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Autore: Arvistloe    02/12/2020    1 recensioni
Tre capitoli, tre storie, tre piccole favole dove tristezza, felicità, amore, comprensione, sogni, redenzione...formano tre piccoli momenti, dove si può anche sorridere.
Colonna sonora: listen to your heart (roxette)
Genere: Hurt/Comfort, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amenadiel, Chloe Decker, Lucifer Morningstar
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa storia, questa favola inizia quando l'eroe può finalmente tornare alla sua amata, almeno crede. Andiamo con ordine.

Dio comparve nella centrale di polizia con un unico scopo, portare via Lucifer. Informò il re dell'inferno, tra lo stupore di Amenadiel e il sorriso compiaciuto di Michael, che lui avrebbe sposato la figlia una Dea, regina dell'universo dal quale arrivò la Dea sua moglie. Solo facendo quell' accordo ebbe modo di sposare la madre di Lucifer. Senza lasciare modo di dire qualcosa, Lucifer si trovò in paradiso. Nei giorni a seguire Lucifer tentò più volte di fuggire per tornare sulla Terra, ma ogni volta veniva ripreso.

Alla fine Lucifer giunse all'altare per le minacce della madre della Dea che doveva sposare, una strega molto potente nel suo universo. La minaccia di far del male a Chloe e Trixie se non sposava la figlia.

Ma il giorno delle nozze, con sorpresa di tutti, la Dea rivelò che amava Michael, volendo sposare l'arcangelo, che confesso a sua volta di amarla da sempre.

Liberato dal giuramento, Lucifer si precipitò nella sacrestia della cattedrale nel paradiso, mentre si svolgeva il matrimonio della Dea e Michael. Era felice di poter tornare da Chloe e Trixie. Ma qualcuno non voleva permettermelo. Entrò nella sacrestia la madre della Dea.

Da qui inizia la storia, la favola.

Lucifer sorrise alla madre della Dea, mentre si toglieva la cravatta, la giacca, dicendole
"Come vede ogni patto non significa nulla. Sua figlia non voleva altro che Michael"
La strega ridacchio, sedendosi su una sedia di legno, discorrendo
"Si, convengo con te, mia figlia può dirsi felice. Certo ogni accordo tra noi finito. Io non posso fare nulla alla tua bella umana con la figlia. Entro stasera devo tornare nella mia realtà. Ma sai, io non amo lasciare cose in sospeso..."
Lucifer alzò le spalle mentre indossava una sua giacca, sussultando quando trovò la strega vicinissima che gli disse
"...tu sei solo un bambolotto. Quello che diventerai. Ti maledico re dell'inferno. Una maledizione che solo l'amore senza nulla da guadagnare può far terminare, l'amore di Chloe o Trixie devi trovare"

Lucifer fu circondato da un fumo nero che lo inghiotti. Con calma la strega si abbassò prendendo con la mano destra un bambolotto riproducente un troll nordico. Un bambolotto buffo, tozzo e panciuto. Ridendo la strega disse a quel bambolotto che era Lucifer
"Vedrai, proverai qualunque. Prega se sei capace, prega che loro ti vogliono così tanto bene. Vai nel mondo"

La porta della sacrestia si aprì, proprio mentre la strega lanciò il bambolotto in una apertura. Dio tentò di riprendere il figlio, ma vedendolo ormai perso, cercò di aiutarlo, gridando nell'apertura, mentre tratteneva la strega
"Tu sia a Los Angeles. Figlio spero di rivederti per chiederti perdono"
La strega rise istericamente, urlando
"Dio, se tu o altri tentate di dirglielo alle due umane, di cercarlo specificatamente, il caro Lucifer bambolotto rimarrà per sempre in questo stato…"
L'ultima cosa che sentì Lucifer fu sempre dalla strega
"...sei spacciato"
Chiudendosi l'apertura.

Los Angeles. Mattina. Spiaggia.

Un uomo stava cercando con un metal detector qualcosa di prezioso nella sabbia. Con una smorfia, raccolse dalla sabbia un piccolo bambolotto di un troll. Lo gettò nello zaino sulle spalle, sperando di recuperare qualche centesimo.

Poco dopo, il cercatore di cose preziose, mostrò il suo tesoro al proprietario di un negozio di roba usata. Per tutto, il cercatore accettò pochi dollari. Il proprietario del negozio, gettò il bambolotto troll in una cesta con altri giocattoli mal mesi.

Una settimana dopo.

Lucifer aveva oramai perso la speranza che Chloe o Trixie lo trovassero. Non fece quasi caso quando un ragazzino lo comprò, con il solo scopo di venire colpito da sassi lanciati dalla sua fionda.

Una pioggia scrosciante salvò Lucifer bambolotto da altri colpi di pietra. Il ragazzino corse via, lasciandolo per terra, nel fango di un terreno incolto vicino la spiaggia. Unica piccola consolazione di Lucifer essere in una posizione che gli permetteva di vedere il cielo.

Dopo il temporale.

Un cane annuso il bambolotto. Poco dopo arrivò un barbone che accarezzo la testa del cane, dicendogli
"Bravo Jaki. Qualcosa ci faremmo"

Il barbone lavo nell'acqua di una fontanella il bambolotto, facendo rabbrividire Lucifer.

Il barbone diede il bambolotto alla bancarella di un mercatino delle pulci, in cambio di un panino al formaggio. Gettato nuovamente tra altri giocattoli mezzi rotti, Lucifer si attaccava con tutto se stesso ai ricordi felici per non impazzire.

Paradiso. Ufficio di Dio.

L'ufficio di Dio era veramente minimal. Un'ampia stanza delle pareti color avana, pavimento di marmo così bianco che sembravano nuvole. La scrivania, di cedro scuro, non era immensa come ti aspetteresti dall'ufficio di Dio, ma normale. L'unica cosa che ricordava un po' la regalità di Dio era una poltrona dietro la scrivania. La poltrona sembrava un trono dalla forma. Di fronte la scrivania due sedie imbottite e un divanetto proprio sotto la finestra che mostrava un viale del paradiso.

Amenadiel seduto in una delle due sedie di fronte la scrivania, più volte nella sua mente aveva classificato tutto in quell'ufficio. Una tecnica di Linda per distogliere la mente quando si sente l'ansia crescere. Eccome era ansioso Amenadiel. Subito dopo il matrimonio di Michael con la Dea, suo padre gli aveva rivelato cosa aveva fatto la strega, in pratica suocera di Michael.

Lui, Amenadiel era rimasto basito di quanto, suo padre Dio, fosse sembrato fin troppo calmo. Non potendo più resistere, aveva deciso di dirgliene quattro. Solo che Amenadiel non si aspettava di vedere entrare nell'ufficio suo padre in pantofole, pigiama e vestaglia. Con in mano un bicchiere di qualcosa di alcolico, un trasandato Dio, con i capelli scompigliati, gli occhi cerchiati di rosso, disse a un sorpreso Amenadiel, dopo essersi seduto dietro la scrivania
"Amenadiel, non avevo mai provato questa opprimente sensazione qui al petto"
Amenadiel gli propose un possibile perché
"Padre potrebbe essere rimorso? Senso di colpa? Verso Lucifer?"

Dio si appoggiò allo schienale della poltrona sospirando, passandosi la mano destra tra i capelli, quasi urlando
"Si, si può essere…"
Tornando a un tono normale
"...era così facile decidere per Samael quando lui era lontano da me. In cuor mio, lo ritenevo poco degno del mio perdono. Meno che meno volevo concedergli un mio minimo apprezzamento. Ti giuro non credevo neanche si trovasse con Chloe. Pensavo fosse un esperimento fallito, almeno lo pensavo quando Chloe sposò un altro, facendo una figlia. Invece Chloe con la figlia sono diventati la miglior cosa per Samael. La bambina ha fatto cadere ogni sentimento di odio o tristezza da Samael"

Amenadiel batte la mano destra sul bordo della scrivania, dicendo accigliato al padre
"Ti giuro padre, mi piacerebbe restare per ore ad ascoltarti confessare ogni cattiveria fatta a Lucifer. Ma se non ti dispiace, vorrei trovare un modo per farlo trovare da Chloe e Trixie...soprattutto ora con Chloe in quello stato..."
Sentendosi sommerso dalle contraddizioni, dai problemi, Amenadiel di appoggiò allo schienale della sedia imbottita, dicendo con esasperazione
"...Ma per la miseria, quando finalmente mio fratello potrà essere felice senza intoppi? Anche Michael ora in luna di miele a una sua vita sentimentale"
Dio alzò le braccia, facendoli ricadere sconfitto sui braccioli della poltrona, chiedendo ad Amenadiel
"Cosa intendi per: soprattutto ora con Chloe in quello stato? Forse Chloe sta male?"

Amenadiel scosse la testa, accennando un mezzo sorriso
"Diventi nuovamente nonno. Chloe porta in sé il figlio di Lucifer, oramai da cinque mesi…"
Amenadiel tornò triste
"...ma non vuole più saperne di tutti noi. Papà l'abbiamo esasperata. Come da tuo ordine pensa che Lucifer, non dovendo sposare quella Dea, sia tornato all'inferno"
Dio bevete in un solo sorso il liquido ambrato nel suo bicchiere, dicendo ad Amenadiel con una mezza smorfia
"Non mentono gli umani, per un attimo dimentichi la preoccupazione bevendo del whisky, raschiando bene la gola"

Dio sobbalzo quando Amenadiel si alzò dalla sedia, dicendo esasperato
"Dobbiamo trovare un modo per aiutarlo. Papà non possiamo stare qui senza fare niente!"
Dio sorrise amaramente, dicendo mentre fissava il bicchiere nella sua mano
"Non possiamo fare nulla. Solo aspettare, in modo terribile aspettare. Che ingiustizia, come vorrei anche io un Dio da pregare"
Calò un silenzio greve nell'ufficio.

Los Angeles. Mercato delle pulci.

Lucifer capì fin troppo bene le parole del personaggio Jessie, nel film della Disney, Toy Story 2. Quando la bambola rivelò esasperata, come a tutti i giocattoli riposti in uno scatola chiusa, sentono soprattutto la mancanza del sole.

Una mattina, Lucifer ringraziò che la giornata sulla bancarella del mercatino delle pulci era molto luminosa. Un sole molto forte era proprio nella scatola dove si trovava. Con poca attenzione, Lucifer non fece caso a un bambino che lo comprò, dicendo alla madre lì accanto
"Si scioglierà per il mio esperimento di chimica domani"

Giorno dopo. Mattina. Laboratorio di chimica della scuola.

L'esperimento di chimica era usare minime quantità di acidi diversi, sciogliendo pezzetti di plastica. Ma il bambino, con altri compagni, voleva usare gli acidi tutti in una volta sul bambolotto. Lucifer dopo un iniziale panico si rassegno, sperando che lo sciogliessero del tutto.

I bambini divertiti, gettarono sulla mano destra del bambolotto una goccia di acido, provocando un buco. Nel silenzio del suo stato, Lucifer urlò dal dolore, dicendo cose da far arrossire l'inferno. I bambini avevano deciso di staccargli quel braccio con altre gocce di acido, quando la voce dell'insegnante li fermò. Stizzito, l'insegnante prese con disgusto il bambolotto, gettandolo nella spazzatura mentre rimproverava gli alunni.

Poco dopo.

Il bidello senza accorgersene, lasciò cadere il bambolotto Lucifer dietro l'armadio dell'aula di chimica, mentre svuotava il cestino della spazzatura.

Il giorno dopo.

Una penna colpì in faccia il bambolotto Lucifer. L'insegnante disse a qualcuno
"Cerca di riprendere la penna dietro l'armadio. Ecco dimostrato il principio che permette a un elemento come un elastico di lanciare un oggetto"
Una mano, raccolse oltre la penna anche il bambolotto, prendendolo per la testa, coprendo gli occhi. Così il bambolotto Lucifer si trovò buttato in uno zaino di scuola.

Alla fine delle lezioni.

Una voce, una voce che Lucifer credeva di non sentire più, lo risvegliò dal torpore nel buio dello zaino di scuola. Chloe disse
"Com'è andata la giornata Trixie"
La voce della bambina colpì al cuore Lucifer
"Normale mamma"

La voce di un altro bambino, disse a Trixie
"Trixie, guarda che cosa c'era dietro l'armadio dell'aula di chimica"
Tirando fuori dallo zaino il bambolotto.

Trixie guardò sua madre che parlava con la mamma del suo compagno di scuola, per poi abbassare lo sguardo sul bambolotto. Lo trovava molto brutto, ma notò che era piuttosto maltrattato. Domandò al bambino
"Cosa vuoi per questo coso"
Il bambino pensò, rispondendo sicuro
"Un dollaro"
Trixie scosse la testa, tirando fuori dallo zaino di scuola una confezione di dolcetti alla cioccolata
"Ti do questa. Tanto lo farò in pezzi, per fare altro"
Lucifer tremo, ma poi pensò che preferiva che lo facesse Trixie, trovandosi buttato nello zaino della figlia della detective.

Un paio di ore dopo.

Tirato fuori dallo zaino di Trixie, il bambolotto Lucifer fu posto sulla scrivania della bambina. Con un sorriso compiaciuto, Trixie disse al bambolotto
"Oggi a pranzo le frittelle di zucca gialla. Spaziali come le fa mamma. Però l'innominato, preparava una salsina da abbinare che era deliziosa. Una dimostrazione ulteriore di quanto lui e mamma erano perfetti…"
Trixie si intristì, mentre Lucifer compresse che parlava di lui. Si intristì anche lui di essere detto: l'anonimato, ma capiva che di certo pensavano li avesse abbandonati. Sempre con un velo di tristezza negli occhi, Trixie prese da un cassetto una cornice per foto, con dentro una foto di Lucifer abbracciato da Trixie e Chloe. Il re dell'inferno ricordava bene quel giorno.

Era il compleanno di Trixie che senza mezzi termini gli aveva detto
"Lucifer, il tuo regalo per me sarà passare ventiquattro ore con me e la mamma"
Non poté dire di no, visto che Dan non era disponibile per impegni di lavoro. Oltre tutto, dovette ammettere di essersi divertito, anche quando allo zoo con la scusa di fare una foto ricordo, Trixie e Chloe lo abbracciarono, non dispiacendogli poi così tanto quel momento.

Trixie lo indicò nella foto
"Lui, l'innominato. Speravo tanto sposasse la mamma. Sai era magico, il re dell'inferno. Ma non cattivo, perché lui non era il male, puniva il male. Mi piaceva anche la sua faccia da demone…"
Alzò le spalle, mettendo nel cassetto la foto nella cornice, dicendo mentre cercava altro
"...Non dirlo a nessuno, ma se quello sposava la mamma, non lo avrei chiamato solo Lucifer oppure zio, come altri. Io lo avrei chiamato papà Lucifer"
Lucifer provò una commozione che se gli occhi del bambolotto fossero stati capaci, avrebbero pianto calde lacrime. Le ulteriori parole di Trixie lo resero felice ma anche disperato
"In fondo non posso odiarlo così tanto. Grazie a lui, tra cinque mesi circa, diventerò una sorella maggiore"
Trixie appoggiò di fronte al bambolotto un piccolo coltello, dicendo seria
"Mettiamoci al lavoro"

Prendendo con la mano destra il bambolotto Lucifer.

CONTINUA
   
 
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