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Autore: _ Arya _    22/11/2020    3 recensioni
Dublino.
Killian Jones, 28 anni, consulente investigativo e assistente alla scientifica. Dopo un incidente che ha causato danni permanenti alla sua mano, ha dovuto rinunciare alla carriera di agente di polizia.
Emma Swan, 23 anni, da aspirante campionessa olimpionica a genio informatico. A 18 anni ha dovuto rinunciare alla sua carriera di pattinatrice artistica sul ghiaccio, proprio quando il sogno delle olimpiadi era vicino, a causa di un incidente che l'ha costretta su sedia a rotelle.
; Dal capitolo 3:
-Tu non sai niente di me, Jones.
-E tu di me, Swan.
-So che pecchi eccessivamente di modestia, ad esempio.
-La modestia non mi avrebbe fatto arrivare dove sono oggi.
Ci guardammo con intensità. Sapevo di non essere la persona più umile al mondo, ma era stata la vita a rendermi così, e ne andavo fiero. Avevo imparato a smettere di mettermi in discussione ogni volta, diventare forte per fare in modo che quell'incidente, diventasse solo un minuscolo incidente di percorso. Avevo lavorato molto su me stesso e completamente da solo. Perché sapevo di potermela cavare: ne ero uscito vittorioso.
Genere: Azione, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Emma Swan, Jefferson/Cappellaio Matto, Killian Jones/Capitan Uncino, Tilly/Alice, Trilli
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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First steps moving on





KILLIAN POV
 
Gli ultimi tre giorni erano passati in maniera perfetta, non avrei potuto chiedere di meglio.
Emma aveva trascorso la maggior parte del tempo insieme a me, a parte qualche uscita col fratello, e la sua fisioterapia con Rose procedeva a gonfie vele a quanto pare. Quest'ultima aveva ammesso che la determinazione in questi casi fosse fondamentale, ed Emma ne aveva da vendere. Come avevo avuto modo di constatare io stesso, aveva iniziato ad alzarsi in piedi senza troppa fatica e, probabilmente, avrebbe presto mosso i primi passi alle sbarre. Ammise lei stessa che fosse abbastanza doloroso, ma meno che all'inizio. Per l'indomani mi aveva dato il permesso di assistere e, non essendo più relegato a letto, mi avrebbero lasciato fare. Dopotutto ero ricoverato da ormai 20 giorni, contando le due settimane di coma, quindi era anche ora.
Avrei dovuto essere visitato di nuovo da capo a piedi l'indomani sera e, se tutto fosse andato per il meglio, mi avrebbero dimesso il giorno del processo, per poi lasciarmi guarire. Almeno mi avevano tolto la fasciatura alla testa e lasciato lavare i capelli, i quali grazie al cielo erano ricresciuti anche nel punto in cui li avevo rasati.
L’unico punto dolente rimaneva il solito. Secondo la dottoressa, il fatto che non ne parlassi non era positivo, ma non riusciva a capire… non ne avevo voglia e basta. Ero in grado di lasciarmi alle spalle la vicenda anche senza discuterne a cuore aperto. A che pro? Non mi sentivo né toccato nella mia mascolinità, né altro: non avevo nulla da chiarire.
Ed era quello che stavo cercando di spiegare allo psicologo, con cui ero stato indirettamente costretto a parlare. Se non lo avessi fatto, i miei genitori e soprattutto mia madre, avrebbero continuato a preoccuparsi.
-E tu non pensi di stare evitando il problema?
-No. Semplicemente, il problema non si pone.
-Non riesci a dormire da solo senza avere incubi.
Sospirai: -Non avrei dovuto dire niente, lo sapevo io.
-Lo sai che non sei obbligato, se non vuoi...
-Lo so. Ma uno, mia madre è preoccupata. E due, avrò bisogno di una valutazione psicologica a breve per fare il porto d'armi e tornare al lavoro, quindi...
Il dottor Hopper mi guardava, senza dire nulla. Cosa stava pensando? Che fossi pazzo? Che stessi fingendo? O che fossi un povero ragazzino fragile che aveva il timore di parlare dei propri traumi?
-Non posso dire che tu ed Emma non siate una coppia perfetta. - fece infine, incrociando le braccia con un sorriso.
Sorrisi di rimando, compiaciuto: non potevo negare! Eravamo entrambi testardi e per il poveretto non doveva essere facile. Aveva davvero ragione lei, quando mi aveva detto che Hopper avesse una pazienza sovrumana.
-Suppongo che non siamo male!
-Come procede tra voi?
-Fa parte della seduta o è semplicemente curioso?
-Entrambi?
-In questo caso... direi a gonfie vele. Entro 2-3 mesi devo traslocare, e probabilmente lo faremo insieme. Anche lei verrà a vederla presto... ha bisogno di non essere più sotto la responsabilità dei suoi genitori.
-Oh! D'accordo, ne sono lieto. Ma restiamo concentrati su di te, Killian...
Sbuffai, alzando gli occhi al cielo: sapevo che non era stata una buona idea. La terapia non faceva proprio per me, non potevo farci nulla...
-Vuoi o no essere in grado di passare la valutazione psicologica?
Ahia.
-Touché.
-Dimmi come ti senti. Cosa senti. Qualunque cosa ti passa per la testa, Killian... non sei obbligato, sia chiaro, ma...
Ok. Aveva ragione. Volente o nolente avrei visto uno psicologo per legge, dato che chiaramente non avrebbero potuto rilasciare il porto d'armi ad una persona psicologicamente instabile. Per dimostrare che non fosse il mio caso, avrei dovuto semplicemente essere me stesso.
-Mi sento bene, dottor Hopper. Qualche dolore qua e là, ma sono cose che hanno semplicemente bisogno di tempo e passeranno. Ho ancora segni sul corpo dalla violenza? Sì, e mi disgustano. Ho incubi? Sì. È stata una bruttissima esperienza, ovvio, non l'ho mai negato, e ci vorrà tempo per... superarla. Ma non sono cambiato. Non sono debole, traumatizzato, depresso, suicida... e forse il vero problema è questo. Perché non provo cose che probabilmente dovrei provare, ma non posso farci niente se è così. Gran parte delle persone mi tratta coi guanti, come se potessi esplodere da un momento all'altro, e sinceramente non so più come dir loro che non succederà. Ho avuto molto tempo per capire come mi sento e ho realizzato che va tutto bene. Sono fiero di me stesso per aver fatto bene il mio lavoro, sono pronto a testimoniare e veder sbattere quei delinquenti in prigione, ma sono anche pronto ad andare avanti con la mia vita. A trovare casa con la mia ragazza, a tornare al lavoro, a vivere da persona normale senza sentirmi una povera vittima, perché non lo sono! Sarà perché ho avuto traumi peggiori nella vita, o almeno per me sono stati peggiori, ma... vedo questo come uno dei tanti. Un incidente. Sono anche stato fortunato! Avrei potuto perdere un polmone, avere danni permanenti, addirittura morire... invece sono qui a parlarne, sto recuperando le forze, e sono felice con la donna che amo. È sbagliato sentirsi in questo modo?
Mi sentii meglio, subito.
Forse, per la prima volta, ero riuscito a dire proprio tutto quello che avevo da dire.
Forse quella seduta non era stata una cattiva idea, perché parlare con una persona esterna si era rivelato più... semplice. Era come se, in qualche modo, avessi riempito d'aria i polmoni dopo una lunga apnea.
Mi ero sfogato, senza aver paura di ferire nessuno, in un modo o nell'altro.
-No Killian, non è sbagliato. Ognuno vive le cose a modo suo. Non esiste una guida su come sentirsi in questi casi... tu sei una persona forte, che ha superato molte avversità, e forse, semplicemente, sei più incline ad affrontare ciò che ti si pone davanti a testa alta. Non hai nulla che non vada. - disse semplicemente Hopper, con la sua solita voce calma e rassicurante. Era facile credergli, così.
-Non devi per forza sentirti in un determinato modo. Ammetto che inizialmente non ero molto convinto perché, certo, non è da tutti reagire così. Ma so quando una persona è sincera.
-Lo sono.
-Voglio solo che tu sia consapevole del fatto che se qualcosa dovesse cambiare, non devi prenderlo come un passo indietro o una sconfitta. Non sto dicendo che succederà, sia chiaro.
-Va bene. Me ne preoccuperò se ce ne sarà bisogno. E ne parlerò con Emma quando sarà il momento.
-Ottimo. Per quanto riguarda gli incubi, fammi sapere se continuano.
Annuii, anche se dubitavo ci fosse questo pericolo per il momento: non sapevo quando sarebbe stata la prossima volta che avrei dormito da solo! Con Emma tra le braccia era stato facile, i brutti pensieri non riuscivano nemmeno a sfiorarmi... forse, i ricordi sarebbero semplicemente sbiaditi. Perché non li temevo e non li rinnegavo. Li avevo accettati, e come avevo detto ad Hopper ero pronto ad andare avanti.
Quel che era successo era successo, era inutile rimuginarvi su.
-C'è altro che tu voglia dirmi, Killian?
-No. No dottor Hopper, ma grazie. È stato d'aiuto.
-Mi fa piacere. E sono pronto a rilasciarti il certificato per tornare al lavoro. Per il porto d'armi purtroppo non spetta a me...
-Grazie. Quello lo so, non c'è problema!
 
* * *
 
EMMA POV
 
Ne avevo parlato con Neal, ed avevo deciso di parlarne coi miei prima che Killian fosse dimesso. Un po' perché era probabile che mi sarei dedicata a lui la maggior parte del tempo, un po' perché alla fine era qualcosa che dovevo fare da sola. Quando quella mattina gli avevo spiegato la mia decisione, aveva capito e mi aveva sostenuta.
Le cose tra noi andavano davvero bene, non ero mai stata tanto positiva… soprattutto dopo aver chiarito con Milah. Quando l’avevamo vista con quel bambino, Rose mi aveva presa ed eravamo andate a salutarla… solo per scoprire che il piccolo fosse il figlio di un’amica a cui stava facendo da baby-sitter per la serata. Dovevo ammettere che per un attimo avevo temuto il peggio, e lei lo aveva intuito… ma era stata delicata e non aveva detto nulla, si era limitata a sorridermi. In qualche modo, riuscivo a capire come mai Killian ne fosse stato attratto… traspariva una bellissima persona sotto i lunghi ricci.
Adesso che tutti avevamo finito di pranzare, era giunto il momento.
-Mamma, papà. C'è una ragione se sono venuta a pranzo a casa, oggi.
-Ti mancavamo?
-Anche. - sorrisi, scuotendo la testa. Mio padre era sempre il solito, ma anche per questo lo adoravo... e sapevo che mi avrebbe capita, più della mamma.
-Ho preso appuntamento col dottor Hopper la prossima settimana. Non voglio più dover dipendere da voi...
-Ma... tesoro...
-Aspetta mamma, lasciami finire.
I miei genitori si guardarono, ma alla fine annuirono entrambi, mentre Neal rimase in religioso silenzio accanto a me.
-Non me lo state facendo pesare, mi state lasciando tutta la libertà che voglio e... di questo vi ringrazio. Ma non mi sento comunque completamente libera, e non per colpa vostra. È arrivato il momento di essere responsabile per me stessa anche legalmente, mi sento pronta. Un altro motivo è che tra due, massimo tre mesi, quasi sicuramente mi trasferirò con Killian.
Silenzio di tomba, come avevo immaginato. Per questo avevo avuto bisogno che mi lasciassero parlare, perché se mi avessero interrotta avrei perso il coraggio. Mi rendevo conto che fosse un cambiamento enorme, che li avrebbe spaventati, e che un po' spaventava anche me... ma era quello che volevo.
In quei giorni passati insieme, io e Killian avevamo avuto molto tempo per parlare, fare progetti concreti, segnarci le case che ci piacevano nei cataloghi. Non era solo un gioco, avevamo entrambi serie intenzioni.
-Tesoro. - iniziò mia madre, prendendomi una mano -Sono assolutamente d'accordo che tu debba avere la tua indipendenza. E ovviamente ti sosterremo col dottor Hopper, se ce ne fosse bisogno. Ma non pensi sia un po' presto per trasferirti? Datti un anno o due per concentrarti prima sulla fisioterapia, sul rimetterti in piedi e...
-Lo farò. Ma mamma, voglio farlo con Killian. So che voi ci sarete sempre per me, ma io... io voglio stare con lui. Svegliarmi al suo fianco e...
-Non pensi che anche Killian abbia bisogno di un po' di tempo? Con quello che ha dovuto passare...
-Sta bene. - la interruppi, prima che potesse dire altro: sapevo che uno dei due avrebbe tirato in ballo anche quel discorso, come per dire che Killian non fosse stabile al momento per un passo del genere.
Ma lo era. Quando era tornato in camera dopo la sua seduta con Hopper lo avevo trovato sereno e tranquillo. Mi aveva spiegato di aver detto quello che aveva da dire: gli era servito da conferma, stava bene e non c'era nulla di sbagliato in ciò. Non gli avevo chiesto dettagli, perché in fondo non ne avevo bisogno: se lui era felice, lo ero anch'io. Il resto poteva aspettare fino a quando avrebbe voluto lui.
-Tu sei sicura...
-Sono sicura mamma, Killian sta bene. Starà bene. Deve riprendersi fisicamente, d'accordo, ma per il resto...- feci spallucce, senza finire la frase, tanto era chiaro.
Mi sentivo un po' più leggera ad essere finalmente riuscita a parlarne con loro, perché sarebbe stato difficile per tutti all'inizio... ma era anche arrivato il momento.
-Ok, tesoro.
-David...
-Mary, nostra figlia è grande. È cresciuta molto, maturata, e se pensa che sia il momento giusto per dare una svolta... allora io la appoggio. Mi fido di te, Emma. - aggiunse dolcemente con un sorriso, rivolto a me. A quel punto non resistetti e mi avvicinai per abbracciarlo forte. Sapevo che mi avrebbe capita e non ero stata delusa. La mamma era diversa, lei aveva sempre bisogno di più tempo ed era normale... ma le avrei fatto capire che non li stavo abbandonando. Stavo solo mandando avanti la mia vita, com'era giusto che fosse, ma non per questo avrebbero smesso di essere i miei genitori.
-Oh, cosa posso dire. Devi fare quello che ti rende felice piccola, anche se non sarà facile non averti sempre intorno! - concluse mia madre tirando su col naso, ed abbracciai anche lei prima che scoppiasse a piangere.
E poi, non stavo andando via dall'oggi al domani... ci sarebbero davvero voluti almeno due mesi per finalizzare il tutto: dovevamo ancora iniziare a vederle, le case. Eravamo stati un po' indecisi sull'affittare o comprare, ma alla fine avevamo optato per la seconda opzione. Se anche il futuro ci avesse portati altrove, avremmo voluto averla una casa nella nostra città.
-Ho un amico agente immobiliare. Se serve aiuto fammi sapere, tesoro.
-Grazie papà, va bene. Magari ne riparliamo la settimana prossima? Il tempo di organizzarci... Killian verrà probabilmente dimesso dopodomani ed ha il processo.
-Lo so, sarò lì.
-Co... cosa?
-Rappresenterò l'accusa. Sono stato contattato da Graham e ho accettato. In questi giorni ho lavorato al caso, costruito le accuse e tutto il resto. Scusa se non te ne ho parlato prima, ma volevo farti una sorpresa, spero sia gradita.
Wow. Certo che era una bella sorpresa! Era un caso enorme che aveva tirato in ballo anche l'FBI e, nonostante mio padre fosse un avvocato rispettato, non aveva mai lavorato su qualcosa di tale livello. Ed ero ovviamente felice che stesse lavorando su un caso che chiaramente stava a cuore anche a me.
-Papà, ma è fantastico! Killian lo sa?
-Lo sa, tesoro! Non arrabbiarti, ma ieri mentre eri fuori con tuo fratello ho parlato con lui dato che testimonierà... gli ho chiesto io di non dirti nulla ancora.
Scossi la testa divertita, non ce l'avevo con nessuno dei due: Killian era bravo a mantenere i segreti, come mio papà era bravo con le sorprese. Ed il fatto che i "miei" due uomini avrebbero lavorato fianco a fianco, era qualcosa di... dolce.
-Hanno un avvocato anche loro, ma a questo punto penso di poterlo stracciare. Abbiamo tante prove e testimonianze, quelle di Killian e Milah saranno fondamentali per affondare Gold. Avranno quel che si meritano, è pura formalità a mio parere, non vedo come possano essere scagionati.
Lo abbracciai ancora una volta, ero entusiasta. Poteva anche essere pura formalità, ma sarebbe stato lui a mettere al loro posto quegli schifosi che avevano fatto male al mio Killian e alle povere ragazze che non avrebbero mai dimenticato quei giorni orribili.
-Sarà bello vederti sbatterli in carcere a vita.
-Ecco tesoro, a proposito. Io non sono convinto sia una buona idea che tu partecipi.
Che... cosa? Avevo sentito bene? Stava scherzando? Per quale assurdo motivo non avrei dovuto partecipare? Certo che ci sarei stata invece! Sia per lui che per Killian.
-Ecco... le testimonianze saranno molto esplicite. Compresa quella di Killian. E lui pensa che...
-Ah. Aspetta. È una sua idea allora.
-Sì, ma...
-No. Deve spiegarmelo lui il motivo.
-Emma, dai, non è chiaro? Non vuole che tu ti faccia del male nel sentire alcune cose.
Chiaro. Non me ne aveva parlato e andava bene così, ma tutti erano liberi di sapere tranne me? Non mi andava affatto bene e glielo avrei fatto capire: in più, avrebbe dovuto avere le palle di chiedermi da solo di non partecipare. Forse a quel punto avrei anche potuto valutare l'ipotesi! Così, invece, mi sentii soltanto esclusa. Forse voleva "proteggermi" o cazzate simili ma sinceramente non me ne importava nulla delle sue nobili ragioni. Mi voleva come sua partner? Voleva davvero convivere? Allora doveva capire che avremmo dovuto condividere anche le cose meno belle!
-Bene, ok. Ma deve dirmelo in faccia.
-Non prendertela con lui, non sapeva come dirtelo e ho proposto di farlo io... adesso ho colto l'occasione.
-Non mi sta bene e me la prendo con entrambi! Non posso andare a vivere con qualcuno che non ha il coraggio di essere sincero nelle situazioni difficili.
Forse ero più arrabbiata del fatto che non mi avesse detto nulla lui stesso, piuttosto che per il fatto stesso che non voleva partecipassi. Sapevo bene che condividere proprio tutto non era sempre necessario, e mi andava bene. Se fossi stata nei suoi panni, nemmeno io avrei voluto che sapesse i dettagli... ma glielo avrei detto io stessa, non avrei mandato suo padre a farlo al posto mio.
-Non hai torto, ma è davvero stata una mia idea...
-A cui non doveva acconsentire. Non voglio litigare, ok? Se proprio non mi vuole lì, non andrò, ma ci devo parlare io.
Come a lui non piaceva essere trattato coi guanti, lo stesso valeva per me e forse avrei dovuto ribadirglielo. Se avessi potuto avrei evitato di litigare, ma dovevo almeno confrontarmi con lui. Forse non era pronto a convivere e non gliene facevo una colpa... tutto ciò che volevo adesso era sincerità. Punto.
Alla fine, i miei genitori non poterono che darmi ragione, e Neal si offrì di riaccompagnarmi all'ospedale per evitarmi di prendere il bus. Durante il tragitto cercai di calmarmi un po', e chiesi di far tappa al negozio dei cupcake, anche se Killian non se li meritava tantissimo. Se avessi deciso, me li sarei mangiati da sola.
 
* * *
 
-Swan! Allora, Tutto bene?
Dopo essermi chiuse la porta dietro lo guardai, un po' indecisa su come rispondere. A giudicare dalla sua faccia non sapeva nulla, mio padre non aveva fatto la spia prima che arrivassi a quanto pare.
-Dobbiamo parlare Killian.
-Che? È successo qualcosa?
Non dissi nulla, invece mi avvicinai al letto, posando la busta dei cupcake sul comodino. La guardò, poi guardò me confuso. Seppur non sapesse, aveva una bella faccia tosta! In quei giorni aveva sempre saputo di non volermi in tribunale ad assistere, e non aveva mai detto nulla? Lo avrei preso a schiaffi, se non fosse stato in un letto d'ospedale.
-È successo che tu non mi parli.
-Cosa?
-Il processo.
Aprì la bocca, ma non ne uscì alcun suono. Aveva un'espressione preoccupata, e faceva bene. Se non altro non aveva modo di scappare per evitare l'argomento!
-Quindi tuo padre...
-Sì, Killian.
-Senti. Volevo dirtelo io, ma non sapevo come e...
-Non importa! Avresti dovuto trovare il modo!
-Non volevo ferirti!
-Lo hai fatto ora! Dimostrandomi che non sei in grado di essere completamente aperto con me! Non mi pare di averti chiesto nulla, o di aver insistito perché mi raccontassi cosa ti hanno fatto. Preferisci non parlarmene? Ok, lo rispetto e non mi crea problemi. Ma dover sentire da mio padre che non vuoi che venga in tribunale, non mi pare normale o giusto. Vuoi davvero vivere con me, Killian? Perché non sono convinta che tu sia pronto, se le cose stanno così.
Sembrava un cucciolo bastonato e mi fece tenerezza, ma decisi di dover rimanere forte e ferma: non potevo semplicemente dimenticare, come se nulla fosse.
-Emma... ti prego, non... certo che voglio vivere con te.
-Ne sei sicuro? Perché non sarà sempre rose e fiori ma dovresti saperlo, non devo essere io a dirtelo.
-Lo so! Swan, mi dispiace... io...
Sospirò e si alzò dal letto, facendo nervosamente avanti e indietro un paio di volte, poi si parò di fronte a me.
 -Hai ragione, dovevo essere io a dirtelo. Ma avevo paura di ferirti e la cosa mi ha bloccato, perché tu sei stata fantastica con me e farti sentire "indesiderata" era l'ultima cosa che volevo.
-Avrei capito. Killian, è di me che stiamo parlando.
-Lo so. Sono stato un vigliacco.
-Sì.
-Se vuoi venire, vieni. È solo che non volevo parlare di certe cose davanti a te, perché so che ti farebbe male sentirle. So di non averne mai parlato in questi giorni ma alla fine sai cosa è successo, ed immaginerai da sola che i dettagli sono scabrosi. E non voglio che tu mi veda diversamente...
Va bene. Ero ufficialmente una stupida.
Come avevo potuto essere tanto insensibile da non arrivarci da sola?
Certo, non voleva star male me, e di quello ero convinta.
Ma aveva anche paura... paura che potessi guardarlo sotto una luce diversa, se avessi saputo tutto. Paura che potessi trattarlo diversamente.
Poteva anche star bene, ma ciò non voleva dire che non potesse avere delle insicurezze.
Non riuscii a rimanere arrabbiata.
Invece, mi aggrappai forte alle sue mani e mi tirai su, per poterlo guardare negli occhi da vicino. Vi lessi tristezza, rimpianto, paura... paura che non capissi? O paura che ora sarebbe davvero cambiato tutto?
-Killian. Nulla a questo mondo potrebbe farmi vedere diversamente l’uomo che sei. So bene che quello che passiamo, non definisce chi siamo. Ma voglio che tu invece sappia che puoi fidarti di me, sempre. Puoi parlarmi di qualsiasi cosa senza avere paura.
Killian sorrise, ed annuì.
-Riesci a tenerti su ancora per un po'?
-Sì, perché?
Non rispose, invece catturò le mie labbra con le sue.
Se possibile, fu il bacio più bello che mi avesse mai dato. Il bacio più dolce e passionale al tempo stesso, un bacio carico di promesse e amore.
In quel momento dimenticai tutti i problemi, tutto il dolore, tutto il mondo oltre a noi due. E gli cinsi il collo per ricambiare con più forza, mentre le sue mani afferrarono i miei fianchi lasciati nudi dalla canotta rialzata. Lasciammo che anche le lingue si fondessero, ed aggrappati l'uno all'altro cercammo di far durare quel bacio in eterno.
-Baaaciooo!
Ci staccammo d'impulso, e se Killian non mi avesse sorretta sarei senza dubbio caduta. Restammo come due babbei a guardare Zelena coi bambini alla porta, tutti sorridenti.
Imbarazzante.
Molto imbarazzante.
-I bambini volevano venire a vedere il nostro convalescente... avevo pensato fosse un buon momento!
-Ma si... si! Certo che lo è! - fece Killian e, dopo avermi aiutata a riaccomodarmi sulla carrozzina, si chinò lasciando che i bambini gli si gettassero tra le braccia. Fu una scena veramente adorabile da guardare, vederlo così a suo agio e felice in mezzo alla mandria di adorabili piccole pesti. Finì per sedersi a terra, a gambe incrociate, e lasciare che gli si sistemassero attorno.
-Tanto tanto male? - gli domandò la piccola Ariel, indicando il cerotto sulla sua fronte.
-No tesoro, sto mooolto meglio. I cattivi stanno peggio! Tornerò prestissimo a giocare con voi!
-Ti hanno sparato i cattivi?
-Diciamo di sì, un pochino, ma anche io ho sparato a loro e passeranno taaaanto tempo in prigione!
-Che bello! Anche io voglio fare il poliziotto da grande! Le femmine possono?
-Ma certo Anna! Tutte le persone buone possono farlo, maschi e femmine. Una delle mie colleghe più brave è diventata Capitano, forse un giorno lo sarai anche tu!
Io e Zelena ci scambiammo un'occhiata, era davvero una scena meravigliosa. Killian era così dolce con loro, così bravo! Pensai che forse un giorno non sarebbe stato tanto male diventare mamma, se lui fosse stato il papà. Non avevo mai neanche valutato l'eventualità di avere figli, ma... sarebbe stato tanto tremendo se avessi cambiato idea? Non adesso, chiaramente, ma tra 7-8 anni... forse... insomma: riuscivo a immaginarmelo Killian con un neonato tra le braccia, a cullarlo e cantargli ninne nanne.
Ok. Ok.
Forse stavo correndo un po' troppo.
Ma era colpa sua, il suo essere così tenero!
-Ma tu e Emma adesso siete fidanzati? - domandò Gretel di punto in bianco. Per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva!
Io e Killian ci guardammo, in sottofondo invece Zelena sghignazzò: l'avrei ammazzata in quel momento!
-Vi stavate baciando! Quando due persone si baciano sono fidanzate, poi si sposano!
Adesso avevo probabilmente perso tutto il colorito che avevo in faccia, mentre quell'idiota di Killian sembrava tranquillissimo... divertito, addirittura!
-Non so se ci sposeremo, ma ci vogliamo tanto tanto bene e ci stavamo baciando per questo!
-Ooh! Quindi con il bacio Emma può camminare perché è magico come quello del principe che sveglia la Bella Addormentata?
-Chiediamolo a Emma se pensa che il mio bacio è magico!
Bastardo. Prima o poi mi sarei vendicata della sua stronzaggine, lo promisi a me stessa! Ero certa che l'occasione giusta sarebbe arrivata... ma per il momento, non potevo fare tanto... se non...
Dire la verità.
Dar loro un buon consiglio anch'io.
-Sì, bambini, è come nella favola. Se troverete un principe che sa darvi un bacio magico, allora vuol dire che è quello giusto!
-Oooh! - fecero in coro alcune di loro, mentre io cercavo accuratamente di evitare lo sguardo di Killian. Pensavo davvero quello che avevo detto: non avevo mai ritenuto fondamentale avere un uomo per essere completa. Ma se sapeva essere il mio migliore amico ed amante allo stesso tempo, farmi ridere, litigare e poi far pace, e darmi "baci magici"... beh, un posto nella mia vita volevo che lo avesse. Era senz'altro quello giusto, e volevo che anche le bambine lo sapessero.
Che il principe azzurro non era altro che la persona che sapeva renderci felici.
-Ok, adesso volete che io e Killian vi recitiamo un pezzettino di Peter Pan? È da tanto tempo che non lo facciamo, no?
-Siii!!


 
Eccomiiii, stavolta sono riuscita a essere puntuale xD 
Alla fine, la parte finale del precedente capitolo era solo per farvi prendere un colpo, lo ammetto. Ma è stato divertente lol non odiatemi!
Killian nel frattempo ha continuato a recuperare le forze e ha parlato con Hopper, un po' per rassicurare i suoi genitori e un po' per ottenere l'ok per tornare al lavoro, quando sarà il momento. Ma alla fine, lo ha aiutato... è riuscito ad ammettere che non dimenticherà tanto facilmente quel che è successo, che le cicatrici ci metteranno un po' a guarire, ma nonostante questo, non si sente bloccato o in qualche modo traumatizzato. Ha anche ammesso che forse la cosa non è proprio normale, ma Hopper gli ha fatto capire che non c'è un modo solo di reagire... le persone sono diverse.
Emma nel frattempo ha trovato il coraggio di dire ai suoi genitori di voler andare a vivere con Killian e dopo qualche perplessità iniziale, hanno deciso di sostenerla. In fondo è ormai adulta e si sono accorti che è in grado di occuparsi di sé... e poi non sarà sola ma con un uomo di cui si fidano e che la adora.
E' stata felice di sapere che suo padre si occuperà del caso, ma un po' meno nello scoprire che Killian preferirebbe che lei non partecipasse... quindi, ovviamente, è andata ad affrontarlo. Pur capendolo, non trova giusto che l'uomo non riesca ad essere sincero nelle difficoltà. E se vogliono costruirsi una vita insieme, non va bene... Killian ci è rimasto un po', ma alla fine le ha dato ragione e si è scusato. E pur senza andare nel dettaglio, le ha fatto capire cosa prova e perché in un primo momento abbia reagito così... alla fine hanno fatto pace, con tanto di bacio magico a cui hanno assistito anche i bambini xD
Ed ora, a vederlo così, inizia per la prima volta a considerare l'idea di avere dei figli, un giorno... ma prima, hanno molte cose da sistemare!
Non prometto nulla ma il prossimo capitolo è a buon punto, quindi potrei riuscire a postare tra una settimana! Intanto, spero questo vi sia piaciuto.
Un abbraccio!!
   
 
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