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Autore: ElfaNike    22/11/2020    1 recensioni
Avatar Darje è scomparso da tempo, ma nessuno è mai riuscito a trovare il suo successore, la sua reincarnazione. Finalmente, dopo quindici anni, Monaco Norbu, vecchio amico di Avatar Darje, riceve la notizia del ritrovamento di un candidato... parte così un viaggio alla ricerca del nuovo Avatar e alla scoperta di quattro giovani di grandi speranze e talenti fuori dal normale.
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Hiccup Horrendous Haddock III, Jack Frost, Merida, Nuovo personaggio, Rapunzel
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Monaco Norbu, la sacerdotessa Valka e Hiccup erano tornati per l’ora di cena e, una volta che si erano seduti a tavola, il monaco aveva raccontato mestamente del loro buco nell’acqua. Hiccup era rimasto in silenzio tutto il tempo, ma Merida aveva notato il suo sguardo perso: se gli aveva chiesto di accompagnare il monaco l’aveva fatto per un motivo, e adesso aspettava solo di sentire la sua versione dei fatti.
Hiccup non aveva quindi aperto bocca per tutta la sera, convinto che nessun adulto avrebbe mai creduto alle sue sensazioni, mentre ascoltava Monaco Norbu che si accordava con dama Elinor per poter tornare da dama Gothel e insistere per avere più notizie. Si chiese perché un uomo forte come Monaco Norbu non esigesse semplicemente che dama Gothel non gli dicesse la verità (perché gli sembrava così strano che lui non avesse capito che la donna mentiva), poi osservò i suoi piedi nudi, e il rispetto pacifico con cui si rivolgeva ai signori DunBroch. Quell’uomo era diverso da tutto quel mondo che lo circondava, e si ricordò che, nel colloquio con dama Gothel, la donna aveva fatto in modo di sottolineare la sua superiorità nei confronti del ‘popolino’... come aveva lasciato intendere credesse fare parte Monaco Norbu.
Poi Merida e Mulan si ritirarono nelle loro stanze, e Hiccup seppe che lo avrebbero aspettato.
Quando lasciò il salottino, però, qualcuno gli mise la mano sulla spalla. Si girò: Maestro Calmoniglio gli fece un sorriso baffuto: -Voglia di una passeggiata, cucciolo?- chiese.
I due si avviarono quindi per i corridoi con passo lento, e dopo qualche secondo Maestro Calmoniglio esordì: -Ti ho visto turbato, oggi a cena, ragazzo.-
Hiccup sollevò su di lui uno sguardo stupito, così lui continuò: -Sono il tuo maestro, non posso non notare certe cose.- rise -C’è qualcosa di cui vorresti parlarmi?-
Il ragazzo rifletté un momento, poi chiese: -Non potevo immaginarmi che quella donna cacciasse Monaco Norbu.-
-Ed è questo che ti ha turbato?-
Hiccup annuì: -Monaco Norbu è fortissimo. È un Maestro del Dominio dell’Aria. Perché ha ceduto subito?-
Maestro Calmoniglio sospirò: -Purtroppo non è sulla qualità del dominio che si gioca questa storia, ragazzo. Monaco Norbu sta portando avanti una missione solitaria al di fuori dei suoi Templi, e deve avere a che fare con persone potenti.-
Hiccup non rispose, così il maestro continuò: -Se dama Gothel ha davvero i suoi discepoli, l’ultima cosa da fare è inimicarsela del tutto, per poter capire come stanno davvero le cose anche anche se lei mente. C’è il rischio, se le cose vanno male, che la signora crei un incidente diplomatico coi Dominatori dell’Aria. È abbastanza importante alla corte di Ba Sing See da poterlo fare.-
Hiccup aveva lo sguardo perso e concentrato ad assimilare quei meccanismi a lui così estranei, mai visti quando era al Popolo del Sole.
Il maestro riprese: -Se l’intervento della famiglia DunBroch non dovesse portare buoni risultati, e se dama Gothel dovesse continuare ad asserire di non avere notizie dei suoi discepoli, allora Monaco Norbu dovrebbe scegliere: o accetta quello che la dama dice, o fa appello al Consiglio dei Saggi di uno dei Templi dell’Aria. Rischiando l’incidente diplomatico se davvero i suoi discepoli non sono da lei.-
-Mentiva.- affermò allora Hiccup, come fosse una verità assodata da tutti.
Il maestro si fermò e lo guardò perplesso: -Come?-
-Mentiva.-
-Ne sei sicuro?-
-Non riesco a capire come né Monaco Norbu né mia madre se ne siano accorti.-
Maestro Calmoniglio incrociò le braccia e si accarezzò il mento con una mano: -Monaco Norbu è una persona abbastanza benevola e non ha osato andare più in là di un sospetto. Ma tu mi dici che ne sei sicuro.-
Hiccup non disse niente, ma il suo sguardo non vacillò. Allora il maestro si chinò verso di lui, le mani sui fianchi: -In effetti me lo sono chiesto. Per quale motivo madamigella Merida ha chiesto proprio a te di accompagnare Monaco Norbu e la sacerdotessa Valka?-
Hiccup fece spallucce, così l’uomo si rialzò con un sorriso: -Sei davvero un mistero, tu. Il giorno in cui ti conosco sei un cucciolo senza talento, una settimana dopo diventi un Dominatore della Terra coi fiocchi. Non parli mai, ma sembri sapere tutto. Mi sono perso qualcosa?-
-Sento le vibrazioni.- spiegò allora Hiccup, laconico, e allo sguardo interrogativo del maestro aggiunse: -Capisco come stanno le persone, o se mentono: lo sento attraverso la terra.-
-E ti succede sempre?-
-Solo con la roccia o la terra. Il pavimento di legno no, devo essere molto vicino: trasmette male.-
Il maestro lo osservò un secondo basito, poi riprese a camminare con una risata: -Sei davvero un cucciolo pieno di sorprese!-
-Mi crede indemoniato?- Hiccup gli corse dietro.
Maestro Calmoniglio scosse la testa. Probabilmente la sacerdotessa Valka gli aveva spiegato tutta la storia del dono sbagliato, e la reazione del Popolo del Sole: -Ti trovo un Dominatore della Terra molto promettente, invece.- poi gli posò una mano sulla spalla: -Non lo dico spesso, ma sappi che sono davvero fiero di te, del livello a cui sei arrivato.-
Hiccup non disse niente, ma la sua faccia aveva un’espressione nuova: un misto di sorpresa, incredulità, e un sorriso incerto gli incurvò appena le labbra.

-Mentiva.- disse Hiccup, nel momento esatto in cui aprì la porta delle stanza di Merida.
Le due ragazze lo aspettavano davanti al fuoco e alzarono lo sguardo alle sue parole.
-Ne sei sicuro?- chiese Mulan.
-Ne ero sicura!- esclamò invece Merida.
Hiccup annuì e Mulan chiese: -L’hai detto ai signori DunBroch?-
Hiccup scosse la testa e Merida rispose: -Non so quanto serva denunciarla così. Se Monaco Norbu dovesse andare subito lì ad accusarla direttamente lei potrebbe cacciarlo... mentre, se aspettasse il supporto da uno dei Templi dell’Aria, lei avrebbe tutto il tempo di farli sparire da casa sua.-
-Quindi cosa consigli di fare? Lasciar fare ai tuoi?-
Merida scosse la testa indignata: -Non ho intenzione di aspettare così tanto!-
-E quindi cosa proponi?- chiese Mulan, le mani sui fianchi. La conosceva da anni, oh se la conosceva...
Merida alzò lo sguardo su Hiccup: -Me la concedi una seconda possibilità?-
Hiccup annuì e Mulan scosse la testa, una mano sugli occhi: la conosceva sì...

Mulan fu mandata in avanscoperta: Merida e Hiccup sapevano che i maestri si erano dati il compito di sorvegliarli da vicino, e lei doveva assicurarsi che, questa volta, non li seguissero. Avanzò per il corridoio fino alla stanza degli ospiti, dove Monaco Norbu, la sacerdotessa Valka e Maestro Calmoniglio discutevano pacatamente.
Sbirciò dalla porta socchiusa e senza perderli d’occhio fece segno col braccio: Merida e Hiccup corsero da dietro l’angolo e raggiunsero il cortiletto interno riservato agli ospiti.
Appena furono sulla solida terra battuta Hiccup fece segno a Mulan: adesso si assicurava lui che nessuno li seguisse. Mulan annuì e tornò a guardare nella stanza, e sorvegliò la situazione finché i due ragazzi non raggiunsero l’angolo del cortile dove dormiva Champa.
Il bisonte volante si svegliò alle carezze di Hiccup, mentre Merida gli lanciava la sella in groppa. Champa mandò un basso mugolio, mentre Hiccup e Merida salivano su di lui.
Mulan aveva abbandonato la sua missione per un attimo a quel rumore, e non fece in tempo a tornare alla sua sorveglianza che la porta delle stanze degli ospiti si aprì e fu sovrastata da un’ombra: -Cosa fate qui, madamigella Mulan?- chiese gentilmente Monaco Norbu.
-Ecco... io...- la ragazza alzò gli indici, ma l’attenzione di entrambi fu catturata da un movimento dal cortile.
Mulan, Monaco Norbu e i due maestri corsero a vedere, mentre Champa si librava in volo con potenti colpi di coda.

Merida guardò giù, verso la sua villa che si rimpiccioliva sotto di loro, e commentò: -Speriamo che Monaco Norbu non ci segua col suo aliante...-
-Non può.- rispose pacato Hiccup a cavalcioni sul collo di Champa -L’ho preso io. È lì dietro sulla sella.-
Merida si guardò intorno e vide il bastone. Non era quello di Jack Frost: il legno era nuovo e levigato di recente. Lei lo passò da una mano all’altra per vederlo, poi lo ripose e si sdraiò sulla sella, in attesa di arrivare: -Sai che se va male anche questa volta i miei chi legano nelle nostre stanze fino alla fine di questa storia, vero?- mormorò con un filo di voce.
Hiccup guidò Champa seguendo le indicazioni di Merida per un paio d’ore, poi la ragazza indicò giù: -Credo che sia lì.-
Hiccup diede un’occhiata: -Sì, quella è la villa.- e fece scendere di quota il bisonte volante.
Atterrarono nel bosco, a qualche miglia dalle mura esterne della villa. Merida si tirò il cappuccio sui riccioli rossi e scivolò per terra, seguita a ruota da Hiccup.
Fecero segno a Champa di aspettarli, poi si avviarono in silenzio per il bosco. Hiccup precedeva e tendeva tutti i suoi sensi, pronto a cogliere la presenza di guardie. Merida seguiva e faceva del suo meglio per non fare rumore.
Arrivarono alla lisce e bianche mura che si stendevano nel buio a destra e sa sinistra. Hiccup posò la mano al muro e si concentrò qualche secondo, poi fece due passi indietro e con un movimento secco fece sollevare di colpo due spuntoni di roccia che li propulsarono dall’altra parte. Atterrarono nell’erba fresca, piegando le ginocchia e ammortizzando con le mani, poi rimasero in silenzio qualche istante. Hiccup fece bene attenzione a che non fossero stati sentiti.
Poi si alzò e fece segno a Merida di seguirlo e si diressero di corsa verso il retro della villa.
-Bene.- sussurrò lei quando furono al riparo delle mura -Come li troviamo?-
-Non lo so.-
-Come non lo sai?! Non riesci a riconoscerli da come camminano?-
-Sul pavimento in legno della villa? No. E comunque l’unica volta che li ho visti erano lontani e in mezzo alla folla, quindi non sono sicuro di ricordarmi come si muovano.-
Merida scosse la testa: i suoi l’avrebbero davvero legata in camera sua, questa volta.

Dama Gothel richiuse il volume che stava leggendo alla luce del caminetto e alzò lo sguardo: Rapunzel aveva bussato e aveva chiesto il permesso di entrare.
La donna le sorrise quando lei si avvicinò titubante: -Mi dispiace disturbarvi a quest’ora, dama Gothel.-
-Non ti preoccupare, fiorellino. Dimmi tutto.-
-Volevo solo informarvi che il braccio di Jack Frost è completamente guarito: il vostro aiuto è stato fondamentale per le mie cure.-
-Non c’è di che, non c’è di che. E dimmi, riesce a mangiare da solo?-
-Per adesso ha preso da solo due cucchiaiate di minestra. Però è già incoraggiante!-
-Perfetto. Sono sicura che si rimetterà a giorni, ormai.-
-Sì. Vi ringrazio molto!-
Dama Gothel fece un altro sorriso e congedò la ragazza, che con un inchino uscì dalla sala e prese il corridoio per le sue stanze.
Jack Frost la aspettava seduto sul letto. Quando la sentì entrare alzò gli occhi su di lei.
-Sei riuscito a mangiare?- gli chiese la ragazza.
Lui annuì e accennò con la testa al piatto vuoto sul comodino: -Finito tutto.-
-E il braccio come va?-
Lui lo sollevò: era completamente bendato, ma poteva muoverlo anche se a fatica. Fece una leggera smorfia e lo appoggiò di nuovo. Poi chiese: -Ci sono novità?-
-Le stesse di un’ora fa, non le ho neanche chiesto. Ha detto che ci avrebbe avvertiti appena avesse ricevuto qualcosa.-
Jack Frost fece un sorrisetto: -Tu ti fidi davvero di lei?-
-Ma certo!-
-Nonostante non sia ancora riuscita a contattare Merida e la sua famiglia?-
Rapunzel si sedette sul letto: -Non ricominciare, Jack Frost. Sta facendo tutto il possibile per aiutarci. Se non ci fosse stata lei non ti saresti ripreso così in fretta. Non col solo ausilio del mio dominio.-
-In fondo a quel buco non era decisamente facile curare qualcuno... ma magari dai DunBroch sì.-
-Li sta cercando! Cerca di fidarti un po’ di più... ti ricordi com’erano quei briganti? Ti ricordi come ti hanno trattato? Se lei fosse stata come loro ci avrebbe chiusi in cantina! E invece guarda: lenzuola pulite e un pasto caldo!-
Jack Frost mugugnò qualcosa e ribatté: -E nei suoi giri a Ba Sing See non è riuscita a trovare un modo...?-
Rapunzel sospirò: -La regione è piena di rivolte. Dice che i messaggeri rischiano la vita a girare... e lei non vuole mettere a repentaglio la vita di troppi dei suoi uomini.-
-Encomiabile.- il ragazzo si sistemò più comodamente tra le lenzuola, poi si sporse verso la sua amica: -Io non mi fido di lei, Rapunzel. Ti prego, promettimi che faremo anche noi un tentativo per scrivere ai DunBroch!-
-Abbiamo già mandato una nostra lettera col suo primo messaggero.- lei sospirò di nuovo -Ascolta. So che lei può essere brusca, e sprezzante, a volte. Ma guardati intorno: un tetto, il caminetto, le lenzuola pulite. Pranzo e cena caldi tutti i giorni e le migliori cure per te. Non hanno nessun valore queste cose?-
Jack Frost passò lo sguardo sulla stanza e annuì piano.
Rapunzel sorrise e gli accarezzò la spalla: -Riposati. Domani proporrò di organizzare la partenza di un nuovo messaggero, o di farci portare a Ba Sing See. Vedrai che andrà tutto bene!-
Il ragazzo annuì e sentì una fitta allo stomaco a pensiero di Monaco Norbu.
Rapunzel si alzò e prese il piatto per portarlo alle cucine.
Uscì dalla stanza e si avviò per i corridoi, passò per un cortile con una fontana al suo centro e riprese una passerella per l’ala dei domestici.
Nel momento in cui sparì dietro l’angolo, Merida e Hiccup arrivarono di corsa e in silenzio alla stessa fontana e vi si appoggiarono.
-Da quella parte niente.- sussurrò lei.
Hiccup scosse la testa per darle ragione.
Merida prese un bastoncino da terra: -Allora facciamo il punto...-
Ma Hiccup le prese il braccio: -Non qui. Ci possono vedere dalla passerella.- e i due si spostarono dietro la fontana.
Rapunzel aveva restituito il piatto ai cuochi con un enorme sorriso di ringraziamento, e adesso stava tornando agli alloggi che dama Gothel aveva assegnato a lei e a Jack Frost. Completamente persa nei suoi pensieri, col suo passo leggero ripercorse la passerella e il portico in legno che costeggiava il cortile con la fontana. Canticchiando riprese il corridoio per le camere.
In quel momento Merida alzò la testa: -Hai sentito qualcosa?-
Hiccup fece cenno di no e lei si sporse da dietro la fontana per dare un’occhiata al cortile: deserto.
-Allora...- riprese disegnando per terra -...l’area dei magazzini l’abbiamo vista tutta. Di solito le passerelle portano all’ala dei domestici, mentre di qua...-
-Qui cosa c’è?- chiese Hiccup indicando un punto del disegno.
-Se è come casa mia sono le stanze degli ospiti. Ma non credo possa tenerli lì.-
-E perché?-
-Perché se rapisci qualcuno poi non lo mantieni come un ospite, no? Se davvero fossero suoi ospiti perché non ci ha contattati davvero invece di mandarvi via?-
-Non lo so. Io non ho mai rapito nessuno. Tu invece?-
Merida gli fece una smorfia e concedette: -Va bene, diamo un’occhiata anche lì. Tanto...-
E ripresero a muoversi in silenzio. Adesso dovevano percorrere i corridoi in legno e Hiccup rallentò notevolmente la sua andatura. Non gli piacevano i pavimenti in legno! Non ce n’erano al Popolo del Sole, perché doveva sopportarli proprio lì così in quel momento?
Il corridoio che avevano preso incrociava un altro corridoio. I due lo percorsero fermandosi a ogni porta, che socchiudevano appena per vedere se non ci fosse qualcuno.
Quando furono in fondo Hiccup fece segno a Merida che avrebbe girato a destra, lei fece un passo per seguirlo ma il braccio di lui la spinse improvvisamente indietro contro il muro.
In quell’istante esatto dama Gothel sfilò davanti a loro, da destra a sinistra, immersa nelle sue carte. La donna fece ancora qualche passo poi sembrò percepire un fruscio. Alzò gli occhi e tornò indietro a controllare il corridoio che tagliava quello che stava seguendo lei.
Deserto.
-C’è nessuno?- chiese -Rapunzel, sei tu?-
Silenzio.
Lei fece spallucce e riprese il suo percorso. Qualche istante dopo una porta si aprì lentamente e Hiccup e Merida uscirono con circospezione.
-Sono qui!- sibilò lei con la voce in falsetto per l’emozione.
Hiccup annuì: -E da come parlava li lascia girare liberamente.-
I due si scambiarono un’occhiata d’intesa: -Sono nelle stanze degli ospiti!-

Rapunzel era seduta sul suo letto a gambe incrociate e meditava. Jack Frost muoveva piano il braccio per allenarlo: piegava il gomito, chiudeva e riapriva le dita.
Con la coda dell’occhio vide la porta che si socchiudeva e un occhio verde che sbirciava dentro.
-Rapunzel...- chiamò a bassa voce.
Lei aprì gli occhi e seguì il suo sguardo.
Anche l’occhio verde l’aveva visto, e la porta si spalancò con veemenza: -Vi ho trovati? Siete voi?-
Jack Frost reagì all’invasione improvvisa di quello sconosciuto: saltò in piedi e con una ventata lo mandò contro il stipite della porta: -Chi sei? Cosa vuoi da noi?- lo aggredì, mentre Rapunzel si posizionava accanto a lui.
Hiccup era scivolato col sedere per terra e si massaggiava dietro la testa: -Sì, li ho trovati. Merida! Li ho trovati!- ripeté più forte.
A quelle parole i due abbassarono la guardia e Merida, che si era attardata a controllare la stanza di fianco, comparve sulla soglia.
-Siete qui!- urlò, e corse ad abbracciare i suoi amici.
Jack Frost e Rapunzel non potevano credere ai loro occhi, e si ritrovarono l’amica appesa al collo quasi in lacrime: -Vi ho cercato dappertutto! Papà ha smosso l’intero corpo guardia! Siamo stati rapiti anche noi... oh è stato orribile!-
-Merida...- sorrideva Rapunzel accarezzandole i capelli, mentre Jack Frost non staccava gli occhi da Hiccup.
-Cosa vuol dire che siete stati rapiti?- chiese -E chi è quello?-
Merida si staccò finalmente da loro e porse la mano in direzione del ragazzo, che si tirò faticosamente in piedi: -Lui è Hiccup. Il fabbro del Popolo del Sole.-
-Sei tu?- chiese allora Jack Frost, e l’altro annuì.
-Non serve che vi presentiate. So bene chi siete.- sorrise -Siete quelli che hanno dato una bella batosta alle nostre reclute.-
I due lo guardarono inorgogliti e Merida li fissò tutta in ammirazione. Poi Jack Frost tornò alla realtà: -Cosa vuol dire che siete stati rapiti?-
Merida si lanciò a raccontargli dell’inseguimento del brigante, del Dominio della Terra di Hiccup e di Monaco Norbu che li aveva salvati, mentre Hiccup chiudeva con cura la porta.
-Adesso dobbiamo riportarvi a casa. Monaco Norbu è in angoscia per voi. Oh, provate a immaginare la sua gioia nel ritrovarvi!- esclamò infine Merida.
Rapunzel annuì con un sorriso felice: -Non vedo l’ora! Vado subito ad avvertire dama Gothel e poi partiamo!-
Merida la fissò con gli occhi sbarrati: -Vai ad avvertirla?-
-Sì... in fondo ci ha ospitati qui per tutto questo tempo, è il minimo che possa fare...-
-Ma... ma... lei non vi ha voluti rimandare da noi, come puoi pensare di avere ‘un minimo da poter fare’?-
-Che vuoi dire?- chiese Jack Frost.
-Monaco Norbu è venuto qui oggi pomeriggio a chiedere di voi e lei lo ha mandato via.- spiegò Hiccup.
-Non ci credo. Dev’esserci stato un fraintendimento.- scosse la testa Rapunzel.
Merida sospirò e disse: -Dobbiamo riportarvi a casa. Io non mi fiderei di lei, Rapunzel. Per favore, partite con noi...-
Hiccup, invece, ebbe un’altra idea: -Merida, accompagna Jack Frost da Champa. Resto io qui con Rapunzel.-
-Scherzi?! Ma così ti farai scoprire!-
-Sì, ma non credo potrà fare qualcosa: tu e Jack Frost sarete fuori dalla sua portata, e questo la obbligherà a lasciarci andare, se non vuole essere denunciata, no?-
-Ne parlate come fosse una criminale.- sospirò Rapunzel, incerta.
-Glielo andiamo a chiedere subito.- rispose placidamente Hiccup.
I quattro ragazzi uscirono in giardino e raggiunsero il muro esterno. Merida si mise un braccio di Jack Frost intorno alle spalle e Hiccup li fece saltare dall’altra parte del muro. Atterrarono e Jack Frost si lasciò sfuggire un lamento.
-Aspettateci da Champa.- sussurrò il ragazzo nella notte. Poi si rivolse a Rapunzel: -Va bene. Parliamo con la tua dama Gothel. Sei pronta?-
Lei annuì, a disagio. Quello sarebbe stato il momento della verità, ma lei non era sicura di volerlo affrontare.

 


Angolino dell’autrice:
Finalmente i quattro grandi tutti insieme! Finalmente sono riusciti, all’alba di quindici capitoli, a ritrovarsi!
Adesso Rapunzel si accorgerà del fascino subdolo di dama Gothel? E Monaco Norbu risolverà finalmente il mistero che si cela dietro i quattro candidati? Si capirà chi è davvero l’Avatar?
Lo scopriremo nella prossima puntata!
A presto
Nike
  
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