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Autore: Suzyyy92    21/11/2020    2 recensioni
... la vita da idol, tra secreti e scandali, non è sempre così perfetta.
Che succede se un idol amato e adorato nel suo paese all'improvvviso abbandona la sua vita all'apparenza perfetta per vivere una vita normale?
"A volte quello che ti porti dentro è più forte di quello che fai trasparire fuori, probabilmente è così che lui si sentiva. Un pò tutti ci sentiamo così..."
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Baekhyun, Baekhyun, Chanyeol, Chanyeol, Chen, Chen, Nuovo personaggio, Suho, Suho
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Los Angeles. Spiaggia di Santa Monica. 

Il sole era sorto già da un pezzo e di tutta fretta, come al solito, Bryan si stava preparando per andare al lavoro. Era passata ormai una settimana e dopo quella nottata aveva deciso che niente e nessuno avrebbe nuovamente intralciato la sua tranquillità. Amava la sua vita e voleva viverla a pieno, senza vivere con i rimpianti di quel passato che l'aveva tanto fatto soffrire. "Sei proprio bello questa mattina" ripeteva tra se mentre si sistemava in maniera impeccabile i suoi capelli davanti allo specchio. Un po' di gel, qualche spruzzo di profumo ed era pronto per andare al lavoro. Quel lavoro che tanto amava e che in questi giorni aveva un po' trascurato.

Il Bar Tropical, come ogni sabato pomeriggio, era pieno di gente, soprattutto belle ragazze tutte raggruppate attorno al bancone. "La bionda è mia! Tu punta all'amica e stasera ce le portiamo fuori a cena!" sussurrava Bryan a Lucas intento a preparare uno dei suoi cocktail. Due bellissime ragazze, probabilmente studentesse universitarie fuori sede, erano sedute ad un tavolino poco distante dal bancone e stavano sorseggiando uno Spritz mentre ammiravano la bellezza del mare cristallino. "Ragazze siete nuove qui, non vi ho mai visto da queste parti? Questo è un omaggio della casa" chiese Bryan cercando di conquistarle offrendole delle patatine. La ragazza mora lo guardò quasi con sospetto mentre la bionda sorrise timidamente ringraziandolo. Ogni volta era così. Bastava un sorriso ed era fatta.


La vita di Bryan era ripresa regolare, tra lavoro, donne e divertimento, proprio come piaceva a lui. Lucas, come al solito era in suo degno compagno di avventure, lui che non sapeva nulla del suo passato e che l'aveva accettato così com'era con i suoi pregi e i suoi difetti, sempre pronto per accompagnarlo nelle sue pazzie. Nella sua vita passata, Bryan aveva avuto tante delusioni dalle persone che reputava amici, soprattutto da una. Colui che da sempre aveva considerato il suo migliore amico gli aveva fatto uno dei torti maggiori del mondo, si era sentito usato, preso in giro e soprattutto tradito da una persona per la quale lui avrebbe fatto i salti mortali pur di vederlo felice. Peccato che quella persona non l'aveva mai capito perché negli ultimi tempi era troppo presa dal successo e dalla voglia di affermarsi come personaggio pubblico. Dopo anni, grazie a Lucas era, finalmente, riuscito a di nuovo ricredere nell'amicizia. Eppure, aveva deciso di raccontargli poco di lui per paura di essere ferito di nuovo.

 

Seoul. Quartiere di Gangnam.

Un ragazzo dormiva beatamente nell'enorme letto avvolto da un candido piumone, aveva passato la nottata insieme ad una donna molto bella, che era scappata all'alba lasciandogli un biglietto appoggiato al comodino. Da quando la sua ultima fidanzata l'aveva lasciato la sua vita era così, passava da una donna all'altra per una notte di sesso e poi all'indomani si svegliava tutto solo nel suo letto con il solito biglietto di ringraziamento e adorazione. E pensare che durante i suoi prima anni da idol si vantava di essere tra i più bravi del gruppo a rispettare le regole mantenendo la sua castità, cosa che i suoi compagni difficilmente riuscivano a tenere a freno, anche chi davanti ai fan faceva trasparire tutt'altro. Ai tempi per lui e i suoi compagni era divertente vedere le strane accoppiate che ricreavano i fanbase, i dubbi sessuali e quelle ship che in realtà non esistevano se non a livello d'amicizia. Ormai le cose erano cambiate, era cresciuto e si stava godendo la sua vita e non c'era niente che lo poteva fermare, soprattutto in un momento come questo in cui la sua fama era alle stelle.

La sveglia risuonava caotica tra le quattro mura del suo appartamento, un attico all'ultimo piano di uno degli edifici con la vista più spettacolare di tutta Seoul. Dopo essersi rigirato più volte tra le coperte, aprì gli occhi per spegnere quella sveglia fastidiosa quando si rese conto che era in ritardo per un'importante impegno con i fotografi. "Oh cazzo!" pensò tra se mentre corse in bagno a prepararsi. Il suo aspetto doveva essere impeccabile quel giorno visto che, come al solito, quegli scatti avrebbero il giro del mondo. Nel frattempo anche il suo cellulare squillava senza sosta. Era Suho, il leader del gruppo, che lo chiamava preoccupato per non averlo ancora visto arrivare. "Pronto!" la sua risposte fu quasi un lamento. "Chanyeol, si può sapere dove sei finito? Ti ho aspettato per più di un ora al bar, fra meno di mezz'ora abbiamo il servizio fotografico!!!" il solito tono calmo del leader era stato invaso da ansia e agitazione. Nonostante gli anni passati per lui l'importante era sempre quello di fare bella figura e non creare ulteriori problemi con la SM. "Non ho sentito la sveglia... ma qualcuno riesce a venirmi a prendere? Mi faccio trovare pronto in meno di dieci minuti..." ormai era sana abitudine per il ragazzo farsi accompagnare da qualcuno al lavoro, da quando aveva comprato la macchina nuova si scocciava ad esporla agli occhi indiscreti. "Prova a sentire Chen, doveva portare la bambina all'asilo, magari è ancora nella tua zona!" era una buona idea, anche se conoscendo era sicuro che ormai era già arrivato alla SM. Dopo aver lasciato giù il telefono provò a sentire Chen ma il telefono continuava a suonare occupato. "Dannazione!" il nervosismo di dover utilizzare la sua macchina lo stava invadendo sempre di più, ma al momento non c'era altra soluzione se non voleva che tutto il gruppo rischiasse problemi seri.

L'enorme fuoristrada nero correva per le vie delle città, fortunatamente l'ora di punta era passata già da un pezzo e l'ampia strada era libera da ogni impedimento. In pochi minuti raggiunse il grande edificio. Come al solito c'era un gruppo di ragazzine che stavano aspettando qualche gruppo esordiente e per evitare sguardi indiscreti era meglio camuffarsi un po'. Dopo esserci accostato per qualche istante fuori dai cancelli per mettersi il suo solito cappello nero e un paio di occhiali da sole, il fuoristrada di Chanyeol percorse a tutta velocità il viale che lo portava nel retro del edificio, evitando di poco di prendere sotto una ragazza che spaesata fissava la grande struttura in mezzo alla strada. Fece in tempo a suonare ma non riuscì a risparmiarsi l'insulto di quella tipa insolita tipa "Inutile che suoni! Cretino!". Non facendo nemmeno caso alle parole, raggiunse il retrò e parcheggiò di fianco alle auto dei suoi compagni, già tutti radunati al grande cafè privato all'interno.

Al suo ingresso gli sguardi degli altri componenti degli Exo erano tutti su di lui. "Si può sapere perché hai fatto così tardi?" chiedeva Xiumin preso a mangiarsi le unghie dal nervoso. "Oh quante storie! Ora sono qui! Allora queste foto? Ci muoviamo?" chiese irritato. Se c'era una cosa che Chanyeol odiava era aspettare, e nonostante lo stress per il ritardo che gli altri gli avevano causato a quanto pare avrebbero dovuto aspettare anche i fotografi. Eppure c'era qualcosa di strano tra i ragazzi. "E' passato il CEO poco fa, ti stava cercando!" fu il leader, finalmente, a parlare con un tono piuttosto preoccupato. Tutti i componenti del gruppo lo sapevano, se il CEO cercava qualcuno di loro significava solo una cosa, scandalo! Chanyeol iniziò a sbuffare, ormai era abituato "Vado a sentire cosa vuole questa volta allora... e voi su con quelle facce, Halloween deve ancora venire!". Il suo tono sarcastico non fece altro che provocare un' insieme di frase scocciate e lamentale da parte degli altri componenti.

L'ufficio del CEO delle SM era una dei peggiori incubi di ogni giovane idol che muoveva i primi passi nel mondo della musica kpop. Quelle pareti bianche, quel divano in pelle nera e quella parete piena di scaffali con numerosi trofei metteva una strana soggezione a tutti coloro che ci entravano per la prima volta. Per Chanyeol, però, le cose erano ormai diverse. Era talmente abituato a quelle quattro mura che quasi gli faceva ridere pensare che da ragazzino se la sarebbe fatta sotto per una convocazione lì dentro improvvisa. Davanti a lui l'uomo più importante dell'agenzia lo squadrava dalla testa ai piedi senza parlare. Davanti a lui un mazzo di foto raffiguranti il ragazzo in compagnia di diverse giovani donne del panorama artistico coreano. "Queste me le hanno consegnate questa mattina! Alla tua età ancora a fare scandali? Mi sembrava di essere stato chiaro con te la scorsa settimana, al prossimo sgarro avresti rischiato di saltare la promozione mondiale! Non ti sembra che tu e il tuo gruppo siete già stati al centro degli scandali tante volte?" le parole dell'uomo era fredde e severe mentre lo sguardo del ragazzo era fisso sul di lui. Stava semplicemente cercando di trattenere la lingua e non rispondere a tono. "Non è colpa mia se i giornalisti passano le giornate a cercare lo scoop! Sa benissimo anche lei che non mi interessa al momento aver relazioni di nessun tipo..." la sua risposta non tardò ad arrivare, purtroppo però l'uomo era troppo arrabbiato. "A quanto pare con te bisogno mantenere ancora le regole che usiamo solitamente con i trainee... rifletterò sul da farsi, preferisco non esprimermi ora! Chanyeol sei stato avvisato..." il CEO era stato chiaro, quell'ennesimo scandalo non faceva altro che peggiorare la sua posizione. "Va bene, va bene... continuate pure a trattarci come bambini... tanto siamo solo una macchina di soldi noi! Sbaglio per caso?" con queste parole pungenti Chanyeol si avvicinò all'uscita senza alcuna reazione da parte dell'uomo davanti a lui.

Lasciando sbattere la porta dietro di lui, usci dall'ufficio con sguardo basso e arrabbiato. Erano anni che si sentiva dire quello che doveva fare e la cosa lo stava stufando sempre di più. Con passo svelto camminava verso l'ascensore quando sentì qualcuno sbattere contro di lui. Una ragazza, decisamente nervosa, stava raggiungendo l'ufficio da cui era uscita. "Guarda dove metti i piedi, razza di idiota!" urlò la ragazza contro di lui. La risposta di Chanyeol non tardò ad arrivare "Cos'è ora fanno salire pure i trainee negli uffici? Calmati ragazzina!". Chiamo l'ascensore senza voltarsi quando uno strana sensazione lo invase, quella voce. La voce di quella ragazza gli sembrava famigliare, ma chi poteva essere? E poi se era qualcuno che conosceva si sarebbe fermata. Nessuno dei due invece aveva alzato lo sguardo troppo presi dai loro pensieri.

 

Seoul. Sede SM Entertainement.

Un enorme stanza con le pareti bianche con una vetrata che dava sul panorama della città, ecco com'era l'ufficio del famoso CEO della SM Entertainement. Davanti a Yunhee c'era lui, quel uomo che di cui aveva sentito tanto parlare per anni e che per la prima volta aveva l'onore di conoscere. Era nervosa, e continuava muovere le dite tamburellando tra i cuscini del lussuoso divano di pelle nere su cui era stata fatta accomodare. L'uomo la fissava mentre parlava animatamente con qualcuno al telefono. Sembrava piuttosto arrabbiato. Yunhee si guardava intorno ammirando i trofei e le foto appese sulle pareti. Il suo sguardo non riuscì a non cadere su una vecchia foto del 2011 dove 12 ragazzi, al tempo sconosciuti sorridevano felici davanti all'obbiettivo. Li riusciva a riconoscerli tutti, per lei la loro immagine era ancora quella. Erano talmente diversi dagli ormai uomini che era abituato a vedere sui manifesti negli ultimo periodo. Tra loro c'era lui, con quel sorriso che lo contraddistingueva dal resto del gruppo. Chissà lui com'era diventato. Cercò da subito di distogliere il suo sguardo distraendosi altrove. Nella sua mente risuonava la voce che aveva sentito qualche minuti prima quando stava entrando in ufficio. Cercava di convincersi che non era la persona che pensava, eppure c'era qualcosa dentro di lei che le portava tutti i pensieri verso di lui. Una persona che di certo non ci teneva ad incontrare.

Le parole del CEO la riportarono alla realtà "Quindi lei è la giornalista che ci ha mandato il giornale?" chiese l'uomo con voce calma e accogliente. In fondo, nonostante tutto, era un onore essere a colloquio con un esponente simile. La ragazza sorrise "Si, mi chiamo Kim Yuhnee!". Nonostante l'ansia della situazione il suo tono di voce fu diretto e deciso. "Yunhee, cercherò di essere breve... il tuo capo redattore mi ha parlato molto bene di te, e ho voluto da subito approfittarne della cosa per inserirti nella nostra squadra di giornalisti" l'espressione della ragazza era perplessa, non aveva mai sentito parlare di questa squadra di giornalisti prima d'ora. "Squadra di giornalisti?" chiede imbarazzata. L'uomo si alzò in piedi avvicinandosi alla grande vetrata davanti a lui. "Si, in questi anni la nostra azienda è stata invasa da numerosi scandali, rovinando la vita di numerose persone e tutto sai per colpa di chi? Di voi giornalisti sempre in cerca di scoop! Allora ho deciso, in collaborazione con il giornale per la quale lavori, che avremo una squadra di giornalisti nostra che riuscirà a filtrare le notizie vera da quelle false prima che queste arrivino al grande pubblico..." lo sguardo di Yunhee era attento e concentrato sulle parole dell'uomo. Non riusciva non dar ragione alle parole del CEO, erano proprio questi scandali che l'avevano spinta a diventare una giornalista. "Purtroppo so che i vostri artisti hanno dovuto sopportare tanto..." non sapeva nemmeno lei da dove le erano uscite quelle parole. "Tu, cara Yunhee, sei stata indicata come la persona più adatta a questo ruolo, soprattutto in vista di un progetto molto importante che abbiamo con uno dei nostri gruppi di maggior successo, conosci gli Exo vero?" sapeva che prima o poi quel nome sarebbe uscito dalla bocca dell'uomo, un brivido le attraversò la schiena. 

Fece un sospiro "Si, ma non li seguo quindi non so molto di loro!" sapeva che quella frase poteva essere un grosso rischio davanti all'uomo che aveva investito migliaia di soldi su quel gruppo. "Ti consiglio di informarti su di loro molto presto visto che dovrai seguire il loro tour! Anzi, visto che oggi loro sono qui potresti già pensare ad un intervista per conoscerli meglio..." la ragazza iniziò a tremare, lei era andata a quel colloquio solo per correttezza e invece a quanto pare non aveva alcune possibilità di rifiutare quella proposta. "Ma... io..." non riusciva a parlare, in quel momento avrebbe voluto essere ovunque tranne che in quella stanza. E non era finita qui, tra poco avrebbe dovuto incontrarli. Il CEO si rivolse alla segretaria seduta poco distante da lui "Signorina, mi chiami il manager degli Exo e mi faccia salire uno dei ragazzi per accompagnare la signorina Kim da loro..". Il cuore di Yunhee batteva a mille, voleva trovare una scusa per andarsene ma non era possibile, quando ormai un ragazzo aprì improvvisamente la porta della stanza.

 

   
 
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