Anime & Manga > Inuyasha
Segui la storia  |       
Autore: Fiamminga    23/11/2020    2 recensioni
Sesshomaru ha lasciato Rin al villaggio, con l'intenzione di farla crescere tra gli umani, al sicuro. Rin è ormai una donna quando, troppo tardi, si rende conto di cosa voleva dire quando pensava di voler stare con lui per sempre.
[Sessh/Rin] [Inu/Kag]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
  1. Un corpo adulto




Lo stava facendo di nuovo. Quella ragazza era un donna o una sirena? 

Era davvero possibile che bastasse così poco per annientare tutta la sua risoluzione? 

Sesshomaru aveva appena avuto una snervante conversazione con sua madre che si era permessa di infilare il naso nei suoi affari privati, ed aveva appena finito di zittirla dicendole che non si sarebbe unito ad una umana.

Ma ecco che aveva sentito il suo tocco leggero e tutto era andato in fumo. Ora aveva le sue labbra calde sul viso, il suo respiro contro la guancia e lui stesso, così capovolto poteva sentire l’odore piacevole della sua gola e dei suoi capelli. 

Percepiva di nuovo quel fastidioso prurito, quella parte più istintuale di lui che stava furiosamente gioendo perché la compagna che voleva era venuta a cercarlo per tranquillizzarlo e per scambiare il loro odore. 

Rin non sa quello che sta facendo. Dovette ripetersi, mentre chiudeva gli occhi e provava calmarsi. Rin non sa nulla.

Le sue labbra si posarono sulle sue e ogni altro ragionamento razionale fu messo da parte. Rin poteva non sapere, ma un bacio era tale per demoni ed umani e non poteva essere frainteso. 

Davvero lei cercava di dimostrargli che voleva stare con lui.

Sesshomaru rimase immobile senza respirare, ancora sperando di trovare la forza di volontà di ritrarsi. Stava per farlo. L’avrebbe scostata da sé da un momento all’altro. Eppure c’era ancora quel prurito, quella flebile e meravigliosa sensazione di trionfo che percepiva ad ogni suo tocco. 

Provò a combattere, ma perse. O forse decise di farlo. Quando lasciò perdere tutti i suoi pensieri angosciosi gli rimase solo la piacevole sensazione di Rin lì con lui e la primordiale felicità di avere la sua compagna con sé. 

Non era qualcosa che si poteva vincere facilmente. Si voltò con tutto il corpo di qualche grado e la prese tra le braccia, portandola a sedersi su di sé. Lei sembrava sorpresa, ma in meno di un attimo lui tornò a baciarla per non darle modo di pensarci troppo. 

Se tutti e due si fermavano a riflettere, non avrebbero più continuato. La strinse contro di sé tenendola per i capelli e ricambiò le sue attenzioni, baciandole il viso, le guance, il collo bianco e lungo. 

Aveva scoperto, solo la sera prima, che era difficile sfilare il naso nell'incavo del suo collo, della sua sua nuca e delle sue spalle. Il suo odore lì era più intenso e più buono, gli riempiva la bocca di saliva. Con la mano che la teneva per la schiana, afferrò il bordo del kimono dalla base della sua nuca e lo abbassò dal suo petto tirandolo indietro. 

Rin non si oppose, come non lo aveva fatto la sera prima, ma anzi gli strinse le spalle e nascose il viso tra i suoi capelli bianchi.  

La pelle del suo petto era liscia e pallida, il suo seno era rotondo e pieno, anche se non in modo esagerato. Ogni piccola parte di lei era una terra sconosciuta e vergine e c’era una parte di Sesshomaru che non voleva far altro che affondarci i denti e mordere. 

Ma a Rin non sarebbe piaciuto. Lei era piccola e fragile tra le sue mani che potevano facilmente spezzarla in due, e doveva trattarla con la massima cura.

I suoi respiri veloci stavano diventando gemiti e Rin sussurrava pianissimo il suo nome al suo orecchio, e non era chiaro se lo voleva incoraggiare, pregare o fermare. Era tardi per l’ultima e per le altre due Sesshomaru non aveva bisogno di sentirsi dire altro. 

Inarcandosi indietro lo sgabello non li resse più e Sesshomaru la tenne delicatamente per non farla cadere mentre la poggiava a terra. Solo qualche ora fa si erano trovati nella stessa posizione e di nuovo Sesshomaru si era perso nelle sue grazie. 

Che cosa non gli faceva quell donna?

Rin era più intraprendente della volta precedente. Quella sera, forse sorpresa o forse inesperta non aveva fatto molto altro se non ricevere le sue attenzioni ma adesso lo ricambiava, baciandolo a sua volta, accarezzandogli le spalle, infilando una piccola mano fredda dentro il suo kimono, per far scorrere le sue dita sottili sulla sua schiena. 

Arrivò a tanto da slacciargli l’obi. Quando il fiocco della sua cintura fu sciolto le sue spade caddero al loro fianco ruzzolando per terra. 

Che riguardo per le due armi più potenti del mondo … ma né a lui né a Rin importava, in quel momento. 

Nel caos del movimento il suo moko moko gli scivolò dalla spalla sull’avambraccio e la sua armatura, senza più sostegno, rimase solo un fastidio tra loro due. Con un movimento rapido si sfilò entrambi, abbandonandoli alla sua destra. 

Quando l’ingombro rigido e fastidioso dell’armatura sparì Rin gli strinse le spalle e lo tirò con prepotenza verso il suo corpo. Sesshomaru non se lo aspettava minimamente ma non oppose resistenza e né si lamentò quando sentì il suo petto e addome morbido contro di sé. 

Il suo kimono, esattamente come quello di Rin era tutto sfatto e gli scivolava da una spalla, perché lei, come aveva fatto lui, non smetteva di toccarlo. 

Anche Rin, come lui, nascondeva un animo passionale. 

Sentì le sue gambe aprirsi e sfiorare le sue, fino a ricongiungersi e chiudersi dietro la schiena, nella stessa posa che avrebbe assunto se si fossero uniti davvero. Come la sera prima sentì l’odore della sua eccitazione e del suo desiderio ed era consapevole che anche lei poteva percepire la sua. 

Di nuovo la sua parte più gretta gli chiedeva egoisticamente di fare quello che serviva per ottenere sollievo, per avere finalmente quello per cui aveva aspettato così tanti anni. Il  suo instinto era solo felice che la sua compagna lo volesse e la sua mente era invasa dalla assoluta consapevolezza che Rin era disposta a concedergli il suo corpo.

Un buon compagno avrebbe acconsentito ai desideri della sua femmina e le avrebbe dato tutte le attenzioni che lei voleva, anche solo per questo. Lei chiamava ancora il suo nome, lo teneva per i capelli, gli toccava il petto quasi nudo e le spalle, persa nella sensazione di quel piacere.

Per un attimo si dimenticò lui chi era, lei chi era perché erano lì e tutto il resto non contava. C’era solo il suo odore e il suo calore, la consapevolezza che lei era la sua compagna e che lei voleva solo lui. 

Era stato uno stupido a pensare di essere diverso da qualsiasi altro maschio della sua specie. 

Anche quel poco di senso che mantenevano i suoi pensieri sparì e lui ne perse il filo.

Ritornò a baciare, leccare e succhiare, più forte e più intensamente di come aveva già fatto assaporando quello che gli veniva offerto. 

Lei era lì e non c’era molto altro che importasse, in quel momento. La sentì sciogliersi sempre di più tra le sue mani, cominciare a gemere e tremare. Le piaceva. Stava andando bene: solo un demone degenere non sapeva soddisfare il proprio compagno. 

Le aprì quindi il kimono e la prese per le caviglie per sciogliere la sua presa intorno ai suoi fianchi. Quando si alzò, Rin lo guardò perplessa e di nuovo chiamò il suo nome. Lui non si affrettò a risponderle. Aveva un obiettivo chiaro e non c’era proprio nulla su cui discutere. 

Aveva una bella, giovane e disponibile compagna sotto di lui, c’erano molti modi con cui poteva ripagarla per questo. Le aprì meglio le gambe e scese nella sua intimità.

-Che cosa fate?- chiese lei con voce sottile. Sentì il suo odore cambiare e l’agitazione prendere il posto della passione, anche se lì dove si trovava lui sentiva di più l’odore della sua carne nel suo posto più intimo.

Gli venne in mente che forse Rin non aveva capito. La guardò dritto negli occhi, e capì, solamente dal suo sguardo, che non solo non aveva capito, ma non sapeva proprio nulla. 

L’idea che forse gli umani non erano così istruiti sul sesso lo attraversò. Un demone, anche se vergine e inesperto, si trovava piuttosto spesso a contatto con l’idea e la pratica del sesso perché molti di loro non si preoccupava di tenerlo nascosto. Se ne poteva percepire l’odore, ascoltarne i suoni anche da lontano … e aveva poco senso non trovarsi a volte ad assistervi. La nudità nemmeno era un problema.

Per gli umani forse era diverso. 

-Sta’ ferma- le disse, riconoscendo la sua stessa voce più bassa e più roca -Non voglio farti male-. Solo il pensiero di ferirla fisicamente era inconcepibile.

-Va bene …- disse lei con voce flebile e tornando a stendersi. 

Rin era ancora agitata. Non lo sarebbe stata a lungo.

Si decise quindi a guardare in basso, tra le sue gambe dove Rin aveva solo in piccolo boschetto di ciuffi scuri e radi, ma la pelle rosea, paffuta e stretta tipica di una donna che non aveva né esperienza né figli. 

Quando abbassò la testa per cominciare a leccarla piano, tenendola per le gambe sentì distintamente tutto il suo corpo tendersi e tremare per la sorpresa. Lui la guardò solo una volta, per accertarsi che fosse solo quello e non fastidio ma quando sentì sulla lingua l’odore e il sapore della sua eccitazione richiuse gli occhi e si concentrò nel suo compito.

Senza vederla poteva solo sentirla. Aveva le orecchie piene dei suoi sospiri e dei suoi gemiti che si facevano sempre più intensi, la sensazione della sua mano che gli afferrava i capelli, il suo odore sotto il naso e il suo sapore in bocca e persino il calore delle sue cosce ai lati della testa.

Era un luogo magnifico in cui stare. 

Leccava e succhiava, facendo attenzione a non graffiarla con i denti, affondando le dita nella carne rotonda delle sue cosce per tenerla ferma e stretta a sé. Non credeva che lei si sarebbe sottratta, ma era forte l’istinto di tenere la sua compagna stretta per non farla scappare o permettere a qualcuno di portarla via mentre era impegnato.

Ringhiò al solo pensiero e la strinse più forte. La vibrazione della sua gola fece qualcosa a Rin che cominciò ad urlare più forte. 

La già sottile logicità dei suoi pensieri si dileguava in fretta. Non c’erano altro che odori e sapori umidi e la prova del piacere della sua compagna - la sua e di nessun altro, se qualcuno ci avesse provato soltanto l’avrebbe decapitato immantinente - che chiamava il suo nome nel modo più lascivo possibile.

-Sesshomaru-sama … basta … io … non .. ah, ah- continuava a sospirare mentre i suoi muscoli si tendevano. Lui non si sarebbe fermato, perché la sentiva vicina al suo culmine. Perché avrebbe dovuto?

Poi, mentre frenava un po’ il suo impeto, tornò a guardare Rin, persa nel suo piacere confuso. Aveva gli occhi appannati. Un’altro pensiero razionale lo attraversò: se davvero Rin e gli umani come lei crescevano nell’ignoranza, sapeva cosa significava quel piacere? Si era mai toccata da sola?

Il suo odore e il suo sguardo gli diede una risposta.

Rin non sapeva davvero niente.

Nascosto tra le sue gambe, sorrise. Forse lei se ne accorse perché tornò a guardarlo, ancora confusa. -Sesshomaru-sama?-

Il suo sorriso nascosto, però, non aveva nulla di gentile. La sua compagna era tutta per lui e lui si sarebbe prodigato per farle scoprire qualcosa di davvero adulto. Continuò a guardarla mentre riprendeva e leccare. La osservò mentre tornava a sciogliersi e si agitava, urlando di nuovo e chiedendogli ancora di fermarsi.

Lui non la ascoltò. Interpretò tutti i segnali che conosceva e continuò e continuò finché la piccola Rin non iniziò a tremare. Istintivamente chiuse le gambe ma a lui non diede fastidio quella stretta che sembrava poco più di una carezza, ma seguì il suo movimento mentre si inarcava e gemeva più forte e, finalmente, urlava.

Contro le sue labbra sentiva gli spasmi della sua femminilità che raggiungeva il suo culmine. Un attimo dopo Rin era di nuovo a terra ad ansimare come se avesse corso per molte miglia, con il viso e il petto arrossati dallo sforzo e gli occhi distanti, persi dal piacere. 

Lui rimase fermo ad aspettare che si riprendesse, senza lasciarla. Le baciò le gambe e poi tornò su di lei, sul suo petto e sul suo seno. Stette sopra di lei nella tipica posizione di un compagno che fa la guardia alla sua donna, anche se lei non ne aveva la minima idea.

Doveva servire, dopo che due si erano uniti, per assicurarsi che la femmina fosse al sicuro e che niente potesse succedere per impedire di concepire un figlio, ma in quel momento erano solo tutti i suoi istinti repressi che si agivano impazziti.

Rin aveva smesso in fretta di boccheggiare e aveva nascosto il viso dietro le mani. Lui provò a rassicurarla senza parlare, strofinando il viso contro il suo petto. 

-Che … che cos’era quello?- chiese lei a voce molto bassa e timida.

Lui provò di nuovo a rassicurarla coprendola con il suo odore -Piacere- disse - Quello che prova un corpo adulto-

-Oh …- disse lei semplicemente, senza ancora mostrarsi in viso - … a-allora … mmm … grazie …?- provò a dire.

Gli sfuggì una risata e a quel punto Rin scostò le mani per guardarlo -V-vi faccio ridere?- chiese, piena di insicurezze -A voi non è piaciu …- 

La zittì baciandola e tenendola stretta. 

-Non pensare troppo. I problemi sono sempre troppo grandi quando li guardi da vicino- le disse, citando le sue stesse parole.

Lei si acquietò e lasciò che lui la tenesse stretta.

Ma non fu per molto. 

-Sesshoamaru-sama?- chiese.

Lui chiuse gli occhi. Già si aspettava tutta una pletora di domande che non avrebbe più potuto evitare e che non sapeva se voleva. Lì, steso sul seno di Rin, non c’era molto che avrebbe potuto convincerlo a spostarsi ed andarsene. 

Gli avebbe chiesto: che cosa vuol dire tutto questo? Oppure, cosa volete da me? Oppure ancora: mi volete o non mi volete?

Invece la ragazza lo sorprese e disse: -Perché Jaken-sama ha detto che tutti mi guardano perché odoro di branco?-

-Mmm- gli sfuggì una basso lamento frustrato, a cui Rin rispose passandogli una mano sulla frangetta. 

Sarebbe stato più facile rispondere alle domande che aveva immaginato lui, piuttosto che a quella.

-Odori di branco- iniziò a spiegare -Perché ne fai parte-

-Di quello di Inuyasha e Kagome?-

-No- disse di nuovo Sesshomaru. -Del mio-

-Oh- fece lei -E che cosa significa?-

Significa che tutti hanno capito che ti voglio come compagna. 

Tutti ad eccezione di te.

 

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Inuyasha / Vai alla pagina dell'autore: Fiamminga