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Autore: Roe Jaeger    24/11/2020    1 recensioni
Il sole splendeva alto nel cielo quel pomeriggio, mentre il portone si chiudeva dietro di loro con un tonfo, siccome il ragazzo non lo accompagnava mai in modo che non sbattesse. Eren e Mikasa si stavano recando anche quel giorno al lavoro e la ragazza, come di consuetudine, aprì l’ombrello con uno scatto netto e deciso.
«Anche oggi no, ti prego!» protestò Eren, alzando gli occhi al cielo, esasperato.

Perché Mikasa apre l'ombrello con il sole?
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Eren Jaeger, Levi Ackerman, Mikasa Ackerman
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Attese


Il sole splendeva alto nel cielo quel pomeriggio, mentre il portone si chiudeva dietro di loro con un tonfo, siccome il ragazzo non lo accompagnava mai in modo che non sbattesseEren e Mikasa si stavano recando anche quel giorno al lavoro e la ragazza, come di consuetudine, aprì l’ombrello con uno scatto netto e deciso.
«Anche oggi no, ti prego!» protestò Eren, alzando gli occhi al cielo, esasperato. 
Mikasa gli rivolse un’occhiata carica di disappunto e coprì entrambi. «Non fare neanche un passo senza di me, chiaro?» 
Il tono serio della sorella lo fece scoppiare a ridere di gusto, ma l’occhiataccia che gli rivolse Mikasa lo fece desistere dal protestare. 
«D’accordo, d’accordo. Ora andiamo al lavoro.» sostenne lui. 
S’incamminarono verso il negozio dove lavoravano entrambi, con l’ombrello a proteggerli da quello stormo di uccelli migratori – raggruppati soprattutto nella parte di cielo all’angolo della strada – con Mikasa vigile fino al punto che neanche se fossero in guerra lo sarebbe a quel modo. 
Improvvisamente, svoltato l’angolo, Mikasa trascinò Eren sotto il balcone del palazzo più vicino. 
«Cosa succede ora?» chiese Eren, alle soglie dell’esasperazione. 
«Guarda quanti sono...» Mikasa li indicò «Non muoverti di qui finché non te lo dico io.» 
«Il capo ci farà a pezzi per il ritardo.» sbuffò Eren «E pensare che mancano cinquecento metri alla meta.» 
«Meglio essere fatti a pezzi per il ritardo, e non perché arriviamo lì con una loro cacca in testa, no?» 
Eren provò a immaginarsi mentre entrava al lavoro in quelle condizioni e anche la reazione del suo capo, il signor Ackerman, un tipo talmente fissato con la pulizia da costringerli a tenere quotidianamente il negozio lindo. E non solo lavando a terra tutti i giorni, bensì spostando tutto ogni mattina esistente sul calendario. Quando loro due avevano il giorno libero, tipo la domenica, apriva lui personalmente il negozio per le “pulizie generali”. 
Sì, era decisamente meglio venir ripresi per un po’ di ritardo che per gli escrementi di un uccello sui capelli o chissà dove. 
«Hai ragione, avvisami al momento propizio.» rispose Eren, calandosi nella parte. 
Impiegarono un quarto d’ora per fare cinquecento metri, cosa inaudita secondo il personale gusto di Eren ma soprattutto quello di Levi Ackerman, che aveva già aperto il negozio venti minuti prima e li stava aspettando furente. 
Li attese sulla porta, munito di un paio di asciugamani umidi che sarebbero dovuti servire nell’eventualità che quegli stormi avessero colpito i suoi dipendenti. 
Quando Mikasa ed Eren arrivarono sulla soglia della porta e furono certi che il balcone della signora del piano di sopra – Hanji Zoe, una persona simpaticissima – li proteggesse, chiusero l’ombrello. Davanti a loro, Levi li fissava con sguardo curioso. 
«So che siamo ridicoli, capo, non piove.» sospirò Eren «ma...» 
«Di chi è stata l’idea?» chiese Levi, con voce atona.
Mikasa alzò titubante un dito mentre Eren la indicava. 
«Sei un genioDa questo mese avrai un aumento!» 
Eren lo guardò basito e con dipinta in viso un’eloquente espressione di chi pretende una spiegazione che sia valida. 
«Io vi pago per pensare, oltre che per lavorare fisicamente.» spiegò Levi. «Mikasa mi ha appena fornito un modo per arrivare qui indenne.» s’indicò i capelli bagnati, doveva esserseli lavati poco prima nel bagno. «Pensa qualcosa di intelligente anche tu, e anche il tuo stipendio aumenterà.» 
Eren borbottò qualcosa del tipo che avrebbe trovato un’idea geniale di lì a breve. 
«Sempre che tu ne sia capace, Jaeger.» borbottò Levi strofinandosi i capelli con un asciugamano asciutto. «Di pensare, intendo.» 
E, mentre Eren bofonchiava qualcosa poco carino sul conto del suo superiore, iniziò un altro pomeriggio lavorativo; grazie a Mikasa, anche quella volta nella maniera più indolore possibile.

   
 
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