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Autore: rocchi68    21/11/2020    1 recensioni
Il Purgatorio è la condizione, il processo o il luogo di purificazione o di pena temporanea in cui, secondo le credenze popolari, le anime di coloro che muoiono sono preparate per il Paradiso.
In questo Purgatorio, tuttavia, il suo Giudice può prendersi la Responsabilità di spedire l'anima macchiata e pentita, verso la Purificazione oppure verso la Reincarnazione.
Dove andrà l'anima di una persona che questo Giudice conosce bene, poichè responsabile della sua morte 40 anni prima?
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Chris McLean, Scott
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale
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Non capitava spesso che il Purgatorio pullulasse di anime bisognose di una scelta tra Purificazione o Reincarnazione e dopo aver spedito Chris a ripulirsi per il decennio successivo, si ritrovò nuovamente disoccupato per una ventina d’anni.
 
Aveva guardato diverse volte nel suo passato e in quello, giusto per curiosità e sano autolesionismo, dei suoi pochi conoscenti, non chiedendosi nemmeno che cosa sarebbe successo se fosse uscito incolume dalla quarta stagione: temeva seriamente di sommare troppi dispiaceri e di stringere i pugni, maledicendosi e rovinandosi il resto dell’Eternità.
Poteva diventare qualsiasi cosa desiderasse, dopotutto a 18 anni era nel pieno delle possibilità, ma quel malaugurato incidente gli aveva stracciato ogni ricordo elementare.
Da piccolo sperava di essere il miglior astronauta della storia oppure di diventare un generale dell’esercito inflessibile e senza paura. Tanti sogni che, poi, maturando, avevano cambiato direzione, portandolo a sperare in una carriera quantomeno discreta.
Non pretendeva di diventare il re di qualche nazione sconosciuta o di diventare un eroe invulnerabile: si accontentava di un lavoro normale, di una famiglia tranquilla e poco altro.
 
“Alla fine non è poi così male qui.” Aveva borbottato qualche mese più tardi, parlando al nulla e alzandosi dalla sua comoda poltroncina, annoiato dall’ultima lettura di un romanzo che seguitava a descrivere da oltre venti pagine un maledetto clown.
 
“Poteva andare certamente peggio…disoccupato, sotto un ponte…oppure con qualche petulante bambino che corre per casa, mentre mia moglie urla...già potevo farmi molto più male.” Aveva continuato, massaggiandosi una spalla e passeggiando intorno alla sua scrivania.
 
“Potevo ritrovarmi con un bigliettino d’auguri…forse un regalo fatto in casa per Natale…oppure doverli portare a vedere una partita di basket…o stare lì a leggere una favola per farli addormentare o a guardarli mentre sono malati.” Continuò a mugugnare, inspirando profondamente.
 
“Tanto non cambierà mai niente in questo posto.” Soffiò, collassando sul suo posto e richiudendo gli occhi per starsene tranquillo e per non vedere ancora quel fastidioso bianco che riempiva il suo Purgatorio.
 
 
 
 
18 anni passano in un lampo
E Scott sapeva bene che gli sarebbe capitato, se tutto fosse filato liscio, una singola seccatura per anno.
Non che gli dispiacesse troppo, anche perché dopo tutto quel tempo, si era fatto ancora più distante e freddo, scambiando qualche chiacchiera con gli altri Giudici solo quando non erano oberati di lavoro, il che accadeva raramente.
E a volte dovevano pure rinviare i loro “appuntamenti”  mensili per due chiacchiere perché la parte della Purificazione era piena di ospiti o perché il tizio della Reincarnazione era indietro con i timbri e le scartoffie sulla sua scrivania si accumulavano a vista d’occhio.
Scott aveva provato, giusto per ammazzare il tempo e per placare quel mortorio, ad offrirsi come aiutante, promettendo che non avrebbe fatto troppi danni e che non ci voleva una laurea o così quale studio per azionare la lavatrice della Purificazione a ciclo intenso o per mettere un timbro nero sui vari documenti che nell’ultimo periodo si stavano ammassando sempre più.
Il suo aiuto non era necessario.
Così come non era necessaria l’esistenza di un Purgatorio giacché era raro che per qualcuno vi fosse una tale incertezza da non sapere su quale piano farlo scendere.
Di certo, così come per Chef e Chris in passato, non si aspettava quella visita insolita.
Credeva, solo perché l’aveva visto all’opera su uno dei suoi schermi, che non ci fosse nessuna possibilità d’incrocio.
Lui, dopotutto, era schiattato durante la quarta stagione, mentre il suo “ospite” era apparso solo in quella successiva, nonostante fosse già all’interno di un contenitore conosciuto.
Non pensava fosse fattibile, ma Mike aveva la bellezza di altre 5 anime all’interno, frutto di un errore grossolano di qualcuno che gli stava molto sopra.
 
“Tu non sei Mike, vero?” Esordì Scott, facendo irrigidire il tizio che aveva davanti.
 
“Non ricordavo l’esistenza di questo posto.”
 
“Come scusa?”
 
“So benissimo chi sei e cosa hai combinato, Scott.”
 
“Ma davvero?” Domandò provocatorio, facendo comparire una cartellina con tutti i dati riguardanti quella scocciatura.
 
“Non hanno ancora cambiato colore a questi fascicoli?”
 
“Già.”
 
“Sempre colpa del pessimo gusto di Ryuk, immagino.”
 
“Come fai a sapere tutte queste cose, Mal?” Chiese il rosso, sfogliando quel documento e ritrovando in alcuni campi dei punti di domanda per nulla esaurienti.
 
“Io sono un’eccezione…come te Scott.”
 
“Davvero?”
 
“So benissimo di essere morto, che gli altri Giudici sono ancora in circolazione e, quindi, mi viene da pensare che tu sia nuovo in questo posto.”
 
“Sto qui da quasi 60 anni.” Replicò imperturbabile.
 
 “Gli altri Giudici trascendono il Tempo e lo Spazio e per quanto ne so Ryuk è in circolazione da almeno 5 milioni di anni, quindi si può quasi dire che hai appena iniziato.”
 
“Stai scherzando.” Borbottò, accennando un risolino che interruppe subito dinanzi allo sguardo di una delle anime di Mike.
 
“Mi piacerebbe, ma sono serio.”
 
“Non hai ancora risposto alla mia domanda, Mal.”
 
“Riguardo all’eccezione? Beh te la faccio semplice…l’anima al momento della morte viene staccata dal corpo e può finire in due posti…”
 
“So come funziona il mio lavoro: arriva al punto.” Lo interruppe Scott, facendogli digrignare i denti.
 
“Raramente, anzi quasi mai, un’anima mantiene i suoi ricordi e coltiva anche quelli della Purificazione o della Reincarnazione e questo è il mio caso.”
 
“Continua pure.” Lo invitò Scott, schioccando le dita e facendo apparire un piccolo vassoio con due tazze di caffè.
 
“La mia anima si è Reincarnata ben 13 volte ed è finita nella Purificazione almeno 4.”
 
“Infatti ci sono 17 timbri.” Commentò Scott.
 
“Io ricordo tutto delle mie precedenti 17 vite.”
 
“Mi devi spiegare, però, come mai nelle tue ultime visite tu sia finito sempre tra le grinfie di Ryuk…eppure dovresti sapere che è un sadico.” Borbottò, non temendo minimamente la figura mefistofelica del piano inferiore.
 
“Questo lo so bene, ma dopo tanti passaggi, un’anima che ricorda si corrompe e rischia di distruggersi o di implodere.”
 
“In che senso?”
 
“Se ti cancellano la memoria, vivi liberamente e stop…ma se ti ripuliscono spesso e ricordi ogni passaggio, ecco che ti resta una traccia e questa te la porti dietro a vita.”
 
“Per l’Eternità nel nostro caso.” Puntualizzò Scott, continuando a leggere il dossier del suo ospite.
 
“Nella prima vita ero un soldato medievale, fedele al mio sovrano e deceduto in seguito ad un agguato, ma è stato comunque tanto tempo fa.”
 
“Nelle ultime visite sei peggiorato e sei finito dentro Mike.”
 
“E vorresti sapere come facevano a coesistere più anime in un unico contenitore?”
 
“Precisamente.”
 
“Non so come la chiamano in giro, ma io preferisco definirla come la Sindrome del Richiamo.”
 
“Cioè?”
 
“Un’anima finisce in un contenitore e qui i Giudici dovrebbero bloccare ogni altro accesso, ma se qualcuno è distratto ecco che può accadere un vero disastro.”
 
“Credo sia superfluo spiegarti il mio compito.” Borbottò Scott, facendo sparire i suoi documenti e iniziando a mischiare il caffè.
 
“Sarebbe così, ma l’ultima volta che sono morto è stato Ryuk a decidere la mia sorte e non mi sono divertito molto.” Ammise, invitandolo a proseguire.
 
“Io sono un semplice Giudice minore…sei finito nel limbo poiché secondo i dati raccolti ti sei pentito all’ultimo secondo e nessuno sa se meriti la Reincarnazione o la Purificazione.”
 
“Strano perché sono sempre stato perfido in quest’ultima vita.” Replicò freddo.
 
“Raccontami le tue storie precedenti e poi ti darò la mia versione.”
 
“Che cosa vuoi sapere se hai letto tutto nel dossier?” Domandò, scrollando le spalle.
 
“Nel dossier non c’era scritto il perché tu sia diventato perfido da una vita all’altra.”
 
“Delusione, Scott.”
 
“Per cosa?”
 
“Tre vite fa ero un chirurgo di fama nazionale e sai cosa è successo? Hanno ucciso mia moglie e mia figlia perché il mio assistente ha sbagliato a ricucire.”
 
“Ma…”
 
“Due vite fa i miei genitori mi hanno abbandonato e i miei 9 anni in orfanotrofio sono stati uno schifo…mi hanno lasciato annegare in mare aperto durante una gita perché non si ricordavano di me.”
 
“Io…”
 
“La vita precedente al mio inserimento in Mike ero un padre single con una figlia e per mantenermi ero costretto a rubare…ho ucciso un poliziotto, ma era solo per mia figlia.”
 
“Questo lo so.”
 
“Non avevo altra scelta.”
 
“Tutti hanno una scelta e hai preso quella sbagliata di proposito, Mal.”
 
“Come ti senti quando ricordi ogni cosa, che vedi che tutto ti sta scivolando dalle mani senza poter rimediare…credi che non mi sia mai dispiaciuto per quel poliziotto?”
 
“Ma…”
 
“L’ho fatto per quella bambina…per l’anima adorabile che riempiva mia figlia…era malata e non volevo…non doveva morire!” Urlò, facendo tentennare il rosso.
 
“Io…”
 
“Non vado fiero…non sono felice di quel danno e non pretendo di essere…perdonato, ma come puoi pensare che la disperazione non prenda il sopravvento?”
 
“Non è finita bene.”
 
“Ho ucciso per niente: l’operazione è andata male e sono rimasto solo…avrei dovuto continuare senza la luce che illuminava la mia buia vita.”
 
“Mal…”
 
“Quando lei sorrideva, tutto diventava inconsistente e quell’anima innocente è sparita.”
 
“Sai, però, che se continui così, poi, la tua anima rischia di essere distrutta.”
 
“Alla quinta Purificazione è destino.” Borbottò triste, abbassando il capo.
 
“Io non ti conosco bene, non so nemmeno quantificare il dolore che hai sopportato, ma non posso non rimproverarti.”
 
“E con questo mi manderai alla Purificazione.” Sibilò, inspirando profondamente.
 
“Io resterò qui per l’Eternità e se dovessi deludere le mie aspettative, sappi che non avrò più nessun riguardo.”
 
“Che cosa significa?”
 
“Per questa volta chiuderò un occhio e ti concederò la Reincarnazione.”
 
“Perché?”
 
“Perché mi sembri profondamente pentito e tutti meritano una seconda chance.”
 
“Ma io ne ho sprecate già 4 e con un altro rifiuto non ci sarebbero più rischi.”
 
“E dimmi non vuoi ritrovare quell’anima felice e allegra per cui hai lottato tempo fa?”
 
“Io…”
 
“Non vuoi far ricredere Ryuk sul tuo conto?”
 
“Ma è impossibile.” Commentò, fissandolo intensamente.
 
“Non vuoi avere una vita decente e continuare a esistere?”
 
“Lo vorrei davvero.”
 
“E allora credo di doverti mandare ai piani alti.”
 
“Però…”
 
“Ricorda che tutti hanno sempre diritto a una seconda possibilità, meno che il sottoscritto…giudice di un Purgatorio che mai più potrà provare felicità.” Soffiò, schioccando le dita, mentre un fascio di luce illuminava Mal, al che il moro gli rivolse un assai raro sorriso.
 






Angolo autore:

Ryuk: Perchè ce ne usciamo con questo capitolo?

Perchè mi è venuta l'illuminazione, mentre dormivo.
Non temere domani aggiornerò l'altra serie, ma oggi mi andava di pubblicare.

Ryuk: Preparate gli scarponi, gente! Rocchi ha voglia di fare qualcosa...domani nevica sicuro!

Devo ucciderlo ora o aspetto l'anno prossimo, voi che dite?
 
   
 
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