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Autore: Fiamminga    23/11/2020    2 recensioni
Sesshomaru ha lasciato Rin al villaggio, con l'intenzione di farla crescere tra gli umani, al sicuro. Rin è ormai una donna quando, troppo tardi, si rende conto di cosa voleva dire quando pensava di voler stare con lui per sempre.
[Sessh/Rin] [Inu/Kag]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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  1. Servi e padroni





Sesshomaru se ne era andato dopo qualche giorno, quando ormai Rin stava bene. Dopo essersi assicurato che davvero tutto era finalmente sotto controllo si era congedato da Rin, dicendole che avrebbe avuto molte cose da fare nei prossimi mesi e che non era certo di poter venire con regolarità.

Jaken aveva spiegato che ora che la situazione si era pacificata c’erano molti altri fastidi, di natura politica in qualche modo, che il nuovo Inu no Taisho doveva attendere.

Rin comprendeva bene ed augurò a Sesshomaru una buona riuscita.

-Sesshomaru-sama si assicura facilmente il rispetto dei suoi seguaci. Sono sicura che avrete tutto il sostegno dei vostri sudditi- disse Rin con convinzione.

Sesshomaru non replicò ma se ne andò via salutandola un'ultima volta.

Al villaggio tutto era tornato tranquillo.

Sango era nuovamente incinta e Miroku stava già macchinando qualcosa per procurarsi del denaro in più per sostenere la sua famiglia. -Monaco degenerato, guarda che non ti aiuto questa volta- gli intimò Inuyasha.

Inutile dire che alla fine lo aveva aiutato ugualmente e che erano tornati a fare il giro dei villaggi con la scusa di purificazioni ed esorcismi per trovare altro denaro.

Dopo qualche tempo, quando ormai il tempo del raccolto era passato al villaggio ci fu un matrimonio, tra due giovani ragazzi che Rin conosceva e per cui aveva suonato durante la cerimonia. 

Si dedicava ogni qualvolta poteva allo studio delle nuove canzoni portatele in dono da Sesshomaru e questo la aiutava a passare il tempo e pensare a lui mentre faceva qualcosa che le piaceva.

-Quindi? Com’è la vita da sposati?- chiese ad Aoi una mattina, mentre la aiutava a portare l’acqua dal pozzo per lavare i panni.

-È bello avere una casa propria- spiegò la ragazza, -La capanna dei miei era affollata con tutti i miei fratelli, ma adesso siamo solo in due … anche se immagino sarà per poco- 

-Pensi di avere subito un bambino?-

- È inevitabile, quando vivi con un uomo- disse Aoi, poggiando a terra le sue brocche d’acqua. -Che cosa vuoi farci. Così è la vita-

-Aoi … posso chiederti una cosa?- chiese Rin, assicurandosi che non le sentisse nessuno.

-Cosa?-

-Com’è? Voglio dire … dormire con un uomo- 

-Mah- la ragazza alzò le spalle -Non è granchè. Fa male la prima volta ma poi ti abitui-

-Mmm… da come parlano Sango e Kagome non mi sembrava- commentò Rin, facendo una smorfia.

-Bè loro non contano- disse l’altra ragazza, della sua stessa età . - Insomma, una sta con un monaco pervertito e farfallone che la saprà sicuramente lunga, mentre l’altra è sposata ad un mezzo demone, che sicuramente non farà le cose come gli altri uomini-

-Eh …? Pensi che i demoni facciano … quello … in maniera diversa?- Rin era sconcertata.

-Non lo so, ma non mi sorprenderebbe- Aoi alzò le spalle -In ogni caso rimane il fatto che per gli uomini è sempre diverso. Demoni o umani sono sempre loro a cui piace molto. A noi toccano solo i bambini. Bé almeno quando hai un bambino nella pancia non ti disturbano più-

Così dicendo riprese la sua brocca e tornò nella sua capanna. Rin continuò a rimanere accigliata.

-E tu? Davvero nessuno ti ha ancora chiesto se vuoi sposarti?-

-Kaede non crede che sia una buona idea- spiegò - e poi no. Nessuno qui al villaggio mi ha chiesto nulla-

-Sarà sicuramente per quel tuo amico demone. Mette i brividi. Sono sicura che molti uomini non vorrebbero averlo intorno alla loro moglie … ma forse a Kohaku non darebbe fastidio-

-Eh? Aoi che dici- commentò Rin allibita.

-Bé? Lui ti vuole bene. Lo sanno tutti-

-Ma è come un fratello maggiore per me. E sono sicura che per lui è lo stesso. Non gli interesso di certo e tu ti immagini le cose-

-Io non penso- Aoi fece un ghigno -Ti sta sempre intorno quando ritorna, è sempre disponibile e servizievole ed in più parla sempre di più quando non ci sei-

-È solo una brava persona. Non c’è niente di così strano dietro-

-Se lo dici tu. Ma io penso che Kaede potrebbe parlare con Sango e Miroku. Se voi vi sposaste faresti parte della loro famiglia e sicuramente la sacerdotessa non si opporrebbe a Kohaku … e forse andrebbe bene pure a quell’amico demone che ti viene a trovare-

-Non succederà mai- alzò gli occhi al cielo - Te l’ho detto. È un fratello-

-Mmm. Come dici tu. Passami il catino, devo travasare l’acqua-

 

Con il passare dei giorni Rin si era ritrovata a pensare di nuovo all’idea di lavorare in un castello. Ormai aveva imparato quasi tutte le musiche del libro che le era stato regalato e non sapeva più cos’altro inventarsi per studiare qualcosa. 

Non c’era nessun castello nelle vicinanze ma si era decisa a cercare un luogo dove poter mettere a servizio quello che aveva imparato. 

Parlandone con Kagome si erano accordate per viaggiare nei villaggi nei dintorni e trovare una proprietà che avesse bisogno di una donna in più. 

Accompagnata da una sacerdotessa rinomata come Kagome, Rin aveva avuto così la possibilità di venire accolta e ascoltata in diverse case, anche se non aveva ancora trovato un posto.

Dopo tre giorni di cammino nelle terre di Musashi finalmente si avvicinarono ad una residenza elegante che troneggiava su una collina al centro delle sue terre messe a coltivazione e pascolo. 

Non era un posto ricchissimo, ma era non di meno una tenuta.

-La residenza degli Yokoyama- aveva detto un viandante per la strada, indicando la grande casa -Sono piccoli vassalli del feudatario. Non sono ricchi come i Koda e gli Abusa ma sono stimati qui intorno. Perché vi interessa, venerabile sacerdotessa?-

-Cerchiamo impiego per la mia apprendista- disse Kagome indicando Rin che viaggiava con lei -Sapete se hanno bisogno di donne che lavorino da loro?-

-Oh …- il viandante osservò Rin - So che il signore Yokoyama si è sposato di recente e che la sua sposa viene da sud e ha lasciato molte cose nella casa paterna. Forse possono aver bisogno di una signorina carina ed elegante come la vostra allieva-

Rin arrossì quando si sentì definire in quel modo, ma non si lamentò, preferendo rimanere umile e silenziosa.

-Vi ringrazio, buon uomo. Spero che il vostro viaggio prosegua tranquillo-

Si separarono dal viandante e dopo una lunga camminata arrivarono finalmente alla residenza, dove furono fatte entrare.

Quando la voce che la famosa sacerdotessa Kagome era giunta da loro furono accolte dal signore in persona, Taro.

-Benvenuta, divina Kagome- disse il signore. Era un uomo in avanti con gli anni e con i capelli quasi tutti grigi ma con un sorriso mite -Cosa vi porta fin qui? C’è forse una sventura che grava sulla mia casa?-

-Fortunatamente no, Taro-sama- Kagome lo rassicurò: -Viaggio con la mia assistente, Rin, che ha deciso di mettersi al servizio in un castello. Vedete, Rin è orfana e ho curato la sua educazione per molto tempo. È una ragazza curiosa che aspira sempre a migliorarsi. Le sue doti sono sprecate in un villaggio di coltivatori  e abbiamo pensato che potrebbe dare il suo meglio al servizio di una dama di nobile rango-

-Oh, capisco. Certo, la vostra Rin è sicuramente molto graziosa-

-Vi assicuro, Taro-sama, che è ben più che graziosa. Rin è acuta ed intelligente, è un ottima lettrice, sa danzare e suonare particolarmente bene. E di buon cuore e tutti quelli che la conosco sa che porta sicuramente gioia a chi è intorno a lei-

-Se così è … forse c’è un posto per lei-

-Davvero?- chiesero le due ragazze, sorprese.

-Sicuramente. Vedete … Io sono ormai avanti con l’età, e sono stato solo a lungo dopo che la mia prima moglie è venuta a mancare ma da quando mio figlio ha deciso di seguire il feudatario al suo castello questa casa è diventata solitaria. Ho viaggiato a lungo e ho trovato una seconda moglie … eppure tutto il mio amore per lei non basta a consolarla. Sebbene fosse felice di sposarmi, anche se sono molto più vecchio di lei, le manca la sua vecchia casa. Pensate di poter fare compagnia alla mia povera moglie?-

-Certamente! Non c’è nessuno meglio di Rin che sappia allietare lo spirito!- assicurò Kagome -Ve lo posso giurare, cambierebbe il cuore del più spietato dei demoni, anche-

-Addirittura?-

Rin fece una piccola risata ma non aggiunse nient’altro a quello che aveva detto Kagome.

Fu così che finì a servire a castello.

La sposa del signore Toda, una giovane donna di nome Sakiko, era poco più grande di Rin e non appena si erano conosciute, la ragazza capì subito cosa aveva voluto dire Toda, quando aveva detto che sua moglie era triste.

-Dunque tu sei la mia nuova dama?- aveva chiesto. Sakiko aveva la pella bianchissima. Non aveva bisogno di truccarsi per essere pallida come la luna. Le sue vesti erano eleganti e ricche e i suoi capelli erano sempre ben intrecciati.

I suoi occhi tuttavia, erano opachi e sempre bassi.

-Mi chiamo Rin, Sakiko-sama. Starò con voi se vorrete- 

Rin si era quindi prefissata l'obiettivo di far divertire e rallegrare la sua nuova signora, assicurandosi non stesse troppo a pensare a quello che si era lasciata dietro ma a ciò che aveva guadagnato.

La parte più difficile fu abituarsi al lavoro. 

Doveva alzarsi presto, vestirsi in fretta e poi aiutare la sua signora a rendersi presentabile. Prima di provare ad essere sua amica doveva imparare ad essere sua serva. 

-La tua tecnica nel versare il té è buona, ma potresti migliorarla-

-Vi ringrazio, mia signora. Questo è il meglio che mi hanno insegnato-

-Allora immagino che dovrai imparare qualcosa di nuovo-

E così, in effetti, fu.

Lavorare alla residenza le dava la possibilità di imparare molte cose nuove. Stando a contatto con la sua nuova signora poteva affinare la sua tecnica di ballo e di canto. Quando leggevano insieme, la signora le dava anche modo di scoprire molti kanji nuovi.

In ogni caso, però, ciò i cui nessuno poteva superarla era il nohkan. Nemmeno lì trovò qualcuno che potesse insegnarle di meglio, ma Rin era felice di sentirsi apprezzata.

Le veniva spesso chiesto di accompagnare le cene o i pranzi con la sua musica, e tutti, anche gli altri servitori, le riconoscevano una dote eccezionale.

-Hai sicuramente uno strumento eccezionale, Rin-chan. Come sei entrata in possesso di un oggetto così raffinato?-

-Un regalo- diceva lei, glissando. 

Era lì da qualche mese ormai, e si era guadagnata la fiducia della sua signora e delle altre serve quando un pomeriggio la parrucchiera disse:

-Mia signora, ho sentito che i soldati credono che si aggiri uno spettro per la tenuta-

-Uno spettro? Che orrore!- aveva detto la dama.

-Ho sentito due sentinelle che ne parlavano, proprio questa mattina. Hanno detto di aver visto una creatura bianca volare sulle colline, un essere pallido e chiaro con una lunga chioma bianca- spiegò -Doveva essere davvero un fantasma!-

-Sarebbe terribile se così fosse. Sono creature che portano sventura. Pensano di chiamare un monaco per fare un esorcismo?-

-Non saprei, mia signora-

Rin aveva ascoltato, ma non aveva detto nulla, riconoscendo immediatamente la descrizione che era stata fatta del fantomatico spettro.

Quella sera la ragazza non andò a dormire, ma anzi si rimise il suo bel kimono ed uscì nel giardino interno del castello, quando tutti stavano dormendo e solo le sentinelle guardavano la notte alla ricerca di un pericolo.

Rin camminò nel giardino, guardinga, osservandosi intorno. -Sesshomaru-sama?- sussurrò. -Sesshomaru-sama?-

-Rin- 

Il demone era dietro un albero. Non si stava nascondendo, ma era difficile da notare ad una prima occhiata. -Signore, siete venuto! Che cosa fate qui?-

-Mi è stato detto che alla fine hai deciso di lavorare qui- disse, sbrigativamente - Ti soddisfa?-

-Sì. Mi piace stare qui. La signora è buona e anche il signore è molto gentile. Da quando sono arrivata ho imparato molte cose nuove. Sapete, penso che prima o poi riuscirò a leggere la Danza dell’inuzumi per interno- gli sorrise debolmente. - Non dovevate venire fin qui-

-Preferisci che me ne vada?-

-Non dico questo- si affrettò a spiegare lei facendo altri passi verso di lui -Solamente … io e Kagome non abbiamo mai parlato di voi, pensando che sapere di voi avrebbe spaventato questi umani. Se vi vedono …-

-Se non vuoi che sappiano, me ne andrò-

-Non è così, ve l’ho detto- sottolineò lei - Sapete che mi mancate, quando non ci siete. Ma se mi sapessero amica di un demone mi caccerebbero- spiegò - Non si fiderebbero più di me-

Sesshomaru fece una lieve espressione infastidita - Se dovessero cacciarti, in quel momento scopriresti che non ti meritano-

Rin sorrise -Lo so, Sesshomaru-sama. Nonostante questo, grazie per essere passato a salutarmi-

Sesshomaru rimase immobile davanti a lei. 

-Non dovreste rimanere qui troppo a lungo. Prima o poi vi vedranno-

-Non mi interessa quello che credono pochi inutili umani- allungò una mano, come per offrirla a Rin.

La ragazza, anche se non capì, non esitò a prenderla. La pelle del demone era caldissima, più di quella di un essere umano, anche se all’apparenza Sesshomaru sembrava di ghiaccio. 

Rin immaginò che fosse un’altra delle dicotomie del suo signore: glaciale eppure con il sangue sempre in fiamme. 

Senza che il demone dicesse altro, spiccò il volo, trattenendo la ragazza per un braccio e per la vita. Rin si aggrappò alla sua armatura quando sentì la terra allontanarsi dai suoi piedi nudi. 

-Cosa state facendo, Sesshomaru-sama?-

-Elimino il problema- disse semplicemente, allontanandosi nella notte buia dalla tenuta, verso i capi deserti. 

Discesero lievemente e Sesshomaru la depose dolcemente a terra. Era incredibilmente delicato con lei ogni volta che la toccava, allo stesso modo come era violento con i suoi nemici.

Si inginocchiò con lei tra i lunghi steli d’erba che in piena notte Rin non riconobbe, ma erano abbastanza alti da nasconderli alla vista di chi per caso guardasse verso di loro.

-Mi dispiace avervi disturbato-

-Dici sempre sciocchezze-

-Non credevo che sareste tornato così presto. Avete già concluso tutti i vostri affari?-

Sesshomaru scosse la testa. 

-Come mai siete qui, allora?- chiese - I vostri affari erano davvero tediosi, non è vero?-

-Sei diventata una ragazza perspicace-

-Devo esserlo, per poter capire cosa vi passa per la testa quando non volete parlare-

Sesshomaru alzò un sopracciglio -Pensi di sapere cosa sto pensando?-

-Non sempre … ma molto spesso sì- Mentre parlava si sistemò il kimono e si sedette in maniera più composta. -Vorrei che parlaste di più in ogni caso. Ora che sono più grande posso capire anche io, sapete-

-Cosa vuoi che dica?-

-Perché dovete chiedermelo? Siete voi stesso che pensate i vostri pensieri-

-Posso chiederlo solo a te, Rin- spiegò il demone - è quello che facciamo. Tu come fragile umana devi chiedere il permesso, mentre con me puoi ordinare. Io sono un demone maggiore e do ordini a tutti coloro che sono sotto di me, ma a te posso ubbidire-

Rin rimase a bocca aperta a fissarlo. 

-Sto parlando-

-Ho notato!- ridacchiò lei -Quindi fate questo genere di pensieri? Sono un po’ complicati, non è vero? Io penso solo che mi basta stare in vostra compagnia. Non ho molto da ordinare, ma se vi piace che lo faccia posso darvi un ordine-

-C’è la possibilità che non ubbidisca-

-No, non è vero, farete esattamente quello che dico io- sogghignò lei - Perché è quello che avete appena detto. Dunque. Veniamo al mio ordine. Mmm ecco, ho trovato. Grande Sesshomaru-sama e Inu no Taisho, vi ordino di proteggermi sempre-

Sesshomaru guardò altrove, per nulla impressionato - Perciò quello che ho fatto fin ora non è stato notato-

-Certo che l’ho notato, ma ora che ve l’ho ordinato siete obbligato formalmente, sapete. Non c’è scampo o via d’uscita. Vi tocca dovermi proteggere sempre per davvero-

-Me ne farò una ragione-

La ragazza scoppiò a ridere -Non vi è piaciuto il mio ordine, non è vero?-

-Un cane vero viene trattato con più riguardo-

-Ma vi ho già indirettamente ordinato di parlare di più-

-Non è qualcosa che non posso fare, almeno per una sera ogni sei mesi-

-Oh, Sesshomaru-sama, lo so che siete un uomo orgoglioso, vi conosco. Volete una sfida. Va bene. Se è così ve ne darò una ma vi avviso, ve la siete cercata- disse la ragazza, ridacchiando sotto i baffi.

-Mm?-

-Bene. Questo il mio secondo ordine diretto- disse con solennità - Mi dovete fare un sorriso-

L’espressione del demone non mutò. La ragazza invece, fece una smorfia -Ma Sesshomaru-sama! Non mi sembra così irragionevole. Mi potete fare un sorriso? Uno piccolo piccolo!- avvicinò il pollice e l’indice per mostra quanto davvero piccolo doveva essere il sorriso per bastarle.

-Lo meriti?-

-Qualcuno vi ha mai detto che siete spocchioso?-

-Mio fratello almeno due volte ogni volta che mi vede- commentò il demone.

Rin si alzò in piedi, incrociando le braccia - Un sorriso no, ma l’ironia sì, quando volete voi? Credo sia scorretto-

-Nessuno ha mai parlato di regole-

-Si dovrebbero discutere- Rin fece finta di prendersela, perciò cominciò ad allontanarsi - Anche in un duello del resto si … Ah!-

Rin, nel buio più completo della notte, inciampò sui suoi stessi piedi mentre avanzava nel capo e ruzzolò a terra. 

-Oi oi!- si alzò con i capelli pieni di foglie, riemergendo dal verde.

-Ahah-

La ragazza si fermò e si voltò verso l’altro demone. -Oh!- disse, aspirando forte con la bocca per la sorpresa. -Sesshomaru-sama si è messo a ridere?!-

-Che scempiaggine-

-No, no! Vi ho sentito!-

-Avrai battuto la testa-

-Ora mentite? Certo che mentite- Rin non si curò di pulirsi i capelli dall’erba ma si mise le mani suoi fianchi. - Altrimenti si comincerà a dire che vi ho sconfitto. Io, una povera umana ho fatto ridere il potente Sesshomaru. La notizia si spargerebbe per tutto l’Oriente-

-Non lo metto in dubbio-

-Mi dovrete far citare sulla Danza dell’Inuzumi, come Colei che ha fatto ridere il potente Sesshomaru-

-Se vuoi-

-Voglio-

Sesshomaru si alzò in piedi anche lui, scrutando il cielo -Dovrò riportarti indietro se vuoi dormire qualche ora prima dell’arrivo del mattino-

-Andate via? Di già?- l’allegria di Rin si dissolse.

-Ti ho detto che ho ancora impegni-

-Sì … capisco. Va bene- si arrese, cercando di non mettere il broncio.

Le doveva bastare che quella sera era solo una piacevole sorpresa fuori programma. 

Il demone fece un passo verso di lei e le tolse le foglie dai capelli, sfilandole delicatamente una ad una. Rin guardava il suo viso, mentre lo faceva. 

Ha davvero un bel viso.

Da dove le arrivava quel pensiero? 

Assottigliò lo sguardo: certamente Sesshomaru-sama era bello. Lo era sempre stato e non era cambiato di una virgola da primo giorno che l’aveva incontrato. Eppure … eppure c’era qualcosa di diverso.

Rin non sapeva cos’era. Forse i suoi occhi più adulti potevano capire meglio la bellezza. Riconosceva in lui i tipici tratti maschili a cui non aveva mai fatto caso. Le spalle larghe, la mascella quadrata e gli zigomi alti, il collo sottile e il pomo d’Adamo.

Erano piccoli dettagli che notava solamente adesso. 

-Ho qualcosa sul viso?-

-Eh?-

-Mi stai fissando-

-Oh- Rin si accorse che l’altro aveva smesso di sistemarle i capelli ed era rimasto fermo ad aspettare che lei finisse di esaminarlo. -Sesshomaru-sama. Voi mi vedete diversa?- chiese.

-Molto- 

-Mm. Non so perché ma sembrate diverso anche voi, oggi- inclinò il capo -Forse, perché i miei occhi sono diversi, anche il modo in cui vi guardo lo è-

-Può essere- 

In ogni caso, il demone non chiese altre spiegazioni riguardo al modo con cui Rin lo guardava. 

Chiese di nuovo la mano, e la trasportò ancora una volta nell’aria per riportarla nel giardino interno della tenuta.

La depose a terra ma lui non si fermò un momento, nemmeno poggiando i piedi a terra.

-Arrivederci, Sesshomaru-sama-

Lui le sorrise -Arrivederci, Rin-

La ragazza rimase imbambolata a guardarlo sparire tra le nuvole illuminate dalla luna. 

Alla fine le aveva davvero ubbidito.

Chissà per quale motivo, però, ora Rin sentiva il viso in fiamme e lo stomaco annodarsi.




   
 
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