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Autore: sallythecountess    03/12/2020    1 recensioni
Lia, Zoe e Mari sono tre ragazze nate e cresciute nel piccolo paesino di Playa del Monte. Migliori amiche storiche, hanno una cosa in comune: le estati a lavorare al bancone del Chaos. Cristallizzate in storie sbagliate e ormai morte, saranno in grado di affrontare i cambiamenti che la vita gli proporrà in dodici mesi speciali?
(Tratto dal testo)
"Sono tre anni che la aspetto, tre anni in cui non ho mai avuto nessun margine per sperare, eppure l’ho amata lo stesso. In silenzio, a distanza, contando fino a cinque ogni volta che mi concedevo di guardarla, per non sembrare il pazzo che sta ore a fissarla. Tre anni che mi tormento, analizzando ogni suo gesto e ogni parola, nella speranza che lei stia cercando di farmi capire qualcosa, ma allo stesso tempo con la paura di poter fare o dire troppo e dimostrarle il mio amore, rovinando l’affetto che ci lega. L’ho consolata quando stava male, ho sorriso quando lei era felice, anche se spesso stavo morendo dentro. Ho sopportato di vederla con un altro, ho anche sperato che tornassero insieme, solo perché volevo che lei fosse felice..."
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash, FemSlash
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo:
In auto Lia provò di nuovo a chiamare Jin dal cellulare di Max, e inavvertitamente notò che Mari gli aveva scritto parecchi messaggi.
“Dai, accosta e rispondile. Ci rimarrà male se continui a ignorarla ed io sarò costretta a prenderti a schiaffi se fai rimanere male la mia amica…”gli disse, con un sorriso sornione da persona che sa quello che hai per la testa e Max prese il cellulare e disse piano “piccola, sto guidando quindi ti rispondo dopo, ok? Se c’è qualcosa di urgente scrivimi pure…”
“Piccola…?” sussurrò Lia estremamente perplessa, ma allegra per quei suoi due strani amici. Un po’ era amareggiata, perché Mari si era allontanata da lei negli ultimi mesi e non le aveva confessato nulla, però era francamente contenta per loro.
 Max sbuffò e confessò piano “…non so come o cosa sia successo, non so neanche se sia successo davvero ad entrambi o è una cosa solo mia…”
“Ci toccherà scoprirlo, allora…” rispose incoraggiante e lui scuotendo la testa le fece notare soltanto che lei non era stata in grado di capire che l’uomo che le moriva dietro da tre anni l’amasse troppo per poterla tradire, figurarsi se avesse potuto interpretare i sentimenti della criptica Mari.
“E invece la conosco abbastanza da…” disse lei divertita, ma poi Max fu costretto a frenare bruscamente e la loro conversazione si interruppe.
“E’ un gattino quello che ci ha attraversato la strada?” chiese Lia scendendo dall’auto per prestare soccorso al piccolo animale, e Max fece di tutto per farla tornare in auto, ma non ci fu verso. Lia raggiunse il punto in cui si era nascosta la creaturina e disse piano “morirà se lo lasciamo qui…”
“Non mi sembra amichevole, eh. Non fa che soffiare e sembra quasi una caffettiera con tutti quei versi…” le disse Max serio, ma lei togliendosi la giacca rispose “sciocchezze, è solo molto impaurito…”
Ci mise quindici minuti a recuperarlo e lo avvolse nel suo cappotto per bloccarlo e asciugarlo.
“vieni a casa con me, ragazzo…” sussurrò Lia piano, a quel gattino terrorizzato, che provava in mille modi a divincolarsi e Max le sorrise soltanto.
Rientrato in auto, però, ebbe un infarto quando lesse “…non riesco a dormire e penso di essere sola in casa…vuoi venire? Ho tanta voglia di un po’ di coccole ed è molto vicino da casa di Lia”
“Oh cazzo” disse Max sconvolto, e Lia gli chiese cosa fosse successo. Non voleva parlargliene, perché non aveva idea del perché Mari non si fosse confidata con lei, ma aveva bisogno davvero di parlarne con qualcuno. Così Lia apprese di quella strana storia tra i suoi amici, e le cadde quasi la mascella.
“Oddio è fantastico! Alla faccia di quel super noioso di Julio!” gridò con un po’ troppo entusiasmo, ma poi dovette calmarsi perché il gattino si era spaventato.
“Non so se è una buona idea. Tra due giorni si laurea, è in un periodo difficile, non voglio che si penta di qualcosa…”
“Beh tu vai e diglielo, ma se ti ha invitato…” sussurrò Lia sorridente, ma lui sussurrò piano “Zoe mi uccide…” facendola solo sbuffare.
Non sapeva perché Zoe avesse preso così nettamente posizione contro di lei e non lo aveva mai capito, fino a quando non aveva sentito dire a Max quelle parole sul rapporto tra Rosi e Jin. Così disse piano “…lei è sempre inflessibile. Non accetta il minimo errore”
“Beh è lei a dover sopportare ‘Tiny dancer’ a tutte le ore, e anche il suo capo ubriaco che si addormenta sui tavoli o sul bancone, quindi onestamente non me la sento di biasimarla…” rispose ridendo, ma Lia rispose seria “è per questo che ce l’ha tanto con me? O perché rivede nel rapporto tra Jin e quella, il vostro rapporto?”
Max annuì ridendo e le disse piano “è la prima considerazione sensata e logica che fai in tutta la serata. Mettici che la sua migliore amica se n’è andata senza neanche provare a parlarle…”
“Io ho provato, ma lei continuava a dare sempre ragione a Jin e a urlarmi contro, così ho smesso…” ribattè contrita, ma lui scosse la testa e disse piano “…e tu non sai com’è fatta, possibile? Lei urla, è aggressivissima, ma non è cattiva e se non le importasse di te, probabilmente non ti avrebbe neanche rivolto la parola. Zoe chiude con le persone con la stessa velocità con cui cambia il mascara, eppure mi risulta che ti abbia cercato più di una volta, ricevendo risposte molto vaghe…”
“Non avevo voglia di sentire tutte quelle urla…” rispose piena di sensi di colpa, perché quella sera davvero le sembrava di aver sbagliato tutto con tutti.
“…beh sai qual è la cosa positiva di Zoe? Che non è brava a portare rancore con chi ama. Quindi…” aggiunse Max, e Lia ridendo concluse “…quindi vai da Mari, tanto dopo un po’ le passerà la rabbia” facendolo morire dal ridere.
“E’ che non mi sembra una cosa giusta, non mi sento in diritto di avvicinarmi così a lei e…di toccarla. Insomma sono le sue prime volte, e non mi sembra giusto che le regali ad uno come me…”
“Che vuoi dire con ‘come me’? Sei uno che sta solo cercando di portarsela a letto?” gli chiese molto dolce, perché sapeva già la risposta, e Max scosse solo la testa e rispose “…dai Lia, non servo a niente come fidanzato. Tutte le mie storie naufragano dopo pochissimo, cosa vuoi che possa offrirle? Lei è un genio, io sono un fottuto meccanico e neanche dei più bravi…”
“Quante sciocchezze. Come se contasse qualcosa!”
In quel momento, però, raggiunsero l’indirizzo di Lia e il sorriso di lei si spense perché Jin non era neanche lì.
“Beh sarà andato da Mariela. O boh…magari gli serviva del tempo da solo per accettare tutte queste tue prese di posizione da piccola dittatrice bionda. Vattene a letto Lia e cerca di non farti uccidere nel sonno da questa bestia nera con gli artigli…” le disse dolcemente, ma ci era rimasta male, ed era evidente, così sussurrò piano “…pensi che abbia cambiato idea su di me? Che possa essere troppo tardi?”
“Lia, penso che appena accenderai cellulare ti troverai migliaia di messaggi suoi. Quindi non fare quel faccino triste, stai serena, che non è successo nulla di irreparabile…”
Fece per salutarlo con un sorriso, quando il cellulare suonò.
“Niente da fare, è tornata la sua coinquilina…” spiegò Max dispiaciuto e Lia gli disse piano “sarà per la prossima volta. Ma voleva fare quel passo, e questo conta per me…” facendolo sorridere.
Max, però, ci aveva messo il cuore e mille aspettative in quel messaggio. Così dopo aver liquidato Lia, arrivò sotto casa di Mari e le disse piano “piccola, puoi scendere un minuto?” facendole venire un infarto.
“Hey…” sussurrò Mari con un sorriso enorme raggiungendolo in auto, ma Max non aveva voglia di chiacchiere inutili, così le diede un bacio favoloso che la stese totalmente.
Si baciarono per un po’ entrambi troppo eccitati ed emozionati per fermarsi, e poi Mari gli disse una cosa assurda, che lo sconvolse totalmente.
“Facciamo una follia, vuoi? Dormiamo da te?”
 Lui mordendosi il labbro rispose “Vorrei eccome! Ma tu tra due giorni discuti la tesi, devi studiare dai…” le disse serio e Mari tremò pensando solo “ma allora è una cosa importante per te?” ma non lo disse e sussurrò fronte contro fronte “Io lo voglio Max…e non riuscivo a dormire per questo pensiero…”
Max sbuffò e le disse sorridendo “io non sono l’uomo giusto per queste cose…”
“Che vuoi dire?” chiese spaventatissima e lui sussurrò piano “…un uomo migliore di me riuscirebbe davvero a fare la cosa giusta, a resisterti e a rimandarti a casa. Un uomo più serio non ti permetterebbe di…” ma non riuscì a finire perché Mari gli tappò la bocca con un bacio.
“Ho voglia di te Max…” sussurrò dolcissima, mordendogli il labbro e lui dovette accontentarla. Spinse l’auto ad una velocità assurda, tanto da spaventare a morte Mari, ma venti minuti dopo la stese sul letto e iniziò finalmente a baciarla e ad accarezzare il suo corpo, facendola impazzire. Non fece immediatamente l’amore con lei, perché voleva farle godere tutte le piccole cose che lei aveva provato solo con Kimberly e che era certo di saper fare meglio, e dai suoi gemiti capì che aveva apprezzato tutto.
“Hey…”
“Hey…” sussurrò lei con gli occhi chiusi e un sorriso stupendo.
“Sei pentita?”
“E’ stata la cosa migliore della mia vita, quindi direi proprio di no…”sussurrò lei aprendo gli occhi e solo a quel punto Max riuscì a calmarsi, ma temeva che Zoe lo avrebbe davvero ucciso, così le chiese di nuovo se fosse sicura e lei sussurrò “vieni a dormire su di me…” facendolo sciogliere.
Dieci minuti dopo, però, il cellulare di Max illuminò la stanza perché qualcuno aveva finalmente finito di fare ciò che stava facendo e aveva iniziato a chiamarlo per raccontargli una storia assurda.
 
Capitolo
Jin aveva guidato per un po’ senza meta, perché aveva bisogno di chiarirsi le idee. La presa di posizione di Lia era stata nettissima e troppo rigida, ma forse non aveva tutti i torti. Era davvero un codardo, un uomo senza dignità, ma probabilmente avrebbe comunque allontanato Rosi, quindi tanto valeva farlo per la donna che amava. Una parte di lui, però, continuava a ricordargli che non era giusto, che i rapporti normali non si basano su capricci e ultimatum e che l’amore non ti chiede mai di scegliere.
Sbuffò e si disse che forse se non era riuscito ad ottenere la sua fiducia, doveva rinunciare e lasciarla andare, ma quanto poteva essere doloroso quel pensiero? Provò a chiamarla, allora, ma lei da classica bambina capricciosa aveva spento il cellulare, e lui si innervosì ancora di più. Non sembrava lei, era assurdo, ed era davvero un incubo. Poi, però, i suoi amici iniziarono a chiamarlo e Jin rispose ad una in particolare.
“Dove sei? Ti devo vedere adesso” disse serissimo, e la persona all’altro capo del telefono si sentì morire. Aveva visto che Lia era rientrata e aveva provato a chiamarlo, trovandolo totalmente furioso.
“Vengo a casa tua?” chiese seria, ma Jin voleva vederla in un luogo pubblico, per non alimentare ulteriormente le paranoie di Lia che sarebbe impazzita sapendo che si erano visti a casa, così le diede appuntamento in un bar in cui generalmente andavano a bere dopo le loro serate, che aveva la caratteristica di restare aperto fino a notte fonda. Mentre la aspettava vide le chiamate di Max, e notò che gli aveva scritto, ma non aveva nessuna voglia di parlare con lui. Non stava bene in quel momento, e probabilmente stava per fare una cosa che gli avrebbe tolto un po’ della sua stima per se stesso, quindi non aveva voglia di condividere con gli amici quel momento. Riprovò a chiamarla un paio di volte e si chiese come diavolo avrebbe fatto a tornare a casa. Chiese a Rosi immediatamente se l’avesse vista, se sapesse dove fosse in quel momento, ma lei alzò soltanto gli occhi al cielo.
“Rosi tu mi ami?” le disse rigido, seccato da quello stupido atteggiamento di lei, che rimase totalmente paralizzata da quella frase. Onestamente non sapeva neanche lei perché le desse tanto fastidio che quel suo storico amico avesse realizzato il suo sogno d’amore con quella dannata ballerina perfetta, ma la detestava. L’aveva sempre detestata, ad onor del vero, perché era terribilmente invidiosa dell’amore Jin provava per Lia. Quello stupido sembrava da sempre disposto a qualsiasi follia per lei, e Rosi si era sempre detta che non esistono davvero sentimenti del genere, che sono solo illusioni e ossessioni, e che le persone normali non vengono amate in quel modo. Si ripeteva che una volta avuta la donna che desiderava tanto, probabilmente avrebbe cominciato a ridimensionare questa sua ossessione per lei e a trattarla normalmente, ma Jin era diventato ancora più innamorato e ancora più “irreale” e lei era sempre più invidiosa.
“ma sei cretino?” chiese lei ridendo forte e lui rigidissimo scosse la testa e rispose “…io non riesco a capire onestamente perché ti comporti così da stronza…”
“Dai, non fare il tipo noioso…” rispose alzando gli occhi al cielo e Jin scosse solo la testa.
“Mi hai messo in un casino. Sono in una posizione odiosa, che mi fa sentire uno schifo, ed è tutta colpa tua. Ma che cazzo ti è passato per la testa, si può sapere? Perché non puoi essere felice per me?” le disse esasperato, ma lei ribattè secca “…perché non sai neanche tu quello che vuoi. L’hai idealizzata troppo in questi anni…”
“Saranno problemi miei, no?” le disse serissimo e lei scosse solo la testa. Spiegò che lo faceva per il suo bene, per l’affetto che li legava da sempre e Jin rispose serio “…no, sono sciocchezze. Io ti ho difesa, ho nascosto a Lia i tuoi messaggi per l’affetto che ci lega fin da ragazzini, ma quello che hai fatto tu è una porcheria. Tu vuoi che Lia mi lasci, vero? Sei più felice adesso che non vuole neanche parlarmi?”
“non essere paranoico adesso…”
“Allora per quale diavolo di motivo ti comporti così? Perchè la tratti male? Perché non hai mai provato a legare con lei? Perché non hai rispettato il nostro rapporto?”
Rosi alzò gli occhi al cielo e sbuffando rispose “perché è francamente insopportabile, con quel suo atteggiamento da prima donna e la convinzione che sia meglio degli altri, la detesto…”
Jin scosse la testa, perché avevano fatto troppo spesso quel discorso nei tre anni precedenti, e ruggì rigidissimo “ma gli amici fanno questo. Com’è possibile che non te ne rendi conto? Gli amici sono felici per la tua felicità, e cercano in tutti i modi di conoscere la persona che sanno che ami. Io ho fatto così con tutti i tuoi ex, e lo sai che sento ancora Rafa e tu, invece? Hai mai provato a parlare una volta con Lia da sole?”
“Ma di cosa diavolo vuoi che parli con una così? Della manicure? Di shopping? Io non sono quel genere di donna…” ribattè acida, e Jin scosse solo la testa e rispose “di qualsiasi cosa.Non ti ho chiesto di sposarla, ma solo di provare a conoscerla. Lei lo ha fatto con te…”
“Bene, quindi sono io la cattiva? Fantastico…” ruggì antipatica e  Jin provò per l’ennesima volta a spiegare ma senza ottenere nessun risultato. Così si convinse che aveva ragione Lia, che non era possibile un’amicizia tra loro, anche perché Rosi non lo avrebbe mai permesso. Le spiegò allora che non l’avrebbe più considerata sua amica e lei ci rimase malissimo. Provò a dirgli di ripensarci, di non buttare tutto all’aria per una donna, ma Jin le rispose che era stata lei a mandare tutto all’aria. E poi, proprio quando stava per concludere, gli arrivò una chiamata e tremò leggendo il nome del chiamante.
“Sanny…” sussurrò lei piano, ancora incredula, perché non si aspettava di avere risposta, ma lui rimase per un attimo senza fiato per la dolcezza di lei.
“Lali ti cerco da ore...” le disse, ma gli tremavano letteralmente le mani perché non aveva idea di cosa lei avesse fatto quella sera.
“Davvero?” sussurrò Lia pianissimo, al settimo cielo. Aveva davvero avuto paura di aver esagerato, così appena entrata in casa aveva posato il gattino su un vecchio maglione, gli aveva dato da mangiare ed era corsa a mettere in carica il cellulare per sentirlo.
“Certo Lali. Volevo sapere dove fossi, se per caso volessi parlare ancora di noi, ma il tuo telefono spento mi ha mandato in paranoia, letteralmente…” le rispose
“Anche io ti cercavo, ma dal cellulare di Max perché il mio era scarico. Sono stata a casa tua, ma non c’eri e neanche al Chaos. Ho aspettato, ma non ti sei fatto vivo, così ho pensato fossi a casa mia, ma non c’eri e…non sapevo dove fossi…”
Jin sorrise in modo splendido, allora e disse piano “…sei addirittura venuta a cercarmi amore? Ed io che pensavo che non volessi avere nulla a che fare con me e stessi facendo l’arrabbiata…”
“Scusa amore, scusa se sono stata prepotente. Ero gelosa e irrazionale, ma lo so che tu sei il mio uomo speciale. Io ti voglio di nuovo accanto a me. Per favore, non pensare di non contare abbastanza per me. ”
“Wow questa è nuova…” bisbigliò appena, letteralmente confuso, perché un paio d’ore prima aveva lasciato una donna totalmente diversa nel parcheggio ed ora lei era così dolce e pentita, perciò non aveva idea di cosa fosse successo.
“Vedi, Max mi ha detto una cosa su di te, e temo che valga anche per me. Ha detto che in questi tre anni hai cercato in ogni modo di allontanarti, di non amarmi, ma non ci sei riuscito. E questo vale anche per me, perché quando mi svegliavo ogni dannata mattina mi mancava il tuo braccio addosso. Quando preparavo il pranzo o la colazione, avevo sempre voglia di farne un po’ per te. Pensa che ho pianto per venti minuti davanti ad uno sformato di funghi e patate, che non ho neanche mangiato perché mi faceva troppo pensare a te…”
Jin rise allora, ma con le lacrime agli occhi. Si chiese se fosse possibile che lei avesse sofferto tanto per lui e provò a dirle piano “Lali…” ma lei aggiunse “…e mi mancava venire al Chaos, mi mancava tornare a casa con te e quando mi mettevo a letto la sera avevo sempre voglia della tua voce che mi sussurra piano accarezzandomi i capelli. Così ho capito di non essere più la donna di prima, perché il mio cuore ormai non è più lo stesso. Ti sei fatto spazio in questo piccolo cuore con la forza, e lo hai occupato tutto costringendolo ad adattarsi a te, alle tue strane fissazioni, al tuo amore per i gatti e per i Kiss e adesso semplicemente non riesce a tornare alla sua forma di prima senza di te ed è sformato e vuoto…”
Jin versò un paio di lacrime di commozione in quel momento, ma per qualche minuto non riuscì a dire nulla e lei bisbigliò solo “…cosa c’è? E’ troppo tardi?”
“No Lali, che dici? Ero solo un attimo troppo emozionato per rispondere, perché è la cosa più bella che mi abbiano mai detto. Ti amo da morire Lali, tanto da aver capito che probabilmente hai ragione tu, devo allontanare Rosi. Lo stavo facendo in questo momento…”
Lia pensò “fantastico!” ma non lo disse. Rispose solo “non devi farlo per stare con me. Io ti voglio comunque…”
“Dimmelo ancora, ti prego…” le sussurrò col cuore in gola e gli occhi chiusi e Lia disse piano “Mi sei mancato da impazzire. Temevo di non potermi fidare di te e sono stata malissimo…”
“Non succederà mai più amore, non rischierò più di perderti, lo giuro…” le disse piano e Lia rispose “…non mi perderesti facilmente amore…” facendolo sorridere.
“Posso venire da te adesso? Rapirti e portarti a casa nostra e fare l’amore?” sussurrò piano e lei ridacchiando spiegò che ormai le suorine erano andate a letto, dunque avevano chiuso la portineria.
“Sei prigioniera nel castello? E non posso raggiungerti in nessun modo?” le disse col sorriso e Lia disse di no.
“E poi ho un nuovo fidanzato che ha bisogno di me stanotte…” aggiunse, accarezzando quel gattino ringhiante, che si era accoccolato addosso a lei dopo aver mangiato il tonno e le acciughe. Raccontò a Jin del gattino, e lui impazzì per quella cosa, e iniziarono a pensare ai nomi da dargli e alle cose da prendere.
Jin dimenticò totalmente Rosi nel locale, e solo dopo po’ si ricordò e disse a Lia che forse doveva andare a salutare l’amica, prima di andare, ma entrando nel locale non la ritrovò e pensò solo “meglio così…”
 “…Allora domani portiamo insieme il piccolo dal veterinario e poi venite finalmente a casa?” facendola sorridere. Lia gli fece presente che sarebbe stato quasi impossibile spostarsi ogni giorno senza auto, ma Jin le disse solo “hai la mia auto Lali. Io vado al Chaos in moto, tu mi raggiungi quando finisci il lavoro e torniamo a casa insieme...se vuoi”
“Certo che voglio amore…” cinguettò allegra e Jin le disse solo “Dovrai chiamarmi amore sempre da adesso, lo sai? Perché ho sofferto troppo quando mi dicevi ‘non chiamarmi Jin’e adesso detesterei sentirtelo dire…”
“Lo so amore, mai più…” sussurrò piano, facendolo sorridere. Jin rimase al telefono con lei per tutto il tempo mentre pagava il conto del bar, e poi anche mentre guidava e si mise a letto parlando con lei.
 Il giorno dopo Jin aveva un impegno con sua madre, così si alzò presto e organizzò una sorpresa alla sua Lia, che però andò male, perché Lia stava organizzando contemporaneamente una sorpresa a lui.
Nota:
Eccoci qua, allora ve l'aspettavate di Mari e Max? E che ne pensate di questi due? Fatemi sapere, vi aspetto.
   
 
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