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Autore: LadyHeather83    24/11/2020    3 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 13 – Kiss the rain

*

Quanto può durare una quiete?

Un giorno? Una settimana? Un mese?

E proprio quest’ultimo, era il tempo trascorso dall’ultimo attacco di Papillon.

Era un mese che Chat Noir e LadyBug, non si incontravano.

L’ultimo attacco, risaliva a fine novembre, quando tutte le foglie secche, avevano lasciato le fronde degli alberi, lasciandoli nudi a combattere il freddo inverno.

Si erano lasciati di fretta come al loro solito, perché i loro miraculous avevano iniziato a suonare, e da lì a poco si sarebbero ritrasformati e non potevano permettersi che le loro identità fossero rivelate.

LadyBug, avrebbe voluto parlare un po' con lui, da quando non le faceva più visita nella sua mansarda, le era mancato e tanto anche.

Lui, non poteva sapere che in realtà Marinette è LadyBug.

“Voglio un tuo parere Tikki”. Marinette stava sistemando l’orlo di un vestito, quando se ne uscì con quella frase.

“Non so molto di moda, ma vediamo se posso esserti utile in qualche modo” La kwami pensò si trattasse dell’abito che stava confezionando, non era la prima volta che chiedeva consigli all’animaletto rosso.

“Non intendevo sul vestito” Si sedette sul divanetto appuntando i gomiti sulle ginocchia, mentre la kwami svolazzava davanti il suo viso.

“E allora su cosa?” Chiese interrogativa.

“Volevo…volevo chiedere a Chat Noir, se è d’accordo con il rivelare le nostre identità”.

“Sei matta, Marinette? No! Lo sai che non potete sapere chi si nasconde dietro le vostre maschere, dovete prima sconfiggere Papillon. È troppo pericoloso”.

“Ci ho pensato tanto, sai? Lo so che non dovremo…ma sto male, Tikki”. Sospirò iniziando a crollare emotivamente.

Non poteva più combattere per Adrien e Chat Noir, nonostante fosse più orientata verso la prima scelta, doveva sapere se erano la stessa persona, come sospettava già da un po' di tempo.

Marinette…non fare così, a me puoi dire tutto, lo sai”. Cercò di prendere una lacrima con la zampetta “…perché vuoi buttare al vento anni di duro lavoro?”.

“Perché…voglio sapere di chi sono innamorata.”

“Tu sei innamorata di Adrien”. Disse in tono naturale, scontato.

“Si, ma lo sono anche di Chat Noir”.

Tikki avrebbe tanto voluto prendere ago e filo e cucirsi la bocca, le faceva male vedere la sua padrona ridotta così per un ragazzo, tecnicamente due, ma questo non poteva saperlo.

Marinette…senti…”. S’interruppe quando alla ragazza, arrivò una notifica sul telefono, era un’edizione straordinaria del telegiornale, dove si parlava di un attacco akuma alla Tour Eiffel, Mr. Pigeon, era stato infettato ancora una volta dalle farfalle di Papillon.

“Ecco la mia occasione, augurami buona fortuna”.

“Non lo farò” Scosse la testa.

“Dai Tikki, sono pur sempre la guardiana, ho il diritto di sapere”.

“Non è una scusa, e poi non sei stata tu a dare l’anello a Chat Noir.”

“Chat Noir sta combattendo da solo, ma dove si sarà cacciata LadyBug?” Annunciò Nadia Chamack visibilmente preoccupata, mentre scorrevano le immagini del supereroe che stava combattendo da solo, con una certa difficoltà.

“Ormai ho deciso, e non torno indietro. Tikki trasformami”.

*

LadyBug balzò da un tetto all’altro, con una profonda agitazione nel cuore, ma questo non avrebbe dovuto influenzare la riuscita della missione.

Scosse la testa, per scacciare via quel chiodo fisso, che ricomparve una volta che lo vide in tutto il suo splendore, mentre teneva testa all’akumizzato.

Lo conoscevano bene, ormai avevano perso il conto delle volte che lo avevano riportato alla normalità.

Gli avevano anche consigliato di cambiare animaletto da proteggere, ma sembrava che le loro parole, non avevano avuto nessun effetto.

“Era ora insettina”. La salutò mentre volteggiava il bastone per proteggersi.

“Ciao anche a te micetto…vedo che te la stai cavando bene senza di me” Gli disse facendo roteare lo yo-yo.

Erano schiena contro schiena, e quel contatto fece perdere un battito a LadyBug, che si distrasse e venne colpita da un piccione.

Chat Noir arrivò in sua difesa “Stai bene?”.

“Attento!” Gli urlò scansandolo, ma grazie alla sua prontezza di riflessi da gatto, riuscì a salvare anche la coccinella.

Usando infine il cataclisma sul richiamo da piccioni, che solitamente teneva al collo, fece uscire l’akuma e LadyBug, finalmente la poté purificare con il suo yo-yo e portare tutto alla normalità con il lucky charm.

“Ben fatto” Chat Noir le tese il pugno, aspettando che anche lei facesse la stessa cosa.

“Hai fatto tutto tu, io sono stata una frana” Disse stringendosi nelle spalle tenendo lo sguardo abbassato in segno di sconforto.

Per quanto si fosse ripetuta in quegli anni, che la vita privata non doveva influenzare la riuscita della missione, doveva ammettere con sé stessa, che era difficile tener fede al patto, soprattutto se una delle cause del suo malessere era proprio lì davanti a lei, che le tendeva la mano.

“Può capitare una giornata no” Le rivolse il sorriso più bello del mondo, facendola arrossire.

“A noi non dovrebbe capitare mai” Ribadì.

Chat Noir le mise le mani sulle spalle “Ehi, non ti devi preoccupare, siamo una squadra, e ci aiutiamo a vicenda. Oggi è capitato a te, domani a me.”

LadyBug sospirò, era chiaro che qualcosa non andava e la turbava “Se c’è qualcosa che posso fare, basta chiedere. Anche se ti serve una spalla su cui piangere” Ammiccò.

“Senti…” Finalmente ebbe il coraggio di domandarglielo “…avrei bisogno di chiederti una cosa”.

Cert..” L’anello iniziò a suonare, come del resto anche gli orecchini della collega.

“Ci vediamo sulla terrazza tra dieci minuti” Chat Noir dopo averle dato appuntamento, sparì tra i tetti.

“Quale terrazza?” Gli chiese urlando, perché troppo lontano.

“Quella”. Alludendo al luogo dove si era dichiarato ufficialmente la prima volta.

*

Il cuore di Marinette batteva all’impazzata mentre rifocillava il kwami.

“Allora? Sei proprio sicura, Marinette?”.

“Si, Tikki. Ormai non posso più tirarmi indietro, è l’unico modo per trovare un po' di pace con me stessa”.

“Sappi che io ti appoggerò, qualsiasi sia la tua decisione, e spero che questo ti aiuti ad andare avanti.”

“Grazie piccola amica mia. Tikki trasformami”.

Riprese le sembianze di LadyBug, e si diresse sulla terrazza dove vi trovò già Chat Noir ad aspettarla, seduto sulla ringhiera, con le gambe penzoloni nel vuoto.

Il cielo era terso di nuvole, l’aria iniziò a farsi più umida e fredda, annunciando che sarebbe piovuto da lì a poco.

“Ti piace la pioggia, milady?” Le chiese invitandola a prendere posto vicino a lui.

“In un giorno di pioggia, ho capito di amare una persona”. Gli rispose volgendo lo sguardo verso l’orizzonte, dove le nuvole nere, stavano dando spettacolo, illuminandosi ad intermittenza.

“Possiamo dire che è un si?”

“L’amore non fu mai corrisposto, quindi vale come un no”.

“Allora cambiamo argomento, non voglio rattristarti ancora di più. Di cosa mi volevi parlare?”.

Un tuono arrivò quando Chat Noir, pose quella domanda.

“Volevo…volevo sapere se eri d’accordo col rivelare le nostre identità”.

Chat Noir strabuzzò gli occhi, non poteva credere a quello che aveva appena sentito, lui era convinto che avrebbe saputo chi si nascondeva dietro la maschera della sua insettina, una volta sconfitto Papillon.

“Dici adesso?” Chiese per essere sicuro di aver capito bene.

Lei annuì con il capo.

“Ne sei convinta?”

“Si”.

“Come mai questo cambio di rotta?”

“Non ne ho forse il diritto di saperlo?”

“Tu la guardiana, tua la decisione”.

“Non sei contrariato?”

“Lo sai che ti avrei rivelato la mia identità il primo giorno che ci siamo incontrati, secondo me non c’è niente di male a saperlo”.

“Non hai timore che Papillon lo possa scoprire?”

Un altro tuono, questa volta più vicino.

Chat Noir sospirò “E come potrebbe se non ci sono akumizzati in giro?”

LadyBug continuava a guardare l’orizzonte e quelle nuvole cariche di pioggia.

“No, infatti…io manterrei il segreto”.

“Anche io, di questo non dubitarne mai”.

Questa volta si guardarono negli occhi, entrambi erano sinceri, e Chat Noir, non vede l’ora di pronunciare le parole per la de trasformazione.

Fece un balzo sul terrazzo, mettendosi al sicuro, se si fosse ritrasformato, senza poteri sarebbe stato difficile mantenere l’equilibrio.

Le prese la mano, aiutandola a scendere, con galanteria.

“Pronta?” Chiese sorridendo.

Il cuore gli batteva all’impazzata, tra pochi secondi avrebbe visto che aspetto aveva la sua lady, anche se non con l’entusiasmo di prima, una parte del suo cuore era ancora occupato dalla presenza di Marinette, il più della metà.

“Si” Sospirò.

“Se lo avessi saputo prima, avrei indossato il mio vestito migliore” Le sorrise, contagiando anche lei, che ricambiò.

Si trovavano difronte l’un l’altro.

LadyBug infine rilassò le braccia lungo tutto il corpo e strinse i pugni.

“Prima però vorrei fare una cosa, ti chiedo di chiudere gli occhi e di non muoverti”.

Intanto alcune gocce di pioggia iniziarono a cadere, e a bagnare i loro volti.

“Non vorrai mica uccidermi?” Le chiese obbedendo.

La coccinella si avvicinò al suo volto, lo prese tra le mani.

“Per una volta in vita tua, puoi stare zitto?”.

Il cuore di Chat Noir mancò un battito, quando sentì le sue labbra calda e umide, posarsi sulle sue.

Non riuscì a stare fermo, non dopo quel contatto così tanto bramato.

Si era sempre chiesto come sarebbe stato baciare LadyBug, ma non immaginava che fosse proprio come baciare Marinette.

Il suo modo di avvicinarsi, come muoveva le labbra, come affondava le mani tra i suoi capelli ormai fradici, tutto le ricordava quella ragazzina timida e impacciata.

La strinse a sé, avvicinandola ancora di più, e il bacio si fece più audace, quando entrambi dischiusero le labbra, per assaggiare le loro lingue.

LadyBug si sarebbe de trasformata mentre lo baciava, per questo le aveva detto di chiudere gli occhi, così una volta riaperti, l’avrebbe trovata lì, ma quando sentì la passione del gatto nero in quel bacio, molti dubbi l’assalirono, uno tra i quali, era che forse era ancora innamorato della coccinella.

Rivelare la sua identità ora, non avrebbe portato nulla di buono.

Chat Noir, del resto, non aveva più nessun dubbio, era lei, doveva essere lei.

Si staccarono per volontà della corvina, e pensò che fosse arrivato il tanto agognato momento.

Due parole, e tutto sarebbe cambiato.

Il gatto guardò la coccinella dritta negli occhi, e s’accorse che stava piangendo.

Lacrime, che si stavano confondendo in quel momento con la pioggia che ricadeva copiosa.

“Perché piangi?” Le chiese stringendola a sé.

“Non mi sento pronta, scusami” Si divincolò da quella morsa, prese lo yo-yo e lo lanciò nel tetto più vicino, sparendo dalla vista di Chat Noir, che rimase con più dubbi che risposte.

*

continua

  
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