Capitolo 8
Lunedì mattina Don arrivò in ufficio sereno.
Mancava solo una settimana alla fine degli esami all'università, quindi avrebbe parlato con suo fratello.
Nel weekend, poi, aveva ricevuto l'invito per la riunione dei 15 anni dalla fine delle superiori. Era fissata per venerdì sera e ci sarebbe andato molto volentieri. Avrebbe rivisto molti cari amici di cui aveva perso le tracce, soprattutto Jeff, Tom e Nick: erano inseparabili a scuola e in più di un'occasione lo avevano aiutato contro i bulli che tormentavano Charlie. Era grato di aver avuto amici così leali, che avevano accettato il genio, soprattutto grazie all'amicizia che li legava a lui. Non lo avevano visto solo come una calcolatrice con le gambe o un fenomeno da baraccone, come invece facevano gli altri.
All'inizio avevano mantenuto i contatti ma poi, come succede, ognuno preso preso dalla propria quotidianità, si persero completamente. Era proprio curioso di vedere come erano ora le loro vite.
Aveva chiamato suo padre per sentire come stava Charlie, indagare se anche il suo fratellino aveva ricevuto l'invito e se fosse intenzionato a partecipare all'evento. Alan lo rassicurò sulla salute del matematico, infatti l'aveva visto molto più sereno. Era ancora oberato di lavoro e stanco, ma d'altronde era il periodo più impegnativo all'università. Però non era più così sfuggente o tormentato. Avevano addirittura passato la domenica pomeriggio assieme al campo da golf. Anche Charlie aveva ricevuto l'invito a partecipare alla riunione, ma aveva rifiutato con la scusa che era troppo preso con il lavoro. Don non aveva avuto dubbi: quella sera sarebbero state presenti le persone che avevano fatto di quegli anni il periodo peggiore della vita di Charlie, che lo avevano segnato in modo indelebile.
Arrivato alla sua scrivania Don iniziò a guardare le note relative le telefonate ricevute durante la sua assenza, mentre si attivava il PC, quindi iniziò a leggere le varie email, finché arrivò ad una che gli fece gelare il sangue.
Era una minaccia rivolta ai suoi cari. Qualcuno lo accusava di aver distrutto la sua famiglia e gli prometteva di fargli provare la stessa sofferenza. Erano allegate delle foto di suo padre e suo fratello prese di sicuro di nascosto, ciò indicava che sicuramente erano stati seguiti.
Stampò tutto e si diresse velocemente verso l'ufficio di Merrick: non era disposto a prendere nessun rischio.
La sua squadra si accorse del movimento improvviso del loro capo, non sfuggì loro la sua espressione preoccupata, e lo seguirono, chiedendogli cosa fosse successo. Lo disse loro lungo il tragitto per arrivare dal vicedirettore, il quale si ritrovò la sua migliore squadra alla scrivania che gli spiegava la situazione.
Le minacce agli agenti non venivano mai prese alla leggera, quindi fu deciso che la famiglia Eppes sarebbe stata sorvegliata, almeno per i prossimi giorni. Ora Don doveva solo convincere suo padre e suo fratello ad accettare la sorveglianza.