Libri > Trilogia di Bartimeus
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Autore: Fauna96    21/11/2020    1 recensioni
Raccolta delle storie scritte per la Bart Prompt Week (2-8 marzo 2020)
I Prompt: Springtime. E il mio padrone si trasformava in una specie di mocio vagante e colante schifezze.
Lo osservai mentre si puliva il naso per quella che era la millesima volta in venti minuti.

II Prompt: Favourite Line. Mi mancava il deserto, il sole accecante e il blu limpido del cielo che ti faceva lacrimare gli occhi, il vento secco che mi portava in alto quando da falco volavo lontano…
III Prompt: AU. La vera Kitty lo osservò, poi disse: «Sembro molto più epica di quello che sono. Le cervella non danno quell’aura glorificante, macchiano e basta».
IV Prompt: Least favourite character. Finché una, tra le tante voci che bisbigliavano al suo orecchio, non aveva commentato che suo cugino, il più piccolo, quello incapace persino di tendere un arco, ecco, proprio lui sembrava avere interessi pericolosi. Interessi per la magia.
V Prompt: Role Reversal A Nathanael non piaceva granché rapire ragazzini; ma non gli piaceva nemmeno disobbedire agli rodine e venire punito, per cui non c'erano molte alternative.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Bartimeus, Kitty Jones, Nathaniel, Tolomeo
Note: AU, Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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VI Prompt: A dynamic or a pairing



«Sai» disse Queezle, piano «non sono mai stata in guerra sul serio. Scaramucce, certo. Risse. Ma… non in questo modo».
Sotto di noi, oltre le mura di Praga, l’esercito inglese non si vedeva ancora. Ma stavano arrivando.
Spinsi di più la schiena contro quella di Queezle. Tolomeo non era granché alto per un quattordicenne, quindi la fanciulla mi superava di tutta la testa. «Be’, non è che sia molto diverso. Solo… tante risse, tutte insieme». I capelli biondi mi solleticavano le spalle. «Sei preoccupata?»
Fece uno sbuffo ben poco da signora. «Ti prego. Sono perfettamente in grado di badare a me stessa».
Feci uno sbuffo ancora più rumoroso. «Oh, ma sei solo una novellina!»
Mi spintonò con la spalla e si voltò a guardarmi torva. Io le feci un gran sorriso.
«Devo ricordarti chi si è occupato di quel manipolo di spie mentre tu eri troppo occupato a dire al nostro padrone quanto fosse fuori forma? E poi a prenderti la punizione[1]
Alzai gli occhi al cielo. «Non c’è bisogno di rinvangare il dolore passato! E poi, stavi ridendo anche tu».
Roteò gli occhi. «Ovviamente».
Il silenzio che cadde era piacevole, morbido. Non era male avere qualcuno con cui conversare intelligentemente, visto che gran parte dei nostri colleghi era formata da foliot idioti. Queezle era una boccata d’aria fresca in quel tetro castello.[2]
«Posso confessarti una cosa?»
Feci un gesto magnanimo. «Certamente».
«A volte mi manca tutto questo mentre sono nell’Altro Luogo. Non la schiavitù, ovvio, ma… la Terra. È così… affascinante».
«Ha i suoi pregi» convenni, dondolando le gambe giù dalla balaustra.
«Ti invidio».
Mi voltai. La fanciulla mi guardava col capo inclinato, le ciocche bionde che andavano a coprirle il viso. «Hai visto così tanto, fatto così tanto…»
«Non te lo consiglio» borbottai. «È… faticoso».
«Ma ne vale la pena».
Non risposi. Ne valeva davvero la pena? Soffrire, strisciare, rubare, passare da un padrone all’altro, da una guerra all’altra per… poter vedere il cielo stellato di tanto in tanto? Per lasciarsi trasportare dal vento e dal sole?
Queezle premette la spalla contro la mia. «Ora non fare la faccia da vecchio brontolone».
«Ti sembro forse vecchio?» replicai stizzito.
Lei mi fissò. «Sì, quando ti accigli e borbotti a quel modo. Sei vecchio, d’accordo, ma non c’è nessuna ragione per mostrarlo così».
Annaspai, oltraggiato. «Non accetto questo genere di insulti da chi non ha mai combattuto in una vera battaglia».
«Non vale!»
Mi diede una spinta così forte che mi buttò giù dal bordo. Mi lasciai cadere per un attimo, poi mi feci spuntare un paio di ali e svolazzai di nuovo su.
«Queezle! Avresti potuto uccidermi. Ah, non c’è più rispetto per gli anziani».
Lei ridacchiò, gli occhi verdi scintillanti, e mi tirò di nuovo a sedere accanto a sé. «Sei troppo difficile da uccidere. E poi, preferirei aspettare la battaglia. Preferirei avere qualcuno di fidato in mezzo alla mischia con me». Si appoggiò a me.
Era così… giovane alle volte.
«Concordo in pieno» mormorai.
 
[1] Ne era assolutamente valsa la pena.
[2] Non era sempre stato tetro: nel periodo d’oro era splendido anche per un jinn. Avevo raccontato a Queezle delle feste, degli intrighi di corte… si sarebbe divertita anche lei.
  
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