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Autore: HHall93    21/11/2020    0 recensioni
Fu durante un'estate della sua adolescenza che la vita di Aria cambiò.
Amore e amicizia uniti a segreti e misteri la condurranno verso qualcosa che mai si sarebbe aspettata.
Genere: Commedia, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Entriamo in quella libreria?- Gemma si fermò di scatto e corse davanti al vetro del negozio come attratta da una forza invisibile.

-Va bene dai- l'assecondò Nathan.

Entrai anche io perchè fin da quando ero molto piccola avevo sempre avuto una grandissima passione per leggere: i libri mi affascinavano tantissimo. Come si poteva facilmente intuire entrando nella mia camera ero molto gelosa di quelli che possedevo, custoditi gelosamente e perfettamente in ordine di altezza sulle loro mensole. Gemma sembrava avere le mie stesse passioni e se non fosse stata di vari anni più grande di me, magari avrei potuto proporre di chiederle di uscire più spesso in compagnia con noi.
-Vi aspettiamo lì- ci informò Thomas indicando la gelateria di fronte al negozio di libri.
Annuimmo ed entrando mi diressi subito verso il mio settore preferito: i romanzi thriller. Nonostante a volte si faticasse a reggerli con una sola mano dalla gran quantità di pagine in esso contenute, se mi appassionavano ero capace di finirli in pochi giorni, con anche la voglia di ricominciarli dall'inizio. Noelle l'aveva sempre considerata una cosa senza senso. Nonostante il suo comportamento nell'ultimo mese mi aveva fatto più incazzare che altro, a volte mi mancava sul serio. D'altro canto lei non sembrava pentita di niente e la mia coscienza era pressochè a posto. Se lei non aveva più ritenuto la nostra amicizia come qualcosa per cui lottare, qualcosa per provarci fino alla fine, allora tanto valeva abbassare la testa e riconoscere che la fine era arrivata davvero.
Accarezzai le copertine dei libri fingendo potessero essere tutti miei; se qualcuno un giorno mi avesse regalato un grande libreria mi avrebbe resa la ragazza più felice sulla Terra.
-Scommetto che questi li hai letti tutti- mi sorrise Clover, che mi aveva seguita.
-Non proprio tutti in realtà-
-Allora dovresti provvedere... mmm... questo! Questo qua mi sembra ti possa piacere- mi mise tra le mani un libro la cui copertina garantisco avrebbe inquietato qualsiasi persona.
-Ehm... perchè pensi mi possa piacere questo?- le chiesi perplessa.
Davo davvero un'immagine così macabra di me?
-Perchè ti conosco Aria- mi rispose sorridendo... in un modo strano, diverso dal solito, ma non ci feci più di tanto caso.
-Ehi Nathan! Questo non è il fumetto che avevi prestato a quel coglione di J.C.?- urlò Gemma da uno scaffale di distanza sventolando un libricino che aveva lo spessore di una sottiletta.
Infatti mi era parso strano che un cervello di gallina come J.C. potesse pensare di sfruttare il suo tempo leggendo.
-Sì ma non voglio parlare di lui ne sentirlo nominare- gli rispose sbottando il fratello avvicinandosi.
Io feci spallucce rivolta a Gemma dato che mi aveva lanciato uno sguardo, poi lei sorrise e continuò: -Dai Nathy fregatene di lui! Vivi la tua vita-
-Vivrò la mia vita cercando modi per ucciderlo. E non chiamarmi più così-
-E io ti aiuterò Nathy, tanto tutti vorrebbero uccidere Jaden Castillo- le scappò da ridere e si avviò alla cassa carica di almeno quattro romanzi.
-Ma che dialogo interessante- commentò Clover al mio orecchio.
-Lo so che Nathan odia J.C. ma rimane sempre il punto che non si capisce come alla fine abbia colpito un'altra persona- le risposi.
-Meglio far fuori tutti così non si sbaglia- scherzò lei.
-Ma la finisci? Taïsse è stata davvero male- ma comunque sorrisi mentre pagavo il libro che la mia amica sembrava essere convinta mi sarebbe piaciuto da matti, per poi raggiungere gli altri alla gelateria e mettermi in fila per prendere il mio milk-shake al cioccolato.
Una volta che ebbi pagato e mi fu consegnato il frappè allungai la mano per prendere una cannuccia dal contenitore appoggiato sul bancone contemporaneamente ad Nathan, sfiorandoci così le dita.
Ne sceglierà una viola.
Un flash mi balenò nella testa.
Com'era possibile che io prima ancora che la toccasse sapessi già che avrebbe preso proprio quella?
Perchè l'avevo già visto.
L'avevo visto la sera della discoteca schifosa sulla spiaggia e anche durante la serata al Kristal... mi voltai come se il resto delle persone si fossero fermate nel tempo e fissai i miei amici. Erano seduti ai piedi di una piccola aiuola davanti alla gelateria e quasi tutti avevano preso una granita, a parte Gemma e Thomas. Parlavano normalmente, non accorgendosi che i miei occhi si stavano posando su ognuno dei loro bicchieri.
Improvvisamente tutto acquistò un senso.
Un uomo anziano mi colpì per sbaglio alla spalla facendomi ribaltare metà frullato per terra e sulle scarpe.
-Eh se non ti sposti...- dopo avermi lanciato un'occhiata di rimprovero uscì, inconsapevole che la mente della ragazza che aveva appena colpito stava mettendo insieme i pezzi di un puzzle che sembrava non volersi comporre.
Tornai dai miei amici e, dopo il sorriso di James, la ormai normalissima richiesta di Clover che chiedeva se tutto fosse ok mi accolse.
Le feci solamente un cenno di assenso.
Tuttavia stavo morendo dalla voglia di dirle tutto così le inviai un messaggio confermandole che Taïsse non era affatto la "vittima" predestinata.
-Nathan allora... sai qualcosa di Christian?- quella timida frase di Thomas mi riscosse e mi fece prestare attenzione alla conversazione.
Dato che il riccio sembrò tentennare un po' Thomas si sentì in dovere di spiegare: -James mi ha raccontato tutto e stai tranquillo, lei non aprirà bocca con nessuno- accennò con la testa a Sophia la quale in modo assai formale annuì.
Nathan lanciò un'occhiataccia di rimprovero a James per aver coinvolto anche il loro amico.
-Ho avuto l'autorizzazione da Chris Anderson in persona, chiedilo a lei- si difese.
-Sì, è vero- confermai. Non avevo tempo per quella conversazione, scalpitavo per restare da sola con Clover. Perchè non potevamo leggerci nella mente? Sarebbe stato molto comodo.
-Sta bene. È con Elliot e Payson a Maidstone, ma non so bene dove- Nathan non avrebbe potuto apparire più triste e arrabbiato quel giorno. Nella libreria avevo avuto paura che da un momento all'altro scaraventasse per aria una qualche pila di romanzi, anche se pensandoci poi non sarebbe stato un gesto molto da lui. Anche se ormai non ero più sicura di conoscerlo così bene.
-Non ti ha ancora detto di preciso dove si trovano?- domandò ingenuamente James.
Fu Gemma a rispondergli: -No, perchè senò il mio fratellino correrebbe da lui, il quale evidentemente non vuole essere trovato- si sedette di fianco a suo fratello circondandogli le spalle con un braccio.
Sembrava prendere la situazione alla leggera, quasi non li considerasse drammi seri.
Non era sicura se lo facesse per mostrare la sua “esperienza” maggiore nella vita o se davvero non capisse cosa provava il fratello.
-Chi è Elliot?- chiese Sophia, togliendo Nathan dal velo di imbarazzo creatogli dalla sorella.
-È il suo migliore amico- le rispose semplicemente, poi proseguì: -Sono sempre insieme, fin da quando erano alle elementari-
-Sei geloso di lui eh- Gemma continuava scherzarci.
Forse era per sdrammatizzare un po' o forse perchè era certa che tutto si sarebbe sistemato.
-No, di lui no- borbottò Nathan per tutta risposta.
Approfittai di quel momento di silenzio per dare un forte colpo di tosse attirando subito l'attenzione della mia amica. Le feci intendere di guardare il cellulare.
Dopo aver letto il messaggio i suoi occhi si puntarono subito nei miei esigendo spiegazioni, ma sapeva che doveva attendere.
Passammo complessivamente una bella giornata, entrammo in non so quanti negozi e comprammo non so quanti costumi, anche se l'estate era ormai giunta alla sua metà.
Clover le tentò tutte per appartarsi con me e farsi spiegare ma puntualmente qualcuno si piazzava in mezzo all'inizio della conversazione.
Inoltre purtroppo nessuno riuscì a far sorridere Nathan: sembrava davvero come... svuotato, senza emozioni.
James mi raccontò che non aveva alcuna intenzione di venire con noi al mare quel giorno, solamente l'intervento di Gemma l'aveva convinto, anche se a dirla tutta era stato praticamente trascinato a forza. Insomma, per quanto sua sorella e i suoi amici cercassero in tutti i modi di distrarlo, Nathan sembrava aver perso la voglia di vivere e il dolore, mischiato alla consapevolezza di non poter nulla contro ciò che stava accadendo nella sua vita, avrebbe potuto portarlo a compiere qualcosa di ancora peggiore...
Da me: Nathan voleva davvero avvelenare J.C., non Taïsse, per questo era così disperato quando ha visto il suo errore
Questa fu la prima cosa che sparai fuori a Clover quando ci sedemmo in treno per tornare a casa, una accanto all'altra, ma continuando comunque a usare i telefoni.
Da Clover: spiegati meglio
Da me: si è offerto di aiutare Noelle per riuscire a mettere il veleno nel bicchiere con la cannuccia nera perchè sapeva sarebbe stato quello di J.C., ed io infatti l'ho visto fare una strana smorfia quando ha preso in mano il bicchiere che aveva davanti: perchè non aveva la sua solita cannuccia. Non hai fatto caso che usano tutti sempre lo stesso colore?
Da Clover: allora perchè Taïsse l'ha preso?
Da me: secondo me perchè è una cosa che fanno solo i ragazzi e o non sa questa cose o magari non gliene fregava niente. Oppure perchè stava parlando con noi e non ci ha pensato... non so
Da Clover: ci sta, è logico. Quindi Nathan voleva uccidere J.C.? È da denunciare Aria
Da me: Taïsse non è morta e non credo abbia sbagliato la dose. Per me ha volutamente scelto qualcosa che facesse stare molto male ma non causare la morte.
Da Clover: e perchè?
Da me: probabilmente lo avrebbe minacciato in seguito oppure era quello il suo intento e basta
Da Clover: indica comunque che è uno psicopatico.
A fine conversazione alzammo in contemporanea la testa e scoprimmo che tutti ci stavano fissando dato che entrambe stavamo scrivendo spingendo i tasti alla velocità della luce e non staccando gli occhi dal telefono da un po’ ormai.
Avevano intuito benissimo stessimo parlando tra di noi ma nessuno disse niente.

   
 
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