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Autore: StephEnKing1985    24/11/2020    0 recensioni
A causa di un equivoco, Vegeta scopre che sua moglie Bulma è stata erroneamente pedinata da un investigatore privato assoldato dal suo padrone di casa, il diplomatico ambasciatore Crilin, sospettoso che sua moglie lo tradisse. Attraverso la visione dei DVD prodotti dall'investigatore, Vegeta viene così a scoprire tutti i segreti che la sua brava mogliettina Bulma gli nasconde... (Liberamente tratto dall'omonimo film di e con Alberto Sordi e Monica Vitti)
Genere: Commedia, Drammatico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: 18, Altri, Bulma, Trunks, Yamcha | Coppie: Bulma/Vegeta, Goten/Trunks
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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5.

 

Mentre guidava l’auto sulla strada del ritorno verso casa dopo la giornata lavorativa in banca, Vegeta ripensò a tutto quanto era successo all’Agenzia investigativa.

Io le ordino di cancellare immediatamente tutti quei filmati che ritraggono mia moglie! Ha capito bene? Guardi che non scherzo. Se lei non li cancella, io la denuncio!

Fece un mezzo sorriso pensando a come Yamazu aveva abbassato le orecchie di fronte alla sua collera. Anche se era stata solo una reazione, come dire, condizionata, era stato credibile. Tuttavia la sua collera veniva più dal fatto che quel grassone laido aveva fatto degli apprezzamenti, che per il fatto in sé, di sua moglie che era stata immortalata in quei filmati.

In fondo, cosa me ne frega, pensò, non è mica un film porno. Se lui si eccita guardando l’inizio di quel fimato dov’è presente mia moglie, che sarà mai? L’importante è che non se la porti a letto.

Ma ciò che lo fece sorridere ancora di più fu il pensiero del suo padrone di casa Crilin, che aveva messo un investigatore demente alle calcagna di sua moglie per controllarla. E magari, pensò, mentre si fermava a un semaforo rosso, Yamazu gli avrà anche riferito che la sua mogliettina è un angelo, che non tradisce nessuno… ma solo perché ha seguito la donna sbagliata!

Esplose in una risata fragorosa, di pancia.

Nell’auto accanto, un signore anziano si girò a guardarlo, ma lui non se ne accorse, troppo impegnato a sbellicarsi dalle risate.

- Oh cazzo – mormorò tra sé, tra un colpo di tosse e l’altro – Erano anni che non mi facevo delle risate del genere. È proprio vero che questo mondo non cessa mai di regalarci sorprese – concluse, dominando la sua risarola mentre con la mano destra ingranava la prima e riprendeva il tragitto verso casa.

 

*****

 

Una volta a casa, nel parcheggio vide la macchina di Bulma, una Peugeot 206 verde bottiglia.

- Ah, finalmente – disse, mentre faceva manovra per parcheggiare nel suo posto.

Quando scese, un ragazzo ricciolino lo salutò. Era il figlio del carrozziere, lo riconobbe anche vestito con pullover e jeans, cioè senza la classica tuta blu sporca di grasso.

- Buonasera dottor Vegeta, le ho riportato la macchina di sua moglie. –

- Perfetto – rispose – Quant’è? –

- Ecco il conto, sono millequattrocentoventi e diciotto centesimi. –

- E che cavolo hai usato, ricambi di platino? –

- No dottore, è che la macchina era ridotta male. Ho dovuto rifare tutto il frontale, poi la fiancata destra che era pesantemente danneggiata, poi i cristalli, i paraurti, … -

- Se, se… comunque è un furto. –

- Cosa fa, mi discute sul prezzo? –

- No no, io non discuto proprio niente – disse Vegeta, infilandogli il conto nel taschino del pullover – Anzi, visto che il danno l’ha fatto mia moglie, se lo paga lei. Arrivederci. –

- Come vuole, dottore. Arrivederla. – rispose il giovane, allontanandosi verso l’uscita dal palazzo.

 

*****

 

- Amore, sono tornato – esordì, una volta arrivato alla porta.

- Ciao bello – rispose Bulma dal salotto. Poi sentì due clic di mouse. La sua signora stava lavorando.

Infatti, quando entrò in salotto, la vide intenta a battere sul computer portatile, con il dizionario d’inglese chiuso sul tavolo. Le andò vicino e le posò un bacio sulla guancia. Lei rispose baciandogli le labbra, sorridendo.

- Stavo finendo la traduzione di questa tesi di laurea. –

- Vedo. Ah, il carrozziere ti ha riportato la macchina – disse lui, allontanandosi verso la cucina e andando verso il frigorifero.

- Bene, finalmente. Era un mese, che ce l’aveva. –

- Eh, ci credo. Sono quasi millecinquecento euro, che adesso te li paghi tu – mormorò lui, sottovoce.

- Come hai detto? –

Lui tornò in salotto con una lattina di birra – Stavo dicendo, lo sai cosa mi è capitato stamattina? –

- No, che cosa? –

Ridacchiando, cominciò a spiegare – Hai presente quel giovanotto che ieri sera guardava su verso il nostro terrazzo? –

- E quindi? –

- Devo darti una delusione: non era lì per te, ma per un’altra donna -, disse, ridacchiando.

- Un’altra donna? – Bulma girò intorno alla scrivania e seguì il marito, che si era spostato sul terrazzo.

- Chi sarebbe quest’altra donna? –

Per tutta risposta, Vegeta alzò il dito della mano destra, indicando in su. Lo stesso fece Bulma, spalancando la bocca in una “O” di sorpresa.

- Attico. –

- La signora C18?!

- Hm-hm.

- Ma chi è, un suo amante? –

- No, quel ragazzo biondo è un investigatore, che la segue. –

- Ahhh – fece lei, battendosi un colpetto sulla fronte – Ma perché? –

- Eh, perché… perché evidentemente il Cavalier Crilin non si fida di sua moglie, è geloso. Vuole avere la sicurezza che mentre lui è in giro per il mondo, sua moglie non si diverta in giro. –

- E chi l’avrebbe mai detto… il Cavalier Crilin, una persona così colta, così raffinata… - disse Bulma, rientrando. Il marito la seguì.

- Però non sai la parte divertente – riprese Vegeta, iniziando a ridere.

- Quale sarebbe? Perché ridi? –

- Ahahah… devi sapere che quel cretinetti dell’investigatore – altra risata, questa volta più fragorosa.

Contagiata dalle risate, anche Bulma si mise a ridere – Che ha fatto? –

- Eheheh…! Per cinque settimane, anziché pedinare la signora C18 – lasciò a metà la frase, andandosi a sedere sul divano, ridendo ancora.

- Cos’ha fatto?!

- Anziché pedinare la signora C18… ha pedinato te! Ahahah! –

Improvvisamente, la risata di Bulma si spense come una candela al vento. – Ha pedinato… me? –

- Sì! – altra risata – E non solo…! – Vegeta chiuse la mano in un pugno e cominciò a girarla in una specie di ruota, come se stesse tenendo una manovella tra l’indice e il pollice: - zzzzzz… ti hanno pure cinematografata…! Ahahah! È troppo divertente. –

Il viso di Bulma aveva perso colore. Le mani le erano diventate fredde, come tutto il resto del corpo. E suo marito ancora rideva.

- Ma che cos’hai da ridere?!

- E perché, tu non ridi? Non è divertente? Ahahah! –

- No! Non è divertente per niente! Hanno violato la mia vita, la mia intimità! –

- Bulma, ma che ti prende? Sei bianca come un lenzuolo… -

- Com’è potuto succedere, dico io? Fare un errore così… così… grosso! –

- Eh, sono cose che possono capitare. –

- Ma non devono capitare! Ed è capitato a me! –

- Bulma, ma hai per caso fatto qualcosa di cui ti devi vergognare? –

- Io? No. No, nel modo più assoluto – rispose, ma da dietro le lenti degli occhiali, i suoi occhi erano come quelli di uno scricciolo spaventato.

- Ma com’è potuto accadere…? –

- Praticamente l’investigatore ha seguito la targa della macchina della signora C18, che tu stavi usando perché lei ti aveva prestato mentre la Peugeot era fuori uso. –

- Ah, è per questo?! Allora noi adesso andiamo su, e le riportiamo immediatamente le chiavi di quella maledettissima macchina, così non ci pensiamo più! –

- Va bene. Le telefoni tu? –

- No, no. Telefonale tu. Io vado di là a cambiarmi. –

 

*****

 

Il Cavalier Crilin e sua moglie C18 vivevano all’attico, in un grande appartamento signorile. I pavimenti erano di un lucidissimo marmo, dove vi erano poggiate colonne con sopra i più svariati oggetti: vasi, statuette, sculture pregiate. Sulle pareti dominavano i colori arancione e verde, quando non erano coperte da quadri antichi raffiguranti paesaggi o scene di vita all’aria aperta.

Come a sottolineare che non se la passavano male, anche gli abiti della signora C18 erano molto alla moda: in casa indossava una camicetta bianca a maniche lunghe e dei pantaloni dello stesso colore, che davano risalto ai suoi orecchini d’oro e alla collana di perle che portava al collo.

- Signor Vegeta, Signora Bulma, è un piacere per me vedervi. –

- Signora C18, i miei ossequi – la salutò Vegeta con un leggero baciamano.

- Prego, accomodatevi. –

Bulma esordì: - Signora, ci permetta di dire che siamo davvero onorati della sua amicizia e dei favori che ci concede. –

- Il piacere è mio. –

- Volevamo restituirle le chiavi della sua auto, che gentilmente ci ha prestato. La ringraziamo di cuore – poi, porgendo la chiave blu a Vegeta, disse: - Dai la chiave alla signora. –

Vegeta porse la chiave a C18, che la prese sorridendo.

- Oh, grazie a voi. Michele! – chiamò, e il maggiordomo si avvicinò a Vegeta e Bulma.

- I signori prendono qualcosa? –

- Niente, grazie – disse Bulma.

- Per me un whisky, per favore. –

Bulma lanciò un’occhiataccia al marito, mentre la contessa non guardava, impegnata a mettersi in tasca la chiave del veicolo.

- Sa, mia moglie non beve. È astemia. –

- Ah, capisco. –

- Ehm, Vegeta, queste cose non interessano alla signora, che sicuramente deve parlarci di cose più importanti. Non è vero? –

Il sorriso di C18 si smorzò leggermente. – Effettivamente è così. Voi siete inquilini del mio appartamento da quasi vent’anni. E per quell’appartamento pagate un canone davvero ridicolo. –

- Eh beh, effettivamente trecento euro al mese per quella casa è un po’ poco. –

- Ma cosa stai dicendo? – lo riprese Bulma – Signora C18, quella cifra non è ridicola, bensì è parametrata in base alle nostre possibilità. –

- Comunque sia, per lasciare l’appartamento vi ho offerto trentamila euro. Ora la mia offerta sale a cinquantamila euro. –

- Beh, mi sembra un’offerta interessante – commentò Vegeta, poi si rivolse a sua moglie – Tesoro, tu cosa ne pensi? –

- No, non lo è per niente. Signora, noi con quei soldi non riusciremmo mai a comprare un altro appartamento. Come faremmo, dopo? –

- Signora Bulma, ho dato incarico al mio avvocato di svolgere delle ricerche su di voi, e ha scoperto che siete proprietari di un immobile in campagna. È vero o non è vero? –

Presa in contropiede, ma senza lasciarsi intimidire, Bulma rispose: - Sì, è vero. La nostra casa di campagna. È la casa dove io sono nata, ma non va bene per abitarci. Tutt’al più può andare bene per un weekend… -

La signora C18 accavallò le gambe e si sporse un po’ di più dalla poltrona – Vi pregherei cortesemente di riflettere sulla mia offerta. Potreste non aver diritto più a niente, se la rifiutate. –

- Ci dispiace signora, ma non possiamo accettare. –

C18 contrasse la bocca in una smorfia di disappunto, poi sospirò – Credevo sareste stati più ragionevoli, dopo tutti i favori che vi ho fatto… -

- Ci dispiace davvero, ma noi … - provò Vegeta, quando il maggiordomo tornò, annunciando educatamente alla signora che c’era suo marito al telefono.

- Vi prego di scusarmi – disse, e sollevò la cornetta del telefono che era sul tavolino lì accanto.

- E’ sua eccellenza? I nostri rispetti. –

C18 zittì Vegeta con un educato gesto della mano, quindi iniziò a parlare.

- Pronto, Crilin? Sì. Ciao, amore. Sì… qui ci sono i nostri inquilini, il signor Vegeta e sua moglie. Certo… - una pausa, durante la quale C18 fece un’espressione sorpresa – Sono stata a casa, ieri sera – altra pausa – Non sto dicendo una bugia, è la verità! –

- Forse è meglio se ce ne andiamo – mormorò Bulma all’orecchio di Vegeta.

- Hai ragione, meglio – rispose lui, con lo stesso tono, e lentamente si alzarono. Con un cenno della mano salutarono la padrona di casa.

Lei li salutò di rimando, mentre continuava a parlare al telefono.

Mentre si allontanavano verso la porta, C18 alzò la voce: - Non alzare la voce con me, Crilin. Ti dico e ti ripeto che ero qui, da sola, perché tutti gli amici erano a guardare la partita. E io mi annoio! –

   
 
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