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Autore: lmpaoli94    28/11/2020    0 recensioni
In un tempo dove i cavalieri si conquistavano l’onore cavalcando per il popolo, le varie suddivisioni di 17 contrade si sfidavano per la supremazia del Regno di Numarsa.
Il primo giorno d’estate era il momento in cui gli uomini dimostravano il loro valore combattendo in duelli controversi.
Le battaglie duravano un tempo illimitato e la contrada vincitrice festeggiava in giro per il Regno dopo aver conquistato tutto il potere.
Ma i giochi sporchi di tali organizzazione andavano a macchiarsi di sangue e di tradimenti che il momento più importante del Regno veniva oscurato da una guerra improvvisa.
Ma cosa sarebbe successo se la pace avesse avuto le sembianze di una… donna?
Genere: Avventura, Drammatico, Suspence | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il marchese Angioino, sicuro delle sue azioni, aveva la situazione soot controllo.
Squadrando malament il suo avversario, voleva fare di tutto per farlo innervosire dinanzi a Ginevra che li  guardava con sguardo pieno di rabbia.
< Allora, caro cavaliere: pensate davvero di riuscire a sconfiggermi una volta per tutte? >
< Certo che sì. E riuscirò una volkta per tutte a levarvi quel dannato sorriso dalla vostra faccia. Fosse l’ultima cosa che faccio. >
< Perchè? Non vi piace la mia risata?
< No. mi da’ sui nervi. >
< Dovete farvene una ragione. Anche perché sarà l’ultima cosa che vedrete. >
Argentio, che non aveva nessuna intenzione di perdere altro tempo, pi9ombò contro il suo avversario con tanta vemenza e sicurezza.
Il marchese Angioino, che era un ottimo spadaccino, si stava difendendo magistralmente contro tutti i colpi del suo nemico con facilità disarmante,
Così non farete altro che stancarvi,. Angioino. La vostra amichetta saprebbe combattere molto meglio. >
< Non osate mentovarla. Non avete nessun diritto! >
< Perché? Avete forse paura che qualcuno s la porti via? Chissà cosa penserà il Conte Varello quando vi vedrà al cospetto. Eppure sapevo che la Contrada della Pantera e quello del Leocorno non potessero andare d’accordo. Una nuova alleanza d’amore? Mi dispiace avervi interrotti, ma non riuscivo a farne a meno. >
Argentio, spazientito dalle su parole, cercava continuamente di colpirlo con tutta la forza e la foga che aveva, ma senza un minimo successo.
Fu allora che, distratto dallo sguardo attento di Ginevra, il giovane paladino mascherato venne ferito ad una mano.
< Ora come farete a tenere in mano la vostra spada? >
< Riuscirò lo stesso a combattere! >
< Ahahah voglio proprio vedere come… Argentio, nipote di Fra Tito: siete la vergogna della vostra Contrada. Vostro zio si rivolterebbe s vi vedesse in questo momento. >
IL Marchese Angioino, che non riusciva a trattenersi dall’uccidere il suo sfidante, fu disarmato da Ginevra con un colpo ancestrale e improvviso.
< Voi! Come avete osato intromettervi? >
< La sfida è finita, marchese,. Avete vinto voi. >
Aiutando il giovane sfidante a rialzarsi, Ginevra non ce la faceva a vedere tutta quella crudeltà con i suoi occhi.
< Avete deciso davvero di aiutare un vostro nemico? >
< Nemico o no, questo uomo non merita di morire in tale modo. Ed è per questo che la sfida non deve andare oltre… Marchese Angioino, stavolta siete stato fortunato. Ma durante i Giochi di Numarsa andrà diversamente. >
< Davvero? Eppure non riuscirete a salvare il vostro nuovo amore. E sapete perché? Perché sarte voi, dannata donna di poca fede, a strisciare verso di me. Chiederete una pietà che nessuno potrà mai accogliere e la mia spada finirà il mio lavoro sporco. Non avete futuro voi due: né uniti né divisi. >
Presa da un senso di rabbia incontrollabile, Ginevra voleva conquistare il suo onore uccidendo colui che aveva scatenato il suo impeto.
Ma la sua rabbia e il suo rancore fu completamente messo a tacere dall’arrivo di uno scudiero che aveva cavalcato come un forsennato per raggiungere la sfida del fiume.
< Ma che diavolo… >
Scendendo dal cavallo, l’uomo in questione mostrò il suo volto scavato dalle mille battaglie e che portava dietro di sé con grande onore.
< E’ impossibile. Voi dovreste… >
< Marchese Angioino della Barbesca. Vedo che il vostro giocare sporco non è mutato minimamente. La vostra selva è divenuta tanto oscura quanto l’inferno di Dante? >
< Bersagliere Anciullo Traviano. Credevo che il vostro buon nome appartenesse alla storia. >
< E per quale motivo? Solo perché la mia Contrada ha rischiato di estinguersi in numerose occasioni? >
< Esatto. Ma la vostra abilità innata vi ha permesso di sopravvivere. >
< Giusto. Tutto grazie alla mia saggezza che mi sono saputo guadagnare..,. Ancora non capisco come la Contrada della Selva possa andar controcorrente in questo modo. Eppure non è di buon auspicio uccidere un rivale poco prima l’inizio dei giochi. >
< Bersagliere, se state cercando di abbindolarmi, sappiate che state sbagliando. Questo non è affare vostro e sicuramente non mi porterà sciagure come avete detto. >
< Ah no? allora perché non provate a togliere di mezzo me? Un povero vecchio di settant’anni non può aver la meglio contro un marchese di quarant’anni. >
< Ahahah ma io non voglio uccidere voi. >
< Volete uccidere una donna? Ma con quale onore riuscite a pensare a questo? >
< Farei un grande favore al Conte Varello, sapete? >
< Eppure tutte le contrade presenti dovrebbero essere in vita prima dall’inizio dei giochi. >
< Bersagliere, se volete continuare a farmi perder del tempo… >
< Non sia mai. Il nostro è solo un colloquio normale e intelligente. Perché voi credete di esserlo, vero? >
< Assolutamente sì. >
< Allora vi do’ un consiglio: meglio non mettersi contro la lupa. Perché anche se vecchia, sa ancora sbranare alla perfezione. >
E nel mentre il Bersagliere si preparava a sguainare la sua spada, il marchese Angioino non fu così rapido nei riflessi. >
< Se mi spostavo anche di un solo centimetro, vi potevo conficcare la mia lama nei vostri occhi. Allora sì che si sarebbe potuto scatenare una guerra, caro il mio marchese. >
< Bersagliere, sarebbe meglio per voi che non vi prendiate gioco di me. >
< Allora lasciate andare questi ragazzi. Per il bene di tutti. >
Mentre si apprestava a fissare un ultima volta Argntio ferito e la giovane donna, alla fine il marchese si diede per vinto.
< Quando i giochi entreranno nel vivo, la mia furia sarà davvero implacabile. Vi do’ la mia parola. >
< Come volete voi, marchese. Allora a presto. >
Mentre il Capo della Contrada della Lupa riceveva i ringraziamenti di un Argentio che si sentiva ferito nell’orgoglio, Ginevra non rimase immobile a fissare tale conversazione.
Ferita nel profondo per aver creduto che la sua fiamma non era quella che credeva, la giovane donna scappò a cavallo sotto lo sguardo attonito di Argentio e del marchese.
< I miei complimenti, Argentio > fece il marchese deridendolo dinanzi a tutti < Avete perso il vostro onore. Ora come riuscirete a conquistarlo? >
Fissando il suo nemico giurato dritto negli occhi, Argntio non era poi così preoccupato.
< Non ho bisogno di pensare all’amore. So di essere ne giusto e che la mia vita è in salvo. >
< Sì, per ora… >
< Vedete di non cantare troppo vittoria, marchese. Avrò anch’io la mia vendetta. >
< Allora non vedo l’ora di assaporalra. >
E nel dire ciò, il marchese scomparve a cavallo mentre Argentio si sentiva ferito nell’orgoglio e nel giudizio.
   
 
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