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Autore: ShannaInLuv    30/11/2020    4 recensioni
!AU | BakuSquad! | {Kacchako} {KiriMina} {KamiJirou} e accenni {IzuOcha}
Ochaco Uraraka si è appena lasciata con il suo storico ragazzo Izuku Midoriya ed è in cerca di un nuovo appartamento. E' grazie a Mina che ne trova uno, non sapendo che in quella casa ci abita anche il suo ex compagno di liceo Katsuki Bakugou - nonchè rivale del suo ex - che non è proprio entusiasta di averla in casa...
( Dal Prologo)
«Perchè la ragazza di Deku è seduta sul mio fottutissimo divano?»
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Kirishima Eijirou, Mina Ashido, Ochako Uraraka
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Roommates.

 
VI. Extra 1 - Kaminari non sa stare alla larga dai guai.

§§§

 
"Qui il dottor Kaminari, per favore ho un grande malditesta. Non chiamatemi fino a lunedì."

 

***
 
 

«Kaminari-senpai?»

Denki Kaminari finì di annotare distrattamente delle note su una cartella clinica, per poi alzare lo sguardo verso la voce sottile e timida che lo aveva chiamato. Incrociò gli occhi di Itsuka Kendo, una sua tirocinante laureata quell'anno. Nonostante Kaminari avesse una grande passione per le donne... beh, trovava in Kendo-chan più un lato fraterno che altro. Ed era comunque più piccola di lui. E anche molto fastidiosa, quando voleva esserlo.

«Kendo-chan, non sei in anticipo?» sorrise Denki, poggiando la cartella clinica sulla scrivania della reception ( senza mancare di ammiccare alla segretaria con un occhiolino che lui reputava irresistibile – e Kirishima, invece, inquietante) e proseguì il suo giro... però prima avrebbe fatto una pausa caffè. Assolutamente. Quel mal di testa lo stava uccidendo.

«In realtà, » incalzò Kendo, camminando svelta accanto a lui. «E' lei ad essere in ritardo. Doveva iniziare il giro dei pazienti mezz'ora fa.»

Kaminari guardò l'orologio. Era vero: era in ritardo... pazienza, però. «Giusto. » sbadigliò e continuò a camminare imperterrito verso la macchinetta del caffè, lungo il corridoio semi deserto.

Il suo cervello adesso riusciva a pensare soltanto a una cosa: Caffeina, caffeina,caffeina...

«Kaminari-senpai perchè ha voltato a destra? Doveva visitare le stanze nell'ala est. » non mancò di fargli notare la sua kohai* quando anzichè svoltare a sinistra, intraprese l'altra strada.

« Grazie tante Kendo-chan. Lo so. Ma ho bisogno del caffè. Ho avuto una serata difficile ieri, sai? Tu non hai mai una serata difficile? E io ho bisogno del caffè, l'ho già detto? Tu ne vuoi un po', Kendo-chan?»

Aveva parlato senza sosta – anche se mantenne il suo solito tono di voce rilassato – e senza lasciare il tempo alla ragazza di protestare – la quale continuava a seguirlo come un'ombra mentre si dirigeva verso il distributore automatico - e quando terminò, potè sentire la sua frustrazione aleggiare intorno a loro.

Si arrestò davanti al distributore, incerto su che tipo di espressione potrebbe vedere sul viso della sua tirocinante e quello che vide lo sorprese .. sembrava quasi comprensiva.

Normalmente Denki Kaminari aveva un atteggiamento bizzarro, entusiasta e molto felice.. non aveva mai dimostrato segni di fastidio o rabbia di fronte agli altri, sopratutto a Kendo-chan, eppure adesso... certamente c'era qualcosa che lo turbava. E non era solo il mal di testa. E quella – anche se piccola – incrinazione del suo tono di voce... sicuramente non sarebbe passata inosservato da un tipo acuto come Kendo Rappa.

«Vuoi del caffè?» riprese, premento il tasto sul suo caffè doppio, e cercando di ignorare i grandi occhioni azzurri che lo fissavano ancora.

«Kaminari-senpai, per caso il suo malumore deriva da quell'occhio nero?»

Kaminari incassò le spalle e sospirò pesantemente, afferrando il suo bicchiere di carta e girando i tacchi, evitando lo sguardo della ragazza. «Proprio così Kendo-chan.» mormorò a denti stretti. «Puoi iniziare il giro delle visite, ti va?» disse la prima cosa che gli saltò in mente: qualunque cosa pur di essere lasciato in pace almeno per gustarsi il suo caffè.

Gli occhi di Kendo brillarono e quasi saltellò sul posto. «Intente... da sola

Kaminari annuì distrattamente e Kendo non aspettò altro, saettando via felice verso la destinazione.

Kaminari grugnì soffiando sul suo caffè bollente: quel giorno non era solo Bakugou Katsuki ad essere di malumore.

***

 

La sera prima.
 

La sfilata era appena finita quando le luci si accesero e, in contemporanea, Kaminari Denki ricevette un messaggio da Sero.

Era sparito a metà sfilata – non ci aveva pensato nemmeno un secondo di seguirlo, visto che da quell'angolino del bar aveva una perfetta vista della passerella – dicendo di dover andare in bagno, mentre Kirishima si era probabilmente avvicinato al palco visto che era il fidanzato di una modella. Kaminari non ci teneva tanto a starsene lì sotto come il suo amico, pieno di ricconi che puzzavano di soldi e infamia, così aveva deciso di rimane in quella postazione.

 

Da: Sero

Scusa! Torno a casa prima ;)))))


 

Quel messaggio conteneva abbastanza emoji per capire che Sero Hanta aveva appena rimorchiato una ragazza e che l'aveva lasciato solo. Sbuffò.

Andiamo, non era giusto! Adesso doveva starsene a girovagare finchè la serata non sarebbe terminata – Kirishima, e Mina, non gli avrebbero mai perdonato di essere andato a casa prima solo per noia.

Poggiò il bicchiere vuoto di Red Label che aveva sorseggiato fino ad ora, e si voltò con le mani in tasca, grato che ci sia stato un open bar – altrimenti si sarebbe fermato al primo drink.

«Denki!» lo chiamò una voce, fermandolo subito. Si voltò, incrociando gli occhi di Kirishima che lo fissavano incuriositi – e anche un po' preoccupati. «Dov'è Hanta?»

Fece spallucce. «Credo che abbia rimorchiato. Che idiota, non si lasciano le spalle in una serata del genere. Avevo bisogno di lui per rimorchiare.» si lamentò.

Kirishima aggrottò le sopracciglia. «Ehm... certo. Giuro che a volte non capisco quello che dici.» borbottò. «Comunque Mina mi ha chiesto di accompagnarla-»

«Rifiuto,amico.» dichiarò. Non aveva nessuna intenzione di fare il terzo incomodo visto che, probabilmente, Katsuki sarebbe stato troppo impegnato con i pezzi grossi del suo ufficio per unirsi a loro.

Kirishima sospirò. «Denki, non-»

Ancora una volta Denki lesse la preoccupazione di Eijirou: era come il papà del gruppo e quindi, significava che Katsuki era la casalinga isterica. Si comportava anche come una casalinga isterica, delle volte.

«Ei, posso cavarmela per qualche ora!» ridacchiò. «Sono capace di trascorrere una serata senza finire in alcun guaio.»

Lo sguardo di Eijirou vacillò, ancora non pienamente convinto, perciò Denki lo sospinse con una spalla e gli fece l'occhiolino. «Io vado al piano di sopra, nella sala da ballo. Mi faccio un drink, vedo se posso rimorchiare qualcuna e ci becchiamo a casa. Jaa-nee!»**

 

Altro che rimorchiare qualcuna! La sala da ballo era piena di cinquantenni che ballavano lenti sotto le note della musica anni '80, che schifo!

Non gli restò che ordinare il quarto Red Label, della serata e svignarsela, magari tornando da Eijiro e Mina – oppure cercando Ochaco e proponendole di tornare a casa: in questo modo nessuno avrebba avuto da ridere sul perchè fosse andato via.

Lasciando dieci yen*** come mancia al barista, afferrò il bicchiere e girò i tacchi – inorridito dalla tristezza che quella sala da ballo conteneva. - Dov'erano le belle ragazze ricche che avevano partecipato a quell'evento? Dov'erano le modelle? Possibile che erano già andati tutti a casa, nessuno voleva divertirti un po'?

Forse, quel tipo di eventi non facevano per lui, ragionò. Troppo di alta classe, troppa noia e nessuno sembrava abbordabile – l'indomani avrebbe dovuto ricordare di chiedere a Sero come aveva rimorchiato, aveva forse finto di essere un gran duca?

Passò oltre la grande vetrata che dava su un altrettando enorme balcone: era aperta. Fece per chiuderla – da buon medico, sapeva che una ventata di freddo poteva ammazzare quei cinquantenni laggiù, quando sentì uno strillo arrabbiato.

«Perchè fai così! Dio mio!» era la voce di una donna – una ragazza presubilmente – e veniva proprio da quel balcone.

«Kyoka, avanti... era per la publicità! Lo sai meglio di me come funzionano queste cose.» borbottò una seconda voce, machile, quasi divertita.

Oh, un litigio di coppia.

Kyoka.... aspetta, non era il nome dell'amica di Ochaco? Quella carina con i capelli a caschetto?

Con la mano ancora sulla maniglia della portafinestra, anzichè chiuderla come avrebbe dovuto fare, la aprì un po' di più, avanzando un po' per mettere il naso fuori.

Sulla sua sinistra – per fortuna lui era coperto da una specie di fontana – si vedevano le figure di Kyoka Jirou, l'amica modella di Ochaco e Mina, e un ragazzo allampanato, dai capelli neri e numerosi tatuaggi sulle braccia.

Vide Jirou pestare i piedi a terra ma non potè distinguere la sua espressione, anche se era ovvio che fosse arrabbiata. «Davvero? No, non lo capisco, Touya, proprio no.»

Quel Touya – anche quel nome gli pizzicava qualcosa nel cervello – scoccò la lingua. «Smettila di fare i capricci, Kyoka-chan.»

«Non sono capricci, deficente.» ringhiò lei. «E non chiamarmi così, sai che lo odio.»

Uh, che caratterino... assolutamente gli piaceva!

Touya sospirò e si avvicinò a lei d'un passo, tanto per starle troppo vicino per i gusti di Kaminari – ma era il suo fidanzato dopotutto, no? - e le poggiò le mani scintillanti di anelli sulle guancie. «Erano solo modelle... lo sai che ti amo. Amo solo te, Kyoka.»

Una campanella d'allarme suonò nella sua testa: forse avrebbe dovuto smettere di sbirciare e origliare quella conversazione privata di coppia. Però era curioso... insomma, qualsiasi cosa quel tipo tatuato avesse fatto Jirou sembrava davvero arrabbiata...

Il volto di Kirishima gli comparve davanti e lui scacciò il pensiero. Non era il momento.

Infatti, Kyoka Jirou schiaffeggiò entrambe le mani del ragazzo e indietreggiò. «No, adesso basta.» dichiarò. «Sono stufa di venire seconda al tuo lavoro e vederti addirittura flirtare con le altre.»

Flirtare? Mammamia che animale.

«Non stavo flir-»

«E' finita, Touya Todoroki.»

Ah... Todoroki. Ecco dove l'aveva sentito. Ma tutti i Todoroki erano dei bastardi, allora? Perchè a sentir parlare Bakugou del minore dei quattro... Eppure, Touya era quello che Mina aveva definito uno strafigo, eppure... forse erano solo i tatuaggi, il fascino.

«Mi stai... lasciando, Kyoka?» anche adesso, la voce di Todoroki sembrava apatica: nemmeno lontanamente dispiaciuta al fatto che la sua ragazza lo stesse lasciando.

«Certo, idiota. A te cosa sembra?»

«Non puoi lasciarmi.» rise lui. «La tua carriera crollerà, piccola, sai benissimo che sei qui solo grazie a me

Che grande pezzo di stronzo. Kaminari sentiva le mani prudere e, ancora una volta, il volto di Kirishima che gli minacciava di stare fuori dai guai, comparve nella sua mente.

Per tutta risposta, Jirou gli sputò con le spalle e lo mandò a quel paese – vai così, donna! - e Touya, accigliato le afferrò di slancio il posò. Jirou gemette.

«Lasciami andare!» strillò Jirou.

«Ho detto che la tua carriera crollerà! Lo giuro che lo farò io stesso, puttana!»

Scusa Kirishima.

«Lasciala andare, pezzo di merda!» Denki saltò fuori dal suo nascondiglio e avanzò a pugni chiusi fissando con aria minacciosa Touya Todoroki.

Jirou lo fissò sorpresa – e forse anche un po' grata – mentre Touya inarcò le sopracciglia, lasciando andare il polso di Jirou ma scoppiando a ridere.

Kaminari rabbrividì. Beh, anche se aveva una fifa da morire -quegli occhi di ghiaccio sembravano capaci di incendiarlo sul posto – almeno Jirou era libera.

Ma quando Touya scoccò le nocchie tra loro, ebbe un ennesimo brivido di paura che lo fecero indietreggiare. «Hai paura, pivello? Levati dalle palle, io e la mia ragazza stavamo parlando.»

La voce gli si smorzò in gola. Avanti Kaminari, sei un medico, salvi vite e sei un tale idiota da esserti appena messo contro un tipo che sembrava un delinquente, più che un riccone. Quindi... un po' di fegato, eh?

Deglutì. «Penso che tu le stavi dando fastidio. E penso anche che tu non sia il suo ragazzo.»

Touya assottigliò gli occhi. «Stavi origliando? E comunque, pensi troppo. Vattene, prima che ti riempio di botte quel visino pulito.»

«No!»

Touya grugnì e fece un passo verso di lui, ma Jirou lo agguantò per un braccio, fermandolo. Poi lanciò un'occhiata torva a Kaminari – forse non era troppo contenta che si fosse immischiato – e lasciò subito andare il braccio del ragazzo. «Lascialo stare, è una questione tra me e te.»

«Si è intromesso. Significa che è soltanto un fottuto guardone. E merita una lezione.» Touya avanzò ancora, ma quando Jirou lo tirò indietro per il braccio, lui se la scrollò violentemente di dosso, facendola cadere all'indietro con un balzo. Udì Jirou gemere quando sbattè la testa sulla ringhiera e non ci vide più.

Si fiondò su Touya e caricò il pugno più forte che poteva, dritto nel suo petto. Peccato che, quando le sue nocche batterono contro il petto del ragazzo, fu come colpire il marmo.

A Touya, però, non importava che il pugno non lo avesse minimamente scalfito: infatti non ci mise molto a grugnire e a lanciargli un pugno dritto nell'occhio, facendolo svenire a terra.


 

Quando riprese conoscenza non era più nel terrazzo, ma era sul pavimento nella sala da ballo: vide per prima cosa i rossi capelli appuntiti e il faccione di Kirishima – forse, questa volta era quello vero non la sua coscienza – e, di fianco a lui Mina.

«Eijirou?» chiamò balbettante. Pregò di non avere una commozione cerebrale. Che patetico, un medico che si faceva atterrare così.

«Denki!» Eijirou gli diede una pacca sulla guancia. «Insomma, cosa era stato del “resto fuori dai guai” ?» sbottò e, anche se non aveva usato un tono troppo duro. Sapeva che era arrabbiato.

Ridacchiò, cercando di mettersi a sedere e una fitta quasi lo costrinse a rimettersi giù, ma Mina lo aiutò pian piano. «Denki-kun, combini sempre pasticci.»

Eijirou sbuffò, alzandosi in piedi. «Vado a prendere le giacche. Tu,» punt. Kaminari. «Resta qui. Per l'amor del cielo, Mina, se si alza dagli un altro pugno.» girò i tacchi e se ne andò, battendo forte i piedi a terra – segno che era furioso, non arrabbiato.

Mina ridacchiò e gli strizzò l'occhio. «Ti vado a prendere un po di acqua.» e anche lei si alzò.

Kaminari sospirò, guardandosi intorno: la sala da ballo era adesso vuota, se non per alcune persone che lo fissavano allibite e il barista da cui era andata adesso Mina. Che avevano da fissare tanto quei cinquantenni?

«Ehi, idiota.»

Denki si voltò alla sua destra dove stava in piedi di fronte a lui Kyoka Jirou. S'accovacciò di fianco a lui e gli porse un sacchetto di ghiaccio. «Sei uno schifo.»

Kaminari accettò volentieri il sacchetto di ghiaccio. Voleva dirle che era bellissima lei, invece, anche con quel mascara colato – aveva pianto?

Denki si posizionò il ghiaccio sull'occhio e vide Jirou girarsi intorno. «Quindi... suppongo che dovrei ringraziarti anche se è finita così.» e lo indicò con il mento.

«Già...» sospirò sconsolato.

«Credo che tu sia un idiota totale. Ma sei un idiota totale che ha cercato di aiutarmi, quindi grazie.»

Per qualche strana ragione – forse era la commozione cerebrale – arrossì. Insomma: Kaminari Denki non arrossiva! Lui rimorchiava le ragazze con un sorriso, l'occhiolino e il fascino da dottore!

«Prego, Jirou-san.» borbottò.

«Jirou va bene.»

«Okay.»

Ci fu un attimo di silenzio, poi: «Mi ha detto Mina che sei un medico...»

Si voltò a fissarla: forse... forse neppure lei era immune al fascino del dottore? Aveva fatto bingo! Gli era costato il cervello e un occhio ma... c'era riuscito! Aveva rimorchiato quella bellissima ragazza dai capelli a caschetto....

«... penso che i tuoi pazienti siano delle povere vittime. Provo pietà per loro.»


*Kohai= qualcuno che è di grado minore, o più giovane, in un determinato gruppo. Opposto di senpai.
** Jaa-nee= slang per dire: ci vediamo, arrivederci.

AngolinoAutrice(?)

.... Chiedo perdono! T_T *si inginocchia*
Lo so che è passato più di un mese e, giuro  che farò di tutto per non farlo capitare mai più!
La sostanza è questa: con il nuovo dpcm mi hanno cambiato gli orari lavorativi in una maniera un po' antipatica, in più stiamo lavorando tantissimo ( e ho avuto colleghi assenti, quindi bisognava coprire tutti i turni ) e ho tempo solo la sera per studiare - anche qui, ero ( e sono) indietrissimo con il programma!
Lo so che non vi interessa assolutamente la mia vita privata ma era solo per dirvi che non sono riuscita ad aggiornare per motivi validi, e non mi sono dimenticata di questa storia ( ho ancora troppe cose da far succedere succulente per lasciarla in sospeso).

Parlando del capitolo... ho amato scrivere le piccole interazioni tra Kyoka e Denki! ( La storia è principalmente una Kacchako, quindi non sarà incentrata su di loro ma chissà, potrei pensare ad un paio di One Shots spin-off se vi garba!)
E sì... Touya nella mia storia è Dabi - ed è un cantante, stronzo, arrogante e con la puzza sotto il naso. Ma lo amo comunque, lol.
NEL PROSSIMO CAPITOLO tornerà la Kacchako - spero di riuscirlo a pubblicare settimana prossima - e succederà una cosina interessante ihihih.
Comunque sì, se non l'avete capito, è un po' di "combustione lenta" per quei due, ma ehi, sarebbe troppo bello se quei due cretini finissero subito insieme ;)
Alla prossima, Jaa-naa!

Shanna.

   
 
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