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Autore: VigilanzaCostante    02/12/2020    4 recensioni
[Questa storia partecipa al contest “Di prompt stilistici e figure retoriche” indetto da fefe.7/Futeki sul forum di EFP]
Cho e Ginny sono storie simili appartenenti a capitoli diversi; sono rivali, poi alleate, e infine compagne di squadra. Nell'aria rimarrà per sempre lo spettro di quello che avrebbero potuto essere.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Cho Chang, Ginny Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Dopo la II guerra magica/Pace
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Di boccini presi e sogni mancati
 
 
Cho e Ginny erano storie simili su pagine diverse, paragonate tra loro da occhi voraci.
Non si erano mai rivolte la parola ma dovettero fronteggiarsi in una partita che pareva interminabile. Per cosa stavano giocando? Per prendere il boccino d’oro o per l’amore di Harry?
Piccole e agili, saettavano in aria con la determinazione negli occhi e nelle mani.
Deve essere mio – Cho pensava al boccino.
È già mio – Ginny pensava ad Harry.
Vinsero i Grifondoro ma Cho prese l’oggetto dorato: quella sera entrambe raggiunsero il loro obiettivo.  
 
Cho piangeva troppo, ne erano prova i baci umidi con Harry e gli appuntamenti disastrosi. Per lei troppo non era, la sua intelligenza risiedeva nel non vergognarsi della sua fragilità.
Nella sua testa risuonavano parole mai dette – Non sono meno forte di te solo perché mi concedo al pianto.
Ginny indossava sguardi duri e le lacrime rimanevano (quasi) sempre incastrate tra le ciglia prima di scendere.
Nel suo animo risuonava una litania mai espressa – Non sono meno fragile solo perché rifuggo dal pianto.
 
Il 2 maggio 1998 Cho voleva rendersi utile ma Ginny fu lapidaria, come sempre, nell’escluderla. Cho non ebbe nemmeno la forza di farsi valere: perché c’era una guerra in corso, perché lei riusciva sempre a farla sentire inferiore. In passato aveva cercato le attenzioni di lui, ora si chiedeva perché lei non la ritenesse meritevole di uno sguardo.
Quella notte lottarono per lo stesso scopo: niente più ragazzi, niente più boccini, solo ponti che crollano per non fare passare i nemici. Ci fu intesa, perché quando si combatte con la fuliggine a sporcarti il viso si diventa quasi amici.
 
Cho non aveva idea di cosa volesse fare nella vita, fino a che non le chiesero di giocare a Quidditch in modo agonistico. Scoprì che riprendere a volare, a distanza di anni, era come bere un bicchier d’acqua. Le veniva facile come mai niente era stato facile nella sua vita. Ginevra era venuta a conoscenza dei suoi successi perché in parte ne aveva preso parte. Erano state compagne di squadra, si erano appoggiate e avevano sferzato l’aria da compari e non avversarie.
Ginny aveva sentito il suo desiderio crescere sapendo che facevano la doccia nude separate da un muro di cartapesta. Non lo ammise mai: né a Cho, né a Harry. L’unica custode del suo segreto era lei stessa.
Presto ciò che riguardava il volo iniziò ad andare di pari passo con ciò che riguardava Cho. La scelta di abbandonare l’agonismo era un po’ come allontanarsi da quel rischioso azzardo. Non per mancanza di coraggio, né di forza; la Ginny del post – guerra, stremata dalla vita, si ritrovò a ridimensionare i suoi sogni. Rimase incinta, si sposò e scelse di lavorare nell’ambito dello sport ma con i piedi per terra. E da lì non tornò più indietro: non rimasero in contatto, se non attraverso gli articoli che Ginny scriveva tessendo le sue lodi.
 
La bella, fragile ma audace Cho Chang rimase sempre il ricordo (e l’ombra) della strada che avrebbe potuto imboccare.
[499 parole]
 

NDA: ho scritto di una coppia strana, probabilmente mai sfiorata da nessuno, ma mi andava di azzardare con un po’ di femslash! Allora, delle doverose spiegazioni: la partita di cui si parla è la partita Grifondoro – Corvonero in cui Harry non gioca nel “Principe Mezzosangue”. Sono sicura che vincano i Grifondoro, perché Ginny dopo bacia Harry nell’impeto del festeggiamento. Ma non sono sicura che Cho abbia preso il boccino, è stato un mio espediente per la stesura della storia.
Mi è piaciuto molto giocare sulla contrapposizione del pianto, perché come sappiamo Harry è molto duro riguardo al pianto di Cho, e allo stesso tempo più volte si stupisce di Ginny perché non si concede al pianto (rendendola una cosa positiva ai suoi occhi). Inoltre, sappiamo dalla Rowling che Ginny ha giocato con le Holyhead Harpies ma poi ha iniziato a dedicarsi al Quidditch solo nell’ambito del giornalismo. Cho che è in squadra con lei è solo una mia invenzione. Il loro rapporto, in ogni caso, rimane solo platonico da entrambe le parti.
Questa storia partecipa al contest “Di prompt stilistici e figure retoriche” e questo era il mio pacchetto:
Prompt stilistico: I protagonisti della narrazione devono essere due personaggi ben definiti, che non dialogano mai nel corso della storia; possono parlare con altri e interagire tra loro senza però rivolgersi la parola.
Figura retorica: metonimia (che in questo ho usato accostandola a Cho (bere un bicchiere d’acqua, per simboleggiare la facilità con cui riprende a volare)
 
Spero che vi possa piacere questo strano esperimento! Un bacio
VigilanzaCostante
   
 
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