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Autore: Snegurocka    22/11/2020    3 recensioni
POST EPISODE 15X20 FIX-IT FIC
“Cosa, pensi di non meritare di essere amato?”
E Dean vorrebbe sorridere per la similarità della frase che lo riporta alla notte in cui si sono conosciuti.
Dean aveva sospirato e abbassato lo sguardo sulla punta delle sue scarpe, per poi sollevare la testa al soffitto nel vano tentativo di cacciare indietro le lacrime.
“È difficile amarmi.”
“Eppure per me è così semplice.” Castiel aveva risposto senza esitazione.
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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Heaven is a place on earth with you




"Dai Cas, sbrigati."
Dean è felice e non smette di sorridere mentre esorta Castiel a compiere qualche passo verso di lui e raggiungerlo sulla sabbia, con la presa stretta sul manico del frigo portatile.

Castiel è curioso ma allo stesso tempo non riesce a capire perché Dean ci tenesse così tanto a portarlo in quel posto. Tiene due sedie pieghevoli tra le braccia mentre cammina e la sensazione della sabbia tra le dita dei piedi è del tutto nuova per lui: sente i piedi sprofondare in quella massa morbida e pesante e le conchiglie lo solleticano.
Dean è di nuovo di fronte a lui, solo di qualche passo e lo sta guardando con un ampio sorriso sul volto.

"Ti piace?" Domanda Dean
Castiel solleva finalmente lo sguardo dai suoi piedi e lo porta su quello soffice di Dean, poi annuisce e riprende a camminare –“È strano" commenta

"Cosa, vuoi dirmi che in tutta la tua vita non sei mai stato al mare?" dal tono di Dean trapela tutta la sua sorpresa nell’apprendere una notizia simile.

"Non è un'attività concerne agli angeli", spiega Castiel che dal canto suo la trova una cosa normale.

Dean riflette, mentre entrambi raggiungono la riva e guarda verso l'orizzonte: in effetti nemmeno lui ha avuto molto tempo per andare al mare. Poi sistema il frigo sulla sabbia e aiuta Castiel a posizionare le sedie di fronte al mare.
Castiel affianca Dean sul bagnasciuga e osserva l'acqua bagnargli i piedi per poi tornare indietro e trasformarsi in onda.
Adesso capisce perché Dean lo abbia portato lì.

È meraviglioso.

Ma ad arricchire il tutto è la presenza di Dean.
Dean, che al suo fianco sta guardando il tramonto che colora il cielo di arancione e rosa. Cas non può fare a meno di osservarlo, con le sue adorabili lentiggini e le labbra leggermente schiuse per lo stupore.
Castiel sa che tra tutte le cose meravigliose che suo padre ha creato, Dean è quella che non si stancherà mai di guardare.
Dean è la creatura più bella che Castiel abbia mai visto.
Dean si sente osservato, così si schiarisce la gola e incrocia lo sguardo di Castiel che non riesce a distoglierlo nemmeno quando viene colto in flagrante.

"Che c'è?" Dean si sente in imbarazzo, ma non lo dà a vedere, mentre si affretta a tirare fuori due birre dal frigo.

Castiel scuote la testa come a voler cacciare via il pensiero e gli sorride teneramente –“Stavo solo pensando", spiega infine, con un’alzata di spalle ad accompagnare le sue parole.

Dean è curioso ma non insiste nel saperne di più, preferisce azzerare la distanza che li divide e avvolgere un braccio sulle spalle del suo angelo, tirandoselo contro in un mezzo abbraccio.
Castiel cinge la vita di Dean con un braccio e risponde a quella stretta che lo fa sentire improvvisamente al sicuro, a casa.

Casa è dove c'è Dean.

Sempre.
 
Castiel vorrebbe rimanere così per sempre, ad osservare il tramonto tra le braccia di Dean. Da quando Castiel è tornato sulla terra, tutto è cambiato. È un umano adesso e come tutti gli umani ha delle necessità e dei bisogni che devono essere soddisfatti. Castiel è felice di non essere più un angelo, d'altronde non sentiva di appartenere a quella specie ormai da tempo.

Il suo cuore era umano.

Quando Jack aveva ripristinato l’ordine sulla terra, aveva riportato Cas indietro e Dean lo aveva trovato.
La prima che aveva fatto Dean non appena lo aveva visto era stata stringerlo in un abbraccio e Cas non si era mai sentito di appartenere ad un posto come in quel momento: si era aggrappato a Dean con tutte le sue forze e lo aveva stretto a sua volta tra le sue braccia.
Il suo cuore apparteneva a Dean e così è stato e sarà per sempre.
"Non farlo mai più!" Aveva sussurrato Dean tra i singhiozzi mentre rafforzava la presa sul corpo di Castiel –“non osare farlo mai più!"
Castiel non lo aveva capito a cosa si stesse riferendo Dean, se al suo sacrificio o al suo discorso d’addio. Ma non osò chiedere.
 
“Alla tua prima volta al mare!” La voce di Dean lo riscuote dai pensieri: si ritrova ad afferrare la birra che gli sta porgendo e a far tintinnare le due bottiglie in un brindisi prima di portarsela alla bocca e prenderne un lungo sorso.
Dean prende posto su una delle sedie e invita Castiel a fare lo stesso mentre le onde del mare si infrangono sulle sue gambe, bagnandogli i jeans e facendoglieli appicciare alle gambe.

A Castiel non manca il trenchcoat.
È felice dei suoi nuovi abiti. I jeans li aveva già provati in passato e li aveva trovati confortevoli.
Si è persino riscoperto amante delle t-shirt quando Dean lo aveva costretto ad andare in un centro commerciale e comprare degli abiti nuovi, che potessero finalmente rispecchiare il suo stile.
Inoltre, adesso ha la necessità di cambiarli più frequentemente di prima.
La prima volta che è caduto, ha avuto modo di imparare ed apprezzare tante cose da umano e una di questa è fare la doccia.
È il suo momento preferito della giornata.
E quando Dean lo aveva trovato il quel capanno, sporco e con i vestiti sgualciti, lo aveva riportato al bunker, gli aveva fatto fare la doccia e gli aveva prestato i suoi vestiti.
Castiel non poteva esserne più felice.
 
Dean è pensieroso, tiene la testa poggiata sulla spalla di Castiel e giocherella con un mucchietto di sabbia, lasciandosela scivolare tra le dita.
Castiel si accorge del suo silenzio, non perché sia pesante e o lo faccia sentire a disagio, ma perché dopo tanti anni al suo fianco, ha cominciato a conoscere il significato.

“A cosa stai pensando?” si decide a chiedere
A volte Dean ha l’impressione che Castiel sia ancora un angelo per il modo in cui riesce a leggerlo dentro. A volte pensa che con Cas le parole siano superflue, perché gli basta incrociare il suo sguardo per trovare tutte le risponde che sta cercando.
“Sto pensando a noi.”
 
Poi era arrivato il momento di affrontare il discorso, Castiel era nella stanza di Dean, seduto sul bordo del letto, con indosso i suoi vestiti e fresco di doccia. Dean di fronte a lui, poggiato con il bacino contro la scrivania e le braccia incrociate sul petto, lo fissava dall'alto della sua posizione.
Aveva detto:“Dobbiamo parlare” e Castiel si era sentito improvvisamente ansioso.
Una sensazione pesante sul petto, come un macigno troppo pesante che solo le parole di Dean avrebbero potuto alleviare.


“Cas, io…”
Ma Castiel non era pronto a sentirle. Non ancora, almeno. Non voleva sentirsi rifiutato, non voleva sentirsi dire che il suo amore non era corrisposto –“Dean, non sei costretto a dire nulla.”

“No Cas, adesso mi fai parlare. È da quando eravamo al purgatorio che devo dirti questa cosa.”
Il tono di Dean si fa improvvisamente serio, la mascella è contratta e le labbra sono serrate in una smorfia che le fa sembrare più piene del solito.
Castiel può solo annuire e masticarsi l’interno della guancia, mentre si tortura le mani e tiene lo sguardo basso.

“Cas, mi dispiace.” Cominciava così il discordo di Dean, proprio come quando si trovavano in purgatorio e Castiel aveva sentito la sua preghiera, “Mi dispiace averti lasciato andare senza esserti sentito dire nulla in risposta. Le tue parole mi hanno scosso, sono stato investito da un mix di emozioni che ho dovuto elaborare e assimilare.” Dean fa una piccola pausa, gli occhi gli diventano lucidi, Castiel lo stava osservando e avrebbe solo voluto azzerare la distanza e stringere Dean tra le sue braccia.
"Non sapevo come interpretare le sue parole, perché non sapevo che fossi capace di provare delle emozioni così… umane.”

Castiel è confuso, inclina la testa in un lato nella sua tipica espressione e vorrebbe dire qualcosa, così schiude le labbra ma Dean ha di nuovo cominciato a parlare.

“Non credevo che un essere celestiale, potesse davvero innamorarsi un essere umano… rotto e incasinato come me.”
Castiel non poteva più tacere a quelle parole, perché Dean è un essere umano meraviglioso e Cas sarebbe disposto a ripeterglielo fino alla fine dei suoi tempi.

“Cosa, pensi di non meritare di essere amato?”
E Dean avrebbe voluto sorridere per la similarità della frase che lo aveva riportato alla notte in cui si sono conosciuti.
Dean aveva sospirato e abbassato lo sguardo sulla punta delle sue scarpe, per poi sollevare la testa al soffitto nel vano tentativo di cacciare indietro le lacrime.

“È difficile amarmi.”

“Eppure per me è così semplice.” Castiel aveva risposto senza esitazione.

“Per questo ho dubitato delle tue parole!” il tono di Dean si era alzato–“non perché non fossero vere, ma perché non credevo avessi consapevolezza di ciò che stessi dicendo.”

“Dean, ho sentito di amarti dalla prima volta che ti ho visto. Non ho mai provato nulla del genere in tutta la mia vita.” Castiel non si era accorto di essersi alzato e di aver compiuto qualche passo in direzione dell’uomo che aveva di fronte, mentre parlava.

Dean si era portato una mano sul viso a rimuovere le lacrime che inevitabilmente erano sfuggite dai suoi occhi e poi si era arruffato i capelli.

“Castiel.” Dean aveva pronunciato il suo nome per intero, non accadeva spesso, il che fece pensare a Castiel che avesse sbagliato qualcosa, che stesse per arrivare il momento in cui avrebbe preso consapevolezza del suo rifiuto.
“Ti amo anch’io.”

E Castiel non sapeva nemmeno di aver chiuso gli occhi, se ne accorse solo quando si ritrovò ad aprirli e puntarli in quelli di Dean, che erano lucidi e arrossati per il pianto.
Castiel stava boccheggiando, decisamente colto di sorpresa, senza davvero riuscire a proferire parola o forse non ne aveva avuto il tempo perché un attimo dopo Dean aveva azzerato la distanza tra di loro e lo aveva baciato, con entrambe le mani sul viso ed il corpo premuto interamente contro quello del suo angelo.
Castiel non ricorda di aver mai provato qualcosa di simile nella sua lunghissima vita.
Dean lo stava baciando e le sue labbra erano così morbide, piene e dolci.
E il suo sapore.

Dio.
Dean sapeva di scotch e vaniglia ma non era solo quello.
Dean aveva un sapore unico, mai testato prima.

Nella sua vita da umano, aveva assaggiato e mangiato di tutto. Ma
tra tutte le cose che aveva provato e amato, sapeva che le labbra di Dean sarebbero state qualcosa di cui non avrebbe più potuto fare a meno.

Prima lo aveva sempre e solo immaginato.
Adesso lo sapeva per certo.
 
“Sto pensando a quanta strada abbiamo fatto per arrivare fin qui e se guardo indietro, vorrei solo mettere da parte tutti quei fraintendimenti, le parole non dette, i sentimenti soffocati.” Dean lo ha, di nuovo, riportato al presente –“Tornare indietro e recuperare il tempo perduto.”

Castiel si raddrizza sulla sedia e adesso tiene la birra tra le gambe mentre le mani sono in cerca di quelle di Dean per poterle stringere tra le sue –“Dean, è inutile rimuginare sul passato. Siamo qui adesso e non rimpiango nemmeno un singolo istante di ciò che abbiamo vissuto, perché ci ha portati a dove siamo ora.”

“Sei davvero felice?” Dean non sa perché glielo sta chiedendo, ma ha la necessità di sentirglielo dire

“Sono davvero felice.” Afferma Castiel, nessuna esitazione nella sua voce

“Ne è valsa la pena?” Domanda ancora Dean

“Tu ne vali sempre la pena.” Castiel accompagna le sue parole ad un sorriso ed un gesto affermativo del capo “Guarda cosa ho adesso, Dean.” Cas scuote leggermente le mani di Dean per forzarlo a sollevare lo sguardo e incastrarlo nel suo, vorrebbe dirgli di smetterla di considerarsi non abbastanza.

Dean stenta ancora a credere alle sue orecchie, vorrebbe zittire Castiel e crogiolarsi nella sua mancanza di autostima. Ma si ritrova a scuotere la testa e mordersi il labbro, aggiungendo –“Hai rinunciato a tutto per un umano.”

“Stando con te mi sono accorto di quanto in realtà non avessi niente, niente di così prezioso come lo sei tu per me.” Castiel non si stanca di rispondere a Dean, vuole dargli tutte le risposte di cui ha bisogno e trasmettergli sicurezza.

“Nemmeno le tue ali o la tua grazia? E Il paradiso?” Dean lo sta mettendo alla prova, adesso, perché ha un angolo delle labbra sollevato in un mezzo sorriso e lo sta guardando di sottecchi mentre si mordicchia il labbro inferiore.

“No, Dean. Il mio paradiso è un posto sulla terra insieme a te.”



NOTE:
"You, me, Cas, toes in the sand and some of them little umbrella drinks."  
Dean meritava di andare in spiaggia, quindi eccoci. 
  
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