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Autore: Damaer    03/12/2020    2 recensioni
Cristina Franchi è una di quelle ragazze con mille idee in testa, alla continua ricerca della sua strada. Ha tanta voglia di fare, e le piace pensare che nulla della sua vita sia stato già deciso.
Un giorno decide d'iscriversi ad un corso di ceramica, e lì incontra Riccardo.
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“Come si chiama?”
“Cristina Franchi” rispose lei, scandendo bene le lettere. Non voleva trasmettere e far capire quanto disagio le procurassero tutti quegli occhi addosso.
“E come mai ha deciso di iscriversi?”
“Per il film Ghost”
Genere: Erotico, Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Universitario
Capitoli:
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Buonasera a tutt* :) 

Nei capitoli precedenti mi sono dimenticata delle presentazioni: sono Giada, e qui su Efp sono nuova. 
Data la noia di questi giorni, ho iniziato a scrivere... Spero vivamente che non ci siano troppi errori grammaticali o di stesura! Nel caso, non esitate a scriverli! 
Spero vivamente che la storia possa piacere. 
Vi lascio alla lettura, e se volete, scrivetemi pure un vostro parere! 

Cap. 3 "Chiodo schiaccia chiodo." 


Il sabato, come da tradizione, Cristina Franchi lo trascorreva sempre e comunque con Flavia Rossi, la sua storica amica dell’infanzia. Lei aveva intrapreso un percorso universitario diverso, studiava veterinaria e il suo tempo a disposizione era veramente poco, ma nonostante tutto il sabato riuscivano ad incontrarsi per un aperitivo. 

Erano sedute ad un tavolino al bar in centro, all’esterno, e sorseggiando negroni osservavano i passanti e le vetrine. 

“Ah, sono distrutta, questa settimana mi ha sfinito.” 

“Che è successo?” Chiese Cristina, con la bocca piena di noccioline. 

“La stronza della Castillo mi voleva mettere 20 ad anatomia 2, ho rifiutato e se ne è uscita con una predica su quanto bisogna avvolte accontentarsi se “ritengo abbia raggiunto il suo massimo” rispose lei, alterando la voce da oca per copiare quella della prof. 

“Ma come può dire lei qual è o non è il mio massimo, che stronza. Mi sono prenotata al prossimo appello. Ah e poi Corrado se ne esce di nuovo con  “Sai, forse è meglio se non ci vediamo più .” 

E questa volta parlò con una voce bassa e profonda, per copiare quella del suo scopamico o ragazzo, non si sapeva bene il titolo del tipo in questione.

“Non lo pensare Fla, è un coglione. Come direbbe mia madre: chi nasce tondo non può morire quadrato.” 

L’amica sbuffò. Aveva capito appieno il significato del proverbio. 

“È da sempre così quell’idiota. Ma se ci frequentiamo da anni ormai, e cavolo abbiamo capito che stiamo bene insieme fallo sto passo e ufficializziamo! No, invece lui deve fare lo stronzo in giro e dice che per lui le relazioni non vanno bene. Non vuole cambiare” 

“Non ci pensare, lascialo perdere. Sono sicura che nel momento in cui poi tu inizi a guardarti altrove... eccolo che ricompare e sarà lui a chiederti di fidanzarvi, e lì allora lo farai soffrire e manderai a fanculo.” 

Flavia scoppiò a ridere. “Cri tu mi vedi possibile di fare una cosa del genere?”

“Certo! Soprattutto se incontri uno come quello lì e col cazzo se pensi ancora lui!” 

Cristina con gli occhi indicò alla loro destra, facendo notare all’amica un ragazzone alto due metri, con barba e muscoli proprio come piaceva a lei. 

“Beh, di certo lui sarebbe un bel diversivo.”

“Chiodo schiaccia chiodo, amica mia.” 

 

Il resto della serata con Flavia proseguiva a gonfie vele, stavano al terzo negroni ed era arrivato il punto di ingerire un po’ di cibo oltre alle noccioline. 

Sempre in centro avevano un altro posto in cui andare come da tradizione: la Piccola Osteria. 

Era un locale piccolo, intimo e stracolmo di decorazioni e fotografie alle pareti. 

I proprietari furono felice di vederle, e subito vennero accolte con un affettuoso benvenuto.

“Ah che bello! Venite venite per fortuna è libero il vostro tavolo.” 

La signora Beatrice subito le accompagnò nel loro angolino preferito. “Sapete già eh?”

Le ragazze annuirono. “Signora poco vino questa volta, abbiamo già dato!”

“Non vi preoccupate! Faccio io!” 

 

Poco dopo la tavola era imbandita con taglieri di salumi e formaggi, e due grandi porzioni di gnocchi fatti in casa. 

“Invece a te come sta andando il corso di ceramica?” Chiese Flavia all’amica, mentre sorseggiava il vino rosso. “Ti piace?”

“Oh si! Peccato che il professore ci sta provando spudoratamente con me.”

“Uh! E com’è?!” Rispose lei, tutta curiosa. 

“Ma l’aspetto diciamo che può anche andare... Anzi, è accattivante ma è troppo convinto di sé: non mi piace.” 

“Dai Cri! Ci potresti provare anche tu... sai, per levare qualche ragnatela.” 

Cristina ruotò gli occhi, preferendo addentare un’altra forchettata che rispondere all’amica. 

“Finirai con l’arruginirti, mia cara. E il professore magari sa proprio come usare qualche bell’attrezzo.” Continuò l’amica, facendole l’occhiolino.

“Stronza, non infierire. È perché non sono pronta ancora, quel coglione di Leonardo mi ha fatto stare una merda e continuo a pensarlo purtroppo.” 

“Ma proprio perché ci pensi, devi trovare qualcun’altro! Chiodo schiaccia chiodo, no? Me lo hai detto tu!” 

“Fla non è la stessa cosa, mi dispiace. Io con quel coglione ci sono stata per tre anni.”

L’amica alzò le braccia al cielo. “Sì, e come è finita?! Hai scoperto che ti tradiva. E adesso sta con quella. Devi rimetterti in gioco, sono passati quattro mesi!”  

“Dettagli.”

“Sì, dettagli.” 

Ed entrambe scossero la testa, era meglio cambiare argomento e bere altro vino;

 

Finita la cena, una accanto all’altra si fumavano l’ultima sigaretta prima di dividersi. 

“Sai, non è tardissimo. Se facciamo un ultimo giro?” 

“Ma si dai, io domani non devo fare niente.” 

Le due ragazze iniziarono a passeggiare lungo il corso, passando accanto a numerose coppiette innamorate.

“Quando vedo questo mi viene da vomitare te lo giuro.”

Cristina iniziò a ridere. “È solo perché tu non sei una di quelle.” 

Flavia la guardò storto. “Oggi non ti sopporto.” 

“È solo perché non stiamo più tanto tempo insieme!” Rispose l’amica, prendendola sottobraccio.

 

Passarono accanto a un altro locale, un bar e questo era ancora pieno di gente. 

“Il drink della staffa?” Propose Flavia.

“Ci sta.” 

Il locale era gremito, vennero accolte da un leggero chiacchiericcio e da una piacevole musica di sottofondo. In un angolo era libero un tavolino, dove non c’erano sedie attorno ma una grande panca ad angolo con dei morbidi cuscini, e subito iniziarono a leggere il menu.

“Ma ci siamo mai venute qui?” Chiese l’amica a Cristina.

Lei ci pensò un po’ su. “Di solito andiamo al bar che frequenta Corrado, quindi mi sa di no.”

“Giusto...” 

 

Dato che il locale era pieno, i camerieri ci misero un po’ ad arrivare, e fu molto strano quando entrambe videro un cameriere camminare verso di loro proprio con un vassoio carico.

“Questi sono per voi” 

Il ragazzo appoggiò sul tavolino due bicchierini da shot, contenenti quello che già dall’odore sembrava sambuca. 

“Ma noi non abbiamo ancora ordinato!” Spiegarono entrambe.

“Questi ve li offrono quei due ragazzi.” Rispose lui, tranquillissimo, indicando un tavolino alla sua destra. “Cosa volete ordinare voi invece?”

“Io un espresso Martini, e tu Cri?”

“Io... si anche io” rispose lei, un po’ in confusione dall’accaduto.

“Benissimo vengo subito.” 

Appena se ne andò il ragazzo subito entrambe si sporsero per vedere chi fossero i due ragazzi in questione. 

 

Infondo, sulla destra due ragazzi, in particolare uno, accennava un saluto per catturare la loro attenzione. Cristina mise meglio a fuoco. 

“No, ma questo davvero sta da fuori.”

“Chi? Chi è?” Chiese l’amica, giustamente non sapendo quale fosse il suo aspetto. “Non dirmi che è Corrado, o Leonardo? No Dio sarebbe stranissimo è impossibile. Non dirmi abbiamo già acchiappato... ci siamo appena sedute!” 

Cristina fece il segno di tacere all’amica. 

“No cretina come puoi nominare quei due! È lui, il professore.” 

Flavia si sporse un altro po’ per vedere meglio, mentre invece Cristina faceva finta di non notarlo. 

“Oh, beh dai è carino. Anzi, sono carini entrambi e...” 

“E?” Continuò Cristina.

“E stanno venendo verso di noi.” 

“Cosa?!” Cristina strabuzzò gli occhi. “No questo no! Io me ne vado!” 

E appena lo disse, si alzò così di scatto che non si accorse che praticamente entrambi erano già arrivati. Cristina gli sbatté addosso, finendo sul suo petto. 

Riccardo l’afferrò per le braccia. 

“Di già?” Ne approfittò lui, cogliendo al volo l’occasione giusta per provocarla. 

Lei gli sferzò una gomitata nel fianco e si liberò dalla presa. “Idiota.”

“Possiamo?” E nello stesso momento in cui lo chiese, posò la mano alla vita di Cristina e la spinse di nuovo al suo posto, con lui al suo fianco. 

 

“Piacere, sono Riccardo Dorsi e lei è...?” Chiese all’amica di Cristina, allungando la mano verso di lei. Flavia, se avesse potuto avrebbe immediatamente detto all’amica che se non avesse voluto farci qualcosa con il professore, di certo lo avrebbe fatto lei. 

Era tremendamente affascinante e si sentiva già vittima del suo charme.

O era l’alcol? 

 

“Flavia Rossi, piacere. E tu?” Chiese l’amica, all’altro ragazzo.

“Edoardo.” E tutti, tranne Riccardo e Cristina si strinsero le mani. 

“Va be, grazie per lo shot e per le presentazioni, adesso potete pure andare.” 

Tagliò corto Cristina, facendo con le mani il gesto come per dire “vai vai” 

Riccardo scoppiò a ridere. “Ma sei di un’antipatia unica, lo sai?” 

Lei aprì la bocca, sconvolta. “Io?!” 

Lui le avvicinò il bicchierino con la sambuca. “Si, tu. Bevi che forse ti migliora il carattere.” 

“Ah io sono d’accordo.” Disse Flavia, intromettendosi.

L’amica la fulminò con lo sguardo, e bevve tutto d’un sorso il suo shot.

“Contenti? Ora via.”

E con tutta la forza spinse Riccardo fuori dalla panca, ovviamente senza riuscirci.

“Ma non avevi detto che le eri simpatico?” Chiese Edoardo, guadagnandosi anche lui una tremenda occhiataccia da Cristina solo per aver proferito parola. 

“Più o meno.” Rispose lui, divertito, e adesso fu il turno di Riccardo. 

“Non guardarmi così, vorresti sembrare minacciosa ma sei tremendamente sexy.” 

“E il lei che fine ha fatto?” Domandò Cristina, notando come lui stesse usando il tu. 

“È andato a farsi fottere nel momento in cui mi sono seduto accanto a te.” 

Rispose lui, abbassando di poco il viso per avvicinarsi a quello di lei. 

Le guardò dritto nella scollatura, giusto un attimo, per poi salire lentamente con gli occhi sul collo scoperto, le labbra dove il rossetto era rimasto a pena. 

Le accarezzò la schiena e si avvicinò ancor di più a lei. 

Cristina sentiva il suo sguardo addosso e sentiva una strana e inopportuna eccitazione crescere in lei. 

 

“Dio, allora è vero che sei proprio convinto.” Annunciò Flavia, interrompendo quel momento. 

I due si osservarono per un ultimo istante. 

Edoardo scoppiò a ridere, e di conseguenza un po’ tutti. 

“Tu invece mi sei già simpatica.” Fece Edoardo a Flavia, e lei le rivolse un sorrisetto divertito.

Bevve tutto d’un sorso il suo shot. “E non hai visto ancora niente.” 

Proprio in quel momento arrivò di nuovo il cameriere e portò i loro espressi Martini. 

“Ragazzo, altri due gin tonic.”;

 

 

“Flavia ma dai! Stai dicendo una grande cazzata.” Esclamò Riccardo, ridendo.

“Te lo giuro! Sono più che sicura di aver visto un fantasma o un orso! O il fantasma di un orso!” 

“Ma quanto eravate ubriache?” Chiese Edoardo.

Cristina chiuse un occhio, in un espressione un po’ strana di chi cerca di fare chissà quali calcoli complicati. “Diciamo che tre bottiglie erano andate.”

“Quindi è un miracolo se siete riuscite pure a tornare a casa la mattina dopo.” 

“Eravamo molte avventurose, in realtà.” 

Affermò Cristina, volgendo il capo alla sua sinistra, per rivolgersi a Riccardo. 

Aveva il capo leggermente alzato verso di lui e le labbra socchiuse.

“E lo sei ancora?” Sussurrò lui, abbassandosi di poco verso di lei. 

Aveva gli occhi fissi sulla bocca di lei. Riccardo deglutì, si bagnò le labbra: voleva baciarla. 

“Si...” Sussurrò lei, sotto voce, ma poi all’improvviso si allontanò di botto, realizzando subito dopo cosa stava per accadere. “No, no volevo dire di no.” 

Cristina volse la testa di fronte, convinta di trovare lo sguardo di Flavia addosso, pronta a subirsi una ramanzina per il suo atteggiamento lascivo, invece l’amica non se ne era nemmeno accorta. 

La lingua di Edoardo era nella bocca di Flavia e le sue mani tiravano i capelli del ragazzo.

“Ma tu guarda...” sussurrò, e sconvolta, posò la mano sul petto di Riccardo. 

“Fammi uscire” e obbedendo, il prof la fece passare. 

 

Cristina era uscita senza la giacca addosso, e adesso se ne pentiva amaramente.

Aveva preso al volo la borsetta, fortunatamente, e si accingeva a prendere una sigaretta. 

Fumava e si stringeva le braccia al petto, per scaldarsi. 

Riccardo comparì affianco a lei, all’improvviso come suo solito. 

“Che hai?” 

Lei guardò altrove, come se non lo vedesse. “Niente.” 

Lui si sfilò la giacca, posandola così sulle sue spalle. 

“No guarda, non serve.” Disse subito lei, cercando di sfilarsela. 

“Insisto” continuò lui. 

Il gesto fece scazzare Cristina ulteriormente. 

“Ci stai provando spudoratamente, smettila.” Affermò lei seriamente e senza la più che minima alterazione di tono di voce. 

Lui scoppiò a ridere. “Franchi, ci sto provando dall’attimo in cui hai messo piede nell’aula!”

“Ecco, visto? Smettila.”

“Perché, per il tuo ragazzo immaginario?” 

“Che stronzo che sei.” Ringhiò lei, gettandogli la giacca addosso e facendo una via diretta nel locale, con ovviamente Riccardo al suo seguito. 

Quando ritornarono al tavolo, questo lo trovarono vuoto. 

Al suo posto c’era solo la sua giacca ma di Edoardo e Flavia neanche l’ombra.  

“Qualcuno è andato via insieme.” Constatò il prof. 

“Si, peccato che io non sappia niente di lui, al di fuori del suo nome. E se fosse un maniaco e quindi Flavia in pericolo?” 

“Cristina tranquilla, è mio amico e Flavia era ancora lucida.” 

“Ah quindi solo perché è tuo amico io dovrei fidarmi?” 

 

Cristina provò a chiamare l’amica a telefono, ma questo era irraggiungibile. 

“Tipico” 

“Aspetta dai, chiamo io Edo” 

 

Riccardo compose velocemente il numero sotto lo sguardo attento di Cristina. 

Fortunatamente l’amico rispose. 

“Ma dove siete!?” Esclamò Cristina per lui, rubandosi il cellulare di Riccardo ancor prima che lui potesse dire qualcosa. 

Evidentemente anche l’amica fece lo stesso perché rispose lei per lui. 

“Ma si che mi preoccupo, torna subito qui!”

“No! Non mi scrivi domani!

“Flavia smettila!” 

“Il chiodo te lo ficco io Fla, ma è meglio se non ti dico dove!” 

 

E la conversazione si chiuse.

   
 
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