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Autore: Alidelvento_10192    02/12/2020    0 recensioni
Vi siete mai chiesti da dove venga la Forza?
“La Forza mantiene unita tutta la Galassia” disse, una volta, Obi-Wan Kenobi.
Ma allora… Perché, sul nostro pianeta, non l’abbiamo mai vista?
Tutti i terrestri credono che sia solo una fantasia, ma una di loro sa bene che non è così.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Ahsoka Tano, Altri, Anakin Skywalker/Darth Vader, Nuovo personaggio, Obi-Wan Kenobi
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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Un Jedi.

IO un Jedi.

Non ci sto più capendo niente. Decisamente niente.
È uno scherzo per caso? Credevo che mi mandassero ai servizi sociali o a qualsiasi altra cosa esista qui. Cioè tutto mi sarei aspettata. Tutto.

Ma di certo non questo.
 
< È strano che tu non abbia domande da fare ragazzina. > osservò Windu.

< Una ce l’avrei Maestro; chi mi insegnerà? >

< Io. > disse, facendosi avanti, un uomo dagli occhi azzurri e la barba castana.
 

*****
 

Dopo quella domanda i membri del Consiglio mi hanno fatto uscire, un droide mi aspettava fuori per accompagnarmi ai dormitori, la mia stanza è molto carina: piccola e semplice.

C’è un letto senza piedi, che a prima vista sembra duro, ma dopo averci dormito ci si sveglia freschi come rose; dall’altro lato ci sono un tavolino con uno specchio ed un piccolo armadio. Dentro l’armadio ci ho trovato dei vestiti nuovi, anche se non sono molti. Ho notato anche che nel tavolino c’era un cassetto, ed aprendolo ci ho trovato alcuni oggetti utili per sistemarmi i capelli.

Ripiego i miei abiti ormai stracciati per riporli nell’armadio, e mi metto quelli tipici Jedi. Chissà perché qui non usano le borse al posto dei gancetti sulle cinture per portare in giro le proprie cose? Bah. Comunque sia questi vestiti sono davvero comodi.

Mi siedo alla scrivania, ed inizio a pettinarmi i capelli; su Yavin 4 avevo a disposizione dei rametti di un albero da usare come pettine oppure facevo con le mani. Cerco di sistemarli in un modo tale che siano comodi per gli allenamenti, mentre finisco qualcuno bussa alla porta.

< Entra Maestro Kenobi. > era già da un po’ che avvertivo una presenza lì fuori.

< Sei pronta? > domanda lui. < Dopo non si torna più indietro. >

< Sono pronta. >

Lui iniziò a manipolare con la Forza, prendendo con essa la ciocca ribelle rimasta fuori posto, facendola diventare simbolo di un
nuovo Inizio.
 

*****

Se qualcuno si aspetta qualcosa di eclatante rimarrà ahimè deluso…

Da quel momento sono passate più di due settimane, settimane in cui quello che dovrebbe essere il mio Maestro è già tornato e ripartito dalle sue missioni almeno tre volte.  Dico sue perché io non ne ho ancora preso parte. Mi lascia sempre al Tempio Jedi, lo ha fatto pure ieri dicendomi per la terza volta che non mi avrebbe fatto venire finché non avrò imparato ad usare una spada laser.

Ecco… io non ce l’ho nemmeno una spada laser! Non abbiamo fatto ancora una sola lezione e non c’è modo di descrivere come io detesti tutto questo. Passo le giornate tra la biblioteca e la stanza che uso per gli allenamenti col bastone. Se Obi-Wan non vuole insegnarmi allora imparerò da sola, anche se un insegnante mi farebbe davvero comodo. 

Ho bisogno di qualcuno che mi aiuti a trovarmi un posto in questo universo incasinato.
Mai come nell’ ultimo periodo ho pensato a Jenth, se né andato all’ improvviso, quasi come se sapesse ciò che stava per accadere; se scopro che mi ha nascosto il fatto dei droidi armati poi mi sente…

Mi piacerebbe poter parlare con qualcuno di amico, ma di fatto qui non conosco quasi nessuno: Anakin ed Ahsoka sono a combattere chissà dove da quasi una settimana.

Seriamente non ne posso più.

Mi rigiro nel letto da ore cercando di prendere sonno, saranno almeno le tre del mattino e ancora non dormo. È chiaro che il buio mi fa pensare troppo. Qui non è come su Yavin 4 di notte, ma forse c’è un posto in cui posso andare per far finta che lo sia.

Ormai su Coruscant le stelle non illuminano più la notte da millenni, la luce artificiale si è presa questo compito da molto tempo. Su tutto il pianeta ora è così, ma i giardini del Tempio Jedi sembrano essere un’eccezione a questa regola: qui non mi sento addosso alcuna restrizione, mi sembra di essere ancora a casa mia; a correre per le campagne senza il minimo pensiero per la testa e sentirsi tutt’uno tra cielo e terra.

La sento ancora quella sensazione di pace, ed il sonno piano piano comincia ad arrivare. Non posso far altro che stendermi sulla corteccia liscia dell’albero più vicino, per poter finalmente a riposare in un sonno senza incubi.
 

*****

Mi sveglio con il sole che mi pizzica sotto le palpebre, e mentre mi alzo, stiracchio un po’ i muscoli indolenziti e non più abituati a dormire sul duro. La luce rossa del cielo si riflette sui grandi grattacieli della città; su Coruscant, ormai, è arrivata l’alba.

Nonostante il letto leggermente scomodo, non la ricordo l’ultima volta che ho dormito così bene; tuttavia la mia attenzione si rivolge ad atro quando noto di non essere la sola a godersi la vista stamattina.

< Maestro Yoda? >

Se ne stava lì seduto sul muretto bianco che circonda l’albero.

< Incantevole vista Padawan. > fa lui. < Comprendere io posso la bellezza delle cose, ma ahimè il dono di vederle, senza che qualcuno mostri esse a me, spesso dato non mi è. >

< Maestro cosa ci fate qui? > gli chiesi ancora un po’ intontita dal sonno.

< La stessa domanda venuto a farti io sono. > disse facendomi intuire che potevo sedermi anch’io, forse parlare con lui mi farà bene in fondo.

< Volevo solo smettere di pensare. >

< Quindi questo il problema è. > risolse lui. < Quale è il centro dei tuoi pensieri Padawan Dali-al? >

< Mi è stato detto che siete stato voi ad insistere affinché entrassi nell’Ordine dei Jedi. Io non sono adatta ad essere un Jedi, quindi perché lo avete fatto? >

< Più che adatta tu sei per il ruolo che possiedi, cosa dubitare ti ha fatto? > chiede a sua volta

< Non avete risposto alla mia domanda Maestro. > gli faccio notare con un mezzo sorriso.

< Sempre in movimento è il futuro, e di poca fiducia meritano le visioni di esso. Nel tuo futuro un destino da compiersi c’è, e l’Ordine può prepararti ad esso. >

< Che destino? > chiedo incuriosita.

< Non ho potuto vederlo, ed è meglio se non pensi più a questo. > dice lui scendendo dal muretto, e mettendosi a passeggiare. < Se costantemente al futuro si pensa alla fine il presente cosa secondaria diverrà. >

< Ho capito Maestro. > gli rispondo andandogli dietro.

< Ora rispondi tu alla mia domanda? Cosa rende te dubbiosa?>

< È chiaro che il mio Maestro non mi ritiene capace di essere la sua Padawan. Sto iniziando a pensare che abbia ragione fra l’altro. > 

< Cosa ti fa credere questo? >

< Un Jedi non si fa battere da qualche stupido sogno. >

< Questa cosa non sempre vera è, che sogni sono i tuoi Padawan? >

< L’unica cosa che ricordo sono gli occhi di un volto sconosciuto. Gialli e carichi di odio. >
 

*****
 

Di quale fosse il problema nel prendere Dali-al come sua apprendista non ne era certo nemmeno lo stesso Obi-Wan Kenobi; il Maestro Jedi aveva risposto evasivamente alle domande di Yoda, ma quando il Gran Maestro gli raccontò ogni dettaglio della sua conversazione con la ragazza, decise che era il caso di iniziare a risolverlo.

Solo che c’era un piccolo problema nel risolvere il problema più grande: la ragazza era sparita di nuovo.
L’aveva cercata in camera sua, in biblioteca e nei giardini; ma niente. Non sapendo più dove guardare, si sedette ai piedi dell’Albero di Forza ed iniziò a meditare.

La sentiva vicina, era ancora nel Tempio… ma dove?

La Forza diresse il suo sguardo verso l’alto, su una delle tante vetrate che sovrastavano i giardini, adesso sapeva dove andare.
 
 
 
Petto.

Testa.

Gamba.

Ginocchio…AHI!

Io li odio questi remoti, ma non c’è un modo meno doloroso per imparare? Ogni volta che una scarica mi colpisce finisco sempre sul pavimento, fortunatamente tra un minuto smetterà di farmi male. Alzo la visiera del casco, e con la Forza attraggo il remoto a me, rimettendolo nel grado d’allenamento inferiore.

Direi che per capire il livello da raggiungere, questa prova sia più che sufficiente. Mi piacerebbe imparare a fare anche altre cose, ma questo è l’unico allenamento che riesco a fare da sola: non so nemmeno come funzionino i droidi per fare i combattimenti simulati.

Il remoto si rialza in volo. Ok riproviamo.

Caviglia.

Orecchio.

Schiena.

s…

< Dali-al? >

Cos? Ahi!!

La scarica mi riscaraventa per terra colpandomi la spalla. Col braccio buono alzo la visiera per vedere chi sia, anche se dalla voce credo di averlo già riconosciuto.

< Beh, grazie mille Obi-Wan. > gli dico sarcastica.

< Scusami Dali-al. > dice lui aiutandomi a rialzarmi, per poi disattivare il remoto.

< Sei qui da poco, come fai ad aver già raggiunto un livello del genere. > mi chiede sfregandosi la barba fra le dita.

< Sono una che impara in fretta. > gli rispondo mentre metto via il casco. < E poi ho avuto un sacco di tempo libero. >

Il suo sguardo muta, credo che abbia inteso.
 
< Proprio di questo volevo parlarti. > comincia lui.

< Dove devi andare stavolta? > taglio corto io.

< Perché pensi che ti voglia dire proprio questo? >

< Perché alla fine lo schema è sempre lo stesso. > gli rispondo seccata. < Tu arrivi, mi cerchi, mi dici che devi partire e che io non posso venire perché non mi saprei difendere. >

< Quindi è questo il problema. > risponde appoggiandosi al muro con aria di sfida.

< E finalmente l’hai capito! >

< Lo faccio solo perché tu là fuori non dureresti un giorno! >

ADESSO BASTA.

< Se tu ti decidessi a farmi anche solo una lezione magari qualcosa lo potrei sapere! Forse non dovrei nemmeno chiamarti “Maestro”! Tu per me non lo sei mai stato! >

Sono fuori di me, meglio che vada fuori di qui prima di perdere totalmente la calma. Obi-Wan ha sbagliato e deve rendersene conto. Non può comportarsi come se… Come se fosse mio padre.
 
 
 
   
 
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