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Autore: Justice Gundam    02/12/2020    1 recensioni
Lemina Verusia, una giovanissima nobildonna costretta all'esilio, e il suo fidato amico Slayde, un servitore mezzelfo vittima di soprusi e discriminazione. Due persone che, nella loro ricerca di un luogo a cui appartenere e di una causa a cui dedicare le loro vite, entreranno nel culto di Tiamat, la Regina dei Draghi, diventando dei soldati pronti a diffondere il suo culto anche con la forza. La loro via per l'inferno è lastricata di buone intenzioni...
Genere: Azione, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
Capitoli:
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Pathfinder: I Figli della Regina dei Draghi

Una fanfiction di Pathfinder scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 4 - L'inizio della strada

 

Il sole di quella mattinata era caldo ed abbagliante, e la giornata si preannunciava radiosa, rispecchiando quello che Lemina provava mentre attendeva che il suo addestramento iniziasse. Era stato un po' difficile prendere sonno quella notte, eccitata com'era all'idea di entrare finalmente diventata un'iniziata della dea-drago che ammirava, ma era stata in grado di riposarsi abbastanza da essere arzilla per il suo primo giorno.

In quel momento, gli iniziati si erano schierati in file ordinate in uno dei cortili della Fortezza del Voto dei Draghi, formando un quadrato davanti ad un grande palco di marmo bianco che sembrava quasi riflettere la luce del sole. In una delle file centrali, la ex-nobildonna restava in piedi in attesa di quello che sarebbe successo - in realtà, nè lei nè Slayde, che si trovava al suo fianco, sapevano di cosa si trattasse, ma Lemina era convinta che il Reverendo Cadrak Dragonsworn, o chi per lui, avrebbe tenuto un breve ma efficace discorso sui loro nuovi doveri come iniziati di Tiamat, e lei per prima non vedeva l'ora di sentirlo.

La ragazza dai capelli rosa si guardò attorno, cercando di imprimersi in mente alcuni volti tra la massa apparentemente anonima di iniziati. In effetti, erano un gruppo abbastanza eterogeneo: per la maggior parte, si trattava di umani, ma Lemina riusciva a vedere anche numerosi membri di qualche altra razza: elfi, nani, un paio di halfling, orchi, goblin...

 

...anzi, era una sua impressione, o uno degli iniziati era addirittura un dragonide?

 

Anche restando ferma al suo posto, Lemina non potè trattenere la curiosità e gettò un'occhiata a colui che più aveva attratto la sua attenzione. Era un umanoide alto quasi due metri che ricordava molto un drago in forma umanoide, ricoperto di scaglie marroncine-dorate con un muso arrotondato e una sorta di "collare" ai lati delle guance e lungo le orecchie. Dalla nuca spuntava una cresta di scaglie ossee di varia lunghezza, che potevano assomigliare ad una capigliatura lunga e folta, e aveva delle grandi mani artigliate con solo tre dita ed un pollice opponibile. Indossava degli abiti da viaggio che certamente avevano visto tempi migliori, e portava con sè una sfera di spesso vetro nero nel quale luccicavano delle strane stelline argentate che non stavano mai ferme.

 

"Un dragonide...? Questa sì che è una novità. Non mi sarei mai aspettata di vederne uno in mezzo agli iniziati di Tiamat." riflettè tra sè la ragazza. Se la memoria non la ingannava, i dragonidi erano per la stragrande maggioranza seguaci di Bahamut il Drago di Platino, la divinità draconica opposta a Tiamat. Che cosa aveva spinto quel particolare individuo a cambiare bandiera? Sicuramente, i dragonidi fedeli a Bahamut sarebbero rimasti inorriditi e sconvolti se avessero saputo di questo "voltafaccia".

"Forse quel dragonide ha subito qualche grave torto dai suoi compagni o dal resto dei fedeli di Bahamut, e adesso si è schierato con quelli che avrebbero dovuto essere i suoi nemici." pensò, notando con ironia che la sua esperienza le stava dando una prospettiva un po' particolare - adesso stava proiettando su un altro quello che aveva passato lei.

 

Il dragonide non sembrava essersi accorto dell'attenzione che Lemina gli stava rivolgendo, o forse se n'era accorto e non lo stava dando a vedere. Difficile dirlo, visto che quel volto da rettile non lasciava trasparire molto. Ma senza dubbio aveva solleticato la curiosità della ex-nobildonna, e la tentazione di presentarsi a lui e chiederlo era forte, ma in quel momento non le sembrava esattamente la cosa più saggia da fare, e non le andava di apparire informale soltanto per appagare una sua curiosità. Chissà se avrebbe avuto modo di scoprire qualcosa di più su di lui.

 

Lemina distolse la sua attenzione dal dragonide e guardò verso il suo compagno di avventura, in piedi accanto a lei con lo sguardo fisso verso il palco. Come tutti i presenti, anche Slayde attendeva, cercando di apparire quanto più stoico possibile... e ciò nonostante, il linguaggio del suo corpo era fin troppo chiaro per la sua amica e complice. Slayde era sempre stato piuttosto emotivo, anche se in quegli ultimi tempi era diventato più bravo a controllare i suoi primi impulsi, e ora che si stava avvicinando l'inizio del loro primo giorno di servizio alla Chiesa di Tiamat, era un fascio di nervi e di emozioni che riusciva appena a tenere a bada.

Lemina si guardò attorno, in modo da assicurarsi che nessuno prestasse attenzione a lei... e mosse un braccio per afferrare la mano a Slayde, in modo da dargli fiducia. Il biondino mezzelfo si rilassò almeno un po', grato per la presenza della sua compagna.

 

Appena in tempo, visto che un attimo dopo, il suono di un gong risuonò nella piazzetta, e tutti gli aspiranti scattarono sull'attenti e guardarono in direzione del palco in un momento di pura eccitazione. Seguì un secondo colpo, e poi un terzo, la cui eco non si era ancora esaurita prima che alcuni soldati che indossavano delle elaborate armature complete di colore argentato, talmente lucide da riflettere i raggi di sole, salissero sul palco, tenendo tra le mani delle alabarde dalle lame scarlatte. Stavano scortando una figura tozza e dall'aria possente, che Lemina e Slayde riconobbero subito come il Reverendo Cadrak Dragonsworn.

 

"E' venuto di persona... anche per lui, dev'essere un'occasione davvero importante..." pensò Lemina con un brivido di eccitazione. "Un momento, e quei due chi sono?"

Lemina notò che il Reverendo era accompagnato da altre due figure, entrambe più alte di lui, con un contegno altero e un'espressione distante che li faceva sembrare quasi alieni... c'era qualcosa di strano in quei due, come se avessero qualcosa di più che umano.

 

La figura più vicina al reverendo era un uomo, anche se il suo aspetto era stranamente delicato, quasi androgino. Alto, algido, vestito di una toga bianca quasi scintillante con una cintura dalla fibbia argentata alla cintola e un paio di sandali, teneva tra le mani un bastone ornato di eleganti borchie dorate, con la raffigurazione di un drago che spalancava le ali in cima ad esso. Era completamente calvo, cosa che rendeva il suo aspetto ancora più inusuale, e l'espressione del suo viso, malgrado l'apparente gioventù, sembrava quella di una statua, scolpita ed immutabile neel suo stoicismo.

 

La seconda figura era invece femminile: una donna splendida, talmente bella da risultare addirittura inquietante nella sua perfezione, con lunghi capelli argentati e ricci che scendevano dolcemente sulle spalle e lungo la schiena, e un vestito senza maniche disseminato di lumini iridati che scendeva lungo il suo corpo fino quasi alle caviglie. La sua espressione era diversa da quella dell'uomo, ma anche in lei c'era qualcosa di strano, distante ed incomprensibile. Il suo sorriso era appena accennato, e la sua carnagione pallida e i suoi occhi di un blu inquietante le davano un aspetto freddo, spietatamente razionale.

 

Lemina riuscì a distaccare lo sguardo dai due misteriosi individui, e si sentì girare la testa per la strana sensazione che l'aveva attanagliata per un breve istante. Rimproverandosi di essersi lasciata distrarre da così poco, la giovanissima ex-nobildonna si impose mentalmente di stare il più attenta e posata possibile. Il Reverendo aveva raggiunto il centro del palco, e le sue guardie avevano formato due ali perfettamente simmetriche ai suoi lati, le alabarde sollevate in modo da formare un'impressionante selva di lame. I due misteriosi individui si posero uno a ciascun lato del Reverendo, e l'uomo calvo alzò lo scettro dorato, per fare cenno ai presenti di prestare attenzione al discorso.

"Ascoltate!" esclamò. Anche la sua voce aveva qualcosa di strano... era una voce forte, autoritaria, quasi musicale. "Ascoltate dunque! La nostra guida, il reverendo Cadrak Dragonsworn, vi parlerà! Le sue parole sono quelle di Tiamat, nostra regina e dea!"

 

Il silenzio calò immediatamente sulla piazzetta d'armi, interrotto solo da qualche rumore di sottofondo appena percettibile. I soldati che accompagnavano il reverendo pestarono un piede a terra in sincronia quasi perfetta, mentre i due attendenti si inchinavano alla guida spirituale della Chiesa di Tiamat. Il possente nano si schiarì la voce, apparendo davanti agli aspiranti in tutta la sua autorità - la pesante armatura che indossava sopra i vestiti era accompagnata da un cerchio metallico rosso indossato attorno alla fronte, che a Lemina, dalla sua posizione, appariva come una corona. I suoi stivali metallici, la barba ben curata, lo sguardo aquilino... tutto contribuiva a farlo sembrare ancora più impressionante e carismatico. Legata alla schiena, portava con sè quella strana arma che Lemina aveva visto vicino a lui nel suo ufficio, soltanto il giorno prima.

 

Gli aspiranti fecero silenzio mentre Cadrak faceva scorrere il suo sguardo severo lungo la folla, e attesero con pazienza che iniziasse il suo discorso. Finalmente, dopo qualche secondo passato ad assicurarsi di avere l'attenzione di tutti, Cadrak Dragonsworn prese fiato e iniziò a parlare.

 

"A tutti coloro che sono arrivati fin qui, estendo le mie congratulazioni per essere riusciti a superare le vostre prime prove." esordì, per poi fare una pausa e dare un cenno di assenso. "Avete dimostrato determinazione, coraggio e coscienza di ciò che deve essere fatto, e di questo devo rendervi merito. Benvenuti quindi nella Chiesa di Tiamat, dove la nostra dea, la grande regina dei draghi, vi guiderà verso la realizzazione di una società veramente giusta ed equa."

 

Cadrak si fermò di nuovo, in modo da permettere alle sue parole di imprimersi nella mente dei suoi iniziati. "Tiamat si prenderà cura di tutti voi. Ma siate consapevoli che la grazia della nostra regina non è incondizionata. Ognuno di noi, a partire dal sottoscritto, ha il dovere di dimostrarsene degno, e di operare secondo le sue capacità per fare sì che la sua visione si realizzi. Perchè parlare di una società migliore senza fare nulla per realizzarla non è che fumo al vento. E perciò, come è mio dovere prendermi cura di voi e guidarvi, è vostro dovere adoperarvi con tutte le vostre forze per gli ideali della nostra regina."

Ancora una pausa, e l'uomo calvo che stava in piedi a fianco del reverendo mosse appena un po' la testa, in quello che Lemina interpretò come un segno di approvazione.

 

"Siate ben consapevoli dei vostri doveri." continuò Cadrak. "Io sono la vostra guida e il vostro protettore, ma sono anche colui che in questo paese lacerato dalle tensioni esegue la volontà della grande Tiamat. Sappiate che non saranno tollerate insubordinazioni, e ogni tentativo di ribellione verrà prontamente stroncato. Ricordatevi che io sono giusto, ma so anche essere spietato."

 

Lemina annuì tra sè, approvando questo sistema. "Ha ragione. Le regole devono valere per tutti. Dobbiamo mettere da parte i nostri egoismi e le nostre emozioni, se vogliamo fare quello che è veramente giusto per Epiros, e per Nexos. La disciplina prima di tutto."

 

"Ma con i vostri doveri, verranno anche i privilegi di cui dimostrerete di avere diritto." Il reverendo riprese il suo discorso. "Tiamat vi ricompenserà per quello che vi dimostrerete capaci di fare, sia in questa vita che in quella successiva. I nostri nemici, il governo di Epiros e la Chiesa di Bahamut, dispongono entrambi di grandi quantità di risorse, che dovranno essere poste a miglior uso; e parte di queste risorse andranno a voi, per premiarvi del vostro impegno e dei vostri successi. Chi di voi si dimostrerà capace potrà inoltre ottenere un grande potere, sia personale che temporale. Una volta che avremo sconfitto la Chiesa di Bahamut e rovesciato l'attuale governo di Epiros, sostituiremo l'ordine attuale con il nostro."

 

Cadrak fece un passo in avanti, e il suo sguardo si fece ancora più acuto. Qualcosa di oscuro brillò nelle sue iridi e fece correre un brivido lungo la schiena dei più vicini. "E per molti di voi, questa rappresenta anche l'opportunità di avere giustizia." affermò. "Quanti di voi hanno sofferto per le disparità di questa società che si autodefinisce giusta? Quanti di voi ancora anelano ad una giusta punizione per coloro che vi hanno sottratto qualcosa? Tiamat vi darà anche questa possibilità. Dunque siate fieri di quello per cui state combattendo. Servite con orgoglio e con onore. Spazzate via i nostri nemici, e fate sapere ad Epiros e al mondo intero che non potranno più crogiolarsi nel caos e nell'illegalità. Che la nostra regina è finalmente arrivata, e che nulla avrà il diritto di impedirle di portare il suo nuovo ordine. Questo è tutto. Auguro buona fortuna a tutti voi."

 

L'alto sacerdote terminò il suo discorso chinando la testa, e il suo uditorio lo accolse con un sentito applauso, a cui i suoi due attendenti e i suoi soldati si unirono pochi istanti dopo. Lemina sorrise fieramente, continuando ad applaudire con entusiasmo. Era il discorso che sperava di sentire. Quello che ci voleva per dare a lei e al suo compagno la giusta carica. Ora più che mai era decisa ad andare fino in fondo e servire Tiamat con tutte le sue forze.

 

Cadrak fece un cenno alla donna dai capelli argentati che si trovava accanto a lui, e quest'ultima sorrise velatamente prima di rivolgersi agli iniziati. Quando parlò, la sua voce aveva anch'essa un timbro un po' particolare - era una voce dolce ed armoniosa, ma c'era un sottofondo un po' strano... come se provenisse da più direzioni nello stesso momento, creando una suggestiva eco.    

 

"Permettetemi di presentarmi. Il mio nome è Lyzin, e questo che vedete con me è il mio... stimato collega... Zaltian." esordì la donna, indicando con una mano il giovane calvo vestito di bianco accanto a sè. Strano, pensò Lemina. Quando aveva detto 'stimato collega', la ragazza dai capelli rosa era sicura di aver sentito una punta di sarcasmo... ma forse era soltanto una sua impressione.

"Ora, cominceremo il vostro addestramento. Ognuno di voi verrà valutato in base alle sue capacità e ai suoi punti di forza." La voce suadente della donna ebbe un effetto rilassante, quasi ipnotico, sull'uditorio. Slayde ebbe l'impressione che anche i soldati che affiancavano il reverendo si fossero un po' rilassati. "Ovviamente, ci aspettiamo che tutti voi facciate del vostro meglio. Se lo farete, i nostri osservatori potranno valutarvi con maggiore obiettività. Prego, seguitemi. Reverendo Cadrak, con il suo permesso."

 

"Prego." rispose l'alto sacerdote, e con un gesto della mano diede a Lyzin il permesso di condurre gli iniziati verso le aree di addestramento. Con ordine, gli iniziati seguirono la misteriosa donna, e Lemina e Slayde si guardarono a vicenda per farsi un po' di coraggio. I due giovani si scambiarono un sorriso determinato, e cercarono di prepararsi mentalmente a quello che li aspettava, di qualunque cosa si trattasse.

 

oooooooooo

 

"Questo... non è esattamente quello che mi aspettavo come prima prova." commentò Slayde, con un'espressione di imbarazzo stampata sul volto. Lui e Lemina erano stati mandati in un'altra piazzetta, dove era stata loro consegnata loro una leggera uniforme grigia senza maniche, con un paio di pantaloni lunghi e una cintura legata in vita, accompagnata da un paio di leggere scarpe nere. Erano stati mandati in alcuni camerini privati per cambiarsi... e adesso, Slayde era stato chiamato per salire su una sorta di ring fatto di legno levigato, in piena vista del resto degli iniziati. "Ehm... e adesso, cosa dovremmo fare, esattamente?"

 

"Non... non ne ho la più pallida idea! Forse... ehm... si tratterà di un allenamento con qualche altro iniziato?" azzardò Lemina, un attimo prima che una figura massiccia e fiera si avvicinasse al ring. Con grande sorpresa dei due fuggiaschi, si trattava di qualcuno che avevano già visto in precedenza!

 

"Adesso sarò io il vostro esaminatore. Ti ricordi di me, vero, signorino?" esclamò Thodur, il mezzorco lottatore che Lemina e Slayde avevano visto il giorno prima, mentre Brian faceva loro una visita guidata del luogo. Vestito soltanto di un paio di pantaloni scuri sdruciti, i capelli neri legati dietro la nuca, il possente mezzorco salì sul quadrato con un'agilità sconcertante e strizzò l'occhio a Slayde con un'espressione allo stesso tempo amichevole e beffarda. "Ci siamo visti proprio ieri. E così, tu e la tua amichetta vi siete guadagnati un posto tra gli iniziati, eh? Questo vi da qualche punto, ve lo riconosco. Ma ora voglio vedere se saprete resistere."

 

Slayde restò a bocca aperta per un istante, poi deglutì involontariamente al pensiero di doversi misurare con un lottatore di quel calibro. Il mezzelfo biondo non era esattamente incapace in un combattimento fisico, ma quel Thodur era chiaramente più esperto di lui, oltre che fisicamente più forte. Cosa si aspettavano che facesse, di fronte ad un avversario così tanto più forte di lui?

 

"Molto bene." grugnì Thodur. Si sgranchì le articolazioni delle spalle con un movimento rotatorio delle braccia, poi si mise in una posizione di guardia e, facendosi improvvisamente serio, fece cenno a Slayde di farsi avanti. "Adesso, voglio saggiare la tua abilità in combattimento, ragazzo. Ora, ci battiamo in un combattimento senza armi. Attaccami con tutte le tue forze."

 

Dopo un breve istante di sorpresa, Slayde si mise in guardia e alzò le braccia davanti a sè in modo da proteggersi come poteva. Dal suo sguardo, si poteva capire che stava già sospettando qualche tranello... e il mezzorco sembrò capire al volo cosa stesse pensando.

"Heh... paura che ti giochi qualche scherzo, eh?" ribattè con una secca risata. "Tranquillo, ragazzo, qui ci stiamo allenando. Non ci sono gradi nè superiori, e anche se mi colpisci non ti succederà nulla. Forza, ragazzo, fai del tuo meglio per colpirmi."

 

Slayde si scoprì stranamente motivato da quelle parole. Cercando nella sua compagna un po' di supporto, guardò con la coda dell'occhio verso il bordo del quadrato, e vide che Lemina era ancora lì, a fargli da supporto. Sentendosi più sicuro, Slayde si fece avanti e cercò di accorciare le distanze con Thodur. A sua volta, il mezzorco tenne alta la guardia e sferrò qualche rapido colpo in modo da tenere Slayde sulla difensiva. Il mezzelfo deviò gli attacchi senza problemi, ma riusciva a percepire chiaramente che era soltanto perchè Thodur si stava trattenendo. Il mezzorco stava prendendo le misure del suo avversario, tentando di rendersi conto di come Slayde si sarebbe comportato. E finchè teneva quella posizione di guardia, Slayde non poteva attaccarlo senza esporsi.

 

"Se non mi attacchi, allora sarò io a farlo." commentò Thodur con un piccolo ghigno sul volto. Con dei movimenti rapidi e scattanti, sferrò una raffica di colpi che Slayde non ebbe altra scelta che parare - Thodur si muoveva con un'abilità sconcertante, come uno spadaccino che sferrava una serie di affondi precisi per logorare man mano la guardia del suo avversario, e Slayde si sentiva le braccia che cominciavano a tremare per lo sforzo di bloccare i colpi. Tra non molto, non sarebbe più stato in grado di tenere la guardia, e Thodur lo avrebbe colpito senza dubbio. Doveva tentare qualcosa, ma non aveva idea di cosa...

 

"Ugh... maledizione... questo tipo è tosto! Non so come fare per difendermi e contrattaccare, non ho una strategia... ma non posso restare qui ad esitare! Altrimenti, per quale motivo avrei chiesto di diventare un soldato di Tiamat?" pensò furiosamente il giovane mezzelfo, mentre i suoi occhi acuti cercavano un'apertura nella difesa di Thodur che non arrivava. "Okay, adesso devo rischiare... farò un tentativo, o la va o la spacca!"

Nel momento in cui Thodur sferrò un altro colpo che si esaurì sulla guardia di Slayde, il biondino scattò in avanti e sollevò un braccio per sferrare un pugno formidabile, diretto alla mascella del suo avversario! Il tempo sembrò rallentare, e il mezzelfo mise tutta la forza che aveva nel suo pugno, sperando di mettere a segno un attacco...

 

Troppo tardi, si rese conto di essere caduto in una trappola!

 

Un attimo prima che il suo pugno potesse raggiungere l'avversario, il ghigno di Thodur si allargò lievemente... e il mezzorco alzò un ginocchio e sferrò un colpo poderoso che raggiunse slayde alla bocca dello stomaco, appena sotto la gabbia toracica! Slayde spalancò gli occhi e si piegò in due, per poi cadere in ginocchio con il fiato corto, mentre Lemina sgranò gli occhi e chiamò il suo nome con evidente ansia.

 

"Slayde!" esclamò la ex-nobildonna.

 

Il ragazzo mezzelfo strinse i denti e si afferrò lo stomaco dolorante, per poi alzaare lo sguardo verso Thodur e fissarlo rabbiosamente. "Uuuuugh... questo... questo era un... colpo basso... non... vale..." mormorò, mentre il mezzorco faceva due passi indietro.

 

"Non vale, dici?" rispose Thodur, con un tono che sapeva di presa in giro. "Avevo detto che sarebbe stato un combattimento senza armi, e infatti non ho usato armi. Sei stato tu ad assumere che mi sarei limitato a usare i pugni."

 

Lottando contro il dolore, Slayde si rialzò sulla gambe tremanti e cercò di rimettersi in guardia. In quel momento, stava provando un impeto di rabbia... non verso Thodur, ma verso sè stesso. Per quanto gli seccasse ammetterlo, Thodur aveva ragione. Aveva soltanto detto che avrebbero combattuto senza armi... quindi non aveva infranto nessuna regola. Era stato lui a non aspettarsi un colpo simile...

 

"Allora, riesci ancora a combattere, o è tutto qui quello che sai fare?" Spronato dai dileggi del mezzorco, determinato a fargli vedere di cosa fosse capace, Slayde si rimise in guardia e cercò di stabilizzarsi. In tutto questo, Thodur non aveva mai abbandonato la posizione di guardia... e quando vide Slayde che si preparava al prossimo scontro, una lieve luce di rispetto brillò nei suoi piccoli occhi neri. "Heh. Bene. Ed ora, è il caso di sapere una cosa. Quando combatti, il momento migliore di attaccare è..."

 

Non finì la frase. Slayde scattò nuovamente in avanti, e questa volta, la reazione del mezzorco lottatore fu in ritardo di mezzo secondo. Thodur sgranò leggermente gli occhi e cercò di parare il colpo... ma il suo avversario superò la sua guardia e lo colpì alla mascella! Si sentì un colpo secco quando il pugno andò a segno... e Thodur emise un breve grugnito di dolore e indietreggiò ancora un po', mentre tutt'attorno si levavano delle esclamazioni di meraviglia! Lemina ghignò e strinse un pugno in segno di orgoglio, mentre Slayde scosse la mano con cui aveva sferrato il colpo. Quel mezzorco aveva una mascella solida come la pietra...

 

Slayde si rimise in guardia, e notò che Thodur si era già ripreso quasi del tutto e aveva preso la cosa con filosofia. Il mezzorco si passò un pollice sul labbro inferiore, che ora presentava un vistoso taglio, e diede un'occhiata al sangue che si era tolto... poi rivolse nuovamente la sua attenzione a Slayde e sfoderò un altro ghigno - ma questa volta, il mezzelfo riuscì a cogliere del rispetto nel modo di fare di Thodur!

"E' quando il tuo avversario è distratto per qualche motivo. Bravo, ragazzino, niente male come colpo." affermò. "Ci sono delle discrete possibilità che tu mi diventi simpatico."

 

"Lo... prenderò come un complimento, signore." rispose prontamente Slayde, la voce che tremava appena un po'. Si sentiva al tempo stesso spaventato ed eccitato... come se stesse davvero superando i propri limiti per avventurarsi in un territorio inesplorato. Ma nel momento in cui la sua vista acuta colse un movimento appena accennato di Thodur, si rimise in guardia e si preparò a ricevere l'attacco che partì un istante dopo. Slayde strinse i denti e parò un diretto... poi, mosse rapidamente le mani per deviare un calcio che stava per raggiungerlo al fianco!

"Non ti distrarre, ragazzo! La prova non è ancora finita!" esclamò il mezzorco, continuando a fare pressione sul ragazzo e logorando sempre più le sue difese. Slayde barcollò e cercò di concentrarsi sullo schivare i colpi e sul mettere un po' di distanza tra sè e il suo avversario, per poi attendere un altro momento per contrattaccare... Dopotutto, anche Thodur era fatto di carne e sangue, e come tale, avrebbe finito prima o poi per stancarsi e reagire in ritardo.

 

Finalmente, Slayde ebbe l'impressione che i pugni del mezzorco avessero rallentato appena un po'... e decise di iniziare a sferrare a sua volta un attacco. Con movimenti rapidi e decisi, il ragazzo sferrò alcuni pugni al torace e al costato di Thodur, che però non venne colto di sorpresa e riuscì a deviare i colpi, o a fare sì che colpissero le fasce muscolari più robuste. Thodur si spostò agilmente e colpì Slayde con un pugno sferrato con il dorso della mano destra, un colpo imprevedibile che fece barcollare il ragazzo e per poco non lo fece cadere a terra!

Pensando rapidamente, il giovane appoggiò le mani a terra per sostenersi, poi sferrò un calcio basso che spazzò il pavimento del ring e raggiunse il mezzorco alle caviglie! Thodur grugnì e perse l'equilibrio, per poi cadere pesantemente sul pavimento del ring... ma ancora una volta, si dimostrò un avversario scaltro. Un attimo prima di cadere, riuscì ad afferrare una gamba dei pantaloni di Slayde e tirò verso di sè con tutte le sue forze, in modo da trascinare giù il biondino e farlo cadere a sua volta sul pavimento di legno duro!

 

Slayde lanciò un'esclamazione di sorpresa e, troppo stupito per reagire, non riuscì a sfuggire quando Thodur gli fu addosso, afferrandogli un braccio con una delle sue possenti mani nodose. Slayde cercò di opporsi, ma la sua forza era ben poca cosa in confronto a quella del suo istruttore, che gli torse il braccio dietro la schiena e lo costrinse dolorosamente in ginocchio! Il mezzelfo biondo sgranò gli occhi e strinse i denti per il dolore bruciante che iniziò a percorrergli il braccio e la schiena. Si sentiva come se il suo braccio fosse in una morsa d'acciaio che glielo stringeva sempre di più...

 

"Non male, ragazzo, ma ci vuole ben altro per avere la meglio su di me!" esclamò Thodur con decisione. Mantenne salda la presa, in modo da costringere Slayde in ginocchio e fargli perdere le forze... e il mezzelfo, nonostante tutti i suoi tentativi, non riuscì a divincolarsi dalla presa. "Hai combattuto bene, te lo concedo. Adesso... ti arrendi?"

Slayde strinse i denti e prese fiato, quel tanto che bastava per dargli una rapida risposta.

 

"Non... mi arrendo!" ansimò Slayde, e fece un altro tentativo di sfuggire alla presa di Thodur. Per un attimo, il mezzorco sentì il suo avversario che gli scivolava via, ma non si scompose e fece semplicemente leva sul suo braccio in un altro senso, in modo da impedirgli di liberarsi. Ancora una volta, un dolore lancinante investì il suo braccio, e Slayde strabuzzò gli occhi in una smorfia... mentre ai lati del ring Lemina continuava a guardare, pregandolo di arrendersi prima di farsi male sul serio.

 

Slayde artigliò il terreno con la mano libera, in un tentativo di  farsi forza... ma era quasi giunto al limite, e farsi male proprio in quel momento, il primo giorno del suo addestramento... non gli sembrava certo un bel modo di cominciare!

 

Finalmente, il ragazzino mezzelfo si decise. Mise da parte l'orgoglio e battè con il palmo della mano libera sul pavimento del quadrato, per dire che si arrendeva. "Va... va bene! Basta... così! Mi arrendo!" esclamò.

Thodur mollò immediatamente la presa, e Slayde si afferrò il braccio dolorante, massaggiandolo per calmare il dolore. Con sua grande sorpresa, l'espressione sul volto del mezzorco era di approvazione - anche se Slayde aveva perso, doveva essersi comunque fatto onore.

"Hm. Hai fegato, ma conosci i tuoi limiti." affermò Thodur in tutta serietà. "Delle qualità molto utili in un soldato. Certo... sei ancora un diamante grezzo, ma sono sicuro che con il giusto addestramento, faremo di te un vero guerriero. Siine fiero, ragazzo."

"La ringrazio, signore..." rispose Slayde. Prese la mano che Thodur gli stava tendendo e si rimise in piedi, sorridendo nonostante tutto. Il mezzorco lo congedò con un cenno della testa, e Slayde tornò ai bordi del quadrato, dove Lemina lo aspettava.

 

"Slayde! Come va? Non sei ferito, vero?" chiese la giovane non appena il suo amico scese dal quadrato e le si avvicinò.

Slayde fece una smorfia e si massaggiò una spalla, per poi cercare di sgranchirsi le articolazioni. "Va tutto bene... è solo che non mi aspettavo di dovermi misurare con un guerriero come Thodur." affermò il ragazzo. "Ho fatto quello che potevo... e a quanto pare gli ho anche fatto una discreta impressione. Immagino... che tra un po' dovrai misurarti anche tu con lui..."

Lemina strizzò un occhio con espressione vagamente intimorita. "Cavolo... io non so fare a botte. Davvero dovrò combattere con lui...?" cominciò a chiedersi... un attimo prima che il muscoloso mezzorco rivolgesse la sua attenzione proprio a lei!

 

"Hey, signorina!" esclamò, un indice puntato contro di lei. "Se hai il tempo di chiacchierare, allora ce l'hai anche per prepararti e salire sul ring! Ho ancora abbastanza fiato da fare un po' a botte con almeno una decina di voi!"

 

"Ahia... adesso sì che c'è da divertirsi..." mormorò Lemina. Dopo un istante di esitazione, la giovane ex-nobildonna tirò un sospiro e si decise, salendo sul ring con tutta la decisione che riusciva a tirare fuori in quel momento. "E va bene! Del resto, non sono venuta qui pensando che sarebbe stata facile... Va bene, signor Thodur, io sono pronta! Cominciamo!"

"Ottimo, signorina. Fai in modo di essere pronta, perchè non sono il tipo che si trattiene soltanto perchè ha di fronte una donna." rispose il mezzorco, per poi scattare all'attacco e chiudere la distanza...

 

 

oooooooooo

 

 

"Uff! Hanf... hanf... Beh... in fondo... non è andata poi... tanto male, vero? Sono... sono riuscita... a tirargli... un pugnetto..." ansimò Lemina, letteralmente crollando sulla panchina di legno appena fuori dalla piazzetta. Aveva una vistosa ferita sul labbro superiore, il naso un po' schiacciato, una guancia gonfia e i capelli completamente spettinati... e anche quell'occhio, la mattina dopo, avrebbe avuto un colorito interessante.

"Lady... ehm, volevo dire... Lemina... senza offesa, ma quel colpo non ha neanche spostato l'istruttore." affermò Slayde, seduto accanto a lei mentre la ragazza cercava di riprendere fiato. "Stai bene? Non credi che dovresti prenderti un po' di pausa?"

 

Lemina ridacchiò brevemente. "No, no... se mi tiro indietro per questi graffietti, come farò a diventare una soldatessa di Tiamat?" rispose, cercando di ignorare il dolore. "Ow... ho solo bisogno di riposarmi un pochino, e poi sarò pronta a ricominciare..."

 

"Con calma, iniziata. Apprezziamo il tuo zelo, ma non dimenticare di prenderti cura di te stessa." la ammonì la voce severa di un sacerdote, vestito di abiti rossi e argentati con il simbolo di Tiamat disegnato sul petto. L'uomo in questione, un individuo sulla quarantina, con i capelli neri tagliati corti e un volto dall'espressione seria e dai lineamenti duri, si chinò accanto alla giovane donna, e alzò davanti a sè la mano destra, che riluceva di una tenue aura gialla. Mormorò alcune parole in una lingua che Lemina non conosceva, e toccò la fronte dell'iniziata, che sentì il dolore attenuarsi di colpo, e svanire del tutto dopo pochi secondi. E non si trattava soltanto di questo - la ragazzina sentì chiaramente che i tagli si erano rimarginati di colpo, e i lividi si stavano riassorbendo nel giro di alcuni istanti. Persino i capelli le tornarono a posto. Subito dopo, l'uomo fece la stessa cosa con Slayde, e i segni della lotta che aveva fatto con Thodur svanirono a loro volta.

 

"Ecco." continuò l'uomo, senza tradire alcuna emozione, e rimosse la mano dalla fronte di Lemina. "Ricordatevi che se siete troppo deboli per compiere il vostro dovere, non servite a nulla. Tenete in considerazione anche la vostra salute." Detto questo, se ne andò per assistere altri iniziati, che a quanto pareva erano usciti ancora peggio dai loro primi addestramenti.

 

"Beh... in effetti ha ragione. Se ci strapazziamo troppo, non possiamo combattere per la causa in cui crediamo." rispose Lemina, adesso un po' più calma e razionale. Si era lasciata prendere un po' troppo dall'entusiasmo, e si era dimenticata che non poteva spingersi oltre certi limiti. Si impose di non fare più questo errore. "Spero... che questo primo giorno non ti abbia fatto avere dei ripensamenti, Slayde. Abbiamo ancora una lunga giornata davanti..."

 

"Lo so, Lemina..." rispose Slayde, non ancora abituato a rivolgersi alla ex-nobildonna senza il titolo che le pertineva. Era anche questo un effetto della ritrovata libertà? "Nessun problema, sono più convinto che mai che possiamo farcela. Adesso... è meglio che ci riuniamo con il nostro gruppo. Tra non molto ci diranno quale sarà la prossima parte del nostro addestramento..."

 

La ragazzina annuì e si alzò di scatto, per poi guidare nuovamente il suo compagno verso la piazzetta, dove Thodur stava a sua volta ricevendo un incantesimo curativo da un adepto...

 

 

oooooooooo

 

 

La mattinata era stata intensa. Gli esercizi, gli addestramenti, gli insegnamenti sul culto di Tiamat, sui loro usi e sul dogma della loro dea-drago... quando il sole era alto nel cielo, Lemina e Slayde sentivano di avere bisogno di un attimo di pausa. Nonostante l'entusiasmo che mettevano nei loro addestramenti, le loro forze avevano un limite... e quindi, era stato un sollievo per loro quando finalmente era arrivato il momento del rancio. Tutti gli adepti si erano riuniti in una delle piazze più interne della Fortezza del Voto dei Draghi e adesso stavano consumando il pasto, seduti su delle panchine, senza tavoli nè altro che potesse essere una comodità di troppo. Un'organizzazione militarista come la Chiesa di Tiamat, in effetti, esigeva che i suoi uomini fossero ben temprati...

 

Slayde addentò un pezzo di pane nero, strappandone un bel pezzo e divorandolo con piacere. Era piuttosto insipido, e non certo morbido sotto i denti, ma in quel momento gli sembrava il cibo più appetitoso che avesse mangiato da un bel po' di tempo a quella parte. Certamente, era una porzione più che buona, se paragonata alle briciole che spesso era costretto a mangiare quando era un servitore (in realtà, uno schiavo di fatto e non di nome) nella grande villa della famiglia Verusia.

Lemina stessa si era subito adattata alla sua nuova situazione. Si era seduta accanto a Slayde, e si era messa a mangiare un piatto di brodo di carne, con dentro verdure e pezzi di carne bollita. Doveva essere pollo, o comunque qualcosa di facile da reperire. Certo non era nulla di raffinato, ma Lemina non si era esattamente aspettata nulla di diverso.

 

I due giovani stavano mangiando in silenzio, scambiandosi di tanto in tanto qualche occhiata di intesa. Ma mentre si guardava attorno, prendendosi un attimo di pausa tra un boccone e l'altro, Lemina ebbe la vaga, fastidiosa impressione che qualcuno la stesse osservando con interesse. Un po' irritata, la giovane iniziata rivolse un'occhiata obliqua nella direzione da cui veniva quella strana sensazione... ma nessuno le diede l'impressione di stare osservando lei in modo particolare. Lemina storse il naso e cercò tra la folla qualcuno che si distinguesse... senza risultati apprezzabili. L'unica persna un po' particolare che Lemina vide fu quel dragonide di prima, e anche lui sembrava concentrato sul suo rancio, mangiando lentamente e con un'eleganza che sembravaquasi fuori posto, in un rettile così possente.

 

"Perchè la mia attenzione continua ad andare a quel dragonide? D'accordo che è molto strano vederne uno tra i ranghi di Tiamat, ma..." riflettè tra sè la ragazza. Per un attimo, le sembrò che il dragonide si fosse accorto che lei lo stava osservando: interruppe il suo pasto e voltò la testa appena un po' nella direzione di Lemina... ma non abbastanza per poter dire con sicurezza che stesse osservando lei. Era un gioco un po' particolare... e se doveva essere sincera, Lemina era anche un po' irritata.

 

"Va... tutto bene?" chiese Slayde, un po' preoccupato. "C'è qualcosa che non va? Qualcuno di strano tra i nostri... ehm... commilitoni?"

"No, niente di tutto questo, Slayde..." rispose lei, e si mise a posto i capelli con un gesto distratto della mano. Forse, almeno per il momento, era meglio mettere da parte quel dragonide e quelle sensazioni senza conferme. Lemina non voleva distrazioni proprio il primo giorno di servizio. E in nessun altro, se era soltanto per quello. "Lasciamo perdere, per adesso. Se vengono fuori dei problemi, vediamo di risolverli, ma per adesso, dobbiamo semplicemente fare il nostro lavoro ed eseguire gli ordini."

 

"Sì, è vero... sono d'accordo, la nostra strada è solo all'inizio." rispose Slayde, per poi riportare l'attenzione di Lemina alla realtà. "Comunque, è meglio se finiamo il rancio. Non abbiamo tutto il tempo che vogliamo..."

 

Lemina sorrise e disse di sì con la testa, per poi riprendere il suo pasto. C'era ancora molto da fare...

 

 

oooooooooo

 

 

Il Reverendo Cadrak Dragonsworn fece un cenno di approvazione nel ricevere il rapporto dalla sua attendente dai capelli argentati. Come sempre, toccava a lui dare un'occhiata alle rilevazioni di Lyzin e Zaltian, e vedere quali dei cadetti fossero i più promettenti. Considerato il nuovo progetto che il Reverendo aveva in mente, i rapporti avevano assunto un'importanza ancora maggiore. Non potevano farsi sfuggire nessun particolare, e dovevano stare attenti a valutare bene il potenziale di ogni loro cadetto. Il piano che avevano in mente era quanto di più audace ed ambizioso Cadrak avesse mai concepito, e richiedeva che tutto andasse al suo posto. Un singolo errore avrebbe potuto rovinare tutto... e se fosse avvenuto, avrebbe potuto voler dire la rovina per la Chiesa di Tiamat di Epiros. Già in quel momento si trovavano in una situazione precaria...

 

"Questo è quello che finora abbiamo osservato, Vostra Eminenza." disse la donna dai capelli argentati, con un tono quasi gelido nel suo distacco. "Può vedere lei stesso che i nuovi accoliti dimostrano, per la maggior parte, un'attitudine almeno discreta."

 

"Molto bene." rispose il nano, ricevendo il rapporto e cominciando a leggerlo con attenzione. I suoi attendenti rimasero per diversi minuti fermi dov'erano, aspettando che il Reverendo desse la sua opinione.

Cadrak si fermò a leggere con ancora maggiore attenzione la sezione dedicata ai due iniziati che aveva accolto il giorno prima... Lemina Verusia e Slayde... aveva avuto fin dall'inizio l'impressione che quei due avessero un notevole potenziale, e le risposte che gli avevano dato durante l'incontro del giorno prima gli erano piaciute. Saranno stati anche soltanto i suoi istinti, o la sua esperienza come servitore di Tiamat, ma aveva l'impressione che, se istruiti bene, quei due sarebbero andati lontano.

 

"Abbiamo già sottoposto molti di essi ai test necessari." commentò Zaltian, interrompendo il silenzio. "Per quanto riguarda il dragonide, Ghedrin Urodar, lo abbiamo già sottoposto agli interrogatori di rito. Le sue intenzioni sono sincere, per quanto sorprendente possa sembrare. Ha davvero intenzione di unirsi a noi."  

"Hm. Un dragonide che si unisce alla Chiesa di Tiamat. Per me, è la prova che il nostro verbo si sta diffondendo... e che anche i dragonidi presto si renderanno conto che gli insegnamenti di Bahamut sono fallimentari." disse Cadrak con evidente soddisfazione. "Per quanto riguarda questi due giovani cadetti... sono già stati sottoposti ai test per rilevare il loro potenziale magico?"

 

"Ancora no, Reverendo. Non c'è stato il tempo, per oggi." rispose tranquillamente Lyzin. "Tuttavia, domani mattina possiamo provvedere, se desidera."

"Si tratta... del nostro nuovo piano, immagino." continuò Zaltian. "Ne devo arguire che anche l'Artiglio è quasi pronto."

Cadrak annuì soddisfatto. "La risposta è affermativa, per entrambe le domande." rispose, stringendo brevemente un medaglione che portava al collo. "Le forge su Acheron stanno lavorando a pieno ritmo. Ci vorrà ancora un po' di tempo, ma quanto ho sentito è promettente. E se tutto dovesse andare bene, Lemina Verusia sarà la persona che più di tutte spianerà alla Chiesa di Tiamat la strada verso il trionfo!"

"Certamente, reverendo. Comprendiamo perfettamente." rispose Lyzin. "Provvederemo a verificare se Lemina Verusia e Slayde sono dotati del potenziale magico che lei cerca. Contiamo di darle buone notizie entro breve."

 

"Ottimo." concluse Cadrak. "Fate quello che dovete. Mi aspetto grandi cose da questo nuovo gruppo di iniziati."

             

 

oooooooooo

 

 

CONTINUA...

 

  
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