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Autore: LadyHeather83    30/11/2020    3 recensioni
Marinette: divisa tra i sentimenti che prova per Adrien e quelli che stanno nascendo per Chat Noir.
ESTRATTO CAP. 1
“Non è che sei un bell’ esempio se Lady Bug ti continua a dire di no” Lo prese in giro divertita.
“Però ho avuto il coraggio di dichiararmi” La canzonò.
“Sei sicuro di averglielo chiesto veramente, cioè, non è che pensava che scherzassi? Se io avessi ricevuto svariati no da una persona che mi piace, avrei il morale a terra”
“L’importante è non darlo a vedere, prima o poi si accorgerà di me e quando verrà il giorno, staremo insieme per sempre” Disse fiero tornando accanto a lei con un solo balzo.
“E anche se riuscissi a farla innamorare di te? Cosa succederebbe? Hai pensato nel caso andasse male che ne sarebbe della vostra partnership? Se si hanno dei dissapori si rischia di non lavorare bene. Per non parlare delle vostre identità, a quel punto dovreste svelarle, non sarebbe brutto se ti accorgessi che non è la persona che credevi?”
Chat Noir sbuffò, Marinette aveva perfettamente ragione, tranne per l’ultima domanda.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Ensemble contre le monde'
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BEST FRIENDS

*

Capitolo 14 – Laser game

*

Ladybug atterrò con leggerezza sul terrazzino bagnato, la pioggia aveva iniziato a battere forte.

Si guardò attorno, sperando di non essere seguita da Chat Noir, fece poi un breve giro di perlustrazione, ed infine ritornò ad essere Marinette, venendo avvolta da una luce rossastra.

Aprì velocemente il lucernario e s’infilò dentro casa.

I capelli erano fradici e i vestiti erano leggermente bagnati.

S’infilò sotto la doccia calda e rimase un bel pezzo, con l’acqua che scorreva sopra la sua schiena, rimuginando a quello che era appena successo su quel terrazzo con Chat Noir.

Si sedette sul piatto candido e lucido della doccia, con le ginocchia avvicinate al petto, ed iniziò a piangere.

Quella sera, aveva realizzato che Chat Noir, non era innamorato di lei, ma bensì di Ladybug, aveva potuto sentire tutta la sua passione in quel bacio, in quei tocchi, in quei mesi, lei era stato solo un ripiego, una seconda scelta.

“Ma tu sei Ladybug” Le ricordò la kwami.

“Lo so, ma penso che se sei innamorata di una persona, non ne baci subito un’altra, e in quel modo…avresti dovuto sentire quel bacio, i suoi tocchi” Si passò le dita sulle labbra umide e le mani prima sulle spalle e poi sulle braccia.

Beh!..tu sei innamorata di Adrien”. Le fece notare “…e hai intrapreso questa storia con Chat Noir”.

Marinette sbuffò ed infilò la testa dentro le gambe “Non girare il dito nella piaga, e poi ti ho detto, sono innamorata anche di Chat Noir”.

“Ti sto facendo solo ragionare, e te lo ripeto Marinette, non credo si possano amare due persone distinte” Ed in realtà sperava che girandoci attorno, capisse che in realtà era innamorata di una persona sola, e non due come crede lei, della stessa da sempre.

“Secondo te dovrei confessare ad Adrien, cosa provo per lui?”. Lo chiese solo per cercare conferma.

Tikki sospirò, in tutti quei secoli, forse quella era stato il problema più grande d’affrontare, non aveva avuto modo di sperimentare le crisi ormonali degli adolescenti, le erano state affidati sempre portatori adulti, decisi, che sapevano cosa fare della loro vita privata, oppure non chiedevano quasi mai il suo parere.

Qui invece, è una continua insicurezza.

No che la cosa le creasse fastidio, ma le creava un certo imbarazzo, in quanto lei conosceva la vera identità del gatto nero.

Era combattuta tra dirle la verità e tacere.

Chissà cosa avrebbe fatto Plagg.

*

“E’ lei, Plagg!” Esclamò Adrien infilandosi le mani tra i capelli biondi umidi.

“Lei chi?” Chiese con non curanza addentando del Camembert.

MarinetteLadybug, è Marinette”.

“E lo hai capito da?”

“Da come mi ha baciato, da come mi ha toccato, è impossibile che lo facciano entrambe allo stesso modo, e poi il suo profumo…ne sono sicuro, è lei” Cinguettò contento “…come ho fatto a non accorgermene prima?” Si chiese battendo i pugni sopra la scrivania, facendo tremare lo schermo del computer.

“Forse perché hai gli occhi foderati di prosciutto?” Lo schernì.

“Quindi me lo confermi?” Chiese attendendo con ansia una risposta.

“Chiediglielo” Gli rispose con noncuranza.

“Adesso vado da lei, Plaggtr…”.

“Aspetta! Non essere precipitoso, secondo te, te lo dirà ora?”.

“La metterò davanti ad una scelta”.

“Non puoi, non ora…lasciala stare per il momento…”.

“Devo sapere, Plagg

“Ragiona con la testa e con il cuore, non con quello che ti ritrovi nei pantaloni”.

Adrien si fermò di colpo, non aveva mai visto il suo kwami così determinato ed arrabbiato.

Strinse i pugni distendendo le braccia lungo i fianchi.

“Che devo fare allora?” Chiese rassegnato abbassando la testa, permettendo a dei ciuffi di seta biondi, di cadergli sul volto, oscurandone gli occhi.

“Parlare con Marinette, dirle che provi per lei, e se veramente è LadyBug, come credi, te lo dirà lei”.

Parole sagge uscirono dalla bocca del suo amichetto, forse le prime, da quando lo aveva conosciuto, di solito era molto superficiale nelle sue scelte, e lo lasciava sempre decidere.

“Farò così, Plagg. Grazie”

“E se non dovesse essere LadyBug? Hai pensato anche a questa eventualità?”

Adrien sorrise sghembo “E’ lei, non posso essermi sbagliato”.

*

Sia Adrien che Marinette, quella domenica mattina, fissarono il cellulare per diversi minuti.

Continuavano a pigiare il pulsante di sblocco, ma ad entrambi, mancava il coraggio di digitare il nome dell’altro e mandare un semplice messaggio.

“Allora? Glielo hai mandato o no?” Chiese Plagg impaziente.

Adrien sbuffò, seduto con le gambe incrociate sul letto, indossando ancora il pigiama, e con i capelli arruffati. “Non so cosa scriverle”.

“Intanto ‘ciao’ o ‘buongiorno’”.

“La devo vedere di persona”.

“Quindi dalle un appuntamento”.

“Non ho mai avuto un appuntamento con una ragazza”.

“E quella volta con Kagami? Al pattinaggio, te lo ricordi?”. Gli chiese il kwami.

“Si, ed è stato un vero disastro”. Sospirò, rendendosi conto quel pomeriggio che forse teneva più a Marinette, che a Kagami.

Nella chat di gruppo, iniziarono ad arrivare una serie di messaggi, per accordarsi su cosa fare nel pomeriggio, Adrien pensò che sarebbe stata un’ottima occasione per passare del tempo con Marinette, senza destare sospetti.

Attese che rispondesse lei per prima.

C’era chi proponeva un pomeriggio al cinema, ma non c’erano film interessanti da vedere.

Chi per una passeggiata nel parco, ma le temperature erano ancora rigide, e si sa, le ragazze sono tipe freddolose.

Max, propose il nuovo laser game, aperto da poco.

Tutti furono entusiasti dell’idea.

“Bella idea, Max! Ci sono anch’io” Rispose la corvina aggiungendo la faccina di sfida, seguita da Adrien.

“Io faccio squadra con Marinette” Scrisse Alya, conosceva le doti dell’amica, con lei in team, non avrebbe potuto perdere.

“Mi spiace contraddirti Alya, ma le coppie verranno scelte a random” Aggiunse Max.

“Puoi sempre chiedere a Markoff, di imbrogliare il programma” Digitò Alya inserendo la faccina che ride.

Markoff non fa queste cose”.

*

Come deciso, il gruppo di amici, si ritrovarono davanti il locale, si salutarono tutti amichevolmente, e ad Alya, non sfuggì un certo imbarazzo tra Marinette ed Adrien.

“Che succede amica?” Le chiese sussurrando, rimanendo indietro apposta.

“Che succede cosa?” Fece di rimando.

“Tra te e Adrien” Sottolineò facendole segno con il capo verso il biondino che parlava con Nino.

“Niente, perché?”

“Non mi è sfuggita una certa tensione tra voi due, cioè, da te me lo sarei aspettata, certo. Ma da lui…”

“Avrai frainteso, forza andiamo, ci stanno chiamando”.

Si presentarono tutti davanti il bancone, dove un ragazzo, che avrà avuto più o meno vent’anni, alto, magro capelli ricci rossi, acne accentuato, vestito come un arbitro da baseball, raccoglieva i loro nomi e consegnava a loro l’attrezzatura: un casco, un giubbotto senza maniche e un’arma.

Fece anche una breve spiegazione su cosa dovevano fare essenzialmente, sarebbero stati divisi a coppie, e quella che faceva più punti, vinceva.

Schiacciò il pulsante di invio e i nomi delle coppie scelte dal computer, apparvero sullo schermo al plasma al lato della porta d’entrata.

Alya e Nino.

Rose e Juleka.

Alix e Kim.

Adrien e Marinette.

Max e Ivan.

“Ok ragazzi, recuperate il vostro compagno ed entrate, che vinca il migliore”. Il brufoloso ragazzo, aprì la porta e li accompagnò all’interno del labirinto oscuro.

“Hai mai giocato?” Chiese Adrien, avvicinandosi alla sua compagna di squadra.

“Una volta, però gioco spesso a videogiochi di questo tipo”.

“Wow, non pensavo ti piacesse questo genere di cose”.

“Forse non mi conosci bene”.

Erano stati colpiti entrambi da Alya.

“Colpa tua che mi hai distratto” Rimproverò Adrien, andandosi a nascondere dietro un muretto.

“Facevo solo conversazione” Rispose scusandosi.

“Giochiamo, parliamo poi” Disse facendo sbucare leggermente la testa.

“Si Marinette, dobbiamo parlare” La guardò negli occhi, mentre venivano illuminati dalla luce ad intermittenza.

“S-si, va bene”.

La musica tecno che risuonava in quello spazio, era assordante, così per pianificare una strategia, i due ragazzi, dovettero avvicinarsi di più e parlarsi all’orecchio.

Ora sarebbero stati una squadra a tutti gli effetti, con lo scopo di vincere quella battaglia, anche se solo per gioco.

“Hai qualcosa in mente?” Le chiese Adrien.

Marinette annuì, del resto, la mente del duo LadyBug e Chat Noir, era spesso e volentieri lei “Dobbiamo creare un diversivo per farli uscire allo scoperto, potresti fare tu da esca, e una volta fuori, io li colpisco, ho una buona mira”.

“Anch’io ho una vista da gatto” Primo campanello suonato: vista da gatto.

Marinette rimase qualche secondo impietrita “Allora faccio io da esca, non è un problema”.

“No, tu la mente ed io il braccio” Secondo campanello, altra citazione alla Chat Noir.

“Ok, allora vai di là” Le indicò con il mento “…avanzeremo così”.

“E questo tuo lato avventuriero da dove esce?” Le chiese curioso, sapeva che era lei, ma doveva averne la certezza, sperava di rivolgerle delle domande, in modo che potesse tradirsi, ma Marinette non è stupida.

“Si vede che non mi conosci bene, l’ho sempre avuto” Rispose con determinazione e senza incespicarsi come era solita a fare.

“Mi piace” Ammiccò “…abbiamo una battaglia da vincere”.

Adrien con un balzo degno di un gatto, si nascose dietro un muro coperto da murales, del labirinto.

Si udì un suono simile ad uno squarcio, seguito da un “liberate il cracken”.

Bene, si era aggiunta una difficoltà in più, un imprevisto non calcolato, da lì a poco, si sarebbe materializzato un mostro da abbattere, che avrebbe fatto guadagnare dei punti extra ai giocatori.

Adrien guardò Marinette, come per chiedere cosa dovevano fare ora, lei fece segno di continuare a colpire gli avversari e del mostro, se ne sarebbero occupati una volta uscito dalla tana.

La prima ad essere colpita da Marinette, fu Alya, che stava venendo inseguita dal cracken, un animale molto simile ad una piovra, e bisognava stare attenti ai tentacoli, se venivi toccato, dovevi uscire dal gioco.

“Game over, Alya” Sogghignò, e di tutta risposta ricevette un grugnito di dissenso.

Eliminarono anche Nino, Kim, e Alix con la stessa tecnica, mentre Rose e Juleka, vennero toccate dai tentacoli della creatura.

Ora dovevano liberarsi di lui, al briefing, avevano spiegato, che la piovra, sarebbe stata sconfitta, se gli fosse stata tolta la spilla che portava appuntata sul costume.

Niente di più facile, entrambi erano abituati a strappare e a rompere oggetti addosso agli akumizzati, per liberarli dalla presenza di Papillon.

Quella era una situazione analoga, con l’unica differenza che loro non avevano il costume da super eroe, e il loro acerrimo nemico non era lì.

“Prendi la spilla, io lo indebolisco colpendolo con il mitra”.

“Perché fai fare il lavoro difficile a me?”.

“Vuoi forse che una dolce fanciulla venga attaccata da un mostro?” Chiese imitando una ragazza indifesa.

“Non sia mai, milady”. Terzo campanello suonato: milady.

Adrien partì a caccia della spilla, ma Marinette ancora impietrita, venne colpita da un tentacolo, prima che il biondo riuscisse ad arrivare all’obiettivo, decretando così la fine della partita.

La musica assordante, smise di echeggiare, e le luci si accesero.

“Ehi, stai bene?” Adrien si avvicinò all’amica, non si era nemmeno reso conto di essersi fatto sfuggire, quel nomignolo.

“Credo di si, scusami, forse è stata la musica troppo forte” Si tenne la testa.

“Dai, andiamo fuori, è stata una bella partita”. Le mise un braccio attorno alle spalle ed insieme varcarono la porta d’ingresso.

“Che partita magnifica!” Esclamò Alya “Peccato non abbiate sconfitto il mostro”.

“Colpa mia, Alya. Mi si sono bloccate le gambe”.

“Non ti preoccupare, la rifaremo molto presto, vero?” La ragazza occhialuta guardò anche gli altri giocatori.

“Chi ha vinto?” Chiese Marinette.

“Stanno ancora vagliando i punti, lo sapremo tra qualche minuto”. Spiegò Nino, che invitò gli amici a sedersi sul divanetto di pelle per una foto ricordo, di quel pomeriggio.

Alix puntò lo sguardo in alto, sul monitor “Guardate ragazzi, stanno per dare i risultati”.

Adrien e Marinette, avevano gli occhi puntati sullo schermo al plasma, mentre il countdown per l’aggiornamento dei punti, girava.

Dopo qualche secondo, la classifica fu aggiornata, decretando come vincitori la squadra di Marinette ed Adrien.

Saltellarono felici entrambi.

“Ben fatto!” Esclamarono all’unisono tendendo il pugno, con naturalezza, come se lo avessero sempre fatto.

Si guardarono negli occhi, con l’espressione meravigliata, di chi era riuscito finalmente a mettere insieme tutte le tessere del puzzle.

Infine avevano capito.

Adrien si portò una mano sui capelli e distolse lo sguardo da lei “Ora devo andare, scusate ragazzi, bella partita”. Disse con tono sconvolto.

Marinette non disse nulla, si limitò ad osservarlo mentre usciva dal locale attonita.

*

continua

  
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