Ho sempre invidiato le persone felici, chiunque non avesse l'aspetto trasandato e un sorriso stampato in faccia, e non parlo di una menzogna, ma della gioia pura, non ricordo quando è stata l'ultima volta che ho sentito gli occhi impregnarsi di lacrime a forza di ridere, senza controllo, crogiolandomi nel candore che l'allegria sprigiona, in compagnia di qualcuno con cui condividerla e custodirla come un segreto. 

Vorrei qualcuno di importante anch'io.

Mentre mi accingo a scrivere il continuo, sento dei passi sempre più vicini, seguiti dalle risate delle mie compagne che si apprestano ad entrare nella stanza, nonostante siano le prime ore del mattino sono perfettamente in grado di urlare e creare casino per la camera, ignorando i miei sforzi di sistemarla in loro assenza.

Non sono così male, posso pensare a molti casi peggiori che avrei dovuto sopportare; ci scambiamo come sempre le solite parole di cortesia, non mancano di invitarmi a raggiungere le classi insieme, e io come ogni mattina uso la scusa del:" perdonatemi, anche oggi farò tardi, andate senza di me" e non è lontano dalla verità, trovandomi ancora in pigiama e la pancia che gorgoglia per la fame, ma non ho tempo e dovrò accontentarmi di vestirmi in tutta fretta e correre a lezione.

I professori sembrano abituati ai miei ritardi, non che lo apprezzino ma si dimostrano tolleranti, dovrei impegnarmi di più ed essere precisa, ma ogni volta che ci penso sento come se tutto mi ingoiasse e fossi schiava di una vita che non è più sotto al mio giudizio.

Mi siedo all'ultimo banco, al solito banco, leggermente più rovinato e di scarsa capienza, poso il mio diario dinnanzi a me e inizio a sperare di finire la mattinata in fretta, la voglia di scrivere mi divora.

Ho un debole per l'aritmanzia, nonostante sia Corvonero però non posso dire di essere la più eccellente del mio anno, o in generale, ma conservo la mia curiosità e desiderio di imparare, materie come storia della magia e rune antiche sono quelle che prediligo, hanno ancora la capacità di tirare fuori il mio entusiasmo nascosto, vorrei fosse lo stesso quando svolgo un compito che non è di mio interesse, purtroppo la mia svogliatezza mostra il peggio di se. Sono infinitamente pigra, il 95% del tempo.

È forse per questo che il tempo sembra volare e mi ritrovo a dover raccogliere frettolosamente le mie cose, mentre lo sguardo della professoressa Vector segue i miei movimenti già da un po', mi ha sempre messo in soggezione e sento l'ansia farsi strada dentro di me, le faccio un cenno con il capo per salutarla e mi sorride di sbieco, mi dirigo verso la prossima lezione.

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Sono ormai le sette di sera, seduta nella sala comune ho finalmente trovato un po' di tempo per me, sorseggio il tè nella tazza bollente e mi godo il caldo che mi pervade, accanto a me, seduto su una poltrona davanti al camino, siede comodamente Eddie, siamo entrambi al terzo anno e nonostante le nostre differenze è l'unico che sembra accettarmi per come sono, prendendo ogni mio lato così com'è.

"È la terza volta che finisco in punizione per colpa di Gazza, finiranno per espellermi a causa sua", mormora stizzito, battendo il palmo della mano sul braccio della poltrona, "fossi in te non darei la colpa a Gazza, è da quando sei a Hogwarts che ne combini di tutti i colori, non puoi impedirgli di fare il suo lavoro", lo guardo con la coda dell'occhio e osservo il suo sguardo farsi più cupo, "non prendertela dai, sai che lo dico per il tuo bene, non puoi gettare le tue frustrazioni sugli altri, la prossima volta cerca almeno di non farti beccare" gli sorrido beffarda, e in un attimo la sua espressione si fa più dolce, è sempre stato un combina guai, ma è anche un ragazzo brillante e conosce i suoi limiti, "mi innervosisce il fatto che ci siano altri ragazzi che rimangono impuniti la maggior parte delle volte, come i gemelli Weasley, combinano i peggiori scherzi e la fanno franca", mentre Eddie continua il suo lamento imperturbabile, poso la tazza ormai tiepida su un tavolino poco distante e avvicino alla mia poltrona la piccola cartella contenente i miei appunti della giornata, feci per aprirla, quando un dubbio mi pervase la mente, ricordo di aver scritto quella stessa mattina sul diario ma durante la giornata non feci in tempo a continuare, slaccio quindi la chiusura e tastando con la mano non trovo altro che appunti e pennini, rimango un attimo a pensare ai luoghi in cui avrei potuto lasciarlo, magari in stanza, ma ero sicura di non averlo toccato per tutta la giornata. 

Ho forse perso il mio diario, dove i miei segreti più profondi e pensieri personali sono scritti senza freni, com'è potuto succedere? Non è possibile, se qualcuno dovesse leggerlo sarebbe la mia fine, da quando ho iniziato Hogwarts nemmeno Eddie sa della mia condizione, solamente i professori, non posso permettere che qualcuno al di fuori di loro lo scopra, potrebbero trarne vantaggio e comunque non mi piace essere così aperta a riguardo, "Bea? Terra chiama Beatrice, tutto bene?", mentre cerca di attirare la mia attenzione, inizia a sventolarmi una mano davanti al viso, ma sono troppo scioccata per prestare attenzione, riesco solamente a sussurrare, "sono in un mare di guai", alzando lo sguardo verso di lui sento le lacrime bagnarmi le guance, vorrei fosse uno dei suoi scherzi.

SPAZIO AUTRICE ~

Ciao a tutti, grazie infinite per aver letto fino a qui, spero con tutto il cuore che questo piccolo capitolo introduttivo vi abbia incuriosito almeno un po', sono tanti anni in realtà che non prendo carta e penna in mano per cimentarmi in qualcosa di serio, spero tuttavia che vi possa piacere, critiche o consigli sono sempre ben accetti, così come qualsiasi appunto vogliate farmi.

Al prossimo capitolo.🌺