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Autore: Fiamminga    23/11/2020    2 recensioni
Sesshomaru ha lasciato Rin al villaggio, con l'intenzione di farla crescere tra gli umani, al sicuro. Rin è ormai una donna quando, troppo tardi, si rende conto di cosa voleva dire quando pensava di voler stare con lui per sempre.
[Sessh/Rin] [Inu/Kag]
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kagome, Miroku/Sango, Rin/Sesshoumaru
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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  1. I draghi



Inuyasha lo aveva preceduto nella sala delle udienze in cui c’erano già schierati un gran numero di demoni drago. Avevano i capelli di diversi colori e le armature fatte di scaglie, armi lunghe e letali: tridenti, alabarde e lance.

Il loro capo era un demone di nome Riyusamaru, un vecchio demone drago dalle scaglie blu e privo di un occhio. La sua stazza era notevole e diventava persino più imponente nella sua vera forma, quando il suo corpo si allungava e diventava un enorme serpente capace di volare.

Dietro di lui stavano la sua compagna Shizuka, con la sua pelle di scaglie dorate e le loro tre figlie maggiori, tutte in una divisa elegante e formale.

L’ultima volta che Sesshomaru aveva visto il loro clan era stato durante la guerra, quando erano accorsi draghi in gran numero per combattere. Non tutte le tribu di demoni drago erano guerrafondaie come quella di Riyusumaru ma la sua famiglia era nota per avere sempre sete di battaglia.

Erano stati potenti alleati e da quando avevano vinto insieme i loro rapporti si erano stretti. Da semplici alleati erano entrati nelle sue terre per far parte del suo impero, adesso doppiamente grande e florido rispetto a quello di suo padre.

-Sesshomaru- gli di disse il capo, senza rivolgersi nessuna cortesia in più perché si riteneva suo pari e salutò anche suo fratello -Inuyasha-

Suo fratello si era fatto valere in guerra. Se c’era una cosa che Riyusumaru apprezzava più della guerra era chi sapeva farla bene. Lui era il primo, mentre Inuyasha con la sua testardaggine e incapacità ad arrendersi era rapidamente diventato il secondo.

Riyusumaru era arrivato persino ad offrire una delle sue figlie più giovani ad Inuyasha, prima di sapere che aveva già una femmina.

-è un onore essere qui-

-è un onore riceverti- disse Sesshomaru diplomaticamente - Ma gradirei sapere perché tu, con l’intera tua famiglia, avete viaggiato fino al mio castello-

-Avevamo sentito di un demone maggiore che minacciava il tuo territorio. Si diceva avesse un armata, perciò siamo arrivati per offrirti il nostro supporto ma quando ormai eravamo vicini abbiamo saputo che la battaglia è stata combattuta e vinta-

-è così-

-Ci dispiace per non esserci potuti battere- disse Riyusumaru -ma allo stesso tempo siamo felici di saperti vittorioso e non solo, anche forte di una nuova alleanza con i demoni Yoro-

-Il demone di nome Akuma aveva solo pochi trucchetti che gli hanno valso il titolo di demone maggiore, ma alla fine non era che un gatto- commentò Sesshomaru - è morto per la sua stessa stupidità e i lupi hanno deciso di unirsi al mio territorio per scongiurare un possibile ripetersi della stessa situazione-

-Questo ti fa onore- disse il demone drago - Sappiamo che i selvaggi Yoro delle montagne non avevano mai accettato di unirsi all’impero del generale cane fin da quando è stato fondato. La tua fama è cresciuta maggiormente-

-La fama non mi interessa, lo sai bene Riyusumaru- spiegò Sesshomaru vedendo l'altro annuire -Io aspiro solo a combattere con chi è molto forte. Akuma non lo era ed è andato incontro al suo destino-

Riyusumaru annuì -Ho saputo. Ho incontrato il patriarca dei lupi, mentre salivo fin qui e mi ha detto dell’accordo che state per sancire. Un’unione tra la sua famiglia e la tua sarà di grande vantaggio- guardò Inuyasha e disse: -Sebbene macchiata dalla presenza del sangue umano, abbiamo saputo che la compagna di tuo fratello è la più potente delle sacerdotesse umane. La loro figlia avrà grandi poteri demoniaci e spirituali insieme: una rarità quasi mai vista-

-Se ciò accadrà sarà così- a Sesshomaru non piacque la menzione del patto che aveva con gli Yoro. In ogni caso l’ambiente era troppo formale. Riyusumaru parlava con grande rispetto e dignità, come se dovesse fargli una grande proposta da un momento all’altro.

Il suo sguardo si incupì e lanciò un'occhiata a suo fratello. Inuyasha aveva le orecchie appiattite contro la testa: forse aveva capito che qualcosa non quadrava o più probabilmente era infastidito dal modo con il quale Riyusumaru aveva fatto cenno alla sua condizione umana e alla sua femmina come se valesse solo il suo potere spirituale.

I draghi, in ogni caso, erano così. Non andavano molto per il sottile né consideravano molto la natura umana … o meglio non più di altri demoni. Erano lui e suo fratello ad avere un rapporto insolitamente stretto con gli umani che faceva sembrare tutti gli altri demoni come radicanti nei loro pregiudizi.

Riyusumaru continuò a parlare: - Abbiamo deciso di venire in ogni caso al tuo castello per congratularci, per assistere all'accordo con gli Yoro in qualità di testimoni e per proporti un accordo noi stessi-

Sesshomaru si accigliò ancora di più: certamente questo non se lo aspettava, ancor di più pensando che non c’era nessun motivo per i draghi di voler un accordo con lui.

Riyusumaru però riprese a parlare: - Anni fa una delle mie figlie aveva espresso il desiderio di unirsi a tuo fratello e, sebbene il suo sangue mezzo demone mi aveva convinto a rifiutare, dopo aver visto il suo valore acconsentii. Purtroppo scoprimmo che quella unione non si poteva fare-

-Ricordo- dentro il suo petto si insinuò una sensazione di freddo rancore. Come si permettevano?

Inuyasha si voltò a guardarlo, sentendo il suo tono farsi più cupo.

- Dopo molto riflettere abbiamo riconsiderato l’affare- disse Riyusumaru - Avremmo mandato un ambasciatore da te al più presto, ma questo avvenimento ci aveva convinto a muoverci tutti insieme. Quindi siamo giunti tutti per offrirti questa proposta, o meglio, offrirti la mia figlia maggiore- indicò la più grande e la più bella delle sue figlie, dai capelli dorati come la madre -Riko-

Sesshomaru strinse i denti e prima che potesse rispondere fu suo fratello a mettersi in mezzo: -Riyusumaru, sai che Sesshomaru non è interessato a questo genere di cose. E in ogni caso fare un favore a te equivarrebbe ad alienarsi qualche altro branco di inuyoukai-

-Tsk- fece Shizuka, la compagna di Riyusumaru e madre delle tre guerriere dietro di lei. Anche le tre donne avevano lo sguardo corrucciato e infastidito. -Un altro branco? A Sesshomaru-sama non interessano affatto i suoi simili-

-Shizuka!- fece il suo compango ma lei lo zittì con lo sguardo.

-Pensi che io sia come te, Riyusumaru? Il mio sangue è molto più nobile del tuo. Certo noi demoni drago non abbiamo lo stesso naso dei lupi o dei cani, ma io sono perfettamente in grado di sentire l’odore che viene dal potente Inu no Taisho. Puzza solo di femmina umana-

Sesshomaru strinse più forte la mandibola e osservò intensamente la donna demone davanti a lui. Cosa ne sapeva? Come si permetteva? Una fredda rabbia serpeggiò dentro di lui come un serpente che desiderava uscire dalla sua bocca.

-Cosa?- chiese Riyusumaru

-è vero, padre- disse Riko, la donna che gli era stata offerta - è debole ma lo sento chiaramente anche io-

-Non sono affari che vi riguardano- disse Inuyasha.

-Un mezzo demone non può avere voce in capitolo- rispose Shizuka. -E dunque è per questo che il grande Sesshomaru non ha ancora una compagna o un erede? Ha le stesse peculiarità del padre?-

Sesshomaru rimase in silenzio ma Inuyasha afferrò Tessaiga con la mano, pronto a sguainarla - Ripetilo!-

Riyusumaru si mise tra lui e sua moglie -Stiamo calmi- rimproverò con lo sguardo la sua femmina e le sue figlie - A tutto ci sarà una spiegazione. Sesshomaru ha i suoi motivi per fare ciò che fa. In ogni caso un amante umana non è qualcosa che non si sia mai sentita prima-

-Hai così poco rispetto per le tue stesse figlie?- chiese Shizuka - Vuoi che la maggiore di loro abbia sempre davanti l’amante umana del suo compagno?-

-Non ho mai detto di voler tua figlia, donna- rispose a bassa voce Sesshomaru.

A quel punto anche Riyusumaru si voltò verso di lui, indispettito. - Questa è la seconda volta che offro di unire le nostre tribu. Hai permesso ai lupi di fare un patto con te e lo vorresti negare a noi?-

-Non ho intenzione di prendere tua figlia per compagna- disse con voce lenta ed occhi fissi - Non è già successo che io abbia rifiutato altre compagne prima di adesso, forse?-

-Hai rifiutato inuyoukai di livello inferiore e alleati che non ti si addicevano. Noi ti abbiamo seguito in guerra e abbiamo combattuto con te. Non troverai un’altra tribù più forte-

-Non ho bisogno di alleati, Riyusumaru- gli rinfacciò - Non avete combattuto per me, avete combattuto per la vostra stessa gloria, dalla parte che sapevate che avrebbe vinto-

-Quindi è questo ciò che pensi di noi? Della nostra tribù?-

-No, questa è la verità dei fatti di cui non mi interessa nulla. Ognuno combatte per i motivi diversi, e voi avete i vostri. Ma non ho intenzione di prendere tua figlia in casa mia solamente perché voi pensate che dovrebbe stare qui-

Riyusumaru stava per rispondergli a tono, indignato e infuriato ma sua figlia Riko parlò più velocemente:

-E chi mai avrebbe intenzione di rimanere qui, tra i mezzo demoni bastardi e umane puttane?-

Inuyasha sfoderò la spada, e Riko fece lo stesso. -Sta’ zitta, stronza. Non te ne fraga proprio niente del branco o della tribù tu vuoi solo stare vicino la fama, altrimenti questo mezzo demone ti avrebbe disgustato così tanto durante la guerra!-

La sua spada fremeva di energia, pronta a scagliare la cicatrice del vento al primo attacco dell’avversario ma una voce seria e bassa li fece desistere.

-Ora basta-

Servì solo ordinarlo che i presenti si voltarono a guardarlo. Sesshomaru aveva sentito raramente un tale livello di furia sfuggire al suo controllo. Era successo tutto troppo in fretta e troppo velocemente.

Rin era stata tra le sue braccia solo qualche ora fa, calda e morbida piena di sospiri e con le labbra che sapevano dire solo il suo nome. Poi se ne era andata ed era stato costretto a sentirsi chiamare codardo da suo fratello. E ora questo?

Voleva la sua compagna, la voleva adesso, vicino a sé. Sentiva il bisogno di affondare di nuovo il naso tra i suoi capelli e scambiare il suo odore con quello di lei. I suoi pensieri degenerano in fretta.

Volevano offrirgli un altra donna.

Non volevano la sua compagna, l’avrebbero mandata via.

Avevano insultato Rin.

Avevano insultato lui.

I suoi occhi si fecero rossi mentre processava tutti suoi istinti da demone che gli suggerivano solo di fare a pezzi chi gli era davanti. Il sangue gli bruciava nelle vene e la sua aura sfuggiva al controllo del suo corpo, diffondendosi come una nebbia soffocante intorno a lui.

Inuyasha abbassò la spada e fece un passo indietro quando lo vide puntare Riko, con i suoi intensi occhi rossi. -Sesshomaru. Non hanno ancora fatto niente- disse, a bassa voce e con un atteggiamento stranamente sottomesso.

No, non era vero. Avevano messo in dubbio il suo potere e avevano minacciato la sicurezza di Rin solamente facendo la loro stupida proposta.

Fece un passo avanti in direzione di Riko, percependola come una chiara minaccia a Rin. La sua compagna umana non si poteva difendere dalle sue rivali, non sapeva nemmeno come fare.

E in ogni caso, quale rivale? Era solo tutto nella testa vuota di quelle donna.

-Sesshomaru- ripeté Inuyasha - Cosa credi che penserebbe Rin di tutto questo?- chiese a bassa voce.

Sesshomaru si fermò.

Abbassando gli occhi tornò a pensare a lei, al suo sorriso triste e all’odore della sua pelle. Rin non sarebbe stata felice di sapere che lui aveva agito violentemente per causa sua. Già una volta per un misero umano si era infuriata con lui.

Ripensando al passato i suoi occhi tornarono del loro naturale colore giallo, mentre il pensiero di deluderla di nuovo gli pizzicava il cuore. No, agire d’impulso come quella volta non sarebbe servito a nulla, se non ad allontanarla di più.

Il gruppo di demoni drago aveva arretrato e ora lo guardavano tutti, guardinghi e ancora sulla difensiva. -Andatevene- disse a tutti. -Non ho intenzione di prendere nessuna delle tue figlie come compagna, o nessuna delle figlie di qualcun altro-

Ne ho già una, pensò.

Era una piccola ma gigantesca realizzazione: nonostante tutti gli anni di separazione Rin era l’unica a cui poteva pensare in quel modo. Forse non l’avrebbe mai avuta davvero al suo fianco come voleva ma questo non cancellava che, nel suo cuore e nella sua mente, lei già fosse la sua compagna.

Doveva vederla.

Doveva vederla e parlare con lei.

Girò i tacchi e se ne andò, lasciando gli altri perplessi e straniti ma gli importava poco. Perché davvero a lui non importava nulla del parere degli altri: a lui interessava solamente la salvezza e la felicità di Rin.

Non poteva più tenerle nascosto tutto quello che aveva dentro, doveva spiegarle bene tutto ciò che quegli anni avevano significato per lui.

Andò fino ai suoi alloggi ma li trovò vuoti, allora cercò nel giardino e poi anche negli alloggi di Inuyasha dove trovò solamente Kagome che prendeva il tè.

-Dov’è Rin?- le chiese.

-Non lo …-

Non aspettò che rispondesse fino alla fine. Provò a sentire il suo odore, a seguirlo nei corridoi, nelle sale, fino al giardino e la piazza principale, fino alla grande scalinata che conduceva al palazzo.

Si fermò proprio lì, dove c’era solo il mare di nuvole nella notte stellata. -Sesshomaru-sama! Sesshomaru-sama!- accorse il piccolo Jaken. -Sesshomaru-sama … Rin …-

-Se ne è andata- comprese Sesshomaru.

-Sì, signore. è andata a prendere Ah-Un nelle stalle ed è volata via …- nemmeno il piccolo demone continuò. Jaken alzò il capo per guardarlo e dopo lunghi momenti silenziosi disse: -La porterete indietro, signore?-

Lui lo guardò -Vuoi che torni?- Non gli interessava saperlo, ma Jaken aveva avuto sempre uno strano rapporto con Rin.

-Sesshomaru-sama … signore … Rin non doveva tornare a stare con voi? Non era per questo che l'aveva lasciata con gli umani?- il piccolo demone era confuso.

Lui tornò ad osservare il cielo stellato e le nuvole e senza aggiungere nient’altro spiccò il volo, trasformandosi nella sua vera forma e cavalcando le nuvole.








   
 
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