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Autore: VoidAlpha    27/11/2020    0 recensioni
«Fingendo che sia passato e vada tutto bene, da quel giorno sono trascorsi cinque anni... Ancora adesso il mio desiderio non è cambiato: voglio incontrarti solo una volta, solo un'altra volta »
--PREQUEL DI ABOUT YOU da leggere prima della storia vera e propria--
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storia presente anche su wattpad
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Anche se a quel tempo riuscivo
ancora a dirti onestamente
"Voglio incontrarti"
quando volevo incontrarti
i miei sentimenti erano inopportuni


 
«non avrei mai dovuto innamorarmi di te! É stato l'errore più grande che potessi fare!» gli urlai in faccia quelle parole, la mia dignità stava man mano finendo sotto ai piedi, ero talmente ridicola che mi sarei risa in faccia da sola. «ora che lo sai, sparisci, non fare più il mio nome e non sorridermi, non guardarmi. Noi non potremo mai più essere amici»

Come al mio solito, non aspettai una possibile risposta, non volevo sentire nemmeno una parola uscire dalla sua bocca, era stato già abbastanza pietoso in quel modo, non serviva che provasse a spiegarmi o chissà che altro. Volevo solamente chiudere lì tutta la storia e non doverci più pensare.

 
———————————
 
Al termine delle lezioni misi i vari quaderni nello zaino e uscii dalla classe. Mi cambiai le scarpe all'entrata e mi fermai sulla soglia dell'uscita; pioveva a dirotto ed io non avevo un ombrello, non avevo scelta se non aspettare che quantomeno la pioggia diminuisse. Mentre aspettavo, vidi Kou e Aki uscire, ci scambiammo vari sguardi, ma nessuna parola... Avevo combinato un disastro, ne ero consapevole e mi sentivo colpevole, avrei dovuto chiedere scusa... Ma quel momento non era assolutamente dei migliori, l'avrei sicuramente fatto la mattina seguente, sperando che accettassero le mie scuse scadenti. 

Sospirai, infilai le cuffiette nelle orecchie e mi avviai verso il cancello.

Camminando diretta alla stazione del treno, cominciai a non sentire più le gocce di pioggia cadere sul mio viso, mi fermai e alzai una mano per capire se fosse solo la mia immaginazione o se realmente avesse smesso di piovere. Nemmeno sulla mia mano cadde nulla, eppure sull'asfalto continuavano a infrangersi centinaia di gocce, allora volsi lo sguardo verso il cielo notai che non aveva affatto smesso di piovere, ma un ombrello trasparente si trovava sopra la mia testa.

«non dovresti camminare sotto la pioggia senza l'ombrello...»

Ancora lui. Era testardo come un mulo... però... Però in parte aveva ascoltato, non mi volgeva lo sguardo, non mi sorrideva, si limitava a tenere l'ombrello che riparava entrambi dalla pioggia mentre guardava altrove, gli ero grata per questo; in un certo senso, rendeva più facile comunicare.

«non ho un ombrello» ammisi riportando lo sguardo sulla strada davanti a me, in quel momento, non sapevo se odiare o meno quella situazione, era strano... non sapevo cosa pensare.

«come quella volta alla gita in prima media?»

«quella volta avevo l'ombrello... semplicemente non avevo voglia di tirarlo fuori dallo zaino»

Scoppiò in una risata, così genuina e piena di calore che finii per ridere pure io ma, non appena me ne resi conto, smisi subito. Che cosa combinavo?

«stai andando alla stazione?» mi domandò per evitare che calasse il silenzio, annuii e lui continuò «pure io»

Riprendemmo a camminare fianco a fianco senza spiccicare parola per un tempo indefinito, era abbastanza imbarazzante ma, allo stesso tempo, mi riempiva di una strana gioia, come quella che provavo quando ancora eravamo amici. Era lì, accanto a me, non lo sentivo più così lontano come nelle ore precedenti. Stava facendo cadere quel muro sbilenco che avevo tentato di costruire negli anni in cui non c'eravamo visti per evitare di rimanere ferita ulteriormente. Che diamine di stregoneria usava?

«per quanto riguarda quello che mi hai detto prima...» ed ecco che Taka rovinò tutto «mi dispiace...»

«ma che dici?» domandai stringendo l'orlo della gonna dell'uniforme scolastica «tu non hai colpe...»

«avrei dovuto dirtelo che avremmo smesso di vederci... Avrei anche dovuto dirti che avevo una fidanzata... Però non sapevo come fare, insomma, avevo capito di piacerti e avevo paura di ferirti...» disse fermandosi e voltandosi verso di me, che già lo stavo guardando perplessa «non guardarmi così! È la verità! Era palese, quando ti divertivi dicendomi ingenuamente "Sono felice" quando eri felice e quando ci divertivamo insieme, rendeva tutto così palese! Ancora mi chiedo come hai fatto a non capirlo! Tutti lo sapevano tranne te!»

«mi stai dando della ritardata? Come potevo immaginare di essere innamorata di te?! È colpa tua, cretino!» iniziai a urlare per un qualche strano motivo, come se gridando le parole che avevo sempre tenuto dentro potessi levarmi un peso dallo stomaco «eri un idiota totale che non faceva altro che dare l'impressione che ci fosse qualcosa tra noi, a causa tua le mie amiche mi prendevano per i fondelli dicendo che saremmo stati bene insieme! Mi sorridevi così sinceramente, mi ascoltavi, eri fin troppo gentile, ridevamo insieme ed io ero felice... ODDIO! ERA DAVVERO COSÌ OVVIO! COME HO FATTO A NON CAPIRLO PRIMA? E TU IMBECILLE, PERCHÉ NON ME L'HAI DETTO?!»

«EHI!»

«diamine! Quanto ero stupida...» borbottai scompigliandomi tutti i capelli a metà tra la vergogna e l'esasperazione, per poi iniziare a camminare frettolosamente « basta, non voglio più parlarne» 

«quindi siamo di nuovo amici?» mi domandò seguendomi cercando di ripararmi dalla pioggia con l’ombrello.

Non risposi, non perché ero arrabbiata ma, semplicemente perché non sapevo cosa rispondere; non sapevo nemmeno io se potevamo essere di nuovo amici... Ero troppo confusa per prendere una decisione così importante.

 
—————————

«Taka-chan... » lo chiamai per soprannome mentre eravamo sulla banchina della stazione ad aspettare che arrivasse il treno «posso farti una domanda?»

«dimmi»

«se io ti avessi detto "Mi sento sola" quando mi sentivo sola, tu... Saresti venuto se te l'avessi chiesto?»

« Eravamo amici, gli amici servono a quello» rispose con semplicità «a proposito, i tuoi amici, quelli con cui hai litigato, anche loro ci saranno sempre quando avrai bisogno. Questa mattina ho parlato con Hayashi-san, era piuttosto giù... Mi ha pure insultato dicendo che era colpa mia se avevate litigato... Comunque, il problema è che non sapeva come....»

Non ascoltai il resto delle parole, quel cretino non aveva capito la mia domanda, non volevo sapere come si comportano gli amici, volevo semplicemente sapere se lui sarebbe venuto da me se avessi detto di sentirmi sola... 
Era veramente un idiota, non era cambiato di una virgola...
Senza pensarci troppo, afferrai la sua mano, volevo tenerlo per mano ancora una volta, proprio come quando eravamo bambini e camminavano tenendoci per mano innocentemente.

«Ruka-Chan?» domandò perplesso guardando la mia mano stringere la sua «che fai?»

«teniamoci per mano...» dissi quasi in un sussurro mentre le mie guance, fortunatamente coperte dalla mascherina che ancora indossavo, si tingevano sicuramente di rosso per l'imbarazzo di quella sciocca richiesta «...solo per poco...»

«d'accordo» accettò sorridendomi e stringendo a sua volta la mia mano «puoi tenermi la mano per tutto il tempo che vuoi, a me non dispiace»

 
«grazie»
   
 
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