Serie TV > Numb3rs
Segui la storia  |       
Autore: Jenny80_big    30/11/2020    0 recensioni
Charlie e Don vogliono recuperare un vero rapporto fraterno tra loro. Per farlo ripercorreranno il loro passato, imparando dagli errori fatti, per essere, finalmente, una famiglia.
Genere: Angst, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Charlie Eppes, Don Eppes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 12

Don era sbalordito. Faticava ancora a capire cos'era successo. Si aspettava di dover affrontare una discussione estenuante, di dover trovare mille giustificazioni per far ragionare il fratello, di passare ore per convincerlo ad accettare cos'era meglio per lui. E invece era stato subito d'accordo, non  necessariamente felice degli sviluppi, ma non aveva sollevato nemmeno una piccola questione o una debole protesta. Aveva accettato tutto quello che era stato deciso, senza nemmeno suggerire un'analisi matematica per verificare che non ci fossero soluzioni migliori al problema.

Scambiò uno sguardo sbalordito con suo padre e notò che anche Alan era totalmente sconvolto. Di tutte le reazioni che potevano aspettarsi, quello che era successo li aveva completamente spiazzati. Don ruppe il silenzio:

"Cos'è appena successo? Siamo sicuri che fosse realmente Charlie?"

Alan si sedette sulla sedia lasciata libera dal figlio minore

"Dovrei essere felice che Charlie abbia dimostrato finalmente un po' di assennatezza, ma non posso negare di essere completamente sbalordito! Non è da lui una resa così totale."

Don si chiese se il comportamento del fratello potesse essere riconducibile a quello che era successo tra loro ultimamente e, prima di rendersene conto, stava raccontando a suo padre dell'ultimo caso e il suo comportamento. 

Aveva bisogno dell'opinione di qualcuno che conoscesse bene suo fratello per aiutarlo a capire. Non gli sfuggì lo sguardo deluso di suo padre quando gli raccontò come aveva trattato il fratello minore, ma riuscì comunque a finire il discorso, dire ad Alan le conclusioni a cui era giunto sui sentimenti verso Charlie e la sua intenzione di cambiare le cose per migliorare il loro rapporto, o meglio, iniziare ad averne uno.

Suo padre rimase in silenzio alcuni minuti, chiaramente riordinando le idee, poi guardò il figlio maggiore

"Don, sono felice di sentire che finalmente stai iniziando a vedere Charlie al di là della sua matematica. Mentirei se ti dicessi che il comportamento verso tuo fratello non mi abbia deluso, ma devo ammettere che, purtroppo, deriva dagli errori commessi da me e tua madre.

Quando il genio di tuo fratello è emerso, eravamo più che spiazzati. Ci rendevamo conto dell'enorme dono che aveva ma, nello stesso tempo, non sapevamo assolutamente come gestirlo. 

Abbiamo provveduto ad alimentare il suo bisogno di apprendere e, con enormi sacrifici da parte di tutta la famiglia, gli abbiamo fornito tutor e insegnanti. Con il tempo ci siamo però resi conto che questo lo stava allontanando da tutti, soprattutto da te.

Quando non era con gli insegnanti, era da solo. Abbiamo allora pensato di inserirlo con altri ragazzi, ma la sua mente non gli ha permesso di stare con i suoi coetanei, così abbiamo optato per il tuo liceo, almeno non sarebbe stato da solo e avrebbe avuto un punto di riferimento per poter stare con gli altri. Però il suo isolamento diventava via via maggiore.

Avremmo dovuto capire il suo disagio: Charlie  non ha mai avuto qualcuno con cui condividere esperienze o potersi confidare. Dagli insegnanti era visto solo per i suoi risultati accademici, dai suoi coetanei era  visto come "quello strano" e i suoi compagni lo trattavano come  un mostro. Lui non si è mai lamentato, penso avesse paura di deluderci.

Anch'io ho sempre avuto difficoltà a capirlo, ero intimidito dalla sua intelligenza. Solo tua madre riusciva a rapportarsi veramente con lui, ma nemmeno con lei si è totalmente confidato.

Ci rendevamo conto del suo disagio ma non sapevamo come porvi rimedio. Vedevamo la distanza che stava crescendo tra di voi ma, quando tua madre gli chiedeva se c'erano problemi, lui ha sempre negato dicendo che eri il migliore fratello che potesse avere.

Ti avevamo già privato di tanto per seguire il genio di Charlie e non volevamo caricarti di ulteriori preoccupazioni.

Pensavamo che quando avesse iniziato l'università le cose per Charlie sarebbero andate meglio, invece la distanza e la divisione della famiglia hanno portato nuovi problemi, anche se la scelta di tua madre, di seguire tuo fratello, è stata corretta, forse la più giusta tra tutte le decisioni prese. 

A Princeton Charlie ha trovato molti stimoli intellettuali, ma a livello personale era, se possibile, ancora più solo. C'era una competizione folle e lo scopo di molti fu quello di smontare la "fama" che precedeva tuo fratello.

Per  fortuna ha trovato Larry, che è riuscito a vedere oltre il suo genio. Lo ha finalmente visto per quello che era come persona: un ragazzino spaventato, lanciato in un mondo di adulti, vivendo un sacco di emozioni contrastanti senza nessuno con cui condividerle. È stato il suo primo e unico amico per molto tempo. Quando è andato a Londra io e tua madre eravamo spaventati, ma ci ha sorpresi. Quando ci disse di Susan eravamo felicissimi, finalmente era riuscito ad aprire il suo cuore. Le cose però non hanno funzionato, Charlie non ci ha mai raccontato cosa è successo. Tornato a casa, si è chiuso in garage con la sua matematica e poi, dopo alcune settimane, è tornato il solito Charlie.

Con la morte di tua madre  ha perso l'unica persona da cui si sentiva capito e che riusciva a confortarlo. Quando ha incontrato Amita l'ho visto affrontare tutte le sue incertezze e le sue paure e stava iniziando a  superarle, ma lei se n'è andata.

Ho cercato di parlare con lui, di convincerlo a vedere qualcuno che potesse aiutarlo, magari un terapeuta, ma conosci tuo fratello, ha scartato l'idea ancora prima che terminassi la frase.

Una volta ti ho detto che stava cercando ancora la tua approvazione, ma non a livello intellettuale, lui cerca la tua approvazione come persona, in quanto Charlie, non il genio o il brillante matematico.

Sicuramente quello che è successo stasera è collegato ai recenti avvenimenti tra di voi, anche se non riesco a capire in che modo: la mente di tuo fratello, e come ragiona, rimangono un mistero per me!"

Don era rimasto in silenzio, ascoltando attentamente la vita di suo fratello raccontata da un altro punto di vista. Non aveva mai notato la solitudine di Charlie, credeva da sempre che fosse una sua scelta preferire la matematica alle persone.

Ora si rese conto che, effettivamente, non aveva nessuno e lui, anziché aiutarlo, aveva fatto come tutti gli altri: aveva preso le distanze, arrabbiato per le sue privazioni, non vedendo quelle che doveva subire Charlie.

Era convinto di essere sempre stato un buon fratello maggiore, per averlo protetto dai bulli, ma ora, constatò, che lo aveva deluso nel modo peggiore e non era riuscito ad essere lì per lui quando e come contava di più; a peggiorare il tutto, in un certo senso, c'era la devozione incrollabile che suo fratello aveva ancora verso di lui, nonostante tutto.

Suo padre vide il dolore nell'espressione di Don

"Figliolo, non ti ho detto tutto questo per farti soffrire, ho pensato semplicemente che fosse giusto rimediare agli errori fatti da me e tua madre. 

Anche tu eri un ragazzo Don, Non è stata colpa tua. Eravamo noi i genitori e dovevamo essere in grado di proteggervi e guidarvi, ma abbiamo fallito. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio, ma non è stato sufficiente."

"No papà, non è colpa vostra. Di sicuro voi avete agito per il nostro bene."

"Infatti, ma questo discorso vale anche per te. Non devi lasciarti prendere dal senso di colpa, che non è utile a nessuno. Usa questa consapevolezza per capire meglio tuo fratello e creare un nuovo rapporto con lui. "

Don rifletté sulle parole di suo padre, consapevole della totale verità che esprimevano. Questa nuova visione della vita di suo fratello gli stava sì creando un forte senso di colpa, ma ben presto fu superato dalla determinazione di essere finalmente il fratello che Charlie meritava. Finita questa storia della sorveglianza era determinato a parlare col matematico. Vista l'ora tarda, suo padre gli disse di fermarsi nella sua vecchia stanza per la notte. Accettò volentieri e quando si distese nel letto, sicuro che avrebbe faticato ad addormentarsi a causa di tutti i pensieri che gli ronzavano in testa, si addormentò immediatamente, stanco della giornata estenuante.

 
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Numb3rs / Vai alla pagina dell'autore: Jenny80_big