrai a pranzare qui con noi? So che papà non ci sarà domani per un impegno di lavoro, e vorrei tanto che tu e Laura domani pranzaste con me!”
Laura assunse un’aria pensierosa. In effetti quando si era rifugiata a casa di Serena in preda all’ansia non aveva minimamente pensato al fatto che non avrebbe saputo come tornare a casa, visto che di notte i treni non funzionavano e che lei non aveva la patente.

Quasi le avesse letto la mente la biondina le disse :
“ Ehi Lauretta, non dirmi che non avevi considerato cosa fare dopo la festa! Io avevo già dato per scontato che avresti dormito qui, e dato che tua madre non tornerà prima di lunedì penso che non sia un problema per te fermarti qui a pranzo da me! Sono sicura che non te ne pentirai!”
La guardò con il suo sguardo da micio abbandonato e Laura si sentì presa in contropiede:
“ Ehy ehy, va bene! Per me è solo un piacere Serena, sarà un grande piacere per me pranzare con te domani, ma nel primo pomeriggio prenderò il treno per tornare a casa perché ho davvero tante cose in arretrato con l’università…”
“ E va bene! Aggiudicato! Vedrai Silvia sarà divertente!”
Silvia scoppiò a ridere : “ Certo che quando ti metti in testa una cosa è veramente impossibile dirti di no! E va bene tesoro! Domani alle 13 sarò qua per pranzo! Divertitevi ragazze!”
Prese il suo trolley e il suo impermeabile e se ne andò.

“ Lauretta dobbiamo andare anche noi. Il taxi che avevo prenotato ci sta aspettando!”
“ Accipicchia che donna organizzata! Non mi dire che ne hai prenotato uno anche per il ritorno!”
“No ecco quello no! Lo stavo facendo ma poi sei arrivata tu ed è stato molto meglio così!”
Laura la abbracciò e sussurrò : “ Grazie mille Sere, non so come avrei fatto se non ci fossi stata tu. Mi sentivo così triste!”.
Serena si stava per commuovere , ma cercò di dissimulare e per sdrammatizzare esclamò : “ Se ora mi metto a piangere che ne sarà del nostro trucco!”
Laura sorrise e Serena ricambiò con dolcezza il suo abbraccio.
“ Sappi che se c’è qualcuno che è stato davvero di aiuto, quella sei tu Lauretta! Sono felice che tu sia con me stasera”.
Le ragazze si presero per mano e andarono a prendere il taxi che le stava aspettando.
 
 
***
 
Lorenzo diede uno sguardo alla stanza dove aveva prenotato la sua “serata paradisiaca”.
L’hotel era decisamente di suo gusto e la giornata aveva portato i frutti sperati.
In particolare il pranzo d’affari  con l’avvocato Pirotta era stato impegnativo : di certo era un uomo difficile da soddisfare, ma essere giunti ad un accordo che apportava ad entrambi gli introiti sperati era per lui fonte di grande soddisfazione.

Alfredo era per lui un amico, ma a volte i sentimenti e gli affari possono portare a delle divergenze.
Lo sapeva per esperienza.
Ma grazie alle sue ottime abilità comunicative così non era stato.

E ora si “meritava” decisamente un momento di “svago”.

Lasciò cadere la sua 24ore in pelle sul letto. E diede un’occhiata all’orologio.
Erano da poco passate le 20.
Aveva tutto il tempo per rilassarsi, prima di godersi a pieno il suo “relax”, che se non ricordava male non sarebbe arrivato prima delle 22.
Era ormai da tempo che il suo modo di rilassarsi era diventato la visione di splendide gambe in autoreggenti, che pur di ricevere il tanto desiderato assegno avrebbero fatto di tutto pur di compiacerlo.

Non si era mai guardato dentro per chiedersi se quello che faceva per sconnettere fosse giusto o sbagliato.
Lo faceva stare meglio. Riusciva ad andare avanti.
E questo gli bastava.

Era ormai da quasi 18 anni che non riusciva a guardarsi dentro.
Ogni volta che solo ci provava un sorriso dolce e ammaliante e due occhi azzurri lo investivano a pieno.
Ed era un dolore troppo forte da riuscire a gestire.
D’istinto aprò il frigo bar.

Come sempre era ben fornito.

Ottimo… ho bisogno di qualcosa di forte”.

La scelta ricadde sul Jack Daniels.

Lorenzo se ne versò un’abbondante bicchiere e lo trangugiò spasmodicamente.
Si slacciò il nodo della cravatta e si appoggiò all’elegante poltrona.
Respirò profondamente.
“ Forse un secondo bicchiere non sarebbe male” pensò.
Mentre se ne stava versando un altro generoso calice sentì il suo cellulare di lavoro squillare.
“ Ma chi diavolo può essere a quest’ora del sabato” ringhiò.
Alfredo Pirotta.
“ Diamine, cosa vorrà a quest’ora?!”.

Ma l’esperienza gli aveva insegnato a dissimulare quando voleva ottenere un obiettivo. Anche a fingere sfacciatamente quando era necessario.
“Buonasera Alfredo, qual buon vento!” disse in modo assolutamente fintamente disponibile.
“Ciao Lorenzo, scusami se ti disturbo a quest’ora” sussurrò una voce poco convinta all’altro capo del telefono.
“ Nessun disturbo. Dimmi qual è il problema?”
“ Ecco, non so bene come introdurre questo discorso, perciò andrò diretto al punto. Devi sapere che ho un figlio che frequenta la tua Università!”
Lorenzo inarcò un sopracciglio in segno di stupore. Si conoscevano da almeno un paio di anni e mai Alfredo aveva accennato alla presenza di un figlio. Addirittura di un figlio ventenne che frequentava la sua Università.
“ Capisco, hai la mia attenzione” disse Lorenzo che non aveva capito esattamente dove volesse arrivare il suo amico.
“ Diamine Lorenzo, non hai idea di quanto questa cosa mi imbarazzi. Tu mi hai conosciuto quando ancora stavo con Chiara, ma devi sapere che da quando ho divorziato mio figlio non ha mai voluto saperne di me.
E probabilmente avrà le sue ragioni. Lui conosce tua figlia e sa che tu sei suo padre e che sei mio amico. Mi ha telefonato chiedendomi se potessi trascorrere del tempo con lei in occasione del suo compleanno perchè per lei è estremamente importante.”
Lorenzo rimase senza parole. Le parole che Alfredo aveva appena pronunciato lo lasciarono inerme.
“ Lorenzo sei ancora in linea?”
L’uomo rispose con una domanda :
“ Posso sapere come si chiama tuo figlio?”
“ Si chiama Manuel. Mi dispiace se sono stato invadente. Mi scuso. Ti auguro serata Lorenzo”
“ A te” e chiuse la chiamata.
 
Lorenzo era rimasto esterefatto. Ne aveva vissute tante nella vita, ma mai si sarebbe aspettato quella sera una telefonata del genere.

Stupore.Dolore.Apatia.
Andò in bagno e si guardò allo specchio.
Cos’era diventato?

Ritornò a sedersi su quell’elegante poltrona, e sul tavolino a fianco vi era ancora il secondo calice colmo di Jack Daniels che lo attendeva.
Lo bevve tutto d’un sorso.
Prese il cellulare e decise che per quella sera non si sarebbe goduto il suo momento di svago.
Si fece una doccia e si sdraiò sul letto matrimoniale del suo lussuoso hotel.
Di nuovo, un ‘altra volta quell’immagine lo investì.

Quel sorriso luminoso e ammaliante.

Quegli occhi azzurri che tanta felicità gli avevano donato.

Quella chioma bionda così soave.

“ Oh Emma! Cosa sto facendo?”ringhiò  a sé stesso.

La bottiglia di Jack Daniels che fino a un paio d’ore prima era colma adesso era completamente vuota.
E Lorenzo Ghezzi, l’autorevole rettore dell’università si addormentò.
Il suo volto era solcato da numerose lacrime, ma appariva rilassato e in pace come non lo era da tempo.

   
 
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