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Autore: Aurora Barone    22/08/2009    1 recensioni
Naoki:Un'assassina su commissione, uccide solo per delle "buone ragioni", come gli strupratori, di donne che non sanno come altro fare, per non venire più perseguitate, dato che le denunce si rivelano spesso inutili.
Ma un giorno riceve una particolare commissione, uccidere un commercialista, che non ha l'aria di essere affatto un uomo tanto cattivo, anzi ha l'aria di un uomo tonto e indifeso, sembra quasi una femminuccia.
Lo ucciderà? Oppure lo terrà sottosequestro o sfocerà in lui una profonda sindrome di stoccolma?
Si innamoreranno? Oppure no? E perchè le è stato commissionato di ucciderlo, cosa ha fatto quest'uomo di tanto crudele? E come mai Naoki ha deciso di fare l'assassina? Non è un lavoro comune e semplice no?
Se volete scoprirlo leggete!
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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14 marzo 2009

I cambiamenti, anche i migliori spesso possono farci disperare!

Ero di nuovo a casa di Naoki, sembrava non vedere l' ora di sbarazzarsi di me, ma poi inspiegabilmente mi ha riportato a casa sua, forse per paura che la denunciassi,ma poi ripensai a quel suo sguardo triste, che non voleva che me ne andassi, era questo che Naoki voleva dirmi?


Poi notai qualcosa di diverso, ebbi quasi l' impressione che non fossi più un ostaggio, il comportamento di Naoki sembrava essersi addolcito notevolmente, continuava a maltrattarmi,ma più lievemente.

Poi pensai a quella frase che mi aveva detto, che le ricordavo Saichi, forse per quello si comportava in questo modo, rivedeva in me il fratello.

Sicuramente doveva essere così, non vi era altra spiegazione se non questa.

Del resto non potevo farmi false illusioni che provasse un minimo interesse verso di me, era materialmente impossibile.

Naoki mise in evidenza quel lato dolce di se stessa, di cui non avevo mai goduto così a pieno.

“Dovresti farti un bel bagno, ti ho riscaldato l' acqua” disse parlando lentamente con una certa dolcezza.

“Ah,grazie” le sorrisi scioccato da un tale cambiamento.

Si mise persino a sistemare la casa tutta da sola, avviò persino la lavatrice, incominciavo seriamente a preoccuparmi per lei.

Spaventato feci delle strane teorie,poteva avere una doppia personalità,oppure era talmente disperata per i suoi debiti che cercava di soffocare tutto cimentandosi in faccende di casa e in cortesie verso di me.

Oppure stava vivendo questo giorno, come se fosse l'ultimo della sua vita, facendo tutte le cose, che non aveva mai fatto prima d'ora per poi suicidarsi.

Dopotutto non erano teorie poi tanto assurde da poterle ritenere infondate, così finì per credere all' ultima: che stesse vivendo il suo ultimo giorno da viva, per poi spingersi al suicidio. In fin dei conti, ci aveva provato già una volta a suicidarsi, quindi perché doveva sembrare tanto strano, che ci provasse una seconda volta?

Naoki proseguì con le sue stranezze, non mi lanciava neppure più le cose, ma si avvicinava a me, porgendomele come le persone civili,ma invece di esserne contento, mi disperavo confermando sempre più la mia teoria, voleva uccidersi ne ero sempre più certo.

“Se ti piace Enya dovrebbe piacerti anche Kokia!” affermò mettendo il cd.

“Si,mi piace molto Kokia!” affermai disperato.

“Tutto bene?” chiese preoccupata.

Vedendo la sua espressione, mi disperavo ancora di più chiedendomi che fine avesse fatto la sua espressione fredda di sempre, così da riconfermare ancora quella teoria:il suicidio era vicino!.

“Sei strano!” affermò.

Pensai tra me “E sarei io quello strano?!No tu che da un giorno all' altro cambi personalità così di botto!”

“No, non ho niente!”le risposi negando l' evidenza.

Era meglio non lasciarle trapelare, che fossi al corrente del suo piano.

Altrimenti sapendo che avrei tentato di sabotare il suo suicidio chissà cosa si sarebbe inventata per evitarne il sabotaggio.

“Che ne dici se ci facciamo una passeggiatina?” propose mettendo in mostra il suo bel sorriso, lo ammiravo estasiato, quel sorriso mamma mia!Spiccava più del solito!

Poi pensai un'altra cosa poteva anche essere un diabolico trucco per spingermi a diventare un ' assassino come lei, ma di certo non sarei cascato ad un trucco simile.

Annuì con il capo arrossendo eccessivamente, anche lei sembrò lievemente imbarazzata, non era da lei.

Oppure aveva una gemella o una sosia identica a lei e avevano effettuato uno scambio di vite per un giorno? Insomma una di quelle robe da film!

Così mi feci furbo, durante la passeggiata parlai delle cose che ritenevo potesse sapere soltanto lei, ma sembrava essere al corrente di tutto. Che stupido che sono! Di sicuro Naoki doveva averla messa al corrente di tutto prima di effettuare lo scambio!.

Ma la teoria della gemella, mi sembrava un po' strana, perché mai effettuare quello scambio? Poi in ogni cosa era Naoki, pensavo che se fosse stata una gemella o una sosia sarebbe trapelata qualche altra differenza oltre al comportamento insolito.

Naoki poggiò la sua piccola testolina sulla mia spalla, mentre passeggiavamo, provocandomi un brivido dietro la schiena.

Mi guardai attorno, in quel giardino pubblico vi erano molte coppiette, Naoki che mi portava in un posto simile era davvero insolito, forse più di tutte le altre cose strane che avesse fatto nell' arco della giornata.

Poi pensai, certo sedurmi, per farmi diventare un assassino,proponendosi persino di diventare la mia ragazza per spingermi all' inferno insieme a lei, ma non sfiorò l' argomento assassino neppure una volta, sembrava anzi evitare certi argomenti,ritenendoli brutti da trattare in quel momento.

Già certo, perché era il suo ultimo giorno, non voleva di certo sprecarlo ripensando alle cose spiacevoli che aveva fatto in vita.

Inoltre questo non avrebbe giovato al suicidio,restando con il dubbio che potesse esistere davvero il giudizio universale, che si ritorcessi contro di lei spedendola all'inferno, sia per le persone uccise che per il suicidio effettuato.

“A che cosa pensa la tua testolina?” chiese sorridendomi amorevolmente da farmi diventare le gambe molli, così faticai persino a trattenere l' equilibrio.

“Niente...sei solo un po' diversa dal solito...”affermai contenendo lo stupore per non sembrare troppo sospettoso.

“Ma ti piace questo mio cambiamento?” chiese pensierosa.

“Certo! Sei come dire...” dissi diventando rosso dall' imbarazzo.

“Come sarei?” chiese lievemente spazientita per via della curiosità.

“Sei...ecco...”dissi ancora non riuscendo a dire altro.

“Dunque...come dire...ecco...sei...” proseguì non riuscendo a concludere la frase per l' imbarazzo.

Vidi Naoki gesticolare con la mano, ma non appena si rese conto del suo tic nervoso, si mise a mani conserte facendo finta di niente

La conoscevo bene e sapevo che quel gesticolare significava che si stava innervosendo, ma ritrasse l'ira fingendo che non l' avesse neppure per un momento sfiorata.

Mi chiesi per quale motivo si potesse essere arrabbiata,poi pensai al mio non finire le frasi forse dovevo averla innervosita senza volere.

Naoki sorrise amabilmente non cedendo alla rabbia dicendo “Non importa, Imou...parliamo di qualcos'altro...”

Mi chiamava pure per nome, così pensai fosse opportuno approfittarne,così mi avvicinai a lei per poterla baciare, ma poi mi guardai attorno c'era troppa gente nei paraggi.

Inoltre mi mancava il coraggio per poterla baciare, non era la solita Naoki, era talmente dolce, che mi sarebbe sembrato persino brutto avvicinarmi a lei e baciarla così cogliendola alla sprovvista.



Così pensai di chiederle il permesso, ma all' età di 25 anni era ridicolo chiedere il permesso per una cosa tanto semplice e poi era più imbarazzante del compiere il gesto.

Le rivenne il tic, forse era l' emozione di stare così vicina a me ad innervosirla pensai e sorrisi come un ebete pensando a quanto fosse dolce e carina quella nuova Naoki.

Il tic si fece sempre più forte:Gesticolava velocemente facendo gesti inconsulti,sembrava Eminem, poi si rimise a mani conserte per contenere il tic ancora una volta.

Che dolce! Non voleva mettere in evidenza quanto si sentisse a disagio e in imbarazzo essendo così vicina al mio viso e alle mie labbra, pensai con gli occhi trasognanti.

Poi la guardai pensando a quanto fossi stato meschino a gettare i suoi sonniferi nell' immondizia, volevo soltanto che smettesse di esserne dipendente e invece...avevo combinato un bel guaio, così mi chiesi se la scorsa notte fosse riuscita a prendere sonno.

La scrutai, non aveva neppure una borsa sotto gli occhi e godeva persino di un ottimo colorito.

“Ieri notte sei riuscita a dormire?” le chiesi per accertarmene.

Naoki allegramente disse “Non ho mai dormito così bene in tutta la mia vita senza sonniferi...mi sembra passata un ' eternità dall' ultima volta che ho dormito così!”

“Dici sul serio?” domandai incredulo.

Pensai che ciò fosse un cattivo segno, aveva dormito così bene perché aveva deciso di farla finita, sicuramente per quello nessun morto quella notte la venne a trovare perché ben presto la morta sarebbe stata lei!

Terminata la piacevole passeggiata, Naoki proseguì con le stranezze facendo una spesa sana e alimentare come non se ne erano mai viste.

Così per la prima volta non mangiammo roba in scatola, ma invece di sentirmi sollevato da ciò pensai che più faceva stramberie e più si avvicinava l' ora del suicidio.

Dopo il pranzo, Naoki andò nella sua stanza, la seguì silenziosamente cercando di non farmi scoprire.

La vidi impugnare la pistola, stava controllando se fosse carica per potersi sparare, così mi gettai su di lei urlando forte “Non lo fare!”. Con tutta la forza nei polmoni lo gridai un'altra volta, pur sapendo che fosse bloccata dal peso del mio corpo sopra di lei.

Lo gridai per una seconda volta perché temevo che potesse riuscire a liberarsi.

“Ma che cazzo ti salta in mente! Sei pazzo!” disse tentando di liberarsi dal peso del mio corpo spingendomi via.

“Ah io sarei pazzo? Tu tenti il suicidio ed io sono quello pazzo!”

“Come scusa?”chiese stralunata come di chi non avesse idea di cosa stessi parlando.

“Oh andiamo non fare finta di niente...tutto quel comportamento assurdo... perché hai deciso di farla finita... vuoi forse dirmi che non è così?” chiesi confuso rialzandomi.

Naoki rimase a terra ridendo a più non posso, piegandosi dal troppo ridere le uscirono persino le lacrime agli occhi, poi sembrò avere una risata isterica

“Ti sembra così strano che anch'io possa essere dolce e gentile quando voglio!” affermò seria in viso.

“Non è questo...è solo che...” balbettai vedendola che si scaldava.

“Non interrompermi quando ti parlo!” mi ringhiò contro alzandosi da terra.

Continuò a parlare dicendo “Mi sono persino sopportata quel tuo balbettio...ma poi dico ti ci vuole tanto a fare un complimento ad una donna...sei davvero pessimo!”

Adesso mi mancava tanto la Naoki dolce pensai sentendo la sua voce rude e insensibile pronta ad offendermi.

Poi proseguì lagnandosi “Non sei stato neppure in grado di darmi un bacio...eppure altre volte lo hai fatto...dopotutto non è così difficile...non mi meraviglia che l' unica donna con cui tu abbia scopato sia io...chi sarebbe questa pazza...a sopportare uno sfigato simile!”

“Ah, ma ecco...non ne ho avuto il coraggio...eri così dolce e ingenua...non potevo baciarti mi sembrava di approfittarne”

“Ma dico che mi hai preso per una rincoglionita!mi accorgo se un tizio mi sta per baciare..” e subito aggiunse “.e se non lo voglio lo fermò... prima che si possa avvicinare al mio viso!”

La guardai perplesso, aveva appena ammesso che non avrebbe rifiutato il mio bacio, forse neppure si era resa conto di aver ammesso indirettamente una cosa simile.

“Però come sei carino!” disse assumendo un espressione bonaria, poi sorrise, mi stava come al solito prendendo in giro pensai infastidito.

“Non prenderti gioco di me...” esclamai timidamente, posando i palmi delle mani sulle guance per nascondere il viso bruttino che mi ritrovavo.

Naoki si avvicinò a me, togliendomi le mani dal viso dicendomi di piantarla di fare il bambino.

La guardai con lo sguardo da cucciolo bastonato e poi le chiesi “ Pensi sul serio che io sia carino?”

Naoki annuì, volgendomi uno sguardo intenerito, come se non avesse mai visto una persona più insicura di me in tutta la sua vita.

“Non pensi che io sia brutto?” le chiesi stupito.

“Sei bello interiormente!” esclamò.

“Un modo gentile per dire che sono brutto!”

“No, odio le apparenze... quindi non mi baso sull' aspetto fisico per definire una persona, ma se dovessi dire la mia non penso che tua sia brutto...oh andiamo ci son uomini davvero mostruosi e tu nascondi il tuo viso come se fossi il peggior mostro della terra!”

Bizzarro prima, mi offendeva poi faceva crescere la mia autostima rincuorandomi sul fatto che non fossi brutto, come dicevano tutti.

“Perchè mi stai dicendo certe cose?” chiesi incerto.

“sono le cose che penso” affermò con noncuranza.

La guardai sorridendo come un ebete, dovevo sembrarle parecchio stupido e sfigato, sicuramente per quello era così gentile nei miei confronti, dovevo proprio farle pena...era così penoso suscitare persino la pena di un'assassina pensai.

“Allora che aspetti per darmi questo bacio...cosa fai il prezioso...perchè ti ho detto che sei carino”

La guardai ancora con quel sorriso da ebete stampato sul volto, avrei tanto voluto contenerlo, ma non ci riuscì, così Naoki prese a sbuffare dicendo “Allora ti vuoi decidere!”. Ma io rimasi immobile, erano troppo per me quei complimenti,le gentilezze e poi la richiesta di un bacio.

“D'accordo faccio io” disse avvicinando le sue labbra alle mie, rimasi completamente immobile, rigido come una corda di violino, c'eravamo baciati altre volte. Ma Naoki di solito prima di farlo non si perdeva in complimenti sulla mia persona, sembrava che mi baciasse così tanto per fare, invece questa volta sembrò piuttosto diverso dalle solite volte.

Dischiudemmo le labbra per poter approfondire quel bacio, ma il suono del campanello ci interruppe.

Avrei preferito che Naoki non andasse ad aprire, ma fu inutile supplicarla con lo sguardo, divenne piuttosto seria non appena sentì bussare.

Temeva molto probabilmente che fossero gli strozzini, così andò spedita verso la porta di casa, la seguì a passi felpati.

Naoki guardò dallo spioncino della porta, non sembrava molto convinta, aveva un espressione di chi non sa se aprire o meno.

“Chi è?”le domandai sottovoce.

Naoki digrignò i denti, aveva un espressione terribilmente seria, pensai che fossero per davvero gli strozzini.

“Sono loro?” le chiesi in un sussurro.

“Torna nella tua stanza” disse a voce bassa, cercando di mantenere la calma.

Il campanello riprese a suonare con insistenza.

Udì una voce maschile provenire da dietro la porta “Naoki!” urlò battendo contro la porta con ferocia.

Quella voce non l' avevo mai udita prima d'ora, non poteva essere Iketsu, quindi chi era? Naoki doveva averla riconosciuta sin da principio per questo non voleva aprire.

Improvvisamente si decise, però prima mi disse di tornarmene nella mia stanza alzando un po' il tono della voce, ma rimasi ugualmente dov'ero.

Non volevo muovermi da lì, perché se prima non voleva aprirgli doveva esserci una ragione: Che fosse un suo creditore?

In questo caso era in pericolo e non mi sarei mai permesso di lasciarla sola, nonostante fossi molto spaventato da questa ipotesi.

Naoki aprì la porta, credendo che me ne fossi già andato nella mia stanza a gambe levate, invece ero dietro di lei.

Ero molto agitato,avevo la gola secca e dovevo andare in bagno, ma in quel' arco di tempo,i miei malesseri e i miei bisogni vitali avevano poca importanza

Davanti alla porta c'era un ragazzo dai lunghi capelli neri, con occhi di un castano molto chiaro, il naso leggermente sporgente e le labbra sottili.

Era un tipo bizzarro, ma osservandolo attentamente non era brutto ed era anche molto slanciato, cercavo di capire quanto potesse essere alto ,forse all' incirca un metro e ottanta e per un giapponese è davvero tanto, dalla maglietta intravedevo un po' di muscoli, ma neanche in eccesso.

Era in giacca e cravatta nera ben stirata e a i piedi portava dei mocassini di cuoio nero ben lucidato,persino i suoi lunghi capelli erano perfettamente in ordine, non c'era qualcosa in lui che non fosse fuori posto.

Naoki assunse un espressione scocciata quando lo vide, lui invece si avvicinò a lei per darle un bacio sulle labbra, ma lei si divincolò nauseata.

Lui rise sadicamente dicendo “ Sai che non ti conviene fare così...io sono a conoscenza di molte cose che potrei spifferare”

Naoki lo scrutò infastidita rimanendo in silenzio, poi aprì bocca “Di cosa saresti a conoscenza?” chiese cercando di sembrare disinvolta, nonostante la sua agitazione fosse evidente.

“Degli Yakuza che hai ucciso...se i miei superiori ne venissero a conoscenza sai che fine faresti?”

“Lo so” rispose infastidita, dopo un po' aggiunse “come se me ne importasse qualcosa”.

“Invece dovrebbe mia cara” disse avvicinandosi sempre più a lei.

Naoki indietreggiava, anch'io indietreggiavo per evitare che andasse a sbattere contro di me.

Il ragazzo si voltò per chiudere la porta di casa e poi continuò ad avvicinarsi, incrociando il mio sguardo preoccupato e inconsapevole.

“Dunque lui sarebbe il tuo fidanzatino?” chiese abbassando lo sguardo per incrociare quello di Naoki.

Lei si voltò dalla mia parte rivolgendomi uno sguardo truce “Che ci fai qui? Ti avevo detto di andare nella tua stanza!” mi gridò contro.

Lui ci scrutò attentamente, ma subito rise malignamente.

“Non hai buon gusto in fatto di uomini!”esclamò continuando a ridere.

“Non è il mio fidanzato!” esclamò infastidita.

“Già e ci mancherebbe...dato che io sono il tuo solo è unico fidanzato” disse ammaliante.

Naoki non lo degnò neppure di uno sguardo, ma prese a sbuffare rumorosamente.

“Dovresti essere più carina!” disse incominciando a perdere le staffe.

“Scusa mio amato” disse sforzandosi di fare la carina.

Il ragazzo sembrò soddisfatto dalla finta dolcezza di Naoki, così si avvicinò a lei dandole un bacio sulle labbra, non curandosi della mia presenza.

Si baciavano con foga, mentre io rimanevo immobile a fissarli, inutile dire che ero furioso, Naoki neppure cercava di scostarsi dalle sue labbra,poi mi vennero alla mente le parole del ragazzo: “Sono il tuo solo e unico fidanzato”.

Era lui il suo fidanzato, perciò era normale, che si baciassero ed io non potevo e non dovevo avere alcuna pretesa su Naoki,dopotutto non era mai stata la mia ragazza.

Naoki pose fine a quel bacio, dopo rimase ferma ad osservarlo severamente interrogandolo:” Che cosa vuoi?”

“ Me lo avevi promesso che non avresti più ucciso i yakuza e invece...”

“ Ho dovuto...” rispose Naoki restando sul vago.

“Ma il nostro patto parlava chiaro...dopo Yokito... non avrei più chiuso un occhio”

“Oh andiamo... sai che perdita... Fujikawa per quanto ne so io... non stava neppure simpatico agli altri Yakuza”

“Ma che brava ti sei informata bene...in effetti era un tipo insopportabile...uno di quelli che non sa controllare la sua voglia di uccidere...”

“Si però come Yakuza... ho dei doveri nei confronti suoi e dei suoi subordinati...”

Già tu mantieni sempre i tuoi doveri... perché se non lo fai temi che ti possano ammazzare...”

Il suo viso si corrucciò, inasprito dalle parole di Naoki che lo definivano un codardo, nonostante non lo avesse effettivamente detto, si poteva giungere chiaramente a questa conclusione.

“Tu come diamine osi!” gridò inferocito “tu mi stai dando del codardo!”

“Scherzavo!” affermò sorridendo forzatamente.

Il ragazzo si calmò credendo che Naoki stesse realmente scherzando, poi prese qualcosa da una tasca dei pantaloni: era una piccola scatolina di gioielli.

“Questo è per te...si intona con la tua bellezza!” esclamò con una subdola dolcezza.

Naoki arraffò la scatolina, fingendosi stupita ed emozionata dal gesto, ma riuscivo perfettamente a capire che stesse fingendo.

Aprì la scatolina delicatamente, dentro la quale c'era una pietra lucente di un viola scuro, Naoki sfiorò la pietra fingendosi contenta e soddisfatta dalla sorpresa.

Accennò un timido grazie, ma più che timido era un grazie molto forzato, ma ciò non sembrò sfuggire al ragazzo.

“Mi aspettavo più entusiasmo....” soggiunse “ quella pietra vale 30 carati...”

Naoki dopo aver udito quel 30 carati, lo ringraziò stringendolo a sé, ma il ragazzo rimase nonostante tutto poco soddisfatto.

“Questa pietra basta e avanza per salvare il tuo amichetto” disse beffardo.

“Non credevo che potessi essere tanto gentile!” questa volta la voce di Naoki mostrava sincera gratitudine.

“Infatti... non lo sono...mia cara tutto ha un prezzo....ma non solo ti do il gioiello, ma ti donò anche il mio silenzio per Fujikawa.!” disse ridendo maliziosamente.

Naoki si innervosì dicendo “Avrei dovuto immaginarmelo...”

“Su avanti non mi pare di chiedere molto...mi accontento davvero di poco...” disse sfiorandole il seno.

“Il mio amico potrebbe tornarsene a casa sua...così non correrà alcun rischio...” affermò pacatamente scostando la mano di lui.

“Vi ho seguiti...mentre pensavi di riportarlo a casa...”

“Ah” esclamò colta alla sprovvista.


Io ero in preda all' agitazione, perciò che stava accadendo:si stava barattando il corpo di Naoki per un gioiello, ma non era questo che si stava barattando, era la mia vita che si barattava in cambio del corpo di Naoki.

“E tu che ne pensi?” chiese il ragazzo divertito, notando la mia espressione confusa e preoccupata.

“Credo che sia sbagliato...” affermai severo..

Il ragazzo scoppiò a ridermi in faccia, però non si scompose rimaneva sempre con una postura perfettamente dritta.

Naoki mi osservò scocciata, ma non appena incrociò il mio sguardo, spostò il suo verso il ragazzo.

“Noichi andiamo...” disse tendendogli la mano.

Noichi a quanto pare questo era il suo nome, prese la mano di Naoki con la sua e se l' avvicinò alla bocca guardandomi divertito.

Leccò avidamente la sua mano, davanti ai miei occhi osservando la mia espressione infastidita,poi si trascinò Naoki con sé dicendo “Andiamo nella tua stanza...lontano da sguardi indiscreti...”

Lì seguì con lo sguardo, sapendo di non poter fare nulla.

Dopotutto Naoki non era la mia fidanzata, nonostante, provassi questo forte senso di possessione nei suoi confronti.

Ma ciò che temevo maggiormente, era l' ipotesi, che fosse andata in quella stanza, contro voglia per salvare il culo al proprio ostaggio.

“Che stupidaggine!” pensai, non era di certo solo questo a tubarmi, ma tutta la situazione, l' idea che la ragazza con la quale avevo fatto l' amore per la prima volta, adesso fosse nella stessa stanza in cui lo avevamo fatto, insieme ad un altro.

Istintivamente mi recai dentro quella stanza, sperando che con la mia sola presenza, avrei messo fine a quella fornicazione.

Vidi Noichi e Naoki buttati nel letto, lui sopra di lei ancora con i vestiti indosso che le toglieva i vestiti.

Lui la baciava con foga, mentre lei rimaneva immobile, con gli occhi aperti fissava un punto in precisato della stanza.

Gli occhi di Naoki si scontrarono con i miei, non sapevo che espressione avessi in quell' istante, ma di sicuro doveva essere un espressione severa e delusa.

Naoki chiuse gli occhi, mentre mi davo mentalmente dello stupido.

“Entrando dentro quella stanza cosa speravo di ottenere?” mi chiesi non trovando alcuna risposta.

La mia stanza era adiacente a quella di Naoki, perciò ogni rumore che provenisse da quella stanza era facilmente udibile dalla mia.

Dunque da lì, riuscivo a sentire gli scricchiolii del letto e le voci eccitate di quei due, così per evitare di sentire mi tappai le orecchie, ma quando raggiunsero il culmine del piacere, decisi di uscire da quella casa.

In realtà volevo scappare da lei, dimenticarmi per sempre della sua voce, del suo sorriso e delle frasi gentili che mai nessuno mi aveva detto, meno che lei.

Aveva detto che ero carino, aveva sollevato la mia autostima,ma pensandoci mi diedi dello stupido, si era di certo presa gioco di me.

Lei preferiva Noichi a me, dopotutto era alto e molto meno brutto di me, non potevo di certo competere.

Questi pensieri mi rattristavano, ma da una parte mi tranquillizzavano, dopotutto il pensiero più brutto, era che avesse fatto sesso con lui per salvarmi la vita,perciò preferivo pensare che Noichi le piacesse e che le stesse dando piacere.

Mi guardai intorno, era davvero una bella giornata, il sole splendeva alto nel cielo e molte coppiette passeggiavano allegramente persino in quelle viuzze desolate e pericolose.

Mi soffermai su una coppia in particolare, lei era una ragazza molto carina e con un bel sorriso, aveva dei capelli castani molto lunghi che le ricadevano lungo la schiena e gli occhi molto scuri.

Era della stessa altezza di Naoki,poi mi soffermai sul ragazzo che teneva per mano, lui era molto più alto, non era di bell' aspetto, però aveva anche lui un sorriso dolce e caloroso. Li vedevo interagire fra di loro, da perfetti fidanzatini, erano davvero una bella coppia. Per un istante, mi immaginai io e Naoki, di sicuro non avremmo mai potuto essere come quei due, pensai amaramente.

Vagavo per le strade senza una metà alla ricerca di non so cosa, percorsi persino la strada di casa mia senza neppure accorgermene.

Cercavo forse me stesso in quella strada.

Speravo forse che quella strada mi ricordasse chi ero per suggerirmi cosa dovessi fare d'ora in avanti.

Ma ripercorrendola, mi ricordai chi era colui che l' aveva percorsa a più non posso.

Era un ragazzo apatico privo di sentimenti, così spento e privo di iniziativa, che alla fine si lasciava sfuggire tutte le occasioni che la vita avesse da offrirgli perché era spaventato da qualunque tipo di rischio.

Anche adesso, cosa aveva fatto? cosa aveva dimostrato? Aveva dimostrato quanto fosse vigliacco, lasciando che la ragazza che le piacesse si concedesse ad un altro uomo per salvargli la vita.

Invece di reagire, di fermare quell' uomo, lasciava che le cose accadessero scappando via e colpevolizzando gli altri, pensando che sicuramente le piaceva, quando lei non aveva fatto altro che dare dei chiari messaggi di disgusto verso quel tipo.

Ritornai verso casa di Naoki, io e Noichi ci scontrammo, lui rise malignamente “E' stato davvero piacevole!” esclamò.

Io lo guardai con lo sguardo torvo, lui continuò a ridere sapendo che non gli avrei fatto niente, dopotutto ce l' avevo scritto in faccia che ero un vigliacco.

Bussai diverse volte, Naoki non si decideva ad aprirmi e la casa era fin troppo silenziosa, cominciai a preoccuparmi pensando che forse l' avesse uccisa.

“Naoki!” strillai ripetutamente, dopo un po' la porta si aprì.

Naoki tenne la sua solita espressione fredda di sempre, come se non avesse da darmi conto e ragione di quello che avesse fatto.

“Stai bene?” le chiesi perplesso.

“Certamente” disse sorridendo.

Le rivolsi uno sguardo rabbioso, cosa aveva da sorridere, mi aveva ferito e fatto venire i sensi di colpa e lo trovava divertente?

“Ti ho salvato il culo e questa è la tua riconoscenza?” chiese stupita.

“Non voglio salvato il culo in questo modo...”

“Ah, ora uno come te... crede di avere il diritto di lamentarsi...del modo...”

“E comunque mi andava di farmi una scopata...” affermò con noncuranza.

“Ah, allora non dire che l' hai fatto per me!” esclamai furibondo.

Naoki mi guardò divertita “Sembra quasi che tu sia geloso!” disse ridendo.

“Ah bene tu trovi tutto molto divertente...peccato che per me non sia lo stesso...”

Naoki sembrava che neppure mi ascoltasse, era troppo concentrata a guardare quella pietra dentro quella scatolina.

Cadde un fogliettino dalla scatolina, lo raccolsi e lo lessi ad alta voce:

Mia cara Naoki,

questa pietra in realtà è un falso, dopotutto non ho mai avuto alcun interesse a salvare la vita al tuo amichetto.

Tanti baci alla mia adorata.


Naoki gettò la pietra che si ruppe finendo sul pavimento, era molto arrabbiata, sembrò avercela persino con me.

“Eh tu razza di idiota! non te ne sei accorto che era un falso!” esclamò inveendomi contro.

Come poteva pretendere che io mi potessi accorgere di una cosa simile, non ero mai stato un grande intenditore di gioielli e pietre preziose, ma ciò nonostante la colpa era mia.

Non mi curai delle sue parole, pensavo a tutt'altro: A Naoki che si era concessa a Noichi per salvarmi la vita, la sua reazione sollevò questa certezza. Quindi non era come aveva detto “Volevo farmi una scopata” ma ciò invece di sollevarmi, mi sconfortava e mi faceva terribilmente rabbia. Mi faceva sentire terribilmente in colpa, per non averla fermata in tempo, mi ero limitato a disapprovare senza fare nulla di concreto. Ma ripensandoci, sembrava che fosse stata la mia disapprovazione ad aver spinto avventatamente Naoki ad andare a letto con Noichi, non sapevo come ciò fosse possibile,ma era stato così.

Subito dopo, pensai egoisticamente alla mia vita che era in pericolo senza una ragione in particolare, soltanto perché mi trovavo nel luogo sbagliato al momento sbagliato, ma dopotutto era stata una mia scelta e come tutte le scelte bisogna pagarne le conseguenze.

Strano a dirsi,ma nella mia vita ho sempre fatto poche scelte, preferivo che gli altri decidessero per me, ma se ero proprio costretto a prendere una decisione,allora valutavo tutti i pro e i contro trascrivendoli accuratamente su un foglio.

Quando decisi di rimanere un ostaggio, non avevo neppure considerato i pro e i contro, tutto mi era sfuggito di mano,per la prima volta avevo preso una decisione azzardata e adesso ne pagavo le conseguenze come era giusto che fosse.

Incominciai a fare un elenco di tutti i pro e i contro, erano innumerevoli i contro, incominciavano a formarsi delle cifre esorbitanti di contro da mandarmi in confusione il cervello.

“Venire arrestato...”

“Rischiare la vita”

“Mangiare da schifo”

“Prendere qualche malattia sconosciuta vivendo in quella topaia”

“Venir trattato da schifo da Naoki”

“Vedere Naoki che va a letto con altri uomini” ecc... ne trovai innumerevoli, non riuscivo più a fermarmi.

Naoki richiamò la mia attenzione “Ei guarda che qui si parla della tua vita... e invece sembra che importi più a me che a te!”

“Stavo pensando...” affermai giustificandomi.

“Hai trovato qualche soluzione?” chiese speranzosa.

“No, cioè....ci stavo riflettendo” affermai incerto, non potevo di sicuro dirle che non ci avessi affatto pensato.

“Allora si fa come dico io” affermò Naoki.

Le soluzioni che potesse aver elaborato mi preoccupavano non poco, Naoki si accorse del mio turbamento e così si mise a sbuffare ripetutamente

“Io non so ...neppure perché sto qui a scervellarmi... per salvarti il culo...” affermò freddamente.

La osservai, incominciavo a chiedermi pure io perché si sforzasse tanto, perché andare a letto con quel tipo e sforzarsi la mente per arrivare ad una soluzione? “Non poteva essere soltanto per sentirsi in pace con la sua coscienza” pensai.

“Banjo sveglia!” gridò destandomi dai miei pensieri.

“Dunque qual'è la tua soluzione?” chiesi fingendomi fiducioso.

“Ricordi quel bar dove ci siamo incontrati la prima volta? Possiamo andare a lavorare lì,poi potremmo fare altri lavoretti,poi sicuramente mi daranno qualche incarico...e Iketsu mi deve quei soldi...quindi bene o male potremmo forse giungere a quella somma!”

Inutile dire che rimasi particolarmente stupito dalla semplicità del suo piano, ma da una parte ne fui chiaramente sollevato, conoscendola pensavo volesse fare una rapina a mano armata o un attentato al presidente.

“Che cos'è quella faccia? Non ti va bene forse?” incominciò a innervosirsi.

“Si, va benissimo...” affermai temendo che potesse giungergli qualche idea malsana come la rapina o l' attentato al presidente.

Diede uno sguardo all' orologio, erano le 16:00 sicuramente il bar doveva essere aperto a quell' ora mi fece notare, così fece una chiamata e subito ci incamminammo.

Quella strada, mi ricordava quel giorno, in cui persi il mio lavoro, ero andato a quel bar e poi avevo incrociato Naoki per la seconda volta, dopo l' incontro nel mio ufficio, la rividi a quel bar, la ragazza che aveva mandato in fumo 3 anni di duro lavoro.

“Ci stai ripensando a quel giorno...in cui ci siamo incontrati.?” chiese pensierosa.

“Si” affermai confuso.

“Anch'io... pensavo... che forse era meglio che non ci fossimo mai incrociati...dopotutto il mio compito era solo quello di farti perdere il lavoro...” affermò malinconica.

“Si, ma...” affermai, senza sapere neanch'io dove volessi andare a parare.

Naoki aspettava che finissi quella frase, ma non sapevo cosa dire, volevo dirle che non era stato un male che ci fossimo incontrati,ma non era credibile, dopotutto lo era stato, anche se non volevo che lo fosse.

“Tu sei quello dalla frasi mai finite...” affermò irata.

“forse.... non è il momento adatto per dire se sia stato un bene o un male”

Naoki rise dicendo “Questa frase non me l' aspettavo”

Com'era bella quando rideva, non riuscivo davvero a resisterle, così ancora una volta tutti i problemi mi passarono di mente ammirandola.

Entrammo nel bar malfamato, c'erano molti tavolini dove vi erano seduti moltissimi ubriaconi, poi la mia attenzione si soffermo sulle cameriere avevano tutte quella divisa rosa che avevo visto a Naoki quel giorno.

Un uomo si avvicinò a noi, non appena ci vide entrare, ci volgeva delle occhiatacce e si rivolse sgarbato :” Kiyosky a quanto mi risulta non ti sei fatta viva da giorni, risulti licenziata mia cara!”

Osservai quell' uomo era grasso e rude, sembrava uno dei tanti ubriaconi del locale, mi giunse difficile credere che fosse il proprietario.

Naoki assunse un espressione dispiaciuta dicendo “ Ho avuto dei problemi di salute”

“Ah, ti sei rotta la testa?” chiese lui osservando la sua testa fasciata.

Naoki annui timidamente, era davvero una brava attrice.

“E com'è successo?” chiese l' uomo.

”Mi hanno investita” esclamò fingendosi ancora sotto shock.

“Oh, cara deve essere stato terribile!” affermò abbracciandola.

Naoki ricambiò l' abbracciò forzatamente, dato che quell' uomo puzzava di alcool e di sudore da far venire il voltastomaco.

“E lui chi è?” chiese l' uomo non appena sciolse l' abbraccio.

Buffo, tutti si accorgevano di me all' ultimo momento, come se prima avessi la facoltà dell' invisibilità e dopo tornassi ad essere visibile a tutti.

“Lui è un mio caro amico...si chiama Aisenawa Banjo...ha perso il lavoro e vorrebbe lavorare qui...”

“D' accordo...dopotutto siamo carenti di personale...anche se avrei preferito assumere un'altra ragazza”

“Deve servire ai tavoli perciò non vedo quale sia il problema...”

“Si ma.... un uomo preferisce... essere servito da una bella ragazza...a meno che non abbia certe inclinazioni”

“Allora dovresti licenziare Johan!” affermò Naoki.

“Ma Johan è infatti un caso eccezionale...” si giustificò.

Alla fine, il proprietario fu persuaso da Naoki ad assumermi, così per la prima volta nella mia vita feci il cameriere in uno squallido bar.

La paga non era ottima, neppure le mance dei clienti non erano un granchè, sopratutto le mie mance perché quelle delle ragazze erano davvero eccessive, ma le mie e quelle di Johan erano di pochi spiccioli.

Johan si avvicinò a me quando stavo per portare due birre ad un tavolo, ci guardammo, lui non sembrava di queste parti, doveva essere straniero.

Aveva i capelli corti di un biondo molto chiaro, gli occhi verde acqua ed aveva una carnagione così chiara bianco-latte, inoltre aveva un profilo perfetto, che finiva permettermi a disagio, poi era abbastanza alto.

“Ciao...io sono Johan...lavoro qui da circa 3 anni... tu sei nuovo...” esclamò parlando con un accento straniero, che non riuscivo a riconoscere.

“Si, sono nuovo...io sono...” dissi cercando di rammentare il cognome che mi avesse dato Naoki.

Il ragazzo rimaneva in attesa, ma io non ricordavo più quel cognome “Aisenaka” “Aisenoko” non avevo davvero idea di come finisse.

Ma lui fortunatamente non so come, ma lo sapeva “Aisenawa Banjo” esclamò.

“Come fai a saperlo?” chiesi facendo un sospiro di sollievo dentro di me.

“ Ho ascoltato la conversazione fra il proprietario e Naoki”

“Ma tu di dove sei?” gli chiesi.

“Ah ti sarai accorto del mio strano accento!” affermò timidamente.

“Sono russo” disse imbarazzato.

Certo che Johan non era affatto un nome russo, ma di questi tempi le madri mettono i nomi a caso perciò nulla di così strano.

Dopo un po' fummo interrotti dal lavoro che ci chiamava, ma in quei pochi minuti di libertà, Johan mi parlava della sua vita e dei motivi per il quale era venuto in Giappone.

Era sempre stato un grande appassionato del Giappone, degli anime e manga e di tutta la cultura giapponese, ma oltre a questo nel suo paese non viveva bene, la disoccupazione cresceva e lui non sapeva che altro fare se non trasferirsi.

Era davvero un tipo apposto, mi sorpresi di quanto Johan potesse essere un tipo comune, forse non ero più abituato alle persone normali, avevo frequentato troppo Naoki per ricordarmi come potesse svolgersi una conversazione comune.

“Sei amico di Naoki... che cosa ne pensi di lei?”

Mi chiedevo cosa Johan intendesse con che ne pensi di lei, si stava parlando di lei come persona o come ragazza, non sapevo davvero cosa rispondergli dato che non capivo la domanda.

“Non capisco la domanda!” affermai.

“Tu non pensi che sia un tipo strano?” chiese pensieroso, scrutando Naoki mentre serviva ai tavoli con la sua divisa rosa.

La guardai pure io, pensando che nessuno in quel bar doveva essere al corrente del suo altro lavoro.

“Si un po' strana... particolare nel suo genere” affermai confusamente.

“Mi incuriosisce” esclamò senza staccarle gli occhi di dosso.

“Ok, apposto un altro che se la vuole scopare” pensai infastidito.

Johan mi guardò e rise “Non guardarmi in quel modo...credo tu stia fraintendendo la mia curiosità con altro...”

“Ah, capisco...dunque non ti piace?” chiesi curioso.

“No, affatto...ci sono ragazze molto più belle...lei è nella media...”

“Ah, capisco” gli risposi offeso.

Non sapevo neanch'io perché me la prendessi tanto, dovevo essere contento che non le piacesse e invece quell' affermazione “è nella media” mi aveva dato molto fastidio, mi era sembrata una frase così superficiale.

“Non era mia intenzione offendere la tua amica” affermò dispiaciuto.

“No, tutto apposto...scusa ma adesso devo servire un tavolo...” affermai freddamente allontanandomi.

Io e Naoki ci scontrammo, un passo in più e finivamo tutti e due per terra con i vassoi, menomale che ciò non accadde.

“Come sta andando il lavoro?” chiese Naoki.

“Bene...” affermai incerto.

“Hai fatto amicizia con Johan...è un bravo ragazzo”

“Si, più o meno” affermai.

Lei andò a servire gli altri tavoli e anch'io feci lo stesso, ma quando mi avvicinai a quel tavolo, i clienti si lamentarono per il ritardo dovetti scusarmi diverse volte, ma con scarsi risultati.

Finalmente l' ora di chiusura era giunta, ero sfinito, anche Naoki e le altre cameriere lo erano, mentre Johan sembrava instancabile, niente poteva fermare il suo spirito lavoratore.

Il proprietario fu molto gentile e ci offrì una birra prima di andare via, nonostante non bevessi l' accettai senza fare storie, mi sembrava fin troppo scortese rifiutare.

Si era fatto molto tardi ed io e Naoki camminavamo per le strade buie tracannando birra, dopo un po' giunse il momento di tirare fuori le nostre mance.

Inutile dire che lei ne avesse guadagnate molto più di me, ne rimasi profondamente deluso, forse per la prima volta nella mia vita sentì il peso di essere uomo.

“Ah, non credere... che sia bello ricevere mance...perché susciti le fantasie di qualche ubriacone...”

“No, ma per soldi va bene tutto no!” esclamai provocandola.

“Se ti riferisci ad oggi...non vado fiera di quello che ho fatto....” affermò angosciata.

La sua voce angosciata, mi fece sentire in colpa, così mi avvicinai a lei per scusarmi ma lei si divincolò.

“Lasciami in pace...è tutta colpa tua!” mi strillò contro.

“Hai ragione... tu mi volevi salvare la vita...l' hai fatto per questo ed io...non ho fatto nulla per fermarti...”

Naoki riprese a bere la sua birra, poi prese dalla sua borsa altre bottiglie di birra, guardai quelle birre incredulo.

“Lo faccio sempre e persino lui lo sa che mi frego la birra, ma non dice mai nulla!”.

“Lui chi?” chiesi non capendo a chi si riferisse.

“Il proprietario” affermò con naturalezza.

“Riguardo ad oggi...Noichi è il tuo ragazzo?”

“Se lo fosse credi che userebbe questi mezzi subdoli per fare sesso con me?”

“Quindi non lo è?”chiesi ansioso.

“Certo che no...è lui che ha la presunzione di definirsi così!”

“Ah bene...” affermai soddisfatto.

“Comunque non pensiamoci più... beviamoci sopra!” propose Naoki sorridendo.

“Non mi piace la birra e poi qui per strada...” esclamai stizzito.

“Non c'è nessuno...solo io e te...” affermò con una tonalità sensuale.

“Non riuscirai a corrompermi con così poco” dissi riferendomi alla sua voce.

“Invece io credo di averti già corrotto!” affermò ridendo.

Aveva ragione, mi aveva già convinto ad ubriacarmi insieme a lei in quella strada desolata, nonostante fossi ancora arrabbiato con lei per quello che era successo durante il giorno con Noichi, eppure non riuscivo davvero a riservarle rancori, forse perché l' aveva fatto per me e se ne era dopotutto pentita, oppure perché non stavamo effettivamente insieme.

Aveva ragione Johan, Naoki era davvero strana, forse era questo che mi piaceva di lei, non era una ragazza comune, non per il semplice fatto che fosse un' assassina, era difficile trovare una definizione adatta a lei, aveva un carattere così complicato ed era così lunatica, passava da un umore ad un altro. Ma per quanto ne sapevo non le piaceva tenere il broncio per lungo tempo, infatti finiva per mostrare sempre quel suo solito sorriso che mi ipnotizzava, ma la cosa che più mi rendeva felice, era che non mostrava a tutti quel sorriso, sembrava che quel gioiello prezioso fosse riservato a me.

Ma mentre mi perdevo nelle mie congetture, un uomo si avvicinò a noi, era un barbone, era malridotto, tremai non appena lo vidi avendo paura che ci attaccasse per derubarci, ma Naoki non si scompose per nulla.

“Ei vuoi anche tu una birra!” disse avvicinandosi al barbone.

Il barbone prese la bottiglia che Naoki le diede e la ringraziò di cuore, si sedette vicino a noi scusandosi con me per avermi spaventato a morte.

“Ma non ero spaventato!” mentì spudoratamente.

“Oh lui è un vero fifone” disse Naoki ridendo.

“ Ma a quest'ora dovreste essere a casa...è pericoloso per dei ragazzi rimanere in questa zona malfamata!”

“No, non si preoccupi, so badare a me stessa e a questo qui meglio di chiunque altro!”.

“Non sono mica un bambino...sono più grande di te!” le feci notare scocciato.

Il barbone ci fece qualche domanda, ma Naoki rispose rimanendo sul vago, mentre il barbone ci parlò dei suoi viaggi e della sua condizione causata dalla perdita del lavoro.

Naoki come al solito tracanno troppe birre da perdere la lucidità, così dopo un po' salutammo il barbone e la dovetti riportare a casa in braccio.

Era ormai andata, diceva cose senza senso, disse persino di amarmi finendo per mettermi in imbarazzo, ma di certo non mi facevo illusioni, sapevo che era l' effetto dell' alcool a farle dire cose che non avrebbe mai detto e pensato.

Ci addormentammo insieme, dato che Naoki non voleva lasciarmi andare nella mia stanza, la sua voce diventava supplichevole e angosciante, così preferì rimanerle accanto.

Parlava nel sonno, urlava il nome di Saichi e altre volte urlava forte “ Papà! Mamma!”.

Non sapevo se fosse il caso di svegliarla o lasciarla dormire mentre si agitava nel letto, così l' abbracciai per tranquillizzarla. In quei momenti suscitava in me una certezza tenerezza, sembrava così piccola e indifesa, non era la stessa Naoki spavalda che conoscevo, soltanto dopo un po' mi accorsi anch'io di essere ubriaco.

Mi alzai barcollante per andare a vomitare nel water, stavo davvero molto male, dopotutto ero astemio, ma quando il proprietario mi aveva offerto la birra mi era sfuggito di mente e non mi ero neppure accorto di essere brillo, sembravo perfettamente padrone dei miei movimenti.

Naoki si svegliò doveva avermi sentito vomitare, mi vide nel bagno che stavo vomitando, la sbornia sembrò esserle passata, così mi fece un caffè per farmi stare un po' meglio.

“tu sei astemio...me ne ero dimenticata!” affermò un po' dispiaciuta.

“Già ma stranamente non ho perso la mia lucidità...”

   
 
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