Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
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Autore: Cida    29/11/2020    15 recensioni
[Fable!AU - Cappuccetto Rosso / Cappuccetto Rosso Sangue]
Ora dormi bimba mia, tieni stretta questa mano
nel cielo non c'è luna e il lupo è ben lontano.
Se, invece, è grossa e piena, la notte sua sarà
non essere sciocca, stai al riparo o lui ti mangerà.

[Jelsa]
Genere: Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Anna, Elsa, Kristoff
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: Tematiche delicate
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CAPITOLO 2

    



    La notizia che qualcosa fosse andato storto all’ultima battuta di caccia era arrivata al villaggio ben prima dell’effettivo rientro della squadra. Sulle tracce di un cinghiale dalle dimensioni imponenti, uno dei cani era finito in un piccolo dirupo e si era inesorabilmente ferito. Gli uomini avevano ben presto cominciato a litigare sul fatto di lasciarlo o meno al suo destino, spaccando il gruppo a metà: una parte aveva proseguito nelle ricerche e l’altra era rimasta nel tentativo di recuperare il povero animale. L’ironia del destino, tuttavia, aveva voluto che fosse stato proprio quest’ultimo manipolo di uomini a trovarsi faccia a faccia con la terribile preda, trasformatasi d’un tratto da cacciata a cacciatrice. Il primo ad essere caricato fu il signor Mattias: sceso a recuperare il cane e issatolo fra le braccia, fu sopraffatto alle spalle dalla bestia arrabbiata. A nulla era servito l’intervento di Jack che aveva allungato il proprio arco nel vano tentativo di facilitargli la risalita, l'uomo venne colpito sul fondo della schiena e scalzato via come una marionetta, l’impatto fu talmente potente che l’arco dell’altro si spezzò e la corda, rinculando, colpì al volto il suo proprietario. Nonostante il dolore, Jackson non perse tempo e, senza pensarci due volte, si lanciò con il pugnale sguainato sulla groppa dell’animale, prima che potesse caricare nuovamente. L’impatto della lama nella carne lo scosse fin dentro le ossa: il cinghiale emise un grido disumano, grugnì e si dimenò finché non riuscì a liberarsi dal fastidioso peso che aveva addosso. Con il coltello ancora piantato nel poderoso collo, era più che mai intenzionato a cercare vendetta sui suoi assalitori ma, fortunatamente, una pioggia di frecce di copertura, lo costrinse alla ritirata. Indebolito e ferito, concluse la sua corsa quando incrociò il cammino del resto della squadra. Alla luce di questi fatti, fu presto chiaro che ci sarebbe voluto più di un carro per riportare bottino e feriti. E così il primo gruppo era rientrato con la richiesta di aiuto che, in particolare, aveva raggiunto Kristoff mentre era nella bottega del falegname, ritrovatosi a parlare di cose inutili, nel tentativo – vano – di trovarci la giovane Anna. Il taglialegna era partito subito, allarmato, preoccupato per le sorti del suo amico e lasciato la proprietaria, di punto in bianco, da sola con il suo lavoro.
Elsa non avrebbe saputo dire da quanto l’altro fosse andato via, concentrata com’era sulla sua nuova commissione.
«Se continui a limare ancora un po’, quella sedia finirà per diventare uno sgabello» la voce della sorella, per poco, non la fece sobbalzare.
«Ti ho presa alla sprovvista?» trasecolò, per sorridere subito dopo «Allora qualcuno, qui, è davvero preoccupato»
«Non dire sciocchezze…» la riprese, tornando al suo lavoro.
«Sono tornati» le buttò lì per osservarla, poi, qualche minuto in silenzio. Sorrise di nuovo nel vedere il suo palese nervosismo «Dato che vuoi saperlo: è un po’ malconcio ma sta bene, quello che ne ha risentito di più è stato il signor Mattias che, poveretto, non potrà sedersi per un po’» la mise al corrente, non riuscendo a trattenere una risata «Ah, ovviamente anche il cinghiale non ne è uscito bene»
Elsa aggrottò le sopracciglia e si bloccò nuovamente «Non te l’ho chiesto»
Anna riprese a sghignazzare «Oh, sì che l’hai fatto» celiò «Mica sempre bisogna parlare per farsi capire»
Prima che l’altra potesse ribattere, la porta della bottega si aprì senza troppe cerimonie: solo una persona si permetteva di entrare a quel modo. Rapida, si affrettò ad indossare la finta gonna a nascondere i pantaloni che utilizzava per lavorare e si sistemò meglio sul viso la bandana che usava per proteggere il viso e la bocca dalle schegge di legno e dagli odori troppo intensi. Già era mal vista nel suo ostinarsi a fare un mestiere da uomo, se l’avessero scoperta, fra le altre cose, anche ad indossare i pantaloni, probabilmente, l’avrebbero bruciata seduta stante.
«Capo villaggio» lo salutò con riverenza la più giovane delle sorelle.
Friederik la degnò appena di un cenno del capo, rivolgendosi subito alla maggiore «Ho qui i nuovi ordini, come al solito i vostri lavori sono stati molto apprezzati»
Elsa non ne gioì, mantenne la sua solita aria fredda e distaccata: prese l’incartamento e scorse la lista rapidamente, annuendo alla fine «Bene»
«Alla nostra dimora c’è il carro con i materiali provenienti dagli altri villaggi, quando avrete deciso, venite da noi e parlate con mio figlio Hans: potrete prendere quel che vi serve o vi interessa»
«Vi ringrazio» questo non poté evitare di dirlo. Nel mentre lo guardava allontanarsi si liberò il viso e tirò un profondo respiro. Pensò che la presenza di nuovi materiali significava che gli ultimi commerci erano andati davvero bene ma, quelle rare volte che parlava con lui, aveva sempre quella vaga sensazione che il capo villaggio scegliesse con cura ogni parola che decideva di rivolgerle e che, per qualche ragione, spesso sottintendesse più di quello che voleva farle credere.

    Quando la porta di casa cigolò, aprendosi, una ragazzina dai lunghi capelli castani alzò di scatto la testa dal tavolino e la preoccupazione sparì dai suoi occhi, lasciando spazio ad un lampo di felicità «Jack!» scattò rapida verso il fratello che, un po’ meno baldanzoso del solito, stava rientrando proprio in quel momento.
Una mano sulla fronte, le impedì di travolgerlo con tutto il peso del suo amore.
«Ehi, calma, Valanga» la apostrofò lui «Ho avuto momenti migliori» le fece presente, scompigliandole la frangia.
Lei si liberò dalla sua presa con una risata «E’ vero che avete preso quel cinghiale enorme?» volle sapere, eccitata.
«Verissimo» le confermò, sedendosi con una leggera smorfia «Era talmente grosso che, per issarlo sul carro, hanno dovuto prenderlo in sei!» le raccontò con il suo solito entusiasmo, cercando di mimare con le braccia la mole enorme della preda.
La sorella sospirò ammirata «La prossima volta posso venire anche io con voi, Jack?»
«Solo se la mamma vorrà»
«E la mamma non vuole» l’arrivo della donna in questione mise subito un freno ad ogni loro possibile piano. Si avvicinò al figlio più grande e gli prese il mento con una mano, costringendolo a puntare lo sguardo nel suo, identico sia nel taglio che nel colore «Solo tu potevi rischiare di perdere un occhio per salvare un cane»
Jackson liberò il viso «Un cane e il signor Mattias» puntualizzò «Comunque sia il mio occhio è ancora qui» portò una mano sulla sua, come a rincuorarla, avrebbe potuto accadere di peggio ma non era successo, quella era la cosa importante.
«Perché non posso andare a caccia anche io?» tornò alla carica, invece, la ragazzina.
Ellen Overland alzò gli occhi al cielo «Perché il cacciatore non è un mestiere da donne, Emma» cercò di spiegarle.
«Elsa fa il falegname e nessuno le dice niente» ribatté piccata, gonfiando le guance.
«Elsa fa il falegname perché suo padre è morto troppo presto per combinarle un buon matrimonio ma, se avesse un po’ di sale in zucca, quella benedetta ragazza dovrebbe smettere di fare ciò che fa quanto prima e trovarsi una buona sistemazione»
Jack aggrottò le sopracciglia «Che intendete?»
La donna sospirò «Intendo che non necessariamente non dirle niente, significa che venga approvato ciò che fa. Perciò se chi l’aiuta in segreto, si facesse avanti e le chiedesse di sposarlo, forse, tutti questi pettegolezzi smetterebbero prima che si trasformino in qualcosa di più serio»
«Aiutarla in segreto? Avete mai visto il suo laboratorio? Ha dei macchinari pazzeschi, non ha bisogno di nessun aiuto per spostare le cos… Un momento» un lampo di comprensione saettò nei suoi occhi nocciola «Voi pensate che sia io ad aiutarla?»
«Non lo penso solo io, lo pensa tutto il villaggio. Eravate così amici da piccoli, prima della sua malattia, che nessuno crede ai vostri pubblici battibecchi. Tutti sono convinti che lo facciate a posta, per mantenere il vostro segreto»
«Noi non abbiamo nessun segreto: mi odia sul serio, chiederle di sposarmi?» rise sarcastico «Volete vedermi morto, per caso?»
«Però lei ti piace, non è vero?»
Jack non riuscì ad evitare di arrossire «Se anche fosse? Io non piaccio a lei…»
Non avrebbe saputo dire perché, ma la donna aveva il vago sospetto che la sua convinzione non fosse del tutto esatta «Fossi in te proverei ad essere un po’ meno spocchioso e cercherei di decidermi, prima che ci pensi qualcun altro: gira voce che il figlio del capo villaggio voglia proporsi»
Il cacciatore strabuzzò gli occhi «Chi, Hans?» Elsa ne avrebbe fatto un sol boccone di quel damerino.
Una leggera cantilena in sottofondo, lo ridestò dai suoi pensieri: era la voce di Emma che blaterava di matrimoni e di fiori. Avvertendo il proprio nome accostato a quello della ragazza, si decise a prestarvi più attenzione «Sposami, Elsa…» la sentì imitare una voce profonda mentre, saggiamente, si allontanava sempre più da lui «No, sei troppo brutto e puzzi» continuò imperterrita, salendo di tono.
Jack assottigliò gli occhi «Pulce!» tuonò «Adesso me la paghi!» e si lanciò al suo inseguimento.

    Elsa ripassò mentalmente se avesse effettivamente commissionato ogni cosa di cui aveva bisogno, era convinta di sì «E’ tutto» confermò al ragazzo di fronte a lei.
Hans annuì e finì di scrivere gli ultimi appunti sul foglio del suo ordine «Bene, come al solito provvederemo a farti recapitare il necessario direttamente alla bottega»
«Ti ringrazio» gli disse, un attimo prima di ricalarsi il cappuccio sul viso, pronta a congedarsi. L’altro comprese che, se voleva fare la sua mossa, doveva farla subito. La superò rapido e fece scattare un braccio in avanti intrappolandola, di fatto, fra lui stesso ed il muro «Aspetta, c’è una cosa che devo dirti»
La vide irrigidirsi e portare il suo sguardo, improvvisamente tagliente, nella direzione di quella mano che, a pochi centimetri dal suo viso, le stava bloccando il passo «E sarebbe?» volle sapere, riportando l’attenzione su di lui.
Il giovane prese un grosso respiro «Sposami, Elsa» buttò fuori, tutto d’un fiato «Saprò prendermi cura di te e di tua sorella»
Lei sgranò gli occhi, sorpresa. «Sposarti?» Aveva capito bene?
Quel piccolo fremito che le vide agli angoli della bocca, come se stesse trattenendo una risata, lo irritò «Sposarti, sì. Perché, ti diverte?» il suo tono si fece improvvisamente più duro «Pensi che non sia abbastanza per te? La mia famiglia è la più ricca del villaggio, tu e tua sorella non dovreste più preoccuparvi di nulla, potresti smettere di giocare a fare il falegname e trovare finalmente il tuo posto»
L’ilarità si spense immediatamente sul volto dell’altra «Il mio posto in casa e in cucina, intendi?»
«Il tuo posto come padrona» gonfiò il petto «Sono l’uomo giusto per te, lo sai»
«Lo so?» ripeté Elsa, inarcando un sopracciglio sarcastica «Mi pare evidente che non sai niente di me ma desideri sposarmi perché, ovviamente, io non posso sapere cosa sia meglio per me e per mia sorella ma, certamente, lo può sapere un uomo come te» smise di guardarlo e si voltò di nuovo, più che mai intenzionata a riprendere il suo cammino «Fammi passare» quasi gli ordinò.
Hans ritirò il braccio, la vide superarlo senza degnarlo di un ulteriore sguardo e sentì la collera montargli nel petto «E’ per il cacciatore, vero?»
La ragazza si bloccò, portando ancora una volta l’attenzione nella sua direzione «Che c’entra lui adesso?»
«Lo sanno tutti chi è ad aiutarti nel tuo lavoro, è impossibile che tu riesca a fare tutto quanto da sola. I vostri stupidi litigi non incantano nessuno» ghignò perfido «Mi domando come lo ripaghi dei servigi che ti offre»
Elsa strinse i denti «Trovo che il tuo sia un metodo di corteggiamento quanto mai curioso» lo provocò.
«Non è un corteggiamento, ti sto offrendo un contratto: contratto che sarà in grado di prevenire qualsiasi tipo di guaio in cui delle ragazze sole come voi potrebbero capitare»
«E’ una minaccia, per caso?»
«Che cosa succede qui?» la voce imponente del capo villaggio mise fine al loro diverbio.
Hans distolse lo sguardo e non disse una parola, al contrario Elsa non l’abbassò «Niente, me ne stavo andando» fece presente, sistemandosi la mantella e la sciarpa a coprire il viso dal freddo esterno «Vi ringrazio ancora per la vostra disponibilità»
Friederik la guardò andare via e attese, in silenzio. Solo quando sparì dalla loro vista, aprì bocca «Gradirei che mi mettessi al corrente quando decidi di fare certi tipi di proposte» rimproverò il figlio senza neanche guardarlo.
«Ma padre…» protestò quello «Sono un uomo, ormai»
«Un uomo che vive sotto il mio tetto» gli ringhiò contro il genitore, arpionandolo per il mantello con una rapidità tale da fargli sbattere le palpebre per la sorpresa «Quella ragazza non è roba per te: se non fossi accecato dalla sua bellezza, ti saresti già accorto che ormai è perduta, non sprecare altro tempo con lei»



Grazie per essere arrivati in fondo a questo nuovo capitolo.
Siamo proprio sicuri, sicuri che Elsa sia totalmente indifferente al nostro caro Jack(son)? 
Non ho resistito a mettere un piccolo cameo del Tenente Mattias di Frozen 2 che, poraccio, si è beccato una zannata di cinghiale dove il sole non batte.
Ho provato a cercare se fosse effettivamente possibile che la corda tesa di un arco potesse essere pericolosa se questo si spezza ma non ho trovato niente in merito (né a favore, né contro), nel caso passatemela ^^
Questa volta c'è anche un po' di famiglia di Jack e la sorella è proprio quella per cui si sacrifica prima di diventare Jack Frost, pare non abbia un nome canonico ma Emma è quello più quotato.
Non so se nei libri la madre è mai citata ma mi piace l'idea che le donne Overland abbiano tutte un nome che cominci per E (sì, anche quelle acquisite XD) per cui ho scelto Ellen.
Ebbene anche Friederik ha fatto la sua adorabile comparsa, chissà cosa combinerà questa volta il malefico duo.
Come al solito grazie per il vostro sostegno!
Alla prossima
Cida

  
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