Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug
Segui la storia  |       
Autore: LadyHeather83    25/11/2020    1 recensioni
Marinette si trova in coma, dopo una brutta caduta durante l'allestimento della recita di fine anno.
Durante il suo risveglio, avrà una brutta sorpresa: non riesce a trovare Tikki, le foto di Adrien appese in camera sua, non ci sono, ed in più la madre le dà una notizia sconvolgente, dovrà servire al catering di fidanzamento di Adrien Agreste e Kagami Tsurugi.
Riuscirà a portare tutto alla normalità?
Genere: Azione, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Kagami Tsurugi, Luka Couffaine, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

REALTA’ PARALLELA

*

Capitolo 4 – Il contatto

*

“Quindi, se lei ci consegna i nostri miraculous, quest’ultimi, ci doneranno i kawatama, li uniremo e apriremo il portale, così potrò tornare a casa, facile, no?”

“No”.

Il suo entusiasmo venne spento da quella negazione.

“Il portale dev’essere aperto nel tuo tempo per riportarti lì”.

“Ma come faccio?” Piagnucolò portandosi entrambe le mani sugli occhi.

Il maestro Fu, le mise una mano sulla spalla “Sei riuscita a sentire Adrien, poco fa, dovresti farlo di nuovo, devi stabilire un contatto con lui”.

“Dovrei starmene qui buona ad aspettare che mi sfiori ancora?”

“No, perché c’è un’altra cosa. Per tornare alla tua realtà, bisognerebbe ripristinare l’ordine naturale delle cose, ricreare la situazione che ti ha portata qui, solo così il kawatama, potrà attivarsi e farti tornare al tempo giusto”.

Marinette strabuzzò gli occhi, anche se per qualche strana ragione, fosse riuscita a mettere tutto apposto, cioè come sono le cose nella sua realtà, se fosse riuscita a ricreare la stessa situazione che l’aveva portata fino a lì, come avrebbe fatto per attivare il portale?

Più facile a dirsi che a farsi, quella constatazione la fece sprofondare nello sconforto più totale.

“Possiamo iniziare con i miraculos, no?” Propose, odiava non avere la sua amichetta rossa attorno a consigliarla, in quel momento.

Un’ alleata preziosa, quando le cose si mettevano male.

“Non ce né motivo” Scosse il capo il vecchio saggio. “Sai perché vi ho consegnato gli orecchini e l’anello nel tuo tempo?”

“A causa di Papillon, è lui che terrorizza l’intera Parigi”.

“Papillon?” Fece di rimando “…tempo fa persi due miraculous, ma non ho ancora sentito che qualcuno li abbia usati, probabilmente non ne ha avuto ancora l’occasione”.

La corvina sbuffò, era al punto di partenza.

Niente Papillon, niente miraculous.

Nel frattempo, il cellulare di Marinette iniziò a trillare, era Luka che la stava chiamando.

“Pronto?” Rispose nervosamente, non prima di aver raccolto l’aggeggio che le era appena scivolato dalle mani.

Ripensò alle parole della sua amica Alya, Luka era il suo fidanzato, ma non aveva approfondito  il discorso.

“Ciao tesoro, scusami se ti disturbo, ma volevo sentire la tua voce”.

“Ehm…ma ciao, amore” Pronunciò quell’ultima parola lentamente.

“Amore? Stai bene Marinette? Non mi chiami mai così” Ecco la prima gaff, chissà se si sarebbe accorto che in realtà stava parlando con la persona sbagliata.

Certo, lui si accorge di tutto, la conosce molto bene.

“Ma si si…ma tu come stai? Come sta andando il tour?” Si ricordò anche che lui era partito con il padre, per una tournee mondiale.

Il padre? Quella notizia fu più sconvolgente dell’apprendere che Adrien si stava fidanzando ufficialmente con Kagami.

“Siamo arrivati dieci minuti fa in albergo, New York è davvero magica, un giorno ci verremo io e te da soli”.

“Ma certo, non vedo l’ora”.

“Ti sento strana, sei sicura di stare bene?”

“Certo, devo lasciarti ora, devo lavorare”. Chiuse quella chiamata imbarazzante, senza salutare e dare il tempo il tempo a lui di fare lo stesso.

Marinette pensò che la prima cosa che avrebbe potuto fare, era quella di troncare la loro relazione, sarebbe stata una cosa in meno sulla lista che stava stilando a mente: punto uno: rompere con Luka; punto due: far lasciare Adrien e Kagami; punto tre: instaurare un’amicizia sincera con il ragazzo; punto quattro: litigare con Chloè; punto cinque: far in modo che il maestro Fu fosse costretto a dare a loro i miraculos della coccinella e del gatto nero; punto sei: non riuscì ad appuntare niente, le sembrava non mancasse niente, eppure, qualcosa le stava sfuggendo, un particolare, forse insignificante per la riuscita di quel piano.

Emilie Agreste.

Lei era ancora viva.

*

Il sole era sorto a Parigi, e i primi raggi stavano entrando debolmente nella stanza di Marinette, illuminandone il volto calmo e rilassato, ad una prima occhiata sembrava stesse solo riposando.

Adrien era rimasto tutta la notte, a vegliare la sua amica, a guardarla mentre il suo petto si muoveva su e giù, e fu quel movimento quasi ipnotico, che lo aveva costretto a chiudere gli occhi, ed abbandonarsi tra le braccia di Morfeo, dopo aver appoggiato la testa sul materasso, che si era fatta pesante.

I suoi genitori aprirono la porta e svegliarono il giovane scuotendogli leggermente la schiena.

“Adrien…” Aprì prima un occhio e poi l’altro, sbadigliò e si stiracchiò, la schiena gli faceva male, a causa della posizione non proprio comoda.

“Buongiorno” Li salutò passandosi una mano sulla faccia e sbadigliando di nuovo “…scusate, mi sono addormentato”.

“Non ti devi scusare” Gli disse in tono materno, Sabine.

“Mi spiace, non si è ancora svegliata” Guardò Marinette che dormiva beatamente.

“Lo farà!” Esclamò Tom “…e noi staremo qui finché non accadrà”.

“Adrien…Adrien” Si sentì chiamare da una voce famigliare che proveniva dal corridoio.

“E’ tornato” Disse contento cercando di alzarsi, ma venne bloccato da Sabine che gli disse di non muoversi, che sarebbe andata lei a dirgli dove si trovava.

Lo vide che camminava nervosamente su e giù per il corridoio, setacciando ogni stanza in cerca di suo figlio.

“Signor Agreste!” Lo fermò la donna toccandogli la schiena“…è in stanza con mia figlia, venga” Lo intimò di seguirlo girando i tacchi.

“Papà, sei arrivato, come è andato il viaggio?”

“Non volevano far partire il volo per colpa di un temporale che si stava abbattendo sulla città” Lo abbracciò “…ma cos’è successo?”

“Io e Marinette siamo caduti da una scala”.

“Sono pericolose la scale, quante volte te lo devo dire? E che cosa ci facevate là sopra”.

“E’ successo nel teatro della scuola” Sospirò tornando con la mente al giorno prima.

“Parlerò personalmente con il preside e gli darò una bella lavata di testa, l’incolumità degli studenti viene prima di tutto” Prese il cellulare dalla sua tasca e fece per comporre il numero, ma venne bloccato dal figlio.

“Lascia stare, papà”.

“Per ora, ma quando sarà finita questa vicenda, mi sentiranno.” Contrariato, Gabriel ripose il telefono nel taschino della giacca, poi si rivolse ai signori Dupain “…come sta Marinette?”.

Sabine deglutì “I medici dicono che non ha niente, ma non capiscono perché non si sveglia”.

“Capisco…mi spiace per quanto successo, spero che si rimetta presto”.

“Lo speriamo vivamente anche noi”.

Non potendo, purtroppo fare molto, Gabriel invitò il figlio a lasciare la stanza e a lasciare i signori Dupain, da soli con la figlia, lui avrebbe parlato con i medici per far trasferire Adrien, a casa e continuare le cure lì, in totale tranquillità.

“No, papà, io voglio restare qui”. Piagnucolò, non voleva separarsi dalla sua lady, soprattutto ora che l’aveva trovata.

“Non discutere, non ti lascerò qui da solo un giorno di più. A casa verrai seguito dai migliori esperti, così ti rimetteranno in piedi presto e potrai ricominciare a sfilare e a fare servizi fotografici”.

Adrien abbassò lo sguardo, sembrava gli importasse di più del lavoro, che della sua salute.

“Fammi almeno salutare la mia amica” Gli disse mentre si vestiva.

Gabriel annuì.

*

Adrien si presentò timidamente nella stanza di Marinette, dove Sabine si era accomodata vicina a lei e le tendeva la mano, accarezzandole la testa e sussurrandole parole di amore.

Bussò, e Sabine si asciugò con la mano le poche lacrime che le erano uscite dagli occhi.

“Entra, Adrien…scusami”.

“Non deve scusarsi…sono venuto a salutarvi, mio padre vuole riportarmi a casa” Fece spallucce.

L’asiatica si alzò e gli mise una mano sulla spalla “Vi lascio da soli” Biascicò uscendo dalla camera.

Il biondo aspettò che chiudesse la porta e poi le prese la mano.

Marinette sentì la sua mano sinistra scaldarsi di colpo, e un brivido le percorse la schiena.

Marinette…svegliati, per favore”

“Adrien?” Il contatto, stavano avendo un contatto, era la sua occasione per cercare di spiegargli la situazione.

Il maestro Fu, la invitò a parlare, prima che fosse troppo tardi.

“Adrien! Mi senti?”

“Milady? Marinette?”

“Si, sono io”

“Svegliati” Gli sembrava di sognare, sentiva davvero la sua voce? Le stava realmente parlando, oppure era solo frutto della sua immaginazione?

“Non posso, ho bisogno del tuo aiuto, dell’aiuto di Chat Noir”.

Adrien mancò un battito, com’era possibile che avesse scoperto la sua identità segreta?

“Come posso aiutarti?”

“Non c’è tempo per spiegarti i dettagli. I nostri kawatama, hanno attivato un portale, che mi ha catapultato in un’altra dimensione, l’unico modo per farmi ritornare è…”.

La porta della stanza si aprì e Gabriel invitò il figlio a lasciare la stanza, per tornare a casa.

“Puoi aspettare?”.

“No, la macchina è qui”.

Adrien annuì a malincuore, poi si abbassò fino ad arrivare alla fronte dell’amica e le stampò un tenero bacio “Torno presto, milady, scusami”.

“No, no, no, no, aspetta…” D’improvviso la mano incominciò a raffreddarsi, e Marinette piombò nello sconforto più totale.

Era riuscita a parlare con Adrien, e spiegargli poco o niente, chiedendosi se potesse aver capito la situazione, ma purtroppo sentiva molto in lontananza la voce di Gabriel, che intimava il figlio di sbrigarsi, probabilmente lo aveva portato via dall’ospedale, era ovvio che accadesse, il signor Agreste, non avrebbe mai permesso al figlio di rimanere lì.

Sperava che, grazie a quel contatto, sarebbe riuscito a sfuggire a lui, nelle vesti di Chat Noir, e che in qualche modo, la potesse raggiungerla, ma non conosceva le sue condizioni di salute, e se per colpa di quella caduta si fosse rotto la schiena e costretto alla sedia a rotelle? Scacciò via quel pensiero di troppo.

*

Il cellulare di Marinette trillò ancora, questa volta era sua madre.

“Pronto, mamma?”

“Ma dove diamine ti sei cacciata?” Allontanò il telefono perché Sabine stava urlando e credeva le potesse perforare un timpano.

“Sto-sto arrivando, mamma” Rispose balbettando guardandosi attorno, sperando di trovare l’ispirazione per inventare una scusa plausibile.

“Sbrigati, stiamo aspettando te”. Chiuse la telefonata.

“Devo andare maestro, grazie veramente per i suoi consigli”. Lo abbracciò “…spero ci rivedremo presto”.

“Io invece spero, che riuscirai a sistemare tutto e tornare da dove sei venuta, LadyBug”.

*

Continua

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fumetti/Cartoni europei > Miraculous Ladybug / Vai alla pagina dell'autore: LadyHeather83