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Autore: TheDoctor1002    30/11/2020    2 recensioni
Il Natale è sempre un momento magico. Circondata dalle decorazioni e dall'affetto della 1-A, Yumiko è di nuovo pervasa dallo spirito delle feste e ripensa al burrascoso rapporto con i suoi genitori, alla luce di una sola, grande domanda:"Cosa avrebbe fatto Aizawa?"
Questa storia partecipa all'iniziativa "Scrivimi!" del gruppo Caffè e Calderotti ~
Genere: Introspettivo, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Shōta Aizawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Prompt fornito da @Nao Yoshikawa Efp"Il rimpianto è un tipo di dolore molto particolare: di fronte a esso siamo impotenti. È come una finestra che si apre di sua iniziativa: la stanza diventa gelida e noi non possiamo far altro che rabbrividire. Ma ogni volta si apre sempre un po' meno, finché non arriva il giorno in cui ci chiediamo che fine abbia fatto" (Arthur Golden, Memorie di una Geisha)

"Oh, Christmas lights
Light up the street
Light up the fireworks in me
May all your troubles soon be gone
Those Christmas lights, keep shining on"
Christmas Lights - Coldplay


Le luci delle decorazioni scintillavano in un caleidoscopico gioco di geometrie e colori, sui muri della sala comune deserta. 
Il borbottio insistente del bollitore teneva il tempo del sottofondo lo-fi di quella sera ormai tarda, mentre Yumiko attendeva la tisana che le era stata promessa.
"Una moneta per i suoi pensieri, miss Matou." Commentò Shota, porgendole una tazza fumante e sedendosi accanto a lei. "O una camomilla, se vale."
Lei rise appena, accettando quella profumata offerta. 
"Sono solo stanca" sospirò "addobbare é faticoso. Per fortuna i ragazzi hanno fatto davvero molto." 
"Sono stati bravi." convenne lui "Anche se tutte le decorazioni sono delle accozzaglie senza capo né coda, ci hanno messo il cuore." 
Non c'era bisogno che glielo dicesse: Yumiko aveva già notato da sé che tutti gli omini di pan di zenzero erano diversi per una specifica ragione: rappresentavano gli studenti della 1-A e sorridevano penzolanti con le loro boccucce di glassa dai rami del grande albero. Anche le ghirlande che Yaoyorozu aveva fabbricato con tanto amore richiamavano le palettes delle loro divise da eroi. 
"Sono bellissime" mormorò Yumiko, incantata. "Erano tanti anni che non decoravo per Natale: da quando ho lasciato casa mia, più o meno. Era costoso e non aveva molto senso." 
"Non ami il Natale?" 
"Oh, altroché!" rise lei "Ma mi mancava la mia famiglia. O il suo ricordo, forse. Ho pensato di tornare da loro tante volte. Un anno l'ho anche fatto. Ho preso il treno, sono scesa a Miura e ho camminato fino a casa." 
"E poi?" 
"Ho fissato un po' le finestre illuminate e prima che potessi bussare ho girato i tacchi e sono andata via." 
"Non te la sei sentita?" 
"No, non é stato quello. Ho pensato a cosa avresti fatto tu."
"Una pessima scelta." commentò Aizawa "Dovresti sapere che non sono un grande esempio, per i rapporti interpersonali."
"Ma sei razionale" sottolineò lei, invece "Sei obiettivo, sai valutare qual é il male minore. Quel che ho pensato, andandomene, é stato che non ne valeva la pena. A volte rimpiango di aver tagliato tutti i ponti, ma mi ricordo anche di quanto era difficile restare. Rifiutando la mia scelta di diventare un'hero hanno rifiutato anche me. Mi ci sono voluti anni per accettare che non ci fosse nulla di sbagliato nel voler essere un eroe. Quello che non capivo, e che loro non capiranno mai, è che il nostro lavoro é aiutare la gente. Le passerelle sono solo effetti collaterali di come la società vuole dimostrarci la sua gratitudine. Non si sono presentati alla mia proclamazione, né hanno fatto una telefonata quando c'è stato il disastro di All for One. Nel bene e nel male, si sono tenuti coerentemente fuori dalla mia vita. Cercare di riavvicinarci per la nostalgia di un paio di lucine sarebbe stato illogico, avrei finito solo per soffrire ancora."
La vaga tristezza sul viso della donna sparì come un fiocco di neve, mentre sfiorava la barba rada dell'uomo al suo fianco.
"E poi, queste luci sono molto più belle." sorrise infine "Stare allo Yuei, con te e i ragazzi, é molto più bello. Non mi serve un esame del sangue per capire chi davvero tiene a me e a chi voglio bene."
"Oh, professoressa!" singhiozzò una voce femminile alle loro spalle, facendo sobbalzare entrambi. Yumiko riconobbe Mina anche nella penombra, circondata da un piccolo crocchio di suoi compagni "É così dolce quello che ha detto." 
"Stavate origliando?!" chiese la donna, con un tono vagamente oltraggiato ma un sorriso sulle labbra "Dovreste essere a letto da un pezzo!" 
"Io ero solo sceso per un bicchiere d'acqua!" si giustificò Sero, seguito da un coro di timidi "Anche io!" 
"Allora bevete e filate a dormire, domani c'è lezione! Dopo le esercitazioni pratiche avrete delle simulazioni di intervista a mezzo stampa, spero vi siate preparati a dovere." li riprese, mentre il capocalsse Iida rimarcava ogni sua parola, aggiungendovi un "Tutto questo é molto irresponsabile!" ogni tanto. 
Aizawa osservava muto la trafila degli studenti dal corridoio al frigorifero, ma notava anche l'espressione sul viso di Yumiko: era felice, dal profondo del cuore. Non c'era traccia del rimpianto di cui gli aveva parlato fino a poco prima, la nebbia che le era calata sullo sguardo e che rifletteva vitrea le luci colorate era sparita. Quando si voltò verso di lui, riuscì a leggere il messaggio che chiudeva la loro conversazione: "Grazie per avermi convinta ad unirmi al corpo insegnanti. Grazie per tutto questo."
   
 
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