Mi è sfuggita,
riflessa nel mio caffè
l'espressione di incredulità
mista a terrore.
Ho provato
a riafferrarla,
strizzando gli occhi,
come quando memorizzavo
le formule di matematica.
Ormai andata,
spazzata via
dal vento leggero
di questo ottobre
che sa ancora di estate
e frastuono.
La mente è già
più leggera,
forse è meglio così.
Ma ora il mio caffè
sa di sale
e di tutte le parole
che ho perso
per tenere legata a me
l'immagine del tuo viso.