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Autore: Red Owl    20/11/2020    0 recensioni
Quando un terremoto distrugge la sua città natale, Annabel lascia Epona e si trasferisce su Nantos-A, un pianeta scarsamente abitato. Lei e Seth, il suo fidanzato, intendono sposarsi e dare vita a una nuova famiglia, ma le leggi e le superstizioni del luogo li costringono a separarsi. Annabel si ritrova così legata a un uomo silenzioso e dal passato oscuro. Piena di rabbia e di rancore, la ragazza è determinata a non piegarsi a quell'ingiustizia, ma presto le diventa chiaro che la realtà è ben più complicata di quanto non sembri al primo sguardo. Ricongiungersi a Seth adesso non è più il suo unico obiettivo: deve anche restare in vita.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Quando Seth e Kabir fanno il loro ingresso nella sala accompagnati da Nisha, Annabel tira un sospiro di sollievo. Dopo il confronto con Elsa l’attesa è stata carica di una tensione strana e la ragazza è ben lieta di avere un diversivo che le permetta di non pensare troppo a cosa volesse dire la Becker con quel suo hm.

Anche Kalika sembra sollevata e balza subito in piedi, raggiungendo a grandi passi il suo fidanzato. Annabel la imita, sebbene più lentamente, e si porta al fianco di Seth. Nisha le osserva e, ancora una volta, la giovane ha l’impressione che gli occhi della donna si soffermino su di lei, sul suo volto. Sto diventando paranoica? Si chiede quando vede che Seth sorride placido e senza dar cenno di preoccupazione.

Nisha sposta poi lo sguardo su Kabir. “Avete le chiavi, lascio che siate voi ad accompagnare le vostre fidanzate nelle vostre camere” gli dice, prima di fare un cenno a Elsa. “Signora Becker, se vuoi seguirmi…”

Annabel solleva appena un sopracciglio nel notare che la donna non si rivolge a Elsa con il lei di cortesia e poi segue Seth, che le sta già porgendo la mano. Quando lasciano la sala comune, il giovane si china sul suo orecchio. “Non so come sia questa stanza che ci hanno assegnato”, mormora con un sorriso, “ma di certo non può essere peggiore dell’ultima in cui siamo stati quando eravamo su Epona, no?”

Spero che sia migliore anche delle cabine delle navi che ci hanno portato qui” concorda lei con un cenno del capo. “Non ne posso più di pareti di metallo: le odio.”

Quando raggiungono la loro camera, che è prevedibilmente accanto a quella dell’altra coppia, Annabel si permette di rilassarsi un po’, lasciando che la tensione le scivoli via dalle spalle: non si era nemmeno accorta di aver irrigidito a tal punto i muscoli delle spalle. Il locale che si apre davanti ai suoi occhi non è nulla di eccezionale, ma se non altro è uno spazio che, almeno per l’immediato futuro, appartiene a loro due e a nessun altro. Annabel nota con un sorriso che è anche piuttosto accogliente, con le sue pareti e i mobili di legno profumato, il letto con il copriletto verde chiaro e il tappeto color nocciola, dall’aspetto morbido.

Che te ne pare?” le chiede Seth, guardando con aria soddisfatta la stanza.

La ragazza si stringe nelle spalle. “Non è malaccio. C’è il bagno?” Un dubbio terribile l’assale all’improvviso. “Oddio”, ansima, “dimmi che c’è il bagno. Non saremo mica finiti su uno di quei pianeti che non hanno l’acqua corrente, dove non esistono le tubature e dove la gente non ha mai sentito parlare di servizi igienici, vero?”

Per un istante sul volto del ragazzo si disegna un’espressione smarrita e le sue gote perdono un po’ del loro colore naturale. Seth si precipita verso una porta sul lato destro della stanza, la spalanca e poi esala un sospiro di sollievo. “Siamo salvi” la informa, con gli occhi scuri che brillano. “C’è tutto quello che serve.”

Annabel lo raggiunge e guarda con gratitudine il WC dall’aspetto familiare, il lavandino e la doccia piccola, ma apparentemente funzionale. “Meno male” sorride.

Seth allunga un braccio e glielo fa passare attorno alla vita, attirandola a sé. “Allora” le dice, chinandosi verso il suo volto. “Tre giorni e saremo sposati.”

Annabel indietreggia di un passo, stupita. “Tre giorni?” ripete. “Te l’hanno i due tizi con cui hai parlato?”

Il giovane annuisce. “A quanto pare sono tutti in subbuglio per il fatto che siamo arrivati qui. Romed ed Elko cercavano di mostrarsi indifferenti, ma in realtà era evidente che fossero ben felici del fatto che stiamo portando da queste parti un po' di sangue nuovo. Pare che abbiano bisogno di un po' di tempo per organizzare i dettagli della cerimonia e per questo dobbiamo aspettare tre giorni: anche loro hanno comunque fretta di vederci sposati e sistemati nelle nostre nuove case.”

Seth storce le labbra in una smorfia di insoddisfazione e Annabel abbassa per un attimo lo sguardo a terra. È evidente che il ragazzo pensava di potersi sposare prima e che non gradisce il fatto di dover aspettare qualche giorno più del previsto. Lei, invece, si era per qualche motivo prefigurata un’attesa molto più lunga. Ora che sa che tra tre giorni sarà la moglie di Seth, si sente invasa da una strana agitazione. Non sono pronta per sposarmi, pensa con una punta di panico. Non sono pronta per cambiare tutto!

Ma sono timori sensati, quelli? Ha appena lasciato il pianeta sul quale è nata e cresciuta in favore di un mondo alieno, completamente diverso da quello a cui era abituata. La sua vita può essere davvero sconvolta più di quanto non lo sia già stata? Lei e Seth vivono insieme ormai da anni: che differenza può fare essere marito e moglie anziché semplici compagni?

Con un sospiro, Annabel si costringe a sorridere, mentre i suoi dubbi si fanno un po’ meno pressanti. “Spero solo che la cerimonia sia in forma privata” dice, circondando con le braccia il collo del giovane. “La folla mi irrita e non mi piace essere al centro dell’attenzione.”

Ma dai?” sghignazza Seth. “Non l’avrei mai detto!”

Annabel sbuffa e scioglie l’abbraccio, colpendo senza troppa convinzione il compagno al centro del petto. Poi fa per allontanarsi, ma lui l’agguanta ancora per la vita e si preme contro la sua schiena, chinandosi per mordicchiarle giocosamente il collo. Non è un gigante, Seth, ma Annabel arriva appena al metro e sessanta e lui deve piegarsi un po' ogni volta che desidera baciarla. “Dove vai?” le dice. “Non ti ho ancora raccontato quello che mi hanno detto Romed ed Elko.”

Annabel indugia e reclina inconsciamente la testa di lato, permettendo alla bocca di Seth di percorrerle la pelle delicata della gola. “Ti hanno detto qualcosa di utile?” chiede dopo qualche secondo, schiarendosi la voce nella speranza che non suoni troppo roca. È sempre stato il suo punto debole, il collo.

Hm-hm” sospira Seth, distratto. Le sue mani salgono a stringerle i seni, ma dopo qualche istante la giovane si divincola.

Non qui!” sibila, voltandosi per fronteggiarlo.

Per nulla ferito dal suo rifiuto, il ragazzo inarca comicamente le sopracciglia scure. “Non qui?” ripete.

Annabel sbuffa. “Non adesso, intendo. Non di pomeriggio!”

Ok” concede Seth. “Per un attimo ho pensato che volessi arrivare pura al matrimonio, o qualcosa del genere.”

Lei gli rivolge un’occhiata piatta. “Per quello è un po’ tardi, non credi?”

Lui risponde con un gran sorriso che lo fa sembrare ancora un ragazzino, nonostante i suoi ventisei anni. “Lieto di sentirtelo dire!” ridacchia, prendendole il volto tra le mani e posandole un bacio sulla fronte.

Davanti a quel gesto affettuoso, Annabel si sente percorsa da un’ondata di tenerezza nei confronti del fidanzato. Aggrappandosi alle sue spalle, si alza sulle punte dei piedi e posa le labbra sulle sue, lasciandovi un bacio leggero. 

Allora?” gli dice, quando torna con entrambi i piedi a terra. “Che cosa ti hanno detto quei tizi?”

Seth si lascia cadere sul letto e molleggia un paio di volte. “Mi hanno spiegato un po’ come funzionano le cose da queste parti.” 

Annabel lo conosce bene ed è perfettamente in grado di capire quando è a disagio. L’espressione che si dipinge sul suo volto dai tratti regolari - non eleganti, ma così sinceri - è un chiaro segnale che c’è qualcosa che lo turba. “E…?” lo incoraggia allora, sedendoglisi accanto.

Seth storce la bocca e poi la guarda negli occhi chiari. “Be’, è inutile girarci attorno: queste persone ci hanno accolti nel loro villaggio perché sperano che nel giro di qualche anno sforniamo almeno un paio di bambini. A quanto pare il tutto qui gira attorno al concetto di famiglia e i bambini... non sono un optional, ecco.”

Ah.” Per qualche istante, Annabel è senza parole. Se deve essere del tutto sincera con se stessa, non può dire che la cosa la stupisca: è abbastanza logico che, in un mondo come quello, le coppie sposate abbiano dei figli. Il Maggiore Nelson gliel’aveva anche fatto capire tra le righe, in effetti. Ma il fatto che sia scontata non rende la prospettiva più piacevole: lei non vuole fare la mamma. Non ne aveva voglia su Epona; e non ne ha voglia nemmeno su questo nuovo pianeta.

Ma qual è l’alternativa? Si chiede, ben consapevole che non ne esiste alcuna. Se non altro, però, ha un po’ di tempo per abituarsi all’idea.

Ho capito” dice dopo qualche secondo, cercando di aggirare lo strano nodo che sembra essersi formato nella sua gola. “Però l’iniezione.. voglio dire, la mia iniezione contraccettiva scade tra un anno. Non mi sono fatta iniettare l’antidoto, prima di venire via da Yuba. Non pensavo… sarà un problema? Credi che faremmo meglio a procurarcelo?”

Seth scuote il capo. “No, no” la rassicura. “È vero che ci hanno detto che prima abbiamo un figlio e meglio è, ma ci hanno anche fatto capire che non c’è tutta questa fretta. Cioè: se tra qualche mese tu fossi incinta sarebbero tutti felici, ma se invece dovessimo aspettare un paio di anni prima di averne uno, non sarebbe comunque un problema. Non tutte le coppie riescono ad avere un figlio seduta stante.”

Annabel si studia le mani per qualche secondo. “Un paio di anni” ripete pensierosa. Magari in un paio di anni sarebbe successo qualcosa che le avrebbe fatto cambiare idea sul il fatto di avere un bambino. Magari non sarebbero stati necessari un paio di anni: magari un anno sarebbe stato sufficiente. “Va bene, allora. Posso… posso abituarmi all’idea.”

Oh, tesoro”, sospira Seth, guardandola con tenerezza, “non voglio che tu ti abitui all’idea: voglio che tu sia felice di avere un bimbo, che tu lo veda come una cosa bella, non come un obbligo.”

Lei gli posa la testa su una spalla. “Con il tempo” mormora. “Lo sai come la penso, ma sono sicura che con il tempo si risolverà tutto. In fondo, rispetto a Yuba, questo mi sembra un posto migliore per crescere un bambino.” Ora che non se la sente più incombere sopra la testa, la prospettiva le sembra più tollerabile. Magari un giorno riuscirò anche a farmela piacere, pensa speranzosa. 

Seth le passa un braccio attorno alle spalle e se la stringe al fianco. “Non dobbiamo pensarci adesso, comunque. Ci tenevo a dirtelo, ma abbiamo tempo.”

La giovane annuisce. “Quindi non mi cacceranno via a causa della mia incapacità di procreare, eh?” chiede, tentando di assumere un tono scherzoso.

Il ragazzo scuote il capo. “Ma certo che no! Anzi, Elko mi ha spiegato che le coppie anziane che non sono riuscite ad avere figli vengono comunque supportate dalla comunità, quindi suppongo che se non hai bambini ti guardano male e ti compatiscono, ma non ti cacciano via.”

Annabel annuisce. “La cosa è confortante. E… ti hanno per caso fatto cenno a quali sono invece le cose che potrebbero portarli a cacciarci via dal villaggio?”

Seth si scosta leggermente da lei. “Perché me lo chiedi? Hai in mente di darti alla fuga?”

Ma no!” sbotta lei. “Vorrei solo evitare di fare qualcosa di sbagliato. Non so praticamente niente di questo posto, come faccio a essere certa che non ci sia qualche strana legge assurda e assurdamente importante?”

Il giovane scrolla le spalle. “Va bene, hai ragione. Nemmeno io ne so molto, ma, stando a quanto mi hanno detto, le cose che non si possono fare sono le solite: rubare, ammazzare, far partire una rivoluzione e roba del genere… dovrebbe essere abbastanza intuitivo, credo. Ah, e divorziare, a quanto pare.”

Divorziare?” ripete Annabel stupita, cercando di capire come la rottura di un matrimonio possa essere messa sullo stesso piano dell'uccisione di un essere umano.

Seth annuisce. “Già. Cioè, per essere precisi, non è che il divorzio sia proprio proibito: è previsto, ma solo in alcuni casi limite.” Il ragazzo sorride e stringe un po' di più Annabel. “Ne consegue che non ti libererai di me tanto facilmente.”

Annabel leva gli occhi al cielo. “E quali sarebbero questi casi limite?”

Seth si scosta da lei e incrocia le gambe; una postura che è solito assumere quando deve concentrarsi. “La faccenda è complicata, ma fortunatamente Kabir sembrava per qualche motivo interessato all'argomento. Vado a memoria: se vuoi più dettagli, ti conviene chiedere a lui.” Annabel annuisce e il giovane prosegue nella sua spiegazione. “Dunque: innanzitutto la violenza” fa, spiegando l’indice come per contare. “Se un uomo picchia la moglie, la moglie può chiedere il divorzio. Suppongo che sia valido anche il contrario, chiaramente. La violenza dev’essere però dimostrata: da quanto ho capito, le tre megere che abbiamo incontrato prima esamineranno il coniuge maltrattato e stabiliranno se ci sono state delle violenze o meno.”

Annabel sbuffa. “Quindi se uno non ti picchia, ma ti tratta come la sua schiava non si divorzia, giusto?”

Il ragazzo storce la bocca. “Io non ho nessuna intenzione di trattarti come la mia schiava” mormora, e per una volta nella sua voce c’è una nota di incertezza che la fa immediatamente sentire in colpa.

Non mi riferivo certo alla nostra situazione! E magari, poi, sono io che ho intenzione di schiavizzare teribatte, cercando di sdrammatizzare.

Il turbamento del giovane svanisce come neve al sole. “Ma io sono già il tuo servo, tesoro mio” tuba con un sorriso decisamente esagerato.

Annabel gli stringe il naso tra indice e pollice. “Sì, come no.”

Comunque”, riprende Seth, liberandosi dalla sua presa, “un altro buon motivo per divorziare è la mancanza di compatibilità tra i due partner.”

Cioè?”

Seth sogghigna. “Compatibilità sessuale: se una o uno rifiuta di dormire con te o se fa veramente schifo a letto, nel senso che non è in grado di concludere, allora puoi chiedere che ti venga assegnato un nuovo marito o una nuova moglie.”

Quelle parole catturano subito l’attenzione di Annabel. “In che senso assegnato?”

Ah, giusto: la maggior parte dei matrimoni sono combinati, qui” spiega Seth.

Che posto di merda” sbotta lei, senza riuscire a trattenersi.

Lui si stringe nelle spalle. “Già. Per fortuna la cosa non ci riguarda. Come stavo dicendo, comunque, la cosa che secondo me è assurda è che non si fidano sulla parola: se dici che tua moglie non te la dà, per esempio, devi dimostrarlo.”

Annabel deglutisce. “In… in che senso?”

Il ragazzo sorride come se la cosa lo divertisse un mondo, ma la giovane scorge una nota di amarezza nella sua espressione. “Nel senso che le solite tre vegliarde, più le loro consorelle, ti convocano in una stanzetta e ti chiedono di fare sesso davanti a loro: se uno dei due si rifiuta, allora la richiesta di divorzio è valida.”

Oddio, che schifo” sibila la ragazza. “E se uno fosse a disagio? Se non ci riuscisse perché ci sono un mucchio di vecchiacce che lo guardano?”

Non per niente ci vogliono tre mancate performance prima che la corte deliberi, per così dire.”

Questi sono matti” borbotta Annabel, che inizia a preoccuparsi dei costumi della società di cui sta per entrare a far parte.

Assolutamente” concorda Seth. “E lo dimostra il fatto che il tradimento invece non è un buon motivo per divorziare: o meglio, lo è, ma deve protrarsi per ben dieci anni.”

Immagino che un marmocchio sia sempre un marmocchio, e chi se ne frega se è legittimo o meno” osserva la ragazza a denti stretti.

Suppongo di sì.”

Annabel si sente stranamente spossata, anche se tutte quelle strane regole che sul divorzio non riguardano lei e Seth. Non perché abbia qualche strana illusione sull’amore eterno, ma perché si conosce e sa che, prima di incontrare il suo fidanzato, non si era mai invaghita - né tanto meno innamorata - di nessuno. Era arrivata a diciannove anni senza aver mai vissuto una singola relazione romantica o sessuale. Sa bene che le possibilità di incontrare qualcun altro che la faccia innamorare sono pressoché nulle. Anche perché lei ama Seth, sebbene talvolta non sia bravissima a dimostrarlo. In certe occasioni è fredda e scostante, e ne è consapevole: fortunatamente lo sa anche Seth e l’accetta così com’è.

C’è altro?” chiede, reclinandosi sul letto.

Il giovane scuote la testa. “No. Be’, ovviamente puoi chiedere il divorzio se scopri che tuo marito è un assassino o se ti accorgi che tua moglie è una cleptomane. In quel caso, il coniuge colpevole viene allontanato dalla società.”

Annabel aggrotta la fronte. “È questa la punizione per i criminali?”

Seth annuisce. “A quanto pare sì. Cioè, non so se esistano anche altre punizioni, Elko e Romed non me l’hanno detto. Però pare che il massimo disonore da queste parti sia essere allontanato dalla società ed essere praticamente… cancellato dalla storia e dalla memoria collettiva.”

Come si chiamava quella cosa che facevano i romani?” chiede Annabel, cercando di ripescare dai confusi ricordi dei giorni passati sui banchi di scuola un aneddoto circa i costumi di un popolo vissuto millenni prima in un pianeta lontanissimo, culla dell’umanità.

Damnatio Memoriaeproclama deciso Seth, che è sempre stato bravo a scuola, sebbene la sua estrazione sociale non gli abbia permesso di andare oltre gli studi obbligatori.

Esatto, quella cosa lì” annuisce la ragazza.

In effetti qualche somiglianza c’è” commenta il giovane con un piccolo cenno del capo.

Annabel si lascia cadere del tutto sul materasso e chiude gli occhi, sentendosi sopraffatta dalla stanchezza del viaggio. La conversazione non le sembra più così importante, adesso. La mano di Seth le si posa delicata sullo stomaco. “Vuoi riposare un po’?” le chiede lui, sfiorandole con due dita la stoffa leggera della maglietta.

Senza aprire gli occhi, la ragazza annuisce. “Magari un pochino” sussurra. Del resto, non è che in quel posto ci sia molto altro da fare.

   
 
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