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Autore: mask89    29/11/2020    17 recensioni
Sentì tutti i suoi arti essere bloccati con pesanti catene e, successivamente, essere trasportato di peso fuori dalla prigione. Con enorme fatica riuscì a ritornare lucido. Il rumoreggiare della folla giungeva chiaramente alle sue orecchie, alzò la testa e vide che effettivamente avevano ragione.
Genere: Drammatico, Generale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nemesi

 
Le robuste catene in mithril lo tenevano incatenato alla fredda parete. Provò a divincolarsi, ma ciò che ottenne furono solo dolorose escoriazioni lungo la nuda schiena, provocate dagli aguzzi spuntoni di roccia, graziosa decorazione dei muri di quella tetra cella. 
Gemette, non tanto per i dorsali ormai martoriati, quanto per la testa che gli stava per esplodere. La sera prima era nella casa del suo amico nano Grimsi ed entrambi avevano esagerato con quella maledetta birra. Erano anni che non vedeva lui e la sua famiglia e avevano ritenuto “opportuno” festeggiare in quel modo; peccato che il dopo sbronza non fosse stato piacevole. Un mal di testa atroce gli stava martellando la testa, ma non era quello l’aspetto peggiore.  Qualcuno, quella mattina, era entrato nell’abitazione ed aveva trovato un cadavere nella stanza, dove dormiva. Grimsi, per essere precisi. Nelle restanti camere avevano rinvenuto i feretri della famiglia del nano, brutalmente fatti a pezzi con un pugnale elfico, il suo. Aveva provato a discolparsi, ma nessuno aveva voluto sentire ragioni, era stato selvaggiamente gettato in quella cella. Avrebbe voluto viaggiare nel tempo, per capire cosa fosse successo quella notte, purtroppo non possedeva quel potere. Udì dei passi provenire dal corridoio. Vide dei nani entrare, provò a dire qualcosa, ma l’unica “persona” con cui riuscì a parlare fu il tirapugni, che si abbatté lesto sul suo volto. Il mondo cominciò a vorticare pericolosamente intorno a lui. Sentì tutti i suoi arti essere bloccati con pesanti catene e, successivamente, essere trasportato di peso fuori dalla prigione. Con enorme fatica riuscì a ritornare lucido. Il rumoreggiare della folla giungeva chiaramente alle sue orecchie, alzò la testa e vide che effettivamente avevano ragione. Tutta la gente del villaggio si era riversata in piazza per vederlo. Dopotutto, è una cosa che capita quando si è accusati dell’omicidio del capovillaggio. Il nano con l’ascia e il ceppo erano un chiaro segnale di cosa sarebbe successo di lì a poco. Con poca grazia, la sua testa fu fatta appoggiare sul blocco in legno.
«Qualcosa da dire, elfo?» Pronunciò tetro il boia.
«Non sono stato io.»
«Dicono tutti così.»
Non disse più nulla. Sapeva che parlare sarebbe stato inutile. Accettava il suo destino, per quanto ingiusto. Stava per chiudere gli occhi, quando scorse tra quella folla il volto di Tythir, l’elfo nero, il suo nemico giurato di una vita. Provo ad urlare, ma la scure fu più veloce. Nei suoi ultimi istanti, mentre la sua testa rotolava sulla terra battuta, poté chiaramente sentire le urla festanti della gente e vedere il sorriso di scherno della sua nemesi. 
La risata dell’elfo nero si confuse fra le grida dei nani. Il suo piano era stato un autentico successo; la miccia, che avrebbe scatenato la guerra fra nani ed elfi, era appena stata accesa.
 
   
 
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