Personaggi Harry Potter, Ginny Weasley
Coppie: Harry/Ginny
Genere: Introspettivo, sentimentale
Raiting: Verde
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Coppie: Harry/Ginny
Genere: Introspettivo, sentimentale
Raiting: Verde
Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Harry si trovava ancora lì, la Sala Grande gremita di gente col fiato sospeso che guardava lui e Tom Riddle fronteggiarsi. Harry e Tom si giravano intorno discutendo, nonostante le parole provenissero da Harry, sembravano lontane, ovattate. Poi, entrambi i duellanti tesero le loro bacchette, uno contro l’altro, partirono due lampi di luce: uno rosso e l’altro verde. La luce verde a mano a mano si avvicinava ad Harry, sconfiggendo la potenza del suo incantesimo di disarmo. Harry si stava quasi per arrendere quando un rumore lo ridestò.
Il rombo potente del temporale lo fece svegliare di soprassalto nella notte. Si portò una mano al petto per sentire se il suo cuore batteva ancora, aveva il respiro affannato ed era sudato. Controllò l’ambiente circostante: con immenso piacere si accorse che non era cambiato niente da quando era andato a dormire. La sua stanza era ancora quella di Sirius al numero 12 di Grimmauld Place, c’erano ancora i poster attaccati al muro da un incantesimo di Adesione Permanente, i vari stemmi Grifondoro e le foto dei Malandrini. Era tutto esattamente come l’aveva lasciato. Sospirò sollevato: era solo un incubo. Sempre il solito incubo che tornava a trovarlo da quando era finita la Battaglia. C’era solo lui a combattere, gli altri non intervenivano. Perché nessuno interveniva mentre Voldemort stava per ucciderlo? Perché lo guardavano come se fossero l’ultimo film uscito al cinema? Perché anche nei suoi sogni doveva cavarsela da solo?
Fece per alzarsi a bere un bicchiere d’acqua ma delle braccia lo fermarono. Harry si voltò verso Ginny, che era rimasta a dormire da lui dopo un allenamento particolarmente intenso. «Sempre lo stesso incubo?» gli chiese con la voce assonnata.
Harry annuì nel buio. «Vieni qui» disse semplicemente. E senza farselo ripetere, Harry si abbracciò alla fidanzata come fosse l’unico appiglio per sfuggire a quei maledetti incubi.
Fu in quell’abbraccio e in quella notte che Harry ebbe la conferma che non sarebbe stato mai più solo, manco negli incubi, finché ci sarebbero state le braccia di Ginny a stringerlo.
Il rombo potente del temporale lo fece svegliare di soprassalto nella notte. Si portò una mano al petto per sentire se il suo cuore batteva ancora, aveva il respiro affannato ed era sudato. Controllò l’ambiente circostante: con immenso piacere si accorse che non era cambiato niente da quando era andato a dormire. La sua stanza era ancora quella di Sirius al numero 12 di Grimmauld Place, c’erano ancora i poster attaccati al muro da un incantesimo di Adesione Permanente, i vari stemmi Grifondoro e le foto dei Malandrini. Era tutto esattamente come l’aveva lasciato. Sospirò sollevato: era solo un incubo. Sempre il solito incubo che tornava a trovarlo da quando era finita la Battaglia. C’era solo lui a combattere, gli altri non intervenivano. Perché nessuno interveniva mentre Voldemort stava per ucciderlo? Perché lo guardavano come se fossero l’ultimo film uscito al cinema? Perché anche nei suoi sogni doveva cavarsela da solo?
Fece per alzarsi a bere un bicchiere d’acqua ma delle braccia lo fermarono. Harry si voltò verso Ginny, che era rimasta a dormire da lui dopo un allenamento particolarmente intenso. «Sempre lo stesso incubo?» gli chiese con la voce assonnata.
Harry annuì nel buio. «Vieni qui» disse semplicemente. E senza farselo ripetere, Harry si abbracciò alla fidanzata come fosse l’unico appiglio per sfuggire a quei maledetti incubi.
Fu in quell’abbraccio e in quella notte che Harry ebbe la conferma che non sarebbe stato mai più solo, manco negli incubi, finché ci sarebbero state le braccia di Ginny a stringerlo.