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Autore: SilkyeAnders    28/11/2020    1 recensioni
"Sparizioni nel mondo atletico: ricercato il colpevole".
Sta accadendo qualcosa di strano a Jump City, e non solo lì, i Titans si trovano di fronte ad una nuova sfida.
Riusciranno a sventare questa minaccia o sarà la fine per loro?
(Questa fanfiction contiene personaggi da me creati abbinati ai personaggi della serie animata, si incentrerà sulle coppie RobStar e BBRae).
Genere: Angst, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo Personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Capitolo 10: Il sogno TEAMMATES Capitolo 10: Il sogno


Era immobile, il corpo gelido avvolto da piccole scie luminose di colore smeraldino.
I suoi capelli di un rosso vivo erano ormai sbiaditi così come la sua pelle aranciata.
Della Starfire che aveva conosciuto non era rimasto nulla se non le ceneri.
Il suo cuore si bloccò, la realizzazione di ciò che aveva di fronte la schiacciava: aveva perso una sorella. Starfire era l'unica che non l'aveva mai giudicata a causa del suo aspetto e del suo modo di fare, Raven l'aveva introdotta al mondo della meditazione e della lettura ed erano due attività che svolgevano spesso assieme.
Sapeva che non avrebbe mai più riso senza lei al suo fianco.
Passò una mano candida lungo il ventre piatto dell'amica facendola riposare sul diaframma di lei.
Ricordò il primo abbraccio che si erano scambiate e la gioia che l'aveva avvolta subito dopo anche se, per orgoglio, non lo avrebbe mai ammesso.
-Avrei dovuto dirtelo che mi ha resa felice- mormorò fra le lacrime.
Mentre gocce cristalline e salate le solcavano le guance pallide, il suo corpo venne avvolto totalmente da un'aurea di energia nera.
Il lampadario che penzolava dal soffitto si ruppe in mille pezzi scagliando pezzi di vetro tutt'attorno, un vetro le tagliò persino il polso ma lei non sentiva nulla.
Il suo sangue si mescolò al sudore ancora vivido sul cadavere della principessa aliena stesa lì, sotto di lei.
Raven si costrinse ad alzarsi da terra e, a fatica, caricò il corpo dell'amica in spalla per portarla fuori dall'edificio.
-Cosa dirò agli altri?- chiese a nessuno in particolare.
Si costrinse a reprimere brevemente le emozioni che la sconvolgevano. Se avesse continuato così avrebbe fatto esplodere l'intero luogo.
Una volta giunta fuori stese il corpo della sua cara amica sull'erba, le scostò dolcemente alcuni capelli dal viso sporco e sudato e le baciò la fronte.
Un gesto così familiare e intimo che non aveva mai rivolto a nessuno se non a sua madre.
-A mia madre saresti piaciuta... Ma tu piaci a tutti- mormorò fra i singhiozzi.
Si lasciò sfuggire una risata amara :-E' facile parlare con te-.
Si alzò di scatto voltando rabbiosamente la testa verso il cadavere congelato.
-Avevi detto che saresti sempre stata al mio fianco!- gridò.
Sulla sua fronte comparvero un paio di occhi rossi, sentiva che il lato demoniaco prendeva il sopravvento.
-Avevi promesso!- ringhiò.
La sua voce era una voce che non riconosceva più, gutturale e furente.
Doveva riacquistare il controllo su di sé o sarebbe finita male.
Starfire non c'era più, non ci sarebbe stata mai più.
Il suo sorriso allegro, la sua voce dolce, i suoi occhi che scrutavano tutto con curiosità, la sua forza indomabile... Tutto di lei sarebbe rimasto un semplice ricordo che il tempo avrebbe man mano sbiadito fino a cancellare ogni traccia della sua presenza.
Raven scivolò a terra senza energie a sostenerla, rimase immobile a guardare un punto vuoto dinanzi a sé mentre nel cuore e nella mente aveva un tumulto.
Non si accorse neppure della neve che aveva iniziato a cadere dal cielo.
Neve? In estate?
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Raven aprì gli occhi, era sconvolta dal sogno che aveva appena fatto.
Si accorse di essere stata adagiata sull'asfalto, scattò in piedi e perse l'eqilibrio ma per fortuna qualcosa o qualcuno la sostenne.
Era confusa e aveva un cerchio alla testa.
Si toccò istintivamente il polso, non c'era sangue.
Man mano che la sua vista si faceva più stabile riuscì a distinguere i visi preoccupati dei suoi amici.
Era al sicuro.
Robin la sosteneva delicatamente ma in modo fermo :-Stai bene?- chiese con decisione.
-Sì- rispose lei.
Il suo corpo era ancora pesante, quando fu certa di riuscire a sorreggersi da sola si staccò dal leader e alzò lo sguardo verso il cielo. Non nevicava.
Tirò un sospiro di sollievo.
La macchina era parcheggiata a un ciglio della strada, accanto a una zona verde.
-Cosa hai visto? Sei svenuta di colpo- disse BeastBoy con voce tremante.
Raven si morse il labbro inferiore, non sapeva se dire o meno ciò che aveva sognato o predetto... Sperava che non fosse la seconda opzione.
-Raven- la voce di Robin era seria, ferma.
Stava usando la sua voce da leader.
-Devi promettermi di non andare fuori di testa- sentenziò asciutta la maga.
Robin era immobile di fronte a lei con le mani sulle sue spalle, non cercava di trattenerla sembrava piuttosto che cercasse un sostegno.
Serrò la mandibola così forte che sentì i denti scheggiarsi sotto al peso della sua frustrazione.
-Raven- ripeté.
Stavolta la sua voce era più simile a una supplica che a un comando, calò il silenzio all'interno del gruppo.
Tutti sapevano che Robin non mostrava fragilità a meno che la situazione non fosse grave e, spesso, nemmeno in quel caso. Sapevano anche quanto fosse terrorizzato dalle relazioni amorose, aveva paura che potessero usare i suoi punti deboli contro di lui e ora tutte quelle paure si stavano palesando di prepotenza.
Cyborg lo prese per il mantello e lo tirò verso sé finché la sua schiena non andò a sbattere contro il proprio petto, Robin non disse nulla. Rimase lì.
In qualche modo trovava confortante il freddo metallo che imprigionava il corpo del suo amico, lo avvertiva come un qualcosa di familiare.
Era abituato alla freddezza metodica, a calcolare ogni singolo dettaglio e in quel momento non riusciva né in una né nell'altra cosa.
Raven emise un lungo sospiro prima di iniziare a raccontare il suo sogno.
A ogni parola il cuore di Robin sembrava sprofondare in un baratro di oscura disperazione.
Iniziò, suo malgrado, ad immaginare il corpo esanime della ragazza che aveva amato in silenzio per tutti quegli anni.
Raven lo stava descrivendo così minuziosamente che era come avercelo davanti agli occhi.
Il suo corpo prese a tremare impercettibilmente. Sentiva i brividi di freddo avvolgergli il cuore e il corpo intero, era come se la sua temperatura si fosse abbassata di almeno venti gradi.
Il sangue defluì immediatamente dal suo viso facendolo sbiancare.
Non riuscì a controllare quello che successe di seguito, lo fece e basta.
Un conato di vomito gli attraversò la gola, non poté trattenersi e si piegò verso l'asfalto dando di stomaco.
Raven e gli altri sgranarono gli occhi, sorpresi dalla reazione di Robin e dalla fragilità che stava improvvisamente mostrando.
Se anche lui perdeva il controllo in quel modo allora loro non avevano speranze.
Raven si accovacciò di fronte a lui e gli posò una mano sulla spalla cercando di ignorare la puzza di vomito.
Gli porse un fazzoletto e gli rivolse un flebile sorriso :-Io non permetterò che le accada nulla-.
Robin la osservò.
-Non permetterò che quel sogno diventi realtà-.
Qualcosa nella sicurezza con cui Raven aveva detto quelle parole lo calmò, prese un lungo respiro e si rimise in piedi non senza difficoltà.
Raven si sentì percorrere da un brivido di energia :-Sento qualcosa-.
-E' Star?- chiese BeastBoy.
-Riesci a vederla?- incalzò Cyborg.
-Shh, fatemi concentrare- rispose secca lei.
Raven si allontanò un po' dal gruppo e iniziò a fluttuare a pochi metri da terra a gambe incrociate.
Chiuse gli occhi e si concentrò su quella fioca sensazione magica che le aveva attraversato il corpo.
Non vide nulla ma riuscì a sentire la sua voce nella sua mente.
Fa male... Così male... Freddo...
Le si strinse il cuore in una morsa quando il corpo iniziò a bruciarle quasi fosse percorso da ghiaccio gelido.
Riusciva a sentire quello che sentiva la sua amica, era come se la pelle si stesse staccando dal suo corpo lasciando scoperti lembi di carne viva.
Fortunatamente durò molto poco.
-Qualsiasi cosa facciamo dobbiamo sbrigarci, la situazione non è bella- si limitò a dire la maga.
Il suo tono era serio e diretto, sapeva quello che diceva.
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Ce l'aveva fatta.
Un contatto era stato stabilito seppur a fatica. Non era riuscita a mandare un' immagine, né a riferire dove si trovava e, effettivamente, non lo sapeva nemmeno.
Faceva sempre più freddo, ogni secondo che passava era una tortura fuori da ogni schema.
Il suo corpo era ormai intorpidito e quasi non sentiva più il dolore lacerante che lo attraversava poco prima.
Sentiva che anche il suo viso iniziava a cristallizzarsi lentamente.
Non riusciva nemmeno a sbattere le palpebre, il suo respiro era sempre più affannato ma non avrebbe mollato.
Doveva resistere.
Forte di questa nuova convinzione Starfire provò a racimolare di nuovo le ultime energie, con convinzione chiuse gli occhi e si concentrò sul proprio corpo.
Il pugno della mano destra si serrò appena creando una piccola fonte di luce color verde acido, ci stava riuscendo.
Con attenzione iniziò a immaginare che il dardo si propagasse verso l'interezza del suo braccio, quasi come una risposta automatica il suo corpo iniziò lentamente a scaldarsi.
Quando fu soddisfatta si fermò pensando che avrebbe dovuto comunque conservare le forze.
-Non l'avrai vinta, non fiché i miei amici sono lì fuori a cercarmi- mormorò.
 Un uomo osservava la scena dall'alto, in silenzio.
Possono cercarti ma non è scontato che ti trovino viva... pensò divertito il criminale prima di dileguarsi nell'ombra.
Starfire chiuse gli occhi, si concentrò sui suoi compagni di squadra.
Le mancavano così tanto, come le mancava il caldo tepore della sua camera, le mancava Silky e le mancava il televisore.
Si concentrò più intensamente e pensò a Raven, doveva assolutamente mandarle un'immagine.
Un dettaglio.
___ ___ ___ ___ ___ ___
Raven e gli altri iniziarono a dirigersi nuovamente verso l'auto, Robin non aveva ancora detto nulla.
-Aspettate, la sento! La sento chiaramente- esclamò sorpresa la maga.
Nella sua mente si fece largo un'immagine offuscata: una gabbia... Del ghiaccio, non vedeva molto.
-Raven, allora?- incalzò Robin.
La sua voce rendeva nota una certa urgenza.
-Vedo qualcosa ma... Non è chiaro-.
-Concentrati- ringhiò il leader.
Cyborg scosse il capo :-Robin non puoi forzarla lo sai, non funziona così-.
-E' l'unica pista che abbiamo!- gridò esasperato il ragazzo.
-Smetti di dare di matto!- lo rimproverò Raven.
-Raven ha ragione, adesso basta. Riprenditi- disse calmo il mezzo robot.
-Non ci riesco- lamentò Robin.
BeastBoy abbassò lo sguardo :-Robin, Star è una ragazza forte e coraggiosa... Non riuscirà a farle del male e questo io lo so per certo-.
-BeastBoy ha ragione, Starfire è dotata di grandi poteri ed è una combattente agguerrita- concordò Cyborg.
-Non mi impedisce di preoccuparmi per lei-.
Raven sorrise dolcemente :-Siamo tutti molto preoccupati Robin ma abbiamo bisogno del nostro leader...-.
-Non ce la faccio, mi spiace...- borbottò il ragazzo.
Perché tutti si aspettavano sempre così tanto da lui? Non poteva controllarsi in quel momento.
Non dopo il sogno che Raven aveva fatto, non sapendo nelle mani di chi era finita Starfire.
Sentiva di non poter soddisfare tutte le aspettative che i suoi amici avevano riposto in lui, non era nemmeno riuscito a proteggere Star in primo luogo come pensava di poterla salvare?
Aveva paura. Una paura terribile di perdere per l'ennesima volta una persona che amava.
L'immagine dei suoi genitori che precipitavano nel vuoto si fece spazio nella sua mente, una morsa gli attanagliò lo stomaco.
Non poteva permettere che accadesse di nuovo, non sapeva come avrebbe fatto ma sapeva che l'avrebbe salvata.
-Robin...- BeastBoy aveva ancora lo sguardo ancorato a terra :-Ricordi il giorno in cui ci siamo conosciuti? Tu per me eri un idolo, bè... Ora ti conosco e la mia opinione non è cambiata. Certo, sei noioso e fastidioso ma... Se qualcuno può salvare Star quello sei tu-.
Cyborg sorrise :-Sono d'accordo con macchia d'erba. Non c'è nessuno più determinato di te... Specialmente quando si tratta di Starfire-.
-Forza allora, tutti in auto- ordinò Robin.
Si disse che era fortunato ad avere i suoi amici con sé, senza le loro parole di conforto non avrebbe mai riacquisito fiducia in sé e nelle sue capacità.
Quel sogno era solo un sogno e non sarebbe diventato realtà, non finché avrebbe potuto fare qualcosa in merito.
Era ora di prendere davvero in mano la situazione!
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Buonasera a tutti, o meglio... Buongiorno dato che son le 2:02 del mattino.
Non faccio quasi mai note di questo genere ma questa è importantissima.
So che ci sono persone speciali che stanno leggendo questa storia e quindi ci tengo a dedicare questo capitolo proprio a loro che mi hanno permesso di acquisire un pochino di fiducia in me stessa.
Questo capitolo è dedicato alle mie serpi, perché non pensavo che i social potessero farmi conoscere persone così speciali e meravigliose.
Vi amo.
-SilkyeAnders

   
 
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